[lid] Anche la ripresa dell’attività industriale cinese sostiene i prezzi.
Lunedì i prezzi del petrolio sono aumentati a causa delle preoccupazioni sull’offerta in vista dell’attesissimo incontro dei paesi produttori dell’OPEC di mercoledì, mentre anche il miglioramento dell’attività industriale in Cina ha contribuito all’aumento dei prezzi.
Il greggio Brent, punto di riferimento internazionale, è stato scambiato a 92,56 dollari al barile alle 11:08 ora locale (08:08 GMT), con un guadagno dello 0,39% rispetto al prezzo di chiusura di 92,20 dollari al barile della precedente sessione di negoziazione di venerdì.
Il benchmark americano West Texas Intermediate (WTI) è stato scambiato nello stesso periodo a 91,28 dollari al barile, in rialzo dello 0,54% rispetto alla chiusura di venerdì di 90,79 dollari al barile.
Mercoledì i prezzi del petrolio sono aumentati durante le prime fasi irregolari degli scambi asiatici a causa delle persistenti incertezze mentre gli operatori del mercato si concentravano sul prossimo comitato ministeriale di monitoraggio congiunto (JMMC) del gruppo OPEC.
È probabile che l’OPEC+ JMMC raccomandi che i tagli alla produzione siano mantenuti ai livelli attuali, a causa delle prospettive economiche incerte e nonostante un contesto di offerta chiaramente restrittivo, con le scorte settimanali dell’EIA (Energy Information Administration) statunitense che probabilmente mostreranno che le scorte rimangono molto basse,
Anche il rimbalzo dei dati industriali cinesi di settembre ha spinto i prezzi.
Secondo i dati ufficiali diffusi domenica, l’attività industriale cinese è aumentata a settembre per la prima volta in sei mesi, aggiungendosi a un numero crescente di indicatori che la seconda economia mondiale sta diventando più stabile.
Domenica l’Ufficio nazionale di statistica (NBS) ha comunicato un aumento dell’indice ufficiale dei direttori degli acquisti cinesi (PMI) a 50,2, superando le aspettative.