
(AGENPARL) – gio 28 settembre 2023 OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
L’ITALIA DEI LAGHI FOTOGRAFA
UNA SITUAZIONE DI STASI IDRICA:
DALL’EXPLOIT DEL MAGGIORE ALLA CRISI DI TRASIMENO E NEMI
E’ un tempo climaticamente “sospeso” quello, che sta interessando l’Italia in questa inizio
autunnale dalle temperature esageratamente elevate.
In una settimana non si sono registrate grandi variazioni, se non quelle positive a Nord-Ovest, in
particolar modo sul bacino del fiume Ticino e particolarmente lungo le sponde del lago
Maggiore, che hanno beneficiato di grandi afflussi meteorici con cumulate di pioggia che, senza
provocare particolari disagi, hanno raggiunto i 338 millimetri in circa 36 ore a Cursolo, nella
provincia di Verbano-Cusio-Ossola. Grazie ad un afflusso, che ha toccato i 2547,4 metri cubi al
secondo (valore più alto da Ottobre 2020), il livello del lago Maggiore ha toccato cm. 182,3,
crescendo di un metro in 5 giorni per poi ridiscendere ad un livello di circa 153 centimetri (fonte:
Enti regolatori dei grandi laghi). A beneficiare di tale favorevole evenienza sono stati anche gli
alvei fluviali: oltre al Ticino, il cui livello a valle del Verbano è salito di circa 1 metro e 20 centimetri
(da -cm. 78 a +cm. 39 per poi tornare però a -cm. 2), sono cresciute la Toce (con 434 metri cubi al
secondo ha segnato il record dal 2021), ma anche la Sesia (mc/s 643 è stato il secondo valore
massimo di portata, verificatosi nel più recente biennio). Tra gli altri fiumi piemontesi si segnala la
sola decrescita della Varaita, che comunque mantiene una portata superiore alla media del
periodo.
Anche gli altri grandi bacini del Nord Italia hanno livelli ampiamente sopra la media del periodo:
oltre al Maggiore (al 136% di riempimento), il lago di Como è al 70,6%; quello di Garda al 65% ed il
Sebino al 68,6%.
Il fiume Po, grazie agli importanti apporti sopraggiunti soprattutto dagli affluenti piemontesi e
lombardi, è cresciuto in maniera consistente fino al delta, stabilizzandosi su valori di portata ben
superiori a quelli medi storici e superando a Pontelagoscuro i 2000 metri cubi al secondo per la
prima volta dopo il periodo di piene causate dalle alluvioni dello scorso Maggio.
“Non dobbiamo illuderci, però, che la precarietà idrica del Paese sia superata, perché è ormai
conclamato l’alternarsi di contenuti periodi piovosi a più lunghi periodi di siccità come
dimostrano anche le condizioni diversificate, che si registrano lungo la Penisola. Sono necessarie
nuove infrastrutture, che fungano da calmieri, come i Piani da noi presentati stanno ad indicare”
evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.
In Valle d’Aosta, dove le precipitazioni recenti sono state di entità ben diversa rispetto a quelle
piemontesi, rimangono invariati i livelli della Dora Baltea, mentre si riduce il flusso in alveo del
torrente Lys.
In Lombardia, le portate attuali del fiume Adda (mc/s 302) sono superiori a quelle mediamente
registrate negli scorsi anni. Nella regione, già prima dei recenti eventi meteo, le riserve idriche
erano in grande ripresa (+7,8% sulla media storica), ma con marcate differenze nei vari bacini: se
infatti Ticino, Chiese, Sarca-Mincio godono di buona salute, da segnalare è il grave deficit del
Serio, praticamente dimezzato rispetto al minimo storico, ma anche quello del Brembo, che si
attesta circa al 35% rispetto alla media (fonte: Arpa Lombardia).
In Liguria, piogge intense hanno interessato principalmente i dintorni di Chiavari, con record a
Cogorno, dove in 8 ore sono caduti quasi 200 millimetri di pioggia. Importanti apporti pluviali
hanno interessato anche altre zone del Levante ligure; i fiumi che maggiormente ne hanno
beneficiato sono stati l’Entella e la Vara.
Crescono le portate dei corsi d’acqua appenninici dell’Emilia Romagna, con la Trebbia che,
beneficiando delle abbondanti precipitazioni sull’Appennino ligure, dove il fiume ha origine, è
riuscita a raggiungere e, per un breve lasso di tempo anche a superare, il valore medio di portata
del mese di settembre; nei bacini montani occidentali va segnalato anche come la piena Taro abbia
fatto schizzare la portata del fiume a 120 metri cubi al secondo.
Anche in Veneto, i livelli dei fiumi risultano visibilmente migliorati: l’Adige segna la migliore
performance in anni recenti, crescendo di m 1,80 in 7 giorni, così come la Livenza.
Al di sotto della Linea Gotica, però, la situazione appare molto diversa: l’assenza di precipitazioni
significative nel mese di settembre comporta uno stallo nei livelli dei corpi idrici fluviali, mentre
le temperature ancora elevate sono la causa principale dell’incessante decrescita delle altezze
idrometriche dei bacini lacustri nell’Italia centrale.
In Toscana è il fiume Serchio, come spesso accade, a registrare il calo più significativo: in una
settimana ha perso oltre il 35% di portata in alveo, tornando ai preoccupanti livelli del 2022; anche
Sieve, Arno ed Ombrone registrano un lieve calo.
Nelle Marche restano invariati i livelli dei fiumi, mentre i bacini artificiali, nonostante una lieve
riduzione dei volumi invasati, mantengono una quantità d’acqua decisamente superiore agli anni
passati.
In Umbria non migliora la condizione idrometrica del lago Trasimeno (-cm. 145), la cui altezza è
solo 9 centimetri maggiore rispetto al siccitosissimo 2022 ed è ancora 25 centimetri al di sotto
del livello di criticità; le portate dei fiumi si mantengono sui valori della scorsa settimana.
Nel Lazio, i fiumi romani Tevere ed Aniene registrano un lieve incremento, ma è il lago di Nemi a
preoccupare. Le temperature estive e l’assenza di piogge sono infatti la causa della continua
decrescita del piccolo lago dei Castelli Romani, che questa settimana scende addirittura al di
sotto dello zero idrometrico, registrando un valore peggiore perfino al critico 2022, quando il
livello era maggiore di ben 16 centimetri! D’altronde, sulla Capitale il mese di settembre è stato
particolarmente avaro di pioggia: solo mm. 11, uno dei valori più bassi degli scorsi 20 anni. Non va
meglio nel resto della provincia romana, così come in quella pontina, dove le cumulate
settembrine, in alcuni casi, non hanno raggiunto neppure la doppia cifra. Nel viterbese resta
sostanzialmente invariata la portata della Fiora, mentre si alzano i livelli dei fiumi ciociari Liri e