
(AGENPARL) – mer 27 settembre 2023 – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –
COMUNICATO STAMPA
IL RITRATTO VENEZIANO DELL’OTTOCENTO
VENEZIA, CA’ PESARO – GALLERIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA
21 OTTOBRE 2023 – 1 APRILE 2024
_A cura di_ Elisabetta Barisoni e Roberto De Feo
_Con il Patrocinio della_ Regione Veneto
_In collaborazione con_ Gallerie dell’Accademia
Comunicato Stampa
Un secolo di grande storia e di grande pittura, di profonde
trasformazioni sociali, politiche, economiche. Un secolo popolato da
liberali e da patrioti, rivoluzionari e reazionari, nobili e borghesi,
intellettuali e artisti romantici, neoclassici, realisti, veristi,
fino alla soglia delle Avanguardie, che ha visto la nascita delle
Pinacoteche, dei musei civici, de La Biennale di Venezia. Un secolo da
riscoprire nei volti e nelle opere dei suoi protagonisti con la mostra
_Il ritratto veneziano dell’Ottocento_, a CA’ PESARO – GALLERIA
INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA dal 21 OTTOBRE 2023 al 1° APRILE
2024, a cura di ELISABETTA BARISONI e ROBERTO DE FEO.
Un’esposizione che intende raccontare il PRIMO SECOLO DELL’ETÀ
CONTEMPORANEA che a Venezia apre, idealmente, con la caduta della
Serenissima e prosegue in tutto il Paese con la Restaurazione,
passando per i moti del ‘48, il Risorgimento, l’Unità d’Italia.
Ma è anche, e soprattutto, un progetto che rimanda in modo preciso e
puntuale all’intuizione e alla grande mostra che NINO BARBANTINI,
PRIMO DIRETTORE DELLA GALLERIA DI CA’ PESARO, ORGANIZZÒ E ALLESTÌ
ESATTAMENTE CENTO ANNI FA, nel 1923, sullo stesso tema e con lo stesso
titolo: _Il ritratto veneziano dell’Ottocento_. TRA LE PRIME
RETROSPETTIVE DEDICATE A QUESTO SECOLO, un’esposizione
“blockbuster” per il tempo, coronata da un grande successo di
pubblico, di stampa e di critica, realizzata con criteri museografici
attualissimi e con un numero eccezionale di opere e prestiti,
provenienti da tutto il Triveneto: 241 LAVORI DI 50 ARTISTI, pittori,
scultori, miniaturisti, tutti operanti dall’inizio dell’Ottocento
fino al penultimo decennio del secolo, che per lo studioso si apriva
con TEODORO MATTEINI e si chiudeva con GIACOMO FAVRETTO.
Un _excursus_ tra autori celebri come HAYEZ, MOLMENTI, GRIGOLETTI,
SCHIAVONI, LIPPARINI, scoperti e riscoperti, artisti che a Venezia
avevano vissuto, si erano formati, lasciando TESTIMONIANZE PREZIOSE
DELLA SOCIETÀ, dello spirito dell’epoca, dei suoi protagonisti e
dei suoi grandi stravolgimenti: UN PATRIMONIO DI IMMAGINI DI FAMIGLIE,
DI INTELLETTUALI, DI ARTISTI, DI PATRIOTI, DI DONNE – ALCUNE, ARTISTE
A LORO VOLTA – persone che hanno animato il territorio da Venezia,
luogo privilegiato d’incontro, fino a Padova, Vicenza, Bassano del
Grappa, Pordenone, Trieste, Trento, Treviso, Belluno. _Volti eterni
del secolo più lungo della modernità _ e, non ultimo, primo esempio
– confermato ai nostri giorni – della grandezza artistica di un secolo
dimenticato, a favore della mitizzazione di quello precedente. Per
dirla con le parole dello stesso Barbantini: _per portare un poco di
luce su un periodo della storia artistica della nostra città
ingiustamente oscuro_.
Tutto questo rivive oggi in un prezioso e lungo lavoro di ricerca
condotto dai curatori per ricostruire l’allestimento e il catalogo
della storica esposizione: un enorme sforzo critico che in due anni ha
portato a RINTRACCIARE BEN 166 OPERE DI 52 ARTISTI GIÀ DELLA MOSTRA
ORIGINALE, ORA CONSERVATE IN MUSEI E COLLEZIONI SU TUTTO IL TERRITORIO
NAZIONALE. Accanto, i capolavori rimasti a Venezia, provenienti dalle
collezioni di Ca’ Pesaro, del Museo Correr, e dalle Gallerie
dell’Accademia, insieme a numerose raccolte private. Una
ricostruzione che ha permesso di sviluppare importanti nuovi
contributi rispetto al progetto di Barbantini, TRA CUI RIATTRIBUZIONI
– con 11 NUOVI AUTORI RICONOSCIUTI – e AGGIORNATE SCHEDE SCIENTIFICHE
– 279 PER 60 ARTISTI – grazie al lavoro di una rete di studiosi,
conservatori e ricercatori di tutto il territorio.
Nelle QUATTRO SEZIONI IN CUI È ARTICOLATA, l’esposizione
ripercorre quindi _La nascita di un secolo_, che parte dal Congresso
di Vienna (1815) per arrivare in un lungo travaglio all’unificazione
del Paese; significativi approfondimenti monografici de _I grandi
protagonisti_, seguiti da _Vita e società dell’Ottocento_, tra
nobili e borghesi, tra città e campagna; infine il _Ritratto verso la
modernità_ in cui la materia pittorica si sgrana e si illumina,
arrivando alle soglie del ‘900.
_«La mostra del 1923 – ricordano i curatori dell’attuale,_
ELISABETTA BARISONI E ROBERTO DE FEO – _ riscosse grandissimo successo
di pubblico e una vivace risposta della stampa. Ancora oggi è
considerata una rassegna di capitale importanza per la riscoperta
dell’arte veneziana di un intero secolo, per l’avvio della
conoscenza dei suoi protagonisti e la valorizzazione di molti dei
capolavori che vi furono esposti. L’iniziativa inaugurava anche un
nuovo corso della Galleria veneziana e dell’attività di Barbantini,
indirizzata, durante gli anni Venti, alla progettazione di
significative esposizioni monografiche su periodi o singoli
protagonisti dell’arte italiana. Il ritratto veneziano
dell’Ottocento è inoltre centrale nella definizione della storia
delle mostre e costituisce un valido e precoce esempio museografico di
rassegna dedicata a un tema o a un preciso arco temporale, concepita
come una rassegna filologica di un’esposizione che fece storia e al
contempo un omaggio al suo geniale curatore, la cui lezione
storico-artistica permane nelle collezioni e la cui voce risuona nelle
sale di Ca’ Pesaro. La riproposizione nella medesima sede di così
tanti capolavori dei più rappresentativi artisti veneziani
dell’Ottocento, ripalesati quando perduti, ristudiati quando già
noti, permetterà anche di visualizzare i tratti dei protagonisti
veneziani di un intero secolo, scelti nel 1923 da Barbantini per