(AGENPARL) – mar 26 settembre 2023 COMUNICATO STAMPA
FABRIANO, SABATO 30 SETTEMBRE AL TEATRO GENTILE
PRIMO STUDIO DI FRANKENSTEIN (A LOVE STORY) DI MOTUS
Teatro Gentile di Fabriano casa degli artisti, conferma la sua vocazione di luogo privilegiato per la creazione artistica ospitando in questi giorni – su iniziativa del Comune di Fabriano con l’AMAT – la residenza di allestimento di Frankenstein (a love story) di Motus, uno dei gruppi più amati e seguiti a livello internazionale, ideato e diretto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, con Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou ed Enrico Casagrande, drammaturgia di Ilenia Caleo. Il primo studio arriva in scena in anteprima al Gentile sabato 30 settembre (ore 21) in forma di “Cantiere aperto” in attesa del debutto nazionale previsto il 13 e 14 ottobre all’Arena del Sole di Bologna, su iniziativa di ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione tra i coproduttori dello spettacolo.
Frankenstein o Il moderno Prometeo è il tessuto connettivo di questa “nuova creatura”. Un progetto mostruoso composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein.
La struttura a scatole cinesi del libro che Mary Shelley ha scritto a soli diciannove anni e la sua stessa biografia, che tanto si riflette nelle vicende dolorose della creatura inascoltata, sono materia da cui partire nella composizione – con la collaborazione drammaturgica di Ilenia Caleo. Il tema della “progenie mostruosa” che Shelley ha ideato per prima – facendo un balzo dal romanzo gotico alla fondazione di quello fantascientifico, è poi ripensato da molt^ studios^ come una figurazione del possibile – figurazione e favola di un mondo non riproduttivo – dalle vivaci ramificazioni contemporanee nella filosofia postumana. Toccare il non umano, il mostruoso, l’artificiale, sentirne la carne. Il confine pericoloso tra vivente e non vivente. I processi di composizione e decomposizione. Cellule che si autorigenerano fuori dal corpo umano, tecnologie di hackeraggio della riproduzione e Intelligenze Artificiali in rivolta… La notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein ad occhi aperti ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. Scenari di creazione, immaginazione mostruosa. La natura è in tumulto. Nei paesaggi estremi, raggelati, dolorosi, due figure si inseguono, cercando ripari. Rabbia, amore, inquietudine, orrore, e ancora amore, amore, un eccesso di amore non corrisposto. «Non vedevo né sentivo parlare di nessuno simile a me» – come l’umano, unico della sua specie, anche la creatura è un unico. La solitudine radicale di una creatura inascoltata, intoccabile, che non trova nessun altr^ a cui parlare, che possa pronunciare il suo nome. È sui confini che i mostri proliferano. Tra i mondi. E qui, tra le cuciture suturate di carni e pelli diverse, questo lavoro prova a stare. Il mostro generato è “un infelice”, “a wretch”, come si dice di chi parte svantaggiato, di chi nasce non perfettamente equipaggiato per l’avventura del mondo: ma si ricordi bene che monstrum deriva da monēre, ammonire, e nel monito c’è sempre qualcosa di prodigioso…
Motus nasce a Rimini nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, producendo sin dalla fondazione spettacoli di grande impatto, capaci di prevedere e raccontare le più aspre contraddizioni del presente. Il lavoro della compagnia, fatto di teatro, performance e installazioni, viene presentato in tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre premi UBU e prestigiosi premi speciali.
Adattamento e cura dei sottotitoli sono di Daniela Nicolò, la traduzione di Ilaria Patano, assistenza alla regia Eduard Popescu, disegno luci di Theo Longuemare, ambienti sonori di Enrico Casagrande, fonica di Martina Ciavatta.
La produzione dello spettacolo è condivisa con TPE – Festival delle Colline Torinesi, Kunstencentrum VIERNULVIER (BE) e Kampnagel (DE), residenze artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Santarcangelo Festival, Teatro Galli-Rimini, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale”, Rimi-Imir (NO) e Berner Fachhochschule (CH), con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna.
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