
(AGENPARL) – mar 26 settembre 2023 TRIESTE, IL TEMPO DELLA STORIA
Fotografie e filmati di Francesco Penco 1918-1950
A cura di Claudio Erné
Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo
in coorganizzazione con
Casa del Cinema di Trieste
in collaborazione con Dipartimento di Studi Umanistici – Università di Trieste, NŠK –
Biblioteca nazionale slovena e degli studi- Sezione Storia e etnografica, Ordine dei
giornalisti, Circolo della Stampa Trieste, Assostampa FVG
Conferenze Sala “Bobi Bazlen” – Palazzo Gopcevich – via Rossini 4 – Trieste
Durata 1 h 30 min.
mercoledì 4 ottobre ore 17.00
FRANCESCO PENCO. FOTOGRAFIE E FILMATI
relatori: Claudia Colecchia, Claudio Erné, Sergio M. Grmek Germani.
Moderatore Sabrina Morena.
Si racconterà il primo fortunoso ritrovamento di un archivio considerato disperso. In questi
vent’anni il materiale è continuato a emergere da fiere, collezionisti fino alla scoperta della cassa
con 70 scatole di filmati girati e inediti.
Claudia Colecchia: Laureata in Storia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, diplomata in
Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso la scuola dell’Archivio di Stato di Venezia, ha
approfondito gli studi archivistici, fotografici e biblioteconomici. Ha lavorato presso le Università
Ca’ Foscari e IUAV di Venezia, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, la
Soprintendenza dei beni artistici del Friuli Venezia Giulia. Attualmente ricopre l’incarico di
Responsabile della Fototeca e Biblioteca dei Civici Musei di Storia ed Arte del Comune di Trieste
dove si occupa della conservazione e valorizzazione del patrimonio, effettuando visite guidate,
lezioni per gli studenti, curando mostre e pubblicazioni dedicate alla fotografia storica e
contemporanea.
Ha pubblicato, fra gli altri, Bel vedere. Percorsi nella fotografia di paesaggio (2017), Trieste in bianco e
nero nelle fotografie di Adriano de Rota (2017), Cinema in posa (2019), L’archivio di Alfonso Mottola nella
Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste (2021), Foto Omnia di Ugo Borsatti. Scatti in Comune
(2022) e alcuni saggi nella rivista Archeografo triestino.
Claudio Ernè, giornalista e fotografo triestino, ha documentato con le sue immagini e i suoi
articoli gli anni di piombo dell’eversione antidemocratica e l’esperienza dello psichiatra Franco
Basaglia per “l’Espresso”, “Epoca”, “Panorama”, “l’Europeo”e “Famiglia cristiana”. Nel 1998 ha
ricevuto dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro il premio nazionale “Cronista
dell’anno” per l’inchiesta sulla strage di piazza Fontana e gli attentati che l’avevano preceduta a
Trieste e Gorizia, inchiesta pubblicata dal quotidiano “Il Piccolo” per cui Ernè ha lavorato per oltre
trent’anni. Nel 2004 ha realizzato la mostra e il volume Viola, cronache del manicomio negato.
Con la sua ricerca ha scoperto e salvato l’opera – fotografie e filmati del reporter triestino
Francesco Penco a cui ha dedicato tre volumi: Il Novecento di Trieste, Trieste e Fiume in posa e
Francesco Penco, i documentari 1920-1950. Al suo attivo ha altri libri dove le immagini e il racconto
si integrano e si completano. Tra essi Trieste sul mare – i transatlantici, realizzati con lo storico
navale Maurizio Eliseo; Memorie di pietra, il ghetto ebraico, la Città vecchia e il piccone risanatore, in
collaborazione con Diana De Rosa e Mauro Tabor; la Sacchetta con Tiziana Oselladore. Nel 2014
per Il Piccolo ha scritto “Sull’orlo dell’abisso. Aspettando la Grande guerra”. Nel 2015 Trieste 70 con
Pierluigi Sabatti; nel 2016 Volti di donna, volti di città, un fotografo della Belle Epoque per le vie di
Trieste; nel 2018 Nei venti dell’Adriatico, marinai yacht e regate tra le due guerre e nel 2022 Cherso in
posa, un archivio fotografico ritrovato.
Sergio M. Grmek Germani : Membro dalla costituzione del comitato scientifico della Cineteca
del Friuli, dopo aver curato retrospettive per vari festival internazionali (Venezia, Locarno, Torino,
Pordenone, Alpe Adria Cinema) fonda nel 2001 a Trieste l’Associazione Anno uno che da allora
realizza il Festival internazionale del cinema e delle arti “I mille occhi”.Si è occupato, anche con
volumi e saggi, di cineasti amati come Carl Th. Dreyer, Roberto Rossellini, Leo McCarey, Laurel &
Hardy, Vincente Minnelli, Allan Dwan, Blake Edwards, Robert Rossen, John Frankenheimer,
Augusto Genina, Aldo De Benedetti, Mario Camerini, Carmine Gallone, Ferdinando M. Poggioli,
Francesco De Robertis, Raffaello Matarazzo, Vittorio Cottafavi, Siro Angeli, Giorgio Bianchi,
Camillo Mastrocinque, Alberto Lattuada, Luigi Comencini, Valerio Zurlini, Giacomo Gentilomo,
Franco Giraldi, Nando Cicero, G.W. Pabst, Terence Fisher, František ?ap, Miroslav Anti?, Jacques
Demy, Stavros Tornes, Larisa Šepit’ko, Forugh Farrokhzad, e di figure marcanti della critica
cinematografica francese (André Bazin, Éric Rohmer, Jean Domarchi, Michel Mourlet, Jacques
Lourcelles).
mercoledì 25 ottobre ore 17.00
SOCIETÀ E EDUCAZIONE DURANTE IL FASCISMO
relatori: Diana De Rosa, Claudio Erné, Roberto Spazzali.
Moderatore Cristiano Degano.
Il fascismo, come tutti i regimi dittatoriali, era particolarmente attento all’educazione dei bambini e
delle bambine e degli adolescenti perché bisognava educare le masse all’obbedienza e al credo
fascista. Molte fotografie e filmati testimoniano quanto l’inquadramento paramilitare dei giovani
fosse capillare e permeasse la società.
Diana De Rosa ha svolto attività di ricerca nell’Università di Trieste, studiosa di storia sociale e
delle istituzioni educative ha pubblicato fra gli altri: Il baule di Giovanna. Storie di abbandoni e
infanticidi, Sellerio ed.1995, Rilke e Teresa. Storia di un’abbandonata, Lint, Trieste 1999, La carrozza di
Treves. Storie di donne e della loro follia, Sensibili alle foglie 2002, Spose, madri e maestre, Del Bianco
ed. 2004, Una famiglia borghese. Lettere 1870-1877, Campanotto ed. 2005.
Roberto Spazzali (Trieste, 1956) insegnante e pubblicista, studioso d’istituzioni, si occupa dei
fenomeni politici e sociali del Novecento nella Venezia Giulia. Collaboratore della cattedra di
Storia contemporanea della facoltà di Scienze della formazione. Membro di commissioni
scientifico-culturali del comune di Trieste. Ha pubblicato, tra l’altro, Lega Nazionale 1946: la
ricostituzione (1987), Foibe: un dibattito ancora aperto (1990). La Divisione Volontari “Gorizia”
(1991), Sotto la Todt (1995) e contribuito a diverse opere di carattere editoriale. Socio della
Deputazione di Storia Patria della Venezia Giulia ha pubblicato con le riviste “Quaderni Giuliani di
Storia”, “Studi Mariniani”, “Rivista dalmatica”, “Qualestoria”, “Studi Goriziani”, “Tempi e cultura” e
collabora con le redazioni culturali de “Il Piccolo” e della sede regionale della Rai.
Mercoledì 22 novembre ore 17.00
SCONTRI POLITICI NEL PRIMO DOPOGUERRA
relatori: Lucio Fabi, Marta Verginella.
Moderatore Eva Ciuk.
Nei primi anni dopo la Grande Guerra, Trieste è teatro di scontri fra le forze socialiste e le prime
formazioni fasciste. La città che si prepara a diventare ufficialmente italiana, vive anche le tensioni
dei vari gruppi nazionali che davanti al cambiamento, si preparano a lasciare il territorio o a
esprimere con forza le loro preoccupazioni.
Lucio Fabi, storico e consulente museale. Ha pubblicato svariati libri sugli aspetti sociali e
iconografici del primo conflitto mondiale, nei suoi aspetti scientifici e divulgativi. Si occupa della
valorizzazione storica del territorio e ha collaborato all’allestimento di vari musei della Grande
Guerra in Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Svolge attività espositiva in Italia e all’estero.
Principali pubblicazioni: Gente di trincea. La Grande Guerra sul Carso e sull’Isonzo, Mursia, Milano
1994; La prima guerra mondiale. Storia fotografica della società italiana, Editori Riuniti, Roma 1998; I
Musei della Grande Guerra, Museo della Guerra, Rovereto 2000; Doppio sguardo sulla Grande Guerra,
libro+dvd, La Cineteca del Friuli, Gemona 2006; Le strade della memoria. Itinerario storico e
sentimentale sui luoghi della Grande Guerra, Persico, Cremona 2008; Il bravo soldato mulo. Storie di
uomini e animali nella Grande Guerra, Mursia, Milano 2012; Soldati d’Italia. Esperienze, storie, memorie,
visioni della Grande Guerra, Mursia, Milano 2014.
Marta Verginella, è professore ordinario di Storia dell’Ottocento e Teoria della storia presso il
Dipartimento di Storia dell’Università di Lubiana. Collabora con l’Istituto regionale per la storia del
movimento di liberazione del Friuli-Venezia Giulia di Trieste e l’Università del Litorale di
Capodistria. Si occupa di storia sociale e di storia delle donne, in particolare studia le pratiche
identitarie e il fenomeno del nazionalismo in aree multietniche e l’uso politico della storia in zone
di confine. Tra i suoi ultimi lavori: Lo svilimento della memoria e l’uso politico della storia in Slovenia, in
Le memorie difficili, a cura di Giuliana Parotto, Trieste, Beit, 2013; Profughe slovene tra Grande Guerra
e ascesa del fascismo, in «Storia delle donne», 9 (2013); Dolga pot pravic žensk. Pravna in politi?na
zgodovina žensk na Slovenskem, Ljubljana, Založba FF, 2013; La guerra di Bruno. L’identità di confine di
un antieroe triestino e sloveno, Roma, Donzelli, 2015.
mercoledì 29 novembre ore 17.00
LE MINORANZE ETNICO-RELIGIOSE DURANTE IL FASCISMO
relatori:Tullia Catalan, Štefan ?ok.
Moderatore Pierluigi Sabatti.
La comunità ebraica e quella slovena furono violentemente colpite durante il fascismo che subito
impedì l’uso della lingua slovena in ogni ambito e nel 1938 con la promulgazione delle leggi razziali
diede atto all’esclusione della popolazione ebraica dalla vita politica e civile, aprendo la via verso lo
sterminio nazista.
Tullia Catalan è professoressa associata di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi
Umanistici (DiSU), Università degli Studi di Trieste, dove dal 2000 insegna Storia dell’Ebraismo
(triennale e magistrale), dal 2013 insegna Storia contemporanea per i corsi di laurea triennali e dal
2020 insegna Public History ( laurea magistrale). I suoi interessi di ricerca riguardano i rapporti fra
il mondo ebraico e la società fra Ottocento e Novecento in Italia e in Europa centro-occidentale.
Di recente si è occupata di antisemitismo e antislavismo. È membro del comitato di direzione delle
riviste «Quest: Issues in Contemporary Jewish History» e «Memoria e Ricerca». Autrice di “La
comunità ebraica di Trieste (1781-1914). Politica, società e cultura”, Lint 2000.
Štefan ?ok ha conseguito la laurea specialistica in Storia della Società e della Cultura
Contemporanea all’Università di Trieste e il dottorato di ricerca in Storia dell’Europea e del
Mediterraneo presso l’Università del Litorale di Koper-Capodistria, Slovenia. Collabora con la
Sezione di Storia ed Etnografia della Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi di Trieste ed è
supplente di Storia e Filosofia al Liceo. Nel corso degli anni ha collaborato a numerosi progetti di
divulgazione e approfondimento sull’area altoadriatica, con particolare attenzione alle scuole.
Con Raoul Pupo e Fabio Todero è autore della mostra virtuale Il Confine più lungo.
mercoledì 6 dicembre ore 17.00
TRIESTE NEL SECONDO DOPOGUERRA
relatori: Lorenzo Ielen, Vanessa Maggi, Roberto Spazzali.
Moderatore Pierluigi Sabatti.
Dopo il 1945 Trieste fu governata dagli alleati (americani e inglesi) fino al 1954 quando ritornò ad
essere una città italiana. Visse anni di grandi tensioni fra i gruppi nazionali, filoitaliani e filojugoslavi,
ognuno dei quali aspirava all’annessione della città con l’Italia o la Jugoslavia. Eravamo in piena
guerra fredda in cui si contrapponevano le democrazie occidentali e i paesi comunisti.
Lorenzo Ielen, giovane ricercatore che ha scritto la sua tesi di dottorato presso DISUUniv.Trieste “La guarnigione britannica di Trieste, 1945-1954: ruolo strategico, attività operativa e
rapporti con la realtà socio-economica locale”. La ricerca fissa alcuni punti fermi circa il ruolo
strategico e operativo svolto dal contingente britannico di stanza nella Venezia Giulia e nel
Territorio Libero di Trieste tra il 1945 e il 1954. La prima parte della tesi traccia l’evoluzione della
strategia alleata per la difesa della Venezia Giulia e del TLT. La seconda parte, dedicata all’attività
operativa dalla guarnigione, prende in esame uno dei compiti più gravosi assegnati alle truppe
d’occupazione alleate e cioè il controllo del confine che separava la zona angloamericana da quella
jugoslava.
Vanessa Maggi ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia Contemporanea e Culture
Comparate presso l’Università degli Studi di Urbino. Si occupa di uso pubblico e politico della
storia, identità di confine, Holocaust studies. Collabora con il Museo Ebraico “Carlo e Vera
Wagner” di Trieste. Ha pubblicato il volume “La città italianissima Trieste nel dibattito politico del
dopoguerra (1945-1954). Separata dallo Stato italiano e città contesa con la confinante Repubblica
jugoslava, centro del Territorio libero creato con il Trattato di pace del 1947, pedina cruciale della
nuova situazione geopolitica, Trieste diventa “la questione” per eccellenza nel dibattito politico
nazionale.Il volume ne esplora le tante implicazioni attraverso una scrupolosa indagine svolta sui
principali organi di stampa e sugli atti parlamentari, fino al memorandum di Londra del 1954 che
riassegna la città all’Italia.
Roberto Spazzali (Trieste, 1956) insegnante e pubblicista, studioso d’istituzioni, si occupa dei
fenomeni politici e sociali del Novecento nella Venezia Giulia. Collaboratore della cattedra di
Storia contemporanea della facoltà di Scienze della formazione. Membro di commissioni
scientifico-culturali del comune di Trieste. Ha pubblicato, tra l’altro, Lega Nazionale 1946: la
ricostituzione (1987), Foibe: un dibattito ancora aperto (1990). La Divisione Volontari “Gorizia”
(1991), Sotto la Todt (1995) e contribuito a diverse opere di carattere editoriale. Socio della
Deputazione di Storia Patria della Venezia Giulia ha pubblicato con le riviste “Quaderni Giuliani di
Storia”, “Studi Mariniani”, “Rivista dalmatica”, “Qualestoria”, “Studi Goriziani”, “Tempi e cultura” e
collabora con le redazioni culturali de “Il Piccolo” e della sede regionale della Rai.