
(AGENPARL) – sab 23 settembre 2023 GROSSETO – «La Maremma non può fare a meno, dal punto di vista turistico,
della capacità di ospitalità del sistema dell’affitto turistico breve» a
dirlo Andrea Biondi, direttore provinciale Confesercenti.
Biondi prosegue facendo due calcoli: «Solo le mete di Follonica e
Castiglione della Pescaia contano insieme circa 18 mila seconde case.
Certamente solo una parte sono destinate all’affitto turistico breve, ma
per assurdo, calcolando una media di quattro posti letti, tale patrimonio
immobiliare costituisce, in teoria, una capacità di ospitalità complessiva
di 72 mila posti letto, pari al totale dei posti letto del sistema
ricettivo extralberghiero dell’intera provincia (che sono circa 73 mila),
mentre il totale dei posti letto delle strutture alberghiere per quel
territorio si ferma a quota 20 mila».
Insomma ricezione che non potrebbe essere soddisfatta altrimenti.
«Quel che chiediamo sono più controlli nei confronti del mondo sommerso
dell’affitto vacanziero delle seconde case. E questo specialmente per
garantire il rispetto delle normative, a partire dalla registrazione degli
alloggiati, ma anche per tutelare la qualità dell’offerta nei confronti del
turista, con conseguenti sanzioni severe ed interdizione dell’attività in
caso di inadempienza» prosegue il presidente di Assohotel Confesercenti
Grosseto Amedeo Vasellini. «Fondamentale poi stabilire per legge un numero
massimo di alloggi da gestire, per evitare, come capita, che due o tre
soggetti gestiscano 3/400 alloggi in una città».
A livello nazionale sulle principali piattaforme di affitti turistici brevi
si contano ormai circa 500 mila proposte di appartamenti e stanze
private/condivise. Un’offerta che ha un impatto serio sul mondo
dell’accoglienza alberghiera in Italia. In particolare modo su alberghi e
pensioni a gestione familiare, che un tempo rappresentavano un “punto di
forza” del sistema ricettivo nazionale ma che ora faticano a restare sul
mercato. In dieci anni, sono scomparsi 2.790 hotel a una e due stelle,
sopraffatti dall’aumento delle proposte di appartamenti in affitto.
«Nessun albergatore vuol puntare il dito senza ragione sul sistema
dell’affitto turistico breve, ma la principale problematica su cui la
nostra associazione di categoria pone l’accento è sia la necessità di
regolamentazione nazionale di tale categoria ricettiva, sia di intervenire
localmente in forma più severa per contrastare il sistema sommerso
dell’affitto estivo, che comporta, tra l’altro, l’elusione dell’imposta di
soggiorno dove vigente anche per gli affitti turistici brevi, oltre
l’impossibilità di coinvolgere tale parte sommersa in politiche di rete
volte a garantire la reale qualità dell’offerta, senza dimenticare la
difficoltà di gestire i fenomeni di overbooking, con il rischio più che
concreto di dequalificare le destinazioni turistiche».
Un esempio su tutti: nessuna struttura ricettiva di qualsiasi livello
permetterebbe ad una decina di ragazzi minorenni di soggiornare nel la
propria struttura in una singola camera, cosa invece piuttosto frequente
nel sistema sommerso dell’affitto turistico estivo.
In attesa dell’approvazione di una normativa nazionale di regolamentazione
dell’affitto turistico breve, alla quale anche la nostra struttura
nazionale di Confesercenti sta dando il proprio contributo attraverso
osservazioni puntuali e mirate, il fenomeno da contrastare localmente è
chiaramente quello dell’affitto estivo sommerso.