
(AGENPARL) – sab 23 settembre 2023 *COMUNICATO STAMPA*
*23 SETTEMBRE 2023*
*LA MAPPA DEGLI STIPENDI IN ITALIA:*
*PADOVA 22^, VENETO NONO TRA LE REGIONI*
*CONFAPI PADOVA: «DETASSARE AUMENTI E PREMI*
*DEVE ESSERE LA PRIORITÀ»*
*Mentre il governo studia come tagliare i contributi pagati dai lavoratori
dipendenti, Fabbrica Padova, centro studi dell’Associazione, ha preso in
esame le retribuzioni in Italia, che tornano lentamente a salire, anche se
il cuneo fiscale per i datori di lavoro resta alto. Il presidente Carlo
Valerio: «**Guardiamo con favore alle misure a vantaggio dei dipendenti, ma
non bastano: urgono politiche fiscali che ridiano competitività al
territorio e rilancino i consumi».*
Il governo si è dato una priorità per la prossima Legge di Bilancio:
confermare il taglio dei contributi pagati dai lavoratori dipendenti che
guadagnano fino a 35 mila euro lordi l’anno. Il costo della misura? Circa
10 miliardi. E, per rafforzarla, l’idea è di ridurre già da gennaio del
prossimo anno le aliquote Irpef da quattro a tre, accorpando le prime due:
in pratica il primo scaglione Irpef arriverebbe fino a 28 mila euro di
reddito sui quali si pagherebbe un’aliquota del 23%. Ma qual è, oggi, la
situazione degli stipendi in Italia? E cosa si può fare per aumentare il
potere d’acquisto dei lavoratori e rilanciare i consumi? A partire da
queste domande Confapi, attraverso il suo centro studi Fabbrica Padova, ha
messo in fila i dati a disposizione.
Per gli stipendi parlano le statistiche elaborate dall’Osservatorio Job
Pricing, secondo le quali la RGA (Retribuzioni Globali Annue, risultato di
retribuzione lorda più retribuzione variabile) media nazionale calcolata
dal Geography Index 2023 sulla base dei dati del 2022 si attesta a 30.830
euro, circa mille euro in più rispetto ai 29.840 di dodici mesi prima. Il
mercato retributivo del 2022, a partire dal secondo semestre, è apparso in
netta crescita a confronto con un precedente periodo caratterizzato da una
diffusa stagnazione degli stipendi: nel solo 2022 le retribuzioni
complessive (fisse e variabili) sono cresciute in media del 3,3%. In questa
graduatoria, Padova si situa al 22° posto tra le province in Italia, con
una RGA media di 30.986 euro, lo 0,5% in più della media nazionale, in una
classifica guidata da Milano con 36.952 euro e chiusa da Ragusa con 24.129
euro, 107^ tra le province italiane. Per quanto riguarda le regioni, nona
posizione per il Veneto, con una RGA media di 30.848 euro, dello 0,1%
superiore rispetto alla media nazionale, con la Lombardia a capeggiare la
graduatoria (33.452 euro) e la Basilicata a chiuderla (26.055 euro).
A queste statistiche occorre però aggiungerne altre, diffuse dall’OCSE,
l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in base alle
quali si osserva come il cuneo fiscale in Italia, ossia l’indicatore che
misura la differenza tra il costo del lavoro per l’azienda e il salario
netto che il lavoratore riceve effettivamente in mano, è uno dei più alti
tra i paesi membri, attestandosi al 45,9% del costo del lavoro nel 2022,
contro una media Ocse del 34,6%. In altre parole, significa che quasi la
metà delle spese sostenute dalle aziende per impiegare un lavoratore sono
destinate a tasse e contributi sociali, rendendo l’Italia poco competitiva
rispetto ad altri paesi. A registrare valori più elevati dell’Italia sono
solamente quattro paesi in Europa. In Belgio, imposte e contributi sociali
rappresentano il 53% del costo del lavoro, mentre in Germania, Francia e
Austria il dato è leggermente superiore a quello italiano (rispettivamente
pari al 47,8, 47 e 46,8%). E proprio la riduzione del cuneo fiscale è stata
indicata dall’Ocse come una delle principali sfide per il sistema economico
italiano e rappresenta un obiettivo prioritario per il governo e le parti
sociali, al fine di promuovere la crescita economica e l’attrazione degli
investimenti dall’estero.
«Tutto ciò che va nell’ottica di aumentare il reddito dei lavoratori va
visto con favore, soprattutto in questo momento di crisi dovuto al caro
vita», commenta il presidente di Confapi Padova *Carlo Valerio*. «E
tuttavia, l’impressione è che si parli di miliardi per le casse dello Stato
ma, alla fine, di cifre poco significative per le famiglie. Il punto è che
occorre mettere mano pesantemente all’intero sistema della tassazione sul
lavoro. Occorre adottare politiche per cui ogni aumento e ogni premio possa
essere applicato senza tasse aggiuntive, né per i datori che lo
corrispondono, né per i lavoratori che lo percepiscono. Un’azienda non può
pagare due volte l’aumento o il premio elargito e a sua volta il lavoratore
non deve pagarci su altre tasse. Badate, noi imprenditori siamo disponibili
a migliorare salari e stipendi, ma ci dev’essere data la possibilità di
farlo con reale efficacia. Questo vale in particolare per le piccole e
medie imprese, molto più radicate sul territorio e con un valore sociale
maggiore rispetto alle grandi, che sono multinazionali e spesso e
volentieri delocalizzano. La nostra è una realtà diversa: qui i titolari
conoscono i dipendenti, con loro hanno un rapporto diretto. Ma per poterli
pagare di più servono aumenti contrattuali decontribuiti e detassati.
Tenendo ben presente che, con i salari bassi, non possono ripartire i
consumi, che sono alla base di tutto il funzionamento dell’economia. Quegli
aumenti saranno rimessi in circolo e finiranno comunque nelle casse dello
Stato».
«Un’ultima annotazione», aggiunge Valerio, «va fatta riguardo al cuneo
fiscale: il confronto tra le varie Nazioni è utile, ma occorre anche
valutare quali servizi vengono messi a disposizione dei cittadini in
“cambio” dei soldi versati con le tasse e il livello di welfare
effettivamente presente. Il cuneo fiscale in Italia è eccessivo perché i
servizi non sono adeguati. Ed è anche a questo riguardo che dovremmo
interrogarci nel momento in cui ci rapportiamo ai nostri competitor,
perché, per capirci, se quei soldi finiscono per pagare le baby pensioni o
simili “amenità” e non il welfare, è chiaro che i conti non tornano».
[image: tabella_I SALARI MEDI IN VENETO.jpg]
[image: tabella_IL CUNEO FISCALE NEI PAESI OCSE.jpg]
*Nelle foto Carlo Valerio; nelle tabelle i dati relativi agli stipendi medi
in Veneto e al cuneo fiscale in alcuni paesi dell’OCSE*
Diego Zilio
*Ufficio Stampa Confapi Padova*
*Diego Zilio*
*Ufficio Stampa*
*CONFAPI PADOVA*
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