
(AGENPARL) – sab 23 settembre 2023 *COMUNICATO STAMPA *
*Maimone: “Maratea è un paradiso terrestre, le sue 44 chiese ed il Cristo
Redentore sono meta spirituale, religiosa e culturale” *
*La cultura della bellezza naturalistica, incarnata dalla città di
Maratea, costituisce il motivo per renderla la “Capitale italiana della
cultura 2026″.*
Maratea, 23 settembre 2023 – Il giornalista *Biagio Maimone*, originario di
Maratea, in questi mesi, sta predisponendo, insieme al Gal,”La Cittadella
del Sapere”, la preparazione del dossier da consegnare all’Unesco per
l’ottenimento del titolo di Patrimonio Mondiale dell’Umanità per l’Area Sud
della Basilicata, che comprende 27 Comuni, il Parco del Pollino e Maratea
“Perla del Tirreno”, con il sostegno anche del Presidente della Regione
Basilicata Vito Bardi, del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che si
esprime anche in termini di incoraggiamento, del Ministro per le Riforme
Istituzionali Alberta Casellati e anche del Presidente della Regione
Lombardia Attilio Fontana.
Biagio Maimone testimonia, con il suo impegno, di amare profondamente
Maratea, sua città di origine, candidata anche a Capitale italiana della
Cultura 2026.
Nella sua lettera, che può definirsi una vera e propria narrazione poetica,
pone in luce i motivi per i quali è doveroso riconoscere a Maratea il
titolo di Patrimonio Unesco e farla assurgere a “Capitale italiana della
Cultura 2026” sottolineando, con evidente convinzione: “Il verde ed il mare
di Maratea, definita ‘Cittadella Verde’, sono l’espressione più elevata
della splendore primigenio ed incontaminato della natura, custodita con
cura amorevole dai suoi cittadini, che hanno stabilito regole rigorose per
proteggerla da ogni forma di inquinamento e di degrado.
Maratea è anche definita ‘La Perla del Tirreno’ per la sua sofisticata
avvenenza naturalistica.
L’etimologia del suo nome, inoltre, la definisce “’Dea del Mare’,
rimarcando una forma di regalità divina per quanto attiene la bellezza
delle sue coste, del suo mare ed il colore delle sue acque, nelle quali si
specchia la vegetazione ridente delle coste, che tinge di iridescenze verdi
e azzurre la superficie del mare.
Ma non basta, visitando la cittadina, che sorge in romantici rioni e valli,
nonché si adagia sui dorsi di alti e verdi montagne, si constata come
Maratea sia ben curata dalla mano dell’uomo, da farne non solo un luogo
bucolico, ma anche l’esempio della realizzazione concreta della tutela
dell’ambiente e dell’ecologia.
Le chiare acque sia del mare, sia dei ruscelli e dei mille rivoli che si
aprono nelle pareti rocciose delle contrade e le alti e verdi montagne
fanno di Maratea uno scorcio di paradiso, di cui i suoi abitanti sono
consapevoli a tal punto da essersi impegnati affinché fossero impedite
costruzioni selvagge, come avviene in tanti luoghi della terra, mediante un
rigoroso piano regolatore, per lasciare che la natura possa vivere nella
sua espressione più autentica.
Primeggia la cultura del verde e del suo rispetto, sicuramente proveniente
dalla tradizione di una piccola città colma di storia, che ha 44 Chiese,
che la rendono orgogliosa di custodire la propria religiosità, espressasi,
con orgoglio e tenerezza, finanche nella cura della natura.
Tale marcata religiosità è evidenziata anche dalla statua del Cristo
Redentore, molto elevata, posta sulla cima di un suo monte caratteristico,
che volge il suo sguardo verso la Basilica di San Biagio, in cui sono
custodite, con cura, le reliquie del Santo Patrono della Città, che è San
Biagio .
Maratea è anche definita “Terra Gentile” per la gentilezza dei suoi
cittadini, testimonianza della loro “cultura umana”.
Maratea fa pensare ad un paradiso terrestre, in cui il confine tra sogno e
realtà non esiste: esiste solo una dimensione spirituale in cui potersi
adagiare, protesi tra cielo, terra e mare. Ciò attesta che la cultura del
verde può aprire scenari spirituali di raffinato splendore.
La cura della bellezza naturalistica, incarnata dalla città di Maratea, è
stata sempre espressione anche della convinzione profonda che essa sia la
leva per costruire quegli argini robusti e inamovibili per la salvaguardia
dell’ecosistema, divenuto oggi il piano primario dell’impegno universale
per evitare che la vita si estingua, come attestano le catastrofi
ambientali ormai ricorrenti.
Non vi è dubbio che Maratea sia stata precorritrice della cultura green
rispetto ad altri territori sia italiani, sia collocati in altre nazioni e
continenti .
Per tale motivo Maratea merita non solo un encomio, ma anche di essere
ritenuta l’esempio eclatante del rispetto della natura e delle sue leggi.
Essa non può non essere destinataria, per tale motivazione, del titolo di
Patrimonio Mondiale dell’Unesco e, quindi, dell’Umanità, nonché della
nomina di Capitale italiana della Cultura 2026, non solo per testimoniare
la sua radiosa bellezza naturale e la sua cultura per la vita, ma anche per
testimoniare la premurosa cura dei suoi abitanti dedicata alla natura, al
proprio patrimonio di bellezze naturali, per fare in modo che esso possa
essere patrimonio di tutti”.