
(AGENPARL) – ven 22 settembre 2023 Roma, 22 settembre 2023
Segreteria Nazionale
Prot.: RP 1264 lt2023
Dott. Franco Bernabè
Presidente Acciaierie D’Italia
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Egregio Presidente Bernabè,
ho appena letto le sue dichiarazioni rilasciate oggi alla Gazzetta del Mezzogiorno sulla
situazione di Acciaierie d’Italia.
Il contenuto è racchiuso nel titolo dell’intervista “L’ex Ilva è in pericolo” e all’interno della
stessa indica, come via d’uscita da questa drammatica situazione, un’iniezione di ulteriori
risorse finanziarie da parte dello Stato.
Vorrei per un attimo trasferirle lo stato d’animo di profonda amarezza delle migliaia di
lavoratori dopo aver letto queste sue dichiarazioni.
Lei all’interno del Consiglio di Amministrazione di ADI, oltre a rappresentare lo Stato,
costituisce la garanzia per i lavoratori.
Bernabè, le consiglio di rileggere la sua intervista del 3 gennaio scorso al Corriere della
Sera, in cui affermava che con i 750 milioni partiva lo sviluppo dell’acciaio di Stato green e
invitava il Governo a elargire quella ingente somma come misura definitiva per poter
rilanciare l’ex Ilva.
Purtroppo, in questi anni, dal suo ingresso nel CDA nel 2021, non ha minimamente
ascoltato il grido di dolore che più volte i lavoratori hanno lanciato e non ha ascoltato
nemmeno le nostre forti decisioni nel non sottoscrivere la cassa integrazione per oltre
3mila lavoratori e nell’organizzare numerosi scioperi e proteste. Inoltre, forse, non si è reso
conto che nessuno dei programmi, progetti o intendimenti che ha dichiarato in questi anni
si è mai concretizzato. Questo non riguarda solo Taranto ma anche Cornigliano, Novi
Ligure, Marghera.
Al di là delle interviste, la situazione attuale vede un taglio drastico della produzione, che
ha raggiunto il minimo storico di 3 milioni di tonnellate, l’assenza di progetti per il
rifacimento dell’Afo5, per la costruzione del forno elettrico e dell’impianto di DRI. Per
quanto riguarda i lavoratori in Amministrazione straordinaria resta valido quanto prevede
l’accordo del 2018, l’unico firmato dai sindacati e votato dai lavoratori, e non esiste alcun
patto parasociale che possa metterlo in discussione.
UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI
Inoltre, come se non bastasse, registriamo quotidianamente criticità sulla sicurezza con
rischi elevati per i lavoratori, sul taglio degli investimenti sulle manutenzioni e sul ritardo
inaccettabile in quelli previsti per la richiesta del dissequestro degli impianti, sulla
situazione preoccupante in cui versano le aziende dell’appalto e i loro lavoratori, per i quali
chiediamo la piena garanzia occupazionale.
Dal giugno scorso, attraverso l’emendamento al Decreto Infrazioni, il Governo ha cercato
di togliere qualsiasi alibi ad ADI per investire e invertire la tendenza ma la situazione non è
cambiata, anzi è peggiorata, segnando il fallimento completo di questa gestione aziendale.
Se è vero, come ha sempre detto, che all’interno del CDA non ha voce in capitolo, come
mai per la seconda volta cerca di condizionare il Governo sulla necessità di finanziare
un’azienda che fa acqua da tutte le parti, e non ne trae le conseguenze, abbandonando un
incarico che non esercita in modo libero?
La prego, eviti ancora una volta di far bruciare risorse allo Stato senza una reale soluzione
industriale ed occupazionale. Io, invece, mi farei portatore di un altro messaggio: chiederei
allo Stato di utilizzare quelle cospicue risorse per risarcire tutti i lavoratori per il danno che
stanno subendo e che subiranno nei prossimi anni.
In questo modo lo Stato risolverebbe i problemi dei lavoratori e i danni ambientali causati
negli anni.
Non vedo nessuno che abbia a cuore le sorti dei lavoratori, degli stabilimenti e della
produzione di acciaio, ma siamo ancora in tempo per salvare le 20mila famiglie dell’ex
Ilva.
Il Segretario Generale
Rocco Palombella