
(AGENPARL) – ven 15 settembre 2023 *COMUNICATO STAMPA*
*15 SETTEMBRE 2023*
*L’EXPORT ADESSO FRENA: *
*PADOVA E IL VENETO TENGONO, MA PER QUANTO?*
*CONFAPI: «LA VIVACITÀ CONTINUA A PREMIARCI*
*MA CI SONO SEGNALI ALLARMANTI»*
*Fabbrica Padova, centro studi dell’Associazione, ha preso in esame i dati
appena prodotti dall’Istat: l’export italiano vira in negativo anche se il
Veneto ha chiuso il primo semestre con un +3,2% rispetto al 2022 e Padova
resta in crescita anche nel secondo trimestre. Il presidente Carlo Valerio:
«Nei prossimi mesi temiamo il segno meno anche nel nostro territorio:
fondamentale che scendano i prezzi». Sul tema, Confapi Padova ha
intervistato il presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza: «Troppe
variabili per fare previsioni, ma resto convinto che pagheremo il
contraccolpo meno di altri».*
Lo conferma anche l’Istat: l’export italiano nel secondo trimestre del 2023
si è spostato in area negativa. La riduzione è molto ampia per il Centro
(-15,7%), più contenuta per il Nord-Est (-2,6%) e per Sud e Isole (-2,4%),
mentre il solo Nord-Ovest risulta stazionario. Fabbrica Padova, centro
studi di Confapi, ha preso in esame nello specifico la situazione del
territorio di riferimento. La contrazione è più modesta per il Veneto, che
segna -2,1%, a 21,02 miliardi di euro, e più netta (-9,5%), per il Friuli
Venezia Giulia. Il bilancio diventa meno pesante per il Veneto se lo
sguardo abbraccia l’intero semestre gennaio-giugno, che registra una
variazione del +3,2% rispetto allo stesso periodo del 2022, con 42,04
miliardi di esportazioni a fronte dei 40,7 miliardi dello scorso anno.
Passando alle singole province, si segnala che Padova va in controtendenza,
totalizzando 6,9 miliardi di vendite estere nel semestre e un rincuorante
+7,3% sullo scorso anno, ma anche un saldo positivo nel confronto tra primo
e secondo trimestre del 2023, con giugno che si chiude con 3,49 miliardi di
esportazioni contro i 3,43 di marzo. In testa per valori assoluti tra le
province venete c’è Vicenza, con 11,85 miliardi di esportazioni tra gennaio
e giugno, e un +0,4% rispetto allo stesso semestre del 2022; seguono Verona
con 7,8 miliardi (+5,92%), Venezia (3,4 miliardi, +0,7%) e infine Belluno,
che mette a segno l’incremento percentuale più consistente, +14,7%, salendo
2,88 miliardi. Male Rovigo, che perde il 2,6% (938 milioni di
esportazioni), ma anche Treviso cede lo 0,5% nel raffronto tendenziale
(8,15 miliardi). Nello specifico, risultano in contrazione i prodotti della
siderurgia, della lavorazione dell’acciaio e l’elettrodomestico. Mentre
resta trainante la voce dell’aggregato “macchine”, da quelle utensili a
quelle speciali, con una crescita del 13% in regione.
«La flessibilità che ha sempre contraddistinto il nostro modello
territoriale ci permette di restare a galla. Una struttura che non ha
eguali in Italia e in Europa e che sta consentendo alle nostre aziende di
“regolarsi” meglio di altre. E tuttavia dobbiamo prepararci a un’inversione
di tendenza anche nel nostro territorio», commenta il presidente di Confapi
Padova *Carlo Valerio*. «I dati Istat registrano infatti ciò che è già
accaduto, ma la sensazione è che le prossime rilevazioni siano destinate a
essere meno confortanti. Dopo la ripresa generale c’è stato un
rallentamento palpabile, che ha dietro più cause. In primis l’aumento dei
tassi di interesse e più ancora l’inflazione, perché se rimane così alta è
inevitabile che i consumi frenino. So che è impopolare dirlo, parlando a
nome di un’associazione di categoria, ma gli aumenti dei prezzi sono stati
esagerati e non sempre motivati, e se non tornano ad abbassarsi è
impossibile che la situazione generale migliori. Dietro a questo aumento
c’è una spirale innescata in buona parte dalla paura, per cui nessuno si
prende carico per primo del rischio di abbassarli, per non trovarsi
penalizzato. E a queste considerazioni se ne aggiunge un’altra», prosegue
Valerio, «ovvero il fatto che non siamo isolati dal resto dell’Europa: la
condizione è generalizzata. Dietro al rallentamento della nostra economia
c’è infatti anche la riduzione della domanda internazionale in diverse
filiere e la crisi della Germania, partner commerciale primario per il
Veneto, la cui recessione influisce in prospettiva anche su di noi».
Sul tema, Confapi Padova ha intervistato *Mario Pozza*, presidente di
Unioncamere del Veneto e di Venicepromex, Agenzia per
l’internazionalizzazione. Dal suo osservatorio privilegiato, Pozza concorda
con l’analisi dell’Associazione delle piccole e medie imprese ed evidenzia
come «in prospettiva futura non possiamo che essere preoccupati, perché gli
imprenditori che si rapportano con la Germania confermano che lì non si
vende più come prima. Dopodiché teniamo anche conto di come il quadro cambi
da settore a settore e consideriamo qual è il particolare tessuto del
nostro mondo imprenditoriale», sottolinea il presidente di Unioncamere in
uno dei passaggi della sua disamina, disponibile integralmente
nell’intervista allegata. «La Germania conta su grandi imprese, su una
macchina che può viaggiare a ritmi elevati quando le cose vanno bene e
subisce un rallentamento più pesante quando vanno male. Da noi invece le
imprese sono in media più piccole, ma questo significa anche che sono più
vivaci, hanno costi di produzione inferiori e tempi di reazione più rapidi.
Senza considerare che fortunatamente il Veneto non dipende da uno o due
settori, ma da tantissimi: tutto ciò ci rende nel complesso meno
vulnerabili perché fa sì che il processo produttivo da noi non venga mai
interrotto del tutto. E ci induce a pensare che il quadro congiunturale dei
prossimi mesi possa prevedere sì un segno negativo, ma meno marcato
rispetto ad altre realtà».
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*Nelle foto Carlo Valerio e Mario Pozza; nelle tabelle che seguono i dati
relativi all’export nelle regioni italiane*
Diego Zilio
*Ufficio Stampa Confapi Padova*
*Diego Zilio*
*Ufficio Stampa*
*CONFAPI PADOVA*
Via Salboro, 22/b
35124 Padova
*www.confapi.padova.it *