(AGENPARL) - Roma, 6 Settembre 2023(AGENPARL) – mer 06 settembre 2023 ADDIO A GIULIANO MONTALDO
Il ricordo di vent?anni d?opera all?Arena di Verona
Si è spento oggi a Roma all?età di 93 anni lo stimato attore e regista
Giuliano Montaldo (nato a Genova il 22 febbraio 1930), maestro del cinema
italiano dagli anni ?60 per oltre mezzo secolo, spesso dietro la cinepresa
di titoli impegnati e tratti dalla grande letteratura del ?900 (Sacco e
Vanzetti, Gli intoccabili, Giordano Bruno, L?Agnese va a morire, Gli
occhiali d?oro, Tempo di uccidere, I demoni di San Pietroburgo,
L?industriale). Ha collaborato con i massimi professionisti di tre
generazioni, da Lizzani, Lupo e Volontè a Morricone e Storaro, a Favino,
Purgatori, Bruni (per cui vinse il David come miglior attore non
protagonista nel 2018, dopo quello alla carriera nel 2007). Si confrontò
anche con la televisione negli anni ?80, con lo sceneggiato-kolossal Marco
Polo: l?abilità nella narrazione popolare e l?approfondita esplorazione
della storia cinese gli aprirono le porte del teatro d?opera, sull?immenso
palcoscenico dell?Arena di Verona, per cui firmò la prima di molte regie
liriche.
Fu proprio Turandot il suo primo titolo areniano (9 recite nel 1983, subito
riprese dalle tv, nel cast Dimitrova, Martinucci, Gasdia e Furlanetto),
ripreso nel 1991 e nel 1995 (rispettivamente per 12 e 8 serate): le scene di
Luciano Ricceri, con nuvole e pagode a ricoprire ogni gradone dello spazio
scenico, sono tutt?oggi un colpo d?occhio difficile da dimenticare. Proprio
lo scenografo Ricceri e sua figlia Elisabetta Montaldo ai costumi furono
inseparabili compagni d?avventura nelle molte esperienze areniane, sempre
accompagnate da un grandissimo consenso di pubblico: l?unico Attila in Arena
(1985, immortalato anch?esso in video), l?ultimo Otello (1994, con artisti
quali Domingo, Bruson, Ricciarelli), La Bohème (1992 e 1994), Un Ballo in
maschera (debutto di Licitra, 1998), Tosca (1998 e 2002, con Dessì,
Cedolins, La Scola, Carroli, Raimondi?)
Cecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, debuttò
come solista sul palcoscenico areniano in quella Turandot del 1983 e tornò
protagonista della sua Bohème nel ?94: «Se ne va uno dei più grandi maestri
del nostro tempo, un uomo ammirato e imitato, un artista che amava lo
spettacolo in tutte le sue forme e lo sapeva porgere al grande pubblico. Ne
conservo un ricordo personale bellissimo, per cui era un onore e un piacere
poter essere diretti da lui. A nome di Fondazione Arena, per cui ha firmato
alcuni degli spettacoli più amati e significativi della storia recente,
rivolgo le più sentite condoglianze alla famiglia, alla moglie Vera, alla
figlia Elisabetta, ai nipoti».
Ufficio Stampa
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