
(AGENPARL) – ven 25 agosto 2023 Prot. n.______ Federico Marini
IMPRESE STRANIERE – In Sardegna crescono le imprese guidate da
stranieri. Oltre 10mila realtà ma l’Isola è quint’ultima nel panorama
nazionale. Maria Amelia Lai (Confartigianato Sardegna): “Impegnarsi per
cancellare le sacche d’illegalità che penalizzano tutte le imprese: sarde e
straniere”.
Associazioni In Sardegna, alla fine del 2022, le imprese guidate da titolari non italiani erano
Territoriali 10.536 in aumento dello 0,8% (+84 unità) rispetto al quadriennio precedente (2018)
Sud Sardegna
rappresentando il 6,2% rispetto al totale delle aziende registrate presso le Camere di
Cagliari Commercio, e contro le 160.772 attività economiche gestite da italiani.
Via Riva Villasanta 241
Toscana con il 15,1% e ultima la Basilicata con il 4,0%, contro una media italiana del
Oristano
Via Campanelli, 41 10,8%.
Nuoro straniera” realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna (fonte
Via Brig.Sassari, 37 UnionCamere 2022), che ha analizzato le aperture e le chiusure delle aziende sarde da
parte di imprenditrici e imprenditori nati fuori dai confini italiani.
Sassari Nell’Isola questi provengono soprattutto da Marocco, Cina, Romania, Albania e
Via Alghero, 30
costruzioni immobili), alloggio e ristorazione, attività manifatturiere oltre a attività di
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 servizi vari, agricoltura, trasporto e magazzinaggio.
provincia di Oristano con un 11,7%, seguita da Nuoro con +7,3% e Cagliari con un
+0,1%. In calo Sassari-Gallura con una decrescita del 2,5%.
“La via dell’impresa si conferma una delle modalità attraverso le quali, gli
stranieri giunti in Sardegna, possono integrarsi nel nostro sistema economico e sociale –
commenta Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Sardegna – in
quest’epoca ci dobbiamo confrontare con imponenti flussi migratori, e vale allora la
pena di ricordare che, oltre alle politiche di accoglienza, devono essere messi in campo
strumenti e politiche di integrazione a basso costo per la nostra regione”. “Tra queste –
continua la Presidente – quelle di supporto all’avvio dell’attività imprenditoriale, dove le
Associazioni di Categoria possono giocare un ruolo importante per chi vuole aprire una
nuova impresa”.
L’analisi settoriale nazionale dice che le imprese artigiane straniere sono
fortemente concentrate nei “Lavori di costruzione specializzati” (50,6%); seguono le
“Costruzioni di edifici” (7,8%), l’“Abbigliamento e il confezionamento di articoli in pelle
e pelliccia” (5,9%), i “Servizi per edifici e paesaggio” (5,5% prevalentemente operative
in pulizia di edifici, cura e manutenzione del paesaggio, global service6 ecc.), le attività
di “servizi per la persona” (5,2%, soprattutto lavanderie, parrucchieri, estetiste e centri
benessere fisico), i “Servizi di ristorazione” (4,4%), il “Trasporto terrestre e trasporto
Confartigianato Imprese Sardegna
mediante condotte” (3,3%), la “Fabbricazione di prodotti in metallo” (esclusi macchinari
e attrezzature) (2,6%), la “Fabbricazione di articoli in pelle e simili” (2,0%), la
“Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa” (1,6%), il
“Commercio all’ingrosso e al dettaglio” e la “Riparazione di autoveicoli e motocicli”
(1,5%). Chiudono le “Altre industrie manifatturiere” (1,1%, soprattutto lavorazione di
gioielli, bigiotteria e pietre preziose, occhialeria e fabbricazione e riparazione di protesi
dentarie).
Sempre su base nazionale, dall’analisi sui diciassette principali comparti
artigiani, per nove di questi si osserva una dinamica di crescita migliore della media
nazionale (+1,5%): l’“Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di
supporto alle imprese” cresce del 15,5%, la “Riparazione di computer e di beni per uso
personale e per la casa” del 9,5%, le “Altre attività di servizi per la persona” del 6,9%, i
“Servizi per edifici e paesaggio” del 6,4%, il “Commercio all’ingrosso e al dettaglio” e
“Riparazione di autoveicoli e motocicli” del 4,9%, la “Riparazione, manutenzione e
installazione di macchine ed apparecchiature” del 4,5%, gli “Alimentari” del 4,4%,
l’“Abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia” del 3,1% e i “Servizi di
ristorazione” del 2,1%.
“Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di imprenditori giovani, che
scelgono la via del lavoro autonomo per integrarsi nella nostra società – riprende la
Presidente di Confartigianato Sardegna – valorizzare anche gli imprenditori stranieri,
quelli registrati presso le Camere di Commercio e che pagano le tasse come gli italiani,
significa anche impegnarsi per far emergere quelle sacche d’illegalità che rischiano di
penalizzare i tanti stranieri che, onestamente e con passione, concorrono allo sviluppo
del nostro sistema produttivo”. “Questo significa – conclude la Presidente – contrastare
con forza l’illegalità e il lavoro nero, che alimenta il sommerso e la contraffazione,
penalizzando le imprese regolari sarde e straniere”.
http://WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT