
(AGENPARL) – dom 20 agosto 2023 *COMUNICATO STAMPA*
*AMBIENTE; PEZZOLI (ODAF): “GRANCHIO BLU SINTOMO DI UN MALE PIÙ GRANDE,
L’UOMO STA METTENDO SOTTO PRESSIONE L’ECOSISTEMA MARINO”*
“È sotto gli occhi di tutti come il comportamento dell’uomo stia
modificando il pianeta in cui viviamo, e uno degli ultimi esempi più
recenti che abbiamo a disposizione è quello del granchio blu, una specie
originaria delle coste atlantiche degli Stati Uniti, che negli ultimi anni
è arrivata da noi ed è proliferata, diventando una delle specie aliene più
dannose del Mediterraneo”.
È quanto dichiara *Flavio Pezzoli*, presidente dell’*Ordine dei Dottori
Agronomi e Dottori Forestali (ODAF) della provincia di Roma*.
“Sappiamo bene – aggiunge Pezzoli – che il nostro ecosistema marino è
sottoposto a importanti pressioni. Abbiamo recentemente appreso, ad
esempio, che sono in corso cambiamenti fondamentali nella biogeochimica
degli oceani, come l’aumento delle temperature della superficie e del
fondale del mare, i mutamenti nella produzione primaria, ossia la quantità
totale di materia organica prodotta attraverso la fotosintesi, la riduzione
del pH, la diminuzione dei livelli di ossigeno nel sottosuolo delle acque
costiere. Sono questi alcuni tra i fattori che generano disturbi
sull’ambiente marino, e sono tutti elementi di disturbo di origine umana”.
“Abbiamo osservato, quindi, – continua Pezzoli – come il cambiamento
climatico porta anche grandi e gravi conseguenze nella colonizzazione di
ambienti marini e di acque dolci da specie aliene tropicali. Queste specie
sono state osservate nutrirsi di una varietà di produttori primari e
consumatori (insetti acquatici, molluschi, girini). In particolare, alcune
di queste specie aliene hanno mostrato un cambiamento di nicchia
ontogenetico, con i giovani che occupano una posizione trofica leggermente
superiore rispetto agli individui maturi. Nicchie createsi in migliaia di
anni che si stravolgono in pochissimo tempo, sia per alcuni pesci sia per
alcuni crostacei invasivi. La storia della vita e l’origine geografica
giocano un ruolo nel determinare la competizione e il tipo di interazione
tra le specie aliene, con specie provenienti dalla stessa area geografica
che mostrano un potenziale di competizione inferiore rispetto a specie
provenienti da aree diverse, influenzando quindi il loro potenziale impatto
sulle specie autoctone”.
“Uno squilibrio dell’ecosistema marino – conclude Pezzoli – potrà avere
ripercussioni pesanti anche su un’attività importante per la nostra
economia come quella della pesca. Forse già nel 2050 si potrebbe arrivare
ad una riduzione degli stock ittici che si aggira intorno al 40% nelle aree
tropicali e a una variazione nella loro distribuzione. È evidente, e lo
vediamo nel Mediterraneo, come poi questi fenomeni diventano anche fenomeni
geopolitici. È necessario, quindi, che tutte le parti interessate,
compresi i governi, i pescatori, i gestori delle risorse e i cittadini,
collaborino per una governance della pesca che coinvolga tutti, che parta
dal basso, che monitori i parametri ambientali, e preveda la realizzazione
di un piano di gestione del rischio capace di affrontare e combattere in
modo proattivo i molteplici fattori di stress antropico. Noi Professionisti
siamo a disposizione dei Governi e delle istituzioni per mettere in rete le
nostre conoscenze, le nostre esperienze”.