
(AGENPARL) – gio 10 agosto 2023 Il Governo ha adottato alcune misure che, pur rispondendo all’esigenza reale
e urgente di frenare la corsa dei prezzi dei generi di largo consumo e di
servizi indispensabili quali i trasporti urbani e aerei, tuttavia risultano
ancora inadeguate o comunque carenti sotto diversi profili.
Federconsumatori ha ripetutamente denunciato come ingiustificati moltissimi
degli aumenti registrati nell’anno in corso e ha richiesto al Governo di
intervenire, avanzando diverse proposte, anche insieme a diverse altre AACC,
che appaiono però trascurate o raccolte solamente in parte, e quindi in modo
insufficiente.
1. La promessa di accordo calmieratore dei prezzi da fare a settembre
(perché questo è) del Mimit con i commercianti, la GDO e le farmacie e
parafarmacie, ha già perso per strada una parte fondamentale del tavolo,
quella dei produttori, ma soprattutto non ha coinvolto le AACC.
La loro presenza al tavolo avrebbe potuto porre rimedio ad alcuni evidenti
limiti di quell’intesa – stando alle carte circolate finora – che la
renderanno molto probabilmente inefficace, se non, forse, come strumento di
propaganda politica.
In essa si postula che le aziende abbiano già fatto tanto a favore dei
consumatori, quando invece abbiamo visto prezzi persino raddoppiati o
triplicati senza alcuna ragione, soprattutto negli ultimi mesi, che si
vorrebbe ora mantenere invariati.
Ciascuna azienda aderente, poi, può scegliere autonomamente il paniere di
beni da vendere a un prezzo autoregolato, ma non si stabilisce un
riferimento preciso, ad esempio, un prezzo inferiore, pari o prossimo al
costo del bene venduto, e così si impedisce, da un lato, una vera
comparazione e, dall’altro, il controllo sugli aumenti “compensativi” dei
prezzi di tutti gli altri beni fuori carrello, che soprattutto la GDO ha
facilità a praticare.
Inoltre, per apporci sopra, gratis, il bollino pubblicitario governativo
antinflazione, sembra sufficiente che le aziende conducano le proprie
normali campagne promozionali, mentre il relativo monitoraggio sarebbe
affidato a nuovi comitati paritetici piuttosto che a Mr. Prezzi, come
dovrebbe essere, con le Associazioni dei consumatori, ancora una volta,
escluse.
In una parola, l’intesa che si profila è piuttosto insoddisfacente e non
corrisponde affatto alle richieste delle AACC.
Ma è normale assumere provvedimenti a favore dei consumatori senza neppure
consultarne i rappresentanti riconosciuti?
Perché il Mimit, che pure lo ospita, non ritiene di dover chiedere almeno un
parere al Cncu, l’organo consultivo individuato dalla legge?
2. Sui taxi è positivo l’aumento del 20% delle licenze per le città
metropolitane e quelle sedi di porti e aeroporti internazionali, come anche
delle licenze stagionali e temporanee aggiuntive, salvo che si scarica sui
Comuni l’onere di realizzarlo e si rischia di favorire un mercato
particolare e non controllato di queste licenze temporanee. Siamo comunque
lontani da una riforma complessiva del settore, verso una sua maggiore
liberalizzazione controllata, che, invece, servirebbe urgentemente.
3. Sui voli aerei è positivo il divieto di profilazione sul web dei clienti
per alimentare l’algoritmo che li danneggia con conseguenti aumenti
progressivi dei prezzi, mentre il price cap fissato per i soli voli per le
isole appare da un lato superfluo laddove esistono gli oneri di servizio
pubblico che già lo prevedono, dall’altro ha un tetto eccessivo al 200% del
prezzo medio della tratta, che lo rende quasi inutile.
4. La tassazione sugli extraprofitti delle banche, tardivamente introdotta e
già subito corretta, che si aggiunge a quella nota sulle aziende
energetiche, sembra andare nella giusta direzione. Si dice che essa andrà a
beneficio dei mutuatari penalizzati dalle variazioni sui tassi, ma non si
spiega come, e a un’improbabile riduzione fiscale alle imprese, che non si
dovrebbe fare con entrate una tantum.
Tuttavia non si comprende perché essa non sia stata estesa anche ad altri
settori, dall’intermediazione mobiliare alla farmaceutica, dall’e-commerce
all’industria e commercio di armamenti, ad esempio. La tassa, inoltre,
andrebbe concepita e resa strutturale, non temporanea per un solo anno;
andrebbe calibrata in modo progressivo, come lo sono le imposte sui redditi
personali, gravando in modo crescente sugli utili incrementali rispetto agli
esercizi precedenti quando superano diverse soglie prestabilite. Andrebbe,
poi, decisa e resa nota per tempo, anziché essere varata all’improvviso, per
evitare forti oscillazioni sui mercati che danneggiano i piccoli
risparmiatori, i quali ne subiscono le rapide speculazioni che gli operatori
fanno e che loro non sono, invece, in grado di fare.
5. Altre misure rilevanti per il mercato e l’economia nazionali riguardano
le garanzie di tutela e le facilitazioni per gli investimenti in nuove
tecnologie e per lo sviluppo del 5G nelle telecomunicazioni, l’attrazione di
investimenti esteri rilevanti e strategici di valore superiore al miliardo e
il disincentivo alle delocalizzazioni, il sostegno al settore aerospaziale e
alle opere di manutenzione infrastrutturale nei piccoli comuni. Non mancano
però stridenti contraddizioni con altre scelte, adottate contestualmente o
in altra sede, quali l’aumento degli stipendi per i manager pubblici oltre i
240mila euro cge stride con la riduzione dei bonus sociali e del reddito di
cittadinanza, il taglio delle misure contro il dissesto idrogeologico del
Pnnr con la sottodotazione di risorse per interventi sostitutivi.
Federconsumatori su questo complesso di iniziative e misure esprime un
giudizio articolato e non positivo, se non per alcune parti, e continua a
ritenere indispensabili i provvedimenti che ha proposto:
– la realizzazione di forme di monitoraggio diffuso della dinamica dei
prezzi al consumo, attraverso Comitati di sorveglianza territoriali
partecipati dalle AACC, e l’aumento dei poteri di indagine e di sanzione di
Mr. Prezzi, da rendere una vera Autorità autonoma;
– l’aggiornamento della normativa sugli aumenti ingiustificati di prezzo e
sull’accaparramento speculativo di beni o riserva speculativa di servizi;
– la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo, in uno con le
accurate verifiche sulla sua corretta applicazione;
– la riforma delle accise e degli oneri di sistema sui beni energetici e
carburanti, riducendone il carico e trasferendone parte significativa sulla
fiscalità generale;
– la revisione dei criteri di determinazione del prezzo dei beni energetici,
garantendo tutte le famiglie consumatrici rispetto alle oscillazioni
determinate dall’eccessiva volatilità dei mercati e mantenendo forme di
tutela specifiche per quelle vulnerabili;
– il rafforzamento delle misure di sostegno per le famiglie consumatrici,
dalla revisione dei tassi sui mutui ai bonus sociali, fino alla creazione di
uno specifico fondo contro la Povertà Energetica;
– l’introduzione di una tassazione strutturale progressiva sugli
extraprofitti delle imprese operanti in diversi settori;
– la introduzione di una forma di imposta di bollo aggiuntiva che colpisca
le transazioni finanziarie e quelle commerciali BtoB quando i valori
transati subiscano un aumento per unità di prodotto superiore a una certa
soglia percentuale rispetto al periodo di riferimento precedente;
– l’alleggerimento strutturale del peso del fisco e del cuneo fiscale sui
redditi fissi, con la detassazione di stipendi e pensioni, il sostegno ai
rinnovi contrattuali e la giusta perequazione delle pensioni al costo della
vita, per fronteggiare il quale occorre, anzitutto, fermare e invertire la
perdita di potere d’acquisto delle famiglie.
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