(AGENPARL) - Roma, 3 Agosto 2023[lid] Relazione finale dell’incontro pubblico “Allarme cinghiali: il “flagello” a Valle Castellana TE
Danni all’agricoltura”, del 26 luglio 2023, organizzato dall’Assessorato agli Usi civici del Comune di Valle Castellana TE. L’assessore agli Usi civici del Comune di Valle Castellana, Battista Caterini, ha promosso un incontro pubblico per affrontare l’annosa tematica del sovrappopolamento dei cinghiali, ma più in generale della fauna selvatica, e i relativi danni arrecati sia all’agricoltura che alla sicurezza delle comunità, specie quelle residenti all’interno del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. L’evento si è svolto a Valle Castellana ed ha fatto seguito al precedente incontro intitolato “Parco: un improrogabile tema etico-sociale”, svoltosi a Castelli (TE), lo scorso 3 giugno. Hanno partecipato: Camillo D’Angelo, sindaco del Comune di Valle Castellana e presidente della Provincia di Teramo; Battista Caterini, assessore del Comune di Valle Castellana; Giovanni Schiappa, presidente dell’Associazione “Il Faggio”, già vicesindaco del comune di Castelli; Massimo Di Giacomantonio, avvocato civilista; Dino Rossi, allevatore, presidente del CoSpA Abruzzo e responsabile regionale dell’Associazione per la cultura rurale (Acr); Carlo Matone, presidente del GAL “Gran Sasso Laga”. L’incontro si è aperto con i saluti del presidente D’Angelo e dell’assessore Caterini, a seguire l’intervento del presidente Schiappa che ha esposto la causa alla base del problema del difficile rapporto uomo-fauna selvatica ma anche di altre innumerevoli criticità che attanagliano la già complicata vita delle comunità montane teramane, ossia la discutibile gestione del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, e il conseguente disinteresse delle tante amministrazioni comunali al suo interno. Successivamente, con l’avvocato Di Giacomantonio, esperto in risarcimento dei danni causati dai cinghiali e dalla fauna selvatica in generale, si è entrati nel vivo dell’incontro. L’avvocato ha illustrato il quadro normativo di riferimento spiegando come l’ordinamento stabilisce che i danni causati dagli animali selvatici, comprese le specie protette, sono risarcibili ai sensi dell’art. 2052 del Codice Civile. Il diritto di proprietà di tali animali è in capo allo Stato, nello specifico alle Regioni che rappresentano in sostanza l’ente a cui indirizzare le richieste risarcitorie. Ha esposto, inoltre, i doveri del danneggiato, cioè il dimostrare che il danno è stato realmente causato dall’animale selvatico, la dinamica dello stesso e conseguentemente il nesso causale tra la condotta del selvatico e l’incidente subito. Ha concluso specificando che tali risarcimenti possono essere liquidati nella misura del 100% e non solo del 15-20% così come troppo spesso accade, e che posso essere avanzati da qualsiasi cittadino e non solamente da imprenditori agricoli o coltivatori. Incentrato sulla cattiva gestione delle aree protette, in primis del locale Parco Nazionale, ed anche sulla criticabile attività di tutela delle varie associazioni di categoria di allevatori e agricoltori, è stato il coinvolgente intervento di Rossi, il quale ha concluso con un invito all’unione, nel tentativo di portare le varie istanze agli enti ed alle associazioni competenti affinché pongano fine a questa contrapposizione ideologica verso le attività antropiche tradizionali compatibili con l’ambiente naturale. Inoltre ha sfatato il problema cinghiale legato ad una razza importato dai paesi dell’est dove non ci sono danni alle colture come da noi semplicemente perché le aree protette sono molto ridotte. Penultimo intervento è stato quello del presidente Matone che, attraverso un interessantissimo excursus storico e normativo, ha ripercorso le tappe che hanno caratterizzato i trent’anni di vita del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Le conclusioni sono state affidate al primo cittadino. Dopo i ringraziamenti ai relatori e ai tanti presenti per la loro attenzione e partecipazione, ha rinnovato il suo concreto impegno nel mantenere alta l’attenzione nei confronti di quelle che sono le criticità quotidiane vissute dalle comunità rurali e montane all’interno del Parco Gran Sasso Laga, dunque la promessa di una futura riunione con i quarantaquattro sindaci del Parco, con tutti i portatori di interesse e con le associazioni di categoria e non solo. Una riunione che abbia come unico obiettivo quello di favorire, dopo trent’anni di fallimento e depauperamento, delle vere politiche di tutela, salvaguardia e promozione delle popolazioni che vivono all’interno del Parco. Infine, il dibattito aperto con diverse partecipazioni dalla sala, tra queste si riporta quella di Paesani, ex capo del Corpo forestale dello Stato d’Abruzzo, relativa alle buone pratiche di coltivazione, in particolare dei boschi che con tagli programmati potrebbero creare sostentamento ed economia nelle zone montane.
