(AGENPARL) - Roma, 19 Luglio 2023(AGENPARL) – mer 19 luglio 2023 (ACON) Trieste, 19 lug – “Come la scorsa estate, ? arrivata ai cittadini l’ordinanza che se la prende con i soli pozzi artesiani ad uso domestico, evidentemente ritenuti gli unici colpevoli dell’abbassamento delle falde. Un anno fa ci fu la stessa ordinanza cui ? seguito il ripensamento di Fedriga dopo poco pi? di un mese; quest’anno, quanto ci metter? a cambiare idea?” A chiederlo con una nota ? la consigliera regionale Rosaria Capozzi, del Movimento 5 Stelle. “Anche quest’anno – afferma la Capozzi, che sottolinea di appartenere ad una forza politica che da anni segue la tematica del risparmio idrico – le uniche fontane prese in considerazione dalla Regione sono quelle a uso domestico, ma cosa ancora pi? strana ? che esattamente 6 giorni prima di questo provvedimento ? stato concesso ad un’impresa agricola di San Vito al Tagliamento di prelevare da un pozzo acqua sotterranea fino a 60 litri al secondo per irrigare i propri terreni. Il tutto con la rassicurazione del direttore del Servizio idrico che la falda della bassa pianura friulana centrale in destra e sinistra Tagliamento presenta un livello quantitativo buono, nonostante la presenza di prelievi agricoli significativi”. “Siamo di fronte all’ennesimo paradosso – denuncia la pentastellata -. Ai cittadini viene ordinato di regolare i propri pozzi entro novembre, con le modalit? descritte nel documento elaborato dal Tavolo tecnico istituito 8 anni fa e che non ha mai raggiunto il suo scopo principale, ovvero indicare la portata minima di prelievo dei pozzi per evitare quello che loro stessi definiscono rischio insabbiamento. Infatti, il documento elaborato si limita a ‘suggerire’ di seguire le modalit? che ora invece vengono imposte, pena una sanzione pecuniaria che varia da 20 a 516,46 euro. Ma se i pozzi collassano come temono gli stessi tecnici, chi pagher? i danni?” “I soldi per l’adeguamento dovevano essere a carico della Regione. 12 anni fa si ipotizzavano stanziamenti per 5 milioni di euro, oggi a bilancio sono meno di un milione. Dobbiamo dedurre che la gran parte dei cittadini ha gi? provveduto senza attendere i contributi?”, si chiede ancora la Capozzi. “L’ennesimo paradosso in una regione – conclude la consigliera – dove si procede con utilizzare acqua potabile per riempire le piscine delle spiagge venete o le industrie della Bassa Friulana, che pur di non pagare l’acquedotto continuano a emungere la falda a fronte di canoni concessori ridicoli”. ACON/COM/rcm 191421 LUG 23