
(AGENPARL) – mar 18 luglio 2023 Monthly Outlook
Economia e Mercati Finanziari-Creditizi
Luglio 2023 – Sintesi
Ufficio Analisi Economiche
RAPPORTO MENSILE ABI1 – Luglio 2023
(principali evidenze)
I più recenti dati, relativi agli andamenti sia dell’economia dell’area dell’euro sia di quella italiana, indicano che
gli effetti della politica monetaria restrittiva avviata dalla BCE un anno fa si stanno manifestando (ad es.
recessione nell’area dell’euro, riduzione della produzione industriale in Italia). Gli effetti possono cogliersi anche
nelle principali grandezze del mercato bancario in Italia, a cominciare dai forti incrementi dei tassi sui depositi
che si stanno evidenziando.
TASSI DI INTERESSE SULLA RACCOLTA
1. Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi
vincolati) a giugno 2023 è in aumento al 3,23% dallo 0,29% di giugno 2022 (ultimo mese prima
dell’inizio dei rialzi dei tassi d’interesse ufficiali), con un incremento di 294 punti base.
2. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso a giugno 2023 è pari al 3,63%
dall’1,31% di giugno 2022, con un incremento di 232 punti base.
3. A giugno 2023, il tasso praticato mediamente sul totale dei depositi in essere (certificati di deposito,
depositi a risparmio e conti correnti), è 0,73% (0,32% a giugno 2022).
4. Il tasso praticato sui soli depositi in conto corrente è 0,32% (0,02% un anno prima), tenendo conto
che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento
(cfr. Tabella 7).
Il rapporto mensile dell’Abi rende disponibili una serie di informazioni quantitative che sono in anticipo rispetto ad ogni altra rilevazione in proposito.
Tale possibilità è determinata dal fatto che le banche sono i produttori stessi di queste informazioni.
TASSI DI INTERESSE SUI PRESTITI
5. I tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento registrano le seguenti dinamiche:
a giugno 2023 il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 4,27%
(2,05% a giugno 2022, con un incremento di 222 punti base, era il 5,72% a fine 2007);
a giugno 2023 il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del
4,86% (1,44% a giugno 2022, con un incremento di 342 punti base, era il 5,48% a fine 2007);
a giugno 2023 il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,25% (2,21% a giugno 2022, con
un incremento di 204 punti base, era il 6,18% a fine 2007 – cfr. Tabella 9).
MARGINE TRA TASSO SUI PRESTITI E TASSO SULLA RACCOLTA
6. Il margine (spread) sulle nuove operazioni (calcolato come differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la
nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie, a giugno 2023, risulta 188 punti base (143 punti a
giugno 2022, prima del rialzo dei tassi di interesse ufficiali).
7. Il margine (spread) fra il tasso medio sul totale dei prestiti e quello medio sul totale della raccolta a famiglie
e società non finanziarie, cioè che considera anche le operazioni di finanziamento e raccolta del risparmio
effettuate prima del rialzo dei tassi della BCE, a giugno 2023 risulta 332 punti base (335 punti base prima
della crisi finanziaria, a fine 2007).
DINAMICA DELLA RACCOLTA DA CLIENTELA
8. La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione sia detenuti
direttamente dalla clientela), rileva un incremento di oltre 213 miliardi tra maggio 2022 e maggio
2023, di cui 118,7 miliardi riconducibili alle famiglie, 27,0 alle imprese e il restante agli altri settori (imprese
finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
9. In Italia, a giugno 2023, la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto
ad un anno prima (+14,3%).
10.I soli depositi, nelle varie forme, sono scesi sempre a giugno 2023 del 4,1% rispetto a un anno
prima.
11.La dinamica della raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata a
giugno 2023 in calo del 2,3% su base annua (cfr. Tabella 6).
DINAMICA DEI PRESTITI BANCARI E INVESTIMENTI IN TITOLI DI STATO
12.A giugno 2023, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell’1,5% rispetto a un anno prima
(crescevano del 3,2% a giugno 2022), mentre a maggio 2023 avevano registrato un calo dell’1,0%,
quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,9% e quelli alle famiglie erano cresciuti dello
0,8% (cfr. Tabella 8). Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi
ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni
delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad
aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).
13.Con riferimento agli investimenti in titoli, a maggio le banche operanti in Italia detenevano titoli
di stato italiani per 380 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 372,8 miliardi detenuti a fine 2022.
QUALITÀ DEL CREDITO
14.Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie
risorse) a maggio 2023 sono state 15,3 miliardi di euro, in aumento di circa 1,1 miliardi rispetto a dicembre
2022. Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi),
il calo è di 73,5 miliardi.
15.Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è in aumento allo 0,89% a maggio 2023 rispetto allo
0,81% di dicembre 2022; era al 4,89% a novembre 2015 (cfr. Tabella 10).
Luglio 2023
INDICE
1. SCENARIO MACROECONOMICO ……………………………………………………………………………………………………. 2
2. CONTI PUBBLICI ……………………………………………………………………………………………………………………….. 5
2.1 FINANZE PUBBLICHE ……………………………………………………………………………………………………………….. 5
2.2 INDEBITAMENTO NETTO E SALDO PRIMARIO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ………………………… 6
3. MERCATI MONETARI E FINANZIARI ……………………………………………………………………………………………… 6
3.1 POLITICHE E CONDIZIONI MONETARIE ………………………………………………………………………………………. 6
3.2 MERCATI OBBLIGAZIONARI ………………………………………………………………………………………………………. 8
3.3 MERCATI AZIONARI …………………………………………………………………………………………………………………. 9
3.4 RISPARMIO AMMINISTRATO E GESTITO ……………………………………………………………………………………… 9
3.5. ATTIVITA’ FINANZIARIE DELLE FAMIGLIE ………………………………………………………………………………… 11
4. MERCATI BANCARI ………………………………………………………………………………………………………………….. 12
4.1 RACCOLTA BANCARIA …………………………………………………………………………………………………………….. 12
4.2 IMPIEGHI BANCARI ……………………………………………………………………………………………………………….. 15
4.3 DIFFERENZIALI FRA I TASSI …………………………………………………………………………………………………… 19
4.4 SOFFERENZE BANCARIE ………………………………………………………………………………………………………….. 20
4.5 PORTAFOGLIO TITOLI ……………………………………………………………………………………………………………. 20
4.6 TASSI DI INTERESSE ARMONIZZATI IN ITALIA E NELL’AREA DELL’EURO ……………………………………….. 21
5. APPROFONDIMENTO: Indagine sulle imprese industriali e dei servizi………………………………………………. 22
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
1. SCENARIO MACROECONOMICO
Attività economica internazionale in calo ad aprile 2023
Gli ultimi dati disponibili relativi ad aprile 2023 segnalano che gli scambi
internazionali sono scesi dell’1,4% su base mensile (+1,8% nel mese
precedente; -0,8% a/a). Nello stesso mese, il tasso di variazione medio
sui 12 mesi del commercio mondiale era pari al +1,7%.
Grafico 1
Indice dei responsabili degli acquisti delle imprese
(PMI = Purchasing managers’ index)
2022). Il tasso di variazione medio mensile degli ultimi 12 mesi era pari
al +2,1%.
A giugno 2023, l’indice dei responsabili degli acquisti delle
imprese (purchasing managers’ index, PMI)1, sebbene in calo, è
rimasto sopra 50 – ovvero oltre la soglia che divide le fasi di espansione
da quelle di contrazione – sia a livello globale che negli Stati Uniti
mentre nell’area dell’euro è sceso sotto tale soglia (cfr. Grafico 1). In
dettaglio il PMI mondiale è sceso da 54,4 a 52,7 del mese precedente
per effetto sia del calo del sotto indice del settore dei servizi (sceso a
54 da 55,5 nel mese precedente), che di quello, meno pronunciato, del
settore manufatturiero (sceso da 49,6 a 48,8).
Nello stesso mese il mercato azionario mondiale ha riportato una
variazione pari al +2,7% su base mensile (+9,2% la variazione
percentuale su base annua).
A livello globale l’FMI nelle stime di aprile 2023 ha previsto una
variazione del PIL mondiale leggermente inferiore rispetto alle
precedenti previsioni e pari al +2,8% per il 2023 e al 3,0% per il 2024.
L’incremento sarà sostenuto soprattutto dai Paesi emergenti.
Prezzo del petrolio in lieve calo
Tabella 1
Petrolio Brent
giu-23
Area euro
Mondo
Stati Uniti
Prezzo al barile
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Refinitiv Datastream.
La produzione industriale, sempre ad aprile 2023, ha mostrato una
variazione mensile pari a -1,4% (+1,4% rispetto allo stesso mese del
mag-23
var. % a/a
-36,3
var. % a/a
-32,4
giu-22
117,7
var. % a/a
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Refinitiv Datastream.
Nel mese di giugno 2023 il prezzo del petrolio si è portato a 75,0 dollari
al barile, in lieve diminuzione rispetto al mese precedente (-1,0%;
-36,3% su base annua; cfr. Tabella 1).
Indici che si sono rilevati affidabili nel tracciare e anticipare la congiuntura. Un punteggio
superiore a 50 viene considerato indicativo di una fase di crescita dell’attività economica,
invece un punteggio inferiore a 50 indicativo di una contrazione.
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
nel mese precedente).
Grafico 2
In Russia, nel primo trimestre del 2023, la variazione congiunturale del
PIL è stata pari al +0,7% (+0,5% nel trimestre precedente). Nel mese
di maggio 2023 l’inflazione si è attestata al +2,5% in lieve aumento
rispetto al +2,3% del mese precedente.
Andamento del PIL
var. % t/t – I trim 2023
Usa: PIL in lieve crescita nel primo trimestre 2023
Giappone
Brasile
BRICS
Nel primo trimestre del 2023 il PIL statunitense ha registrato una
variazione rispetto al trimestre precedente pari a +0,5% (+0,6% nel
trimestre precedente). L’inflazione al consumo a maggio 2023 ha
registrato una variazione annuale pari a circa il +4,1%, in calo rispetto
al mese precedente (+5,0%).
Russia
India
In lieve calo il PIL dell’area dell’euro nel primo trimestre del
Sud Africa
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Refinitiv Datastream.
Bric: PIL in aumento
La variazione congiunturale del PIL indiano nel primo trimestre del
2023 è stata pari al +8,4%, in accelerazione rispetto alla crescita
rilevata nel trimestre precedente. L’inflazione, a maggio 2023, ha
segnato una variazione pari al +4,3%, in calo rispetto al +4,7% del
mese precedente.
Nel primo trimestre del 2023 il PIL brasiliano ha registrato una
variazione congiunturale pari a +1,9% (-0,1% nel trimestre
precedente). L’inflazione al consumo a maggio 2023 ha registrato una
variazione annuale pari a circa il +3,7%, in lieve calo rispetto al mese
precedente (+3,8%).
Nel primo trimestre del 2023 il PIL cinese è salito del +2,2% rispetto
al precedente trimestre (+0,6% nel quarto trimestre 2022). Sul fronte
dei prezzi, a maggio 2023 si registra un +0,2% su base annuale (+0,1%
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Nel primo trimestre del 2023 il PIL dell’area dell’euro è lievemente
diminuito rispetto al trimestre precedente (-0,1%; come nel trimestre
precedente) e pari a +1% se confrontato con lo stesso trimestre
dell’anno precedente.
All’interno dell’area, nello stesso trimestre, la Francia ha registrato una
variazione congiunturale del PIL pari a +0,2% (invariato nel trimestre
precedente; +0,9% a/a). In calo il dato della Germania per il secondo
trimestre consecutivo (-0,3%; -0,5% nel trimestre precedente; -0,5%
a/a).
La produzione industriale in aumento nell’area dell’euro ad
aprile. Vendite al dettaglio stabili
Ad aprile 2023 la produzione industriale nell’area dell’euro è
aumentata rispetto al mese precedente dell’1,1% (+0,7% a/a). I dati
relativi ai principali paesi dell’area dell’euro disponibili per il mese di
maggio mostrano la seguente situazione in termini congiunturali: in
Francia la produzione è aumentata dello 1,2% (+2,6% a/a) ed è
lievmentte scesa in Germania dello 0,2% (+0,8% a/a).
Le vendite al dettaglio nell’area dell’euro, a maggio 2023, sono
rimaste invariate in termini congiunturali e sono diminuite del 2,9% su
Luglio 2023
base tendenziale. Nello stesso mese in Germania le vendite sono
aumentate dello 0,4% rispetto al mese precedente (-3,6% a/a); in
Francia sono diminuite dello 0,7% (-4,0% a/a).
Tassi di cambio: a maggio euro stabile rispetto al dollaro
Tabella 2
Tassi di cambio verso euro
Negativo l’indice di fiducia delle imprese dell’area dell’euro e in
peggioramento; rimane molto negativo quello dei consumatori
L’indice di fiducia delle imprese, a giugno 2023, nell’area dell’euro
ha registrato un valore pari a -7,2 (-5,3 nel mese precedente), in
Germania è passato da -5,1 a -8,7 mentre in Francia è passato da
-8,9 a -7,5. L’indice di fiducia dei consumatori, nello stesso mese,
nell’area dell’euro era pari a -16,1 (-17,4 nel mese precedente), in
Germania a -13,7 (da -13) e in Francia a -14,8 (da -17,2).
Ad aprile 2023, nell’area dell’euro il tasso di disoccupazione si è
confermato al 6,5%. Il tasso di occupazione nel primo trimestre 2023 è
salito al 69,9% (69,5% nel trimestre precedente; 69,2% un anno
prima).
Nell’area dell’euro, a maggio, l’indice dei prezzi al consumo è
diminuito. In calo anche la componente “di fondo” ma si è
mantenuta su livelli più alti dell’indice generale
L’inflazione nell’area dell’euro, a maggio 2023, si è portata al +6,1%
confermando le attese (+6,9% nel mese precedente, +8,1% dodici
mesi prima); inoltre, l’inflazione per maggio 2023 è attesa ancora in
calo (+5,5%). Il tasso di crescita della componente “di fondo” (depurata
dalle componenti più volatili) a maggio 2023 è stato pari al +6,9%
(+7,4% nel mese precedente; +4,6% un anno prima).
giu-23
mag-23
var. % a/a
Dollaro americano
Yen giapponese
Sterlina inglese
Franco svizzero
153,3
giu-22
var. % a/a
148,9
var. % a/a
141,6
-12,3
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Refinitiv Datastream.
Italia: PIL in aumento nel primo trimestre del 2023
Tabella 3
Economia reale
var. % t/t
– Consumi privati
– Investimenti
var. % m/m
Produzione industriale
var. % m/m
Vendite al dettaglio
saldo mensile
Clima fiducia imprese
Clima fiducia famiglie
var. % a/a
Inflazione
Inflazione core
Disoccupazione (%)
I trim 2023
IV trim 2022
III trim 2022
mag-23
mag-23
giu-23
-15,4
giu-23
mag-23
apr-23
apr-23
mag-23
-16,5
mag-23
apr-23
mag-22
mag-22
giu-22
giu-22
mag-22
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Refinitiv Datastream.
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
Nel primo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo dell’Italia è
cresciuto dello 0,6% rispetto trimestre precedente (-0,1% nel quarto
trimestre 2022) ed è aumentato anche in termini tendenziali (+1,9%).
A tale variazione congiunturale hanno contribuito positivamente i
consumi privati (+0,30 p.p.), la spesa pubblica (+0,22 p.p.) e gli
investimenti fissi (+0,18 p.p.). Mentre è negativo il contributo della
bilancia dei pagamenti (-0,17 p.p.). Sostanzialmente nullo il contributo
delle scorte. L’indicatore anticipatore, a maggio 2023, si è attestato a
98,4 (come nel mese precedente; 99,4 un anno prima). A maggio 2023
l’indice della produzione industriale destagionalizzato risulta in
aumento dell’1,6% in termini congiunturali, (-2% nel mese
precedente); mentre risulta in calo in termini tendenziali (-7%). L’indice
destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali in tutti i
raggruppamenti principali di industrie: i beni intermedi (+1,2%), i beni
strumentali (+1,5%), i beni di consumo (+1,1%), i beni energetici
(+0,1%). Le vendite al dettaglio a maggio 2023 sono rimaste
invariate rispetto al mese precedente (-5,5% a/a).
Gli indici di fiducia continuano ad essere entrambi negativi a giugno.
L’indice di fiducia dei consumatori è passato da -16,5 a -15,4 (-24
dodici mesi prima); la fiducia delle imprese e passata da -3,7 a -5,5
(+2,8 un anno prima). Il tasso di disoccupazione, a maggio 2023, è
sceso al 7,6% (7,8% il mese precedente; 8,1% dodici mesi prima). La
disoccupazione giovanile (15-24 anni), nello stesso mese, è salita al
21,7% (20,7% il mese precedente; 22,2% un anno prima). Il tasso di
occupazione si è attestato al 61,2% (61,1% nel mese precedente;
60,1% un anno prima).
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività
(NIC), al lordo dei tabacchi, a giugno 2023, è sceso al +6,4% dal
+7,6%; mentre la componente “core” (al netto degli alimentari non
lavorati e dei beni energetici) è scesa al +5,7% (+6,1% nel mese
precedente).
2. CONTI PUBBLICI
2.1 FINANZE PUBBLICHE
Grafico 3
Il fabbisogno di cassa del settore statale italiano
mld €
2023 cumulato
2022 cumulato
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze.
A giugno 2023 pari a 13 miliardi il fabbisogno del settore
statale, in peggioramento rispetto al 2022
“A giugno 2023, ill saldo del settore statale si è chiuso, in via
provvisoria, con un fabbisogno di 13,2 miliardi di euro. Il mese di giugno
2022 si era chiuso con un fabbisogno pari circa a 7,1 miliardi di euro. Il
saldo risente di un aumento della spesa previdenziale, legato alla
rivalutazione delle pensioni, e di maggiori prelievi delle amministrazioni
territoriali.
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
Gli incassi complessivi sono in linea con quelli dello scorso anno 2 (cfr.
Grafico 3)”.
2.2 INDEBITAMENTO NETTO E SALDO PRIMARIO
DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Secondo le ultime valutazioni presentate dall’Istat, nel primo trimestre
2023 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (AP) in
rapporto al Pil è stato pari al -12,1% (-11,3% nello stesso trimestre del
2022). Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi
passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -8,8% (-7,6%
nel primo trimestre del 2022). Il saldo corrente delle AP è stato
anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil del -6,0% (-5,9% nel primo
trimestre del 2022) mentre la pressione fiscale è stata pari al 37,0%, in
riduzione di 0,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente. Le entrate totali sono cresciute del 5,9% su base annua e
la loro incidenza sul Pil è pari al 41,7% in calo di 0,8 punti percentuali
rispetto al corrispondente periodo del 2022. Le uscite totali sono
aumentate del 7,7% in termini tendenziali e la loro incidenza sul Pil (pari
al 53,8%) è rimasta invariata rispetto al corrispondente periodo del
2022.
3. MERCATI MONETARI E FINANZIARI
3.1 POLITICHE E CONDIZIONI MONETARIE
Banca Centrale Europea aumenta i tassi; Fed li lascia invariati
Il 15 giugno 2023 il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha
deciso di innalzare ulteriormente di 25 punti base i tre tassi di interesse
di riferimento della politica monetaria. Pertanto, con effetto dal 21
giugno 2023, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento
principali è aumentato dal 3,75% al 4,00%. Contestualmente, il tasso
sui depositi presso la BCE è aumentato dal 3,25% al 3,50% e il tasso
sulle operazioni di rifinanziamento marginale, è aumentato dal 4,00%
al 4,25%.
L’istituto centrale ha aggiunto che le decisioni future del Consiglio
direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli
sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo
dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e siano mantenuti
su tali livelli finché necessario. Inoltre, il Consiglio direttivo continuerà
a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata
adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio
direttivo sui tassi di riferimento continueranno a essere basate sulla sua
valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e
finanziari più recenti, sulla dinamica dell’inflazione di fondo e
sull’intensità della trasmissione della politica monetaria. Inoltre, il
Consiglio direttivo ha segnalato che il portafoglio del Programma di
acquisto di attività (PPA) si sta riducendo a un ritmo misurato e
prevedibile, dato che l’Eurosistema reinveste solo in parte il capitale
rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in
media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine di giugno 2023. Il
Consiglio direttivo prevede di porre fine ai reinvestimenti nell’ambito
del PAA a partire da luglio 2023.
Nella riunione di giugno 2023, la Federal Reserve ha deciso di
sospendere la stretta monetaria iniziata a marzo 2022. La banca
centrale statunitense non ha modificato il saggio di riferimento
lasciandolo in un intervallo compreso tra il 5% e il 5,25%, come
ampiamente anticipato dai mercati. La decisione è stata presa, spiega
il comunicato diffuso dopo la fine della riunione di giugno, per
permettere al Comitato di politica monetaria di “valutare le informazioni
in arrivo e le loro implicazioni”.
Tuttavia, secondo le proiezioni fornite dal FOMC la maggior parte dei
membri ipotizza che i tassi di interesse possano salire oltre il 5,5% nel
2023, implicando ulteriori due rialzi di 25 punti base. Il saggio di
Comunicato stampa del Ministero di Economia e Finanza
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
riferimento dovrebbe poi scendere sotto il 4,5% il prossimo anno e
stabilizzarsi al 2,5% nel lungo termine.
Invariata, rispetto a maggio, la diagnosi dell’economia, e quasi l’intero
testo del comunicato: gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività
economica continua a crescere a un ritmo modesto, mentre l’aumento
dell’occupazione è stato robusto e il tasso di disoccupazione è rimasto
basso. L’inflazione è restata elevata.
In aumento l’euribor a 3 mesi: 3,54% il valore registrato nella
media di giugno 2023. Stabile il tasso sui contratti di interest
rate swaps
Grafico 4
Tassi d’interesse del mercato monetario nell’Area dell’Euro
Differenziale (p.p.*)
EURIBOR 3 mesi
IRS 10 anni
Il tasso euribor a tre mesi nella media del mese di giugno 2023 era
pari a 3,54% (3,37% nel mese precedente; cfr. Grafico 4). Nella media
della prima settimana di luglio 2023 è salito a 3,61%. Il tasso sui
contratti di interest rate swaps a 10 anni era pari, a giugno 2023, a
3,00% sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente (3,02%).
Nella media della prima settimana di luglio 2023 si è registrato un valore
pari a 3,05%. A giugno 2023, il differenziale tra il tasso swap a 10 anni
e il tasso euribor a 3 mesi è risultato negativo e in media pari a -53
punti base (-35 p.b. il mese precedente e 250 p.b. un anno prima).
In lieve aumento a maggio il gap tra le condizioni monetarie
complessive dell’area dell’euro e Usa
L’indice delle condizioni monetarie (ICM)3, che considera
congiuntamente l’evoluzione dei tassi d’interesse interbancari e dei
tassi di cambio (entrambi espressi in termini reali) ed esprime una
misura delle variazioni nell’indirizzo monetario, fa emergere come vi sia
stato, a maggio, nell’area dell’euro, un minor allentamento del livello
delle condizioni monetarie complessive (la variazione dell’ICM è stata
pari a +0,89), dovuto all’effetto del tasso di interesse. Anche negli Stati
Uniti, nello stesso mese, le condizioni monetarie complessive hanno
mostrato un minor allentamento per effetto dell’andamento dei tassi di
interesse.
lug-21
ago-21
set-21
ott-21
nov-21
dic-21
gen-22
feb-22
mar-22
apr-22
mag-22
giu-22
lug-22
ago-22
set-22
ott-22
nov-22
dic-22
gen-23
feb-23
mar-23
apr-23
mag-23
giu-23
Date queste dinamiche, il gap rispetto agli Stati Uniti delle condizioni
monetarie nell’Eurozona a maggio si è attestato a -4,65 punti, in lieve
aumento rispetto al mese precedente (-4,62 punti; -2,61 punti un anno
prima).
Fonte: Elaborazione Ufficio Studi ABI su dati Refinitiv Datastream.
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Refinitiv Datastream.
L’indice delle condizioni monetarie (ICM) viene calcolato come somma algebrica della
componente tasso reale con la componente cambio reale. L’indice mira ad esprimere una
misura delle variazioni nell’indirizzo monetario. La componente tasso reale, a cui si
assegna nella determinazione dell’indice un peso del 90%, è calcolata come variazione,
rispetto al periodo base, dal tasso interbancario a tre mesi, espresso in termini reali (sulla
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
3.2 MERCATI OBBLIGAZIONARI
In calo, a giugno 2023, lo spread tra i tassi benchmark a 10 anni
di Italia e Germania
Il tasso benchmark sulla scadenza a 10 anni è risultato, nella media di
giugno, pari a 3,75% negli USA (3,59% nel mese precedente), a
+2,40% in Germania (+2,35% nel mese precedente) e a 3,95% in
Italia (4,17% nel mese precedente e 3,55% dodici mesi prima). Lo
spread tra il rendimento sul decennale dei titoli di Stato italiani e
tedeschi (cfr. Grafico 5) era pari, dunque, a 155 punti base (182 nel
mese precedente).
Grafico 5
2 anni
5 anni
I financial bond, sulla base delle indicazioni fornite dall’indice Merrill
Lynch, hanno mostrato nella media di giugno un rendimento pari al
4,61% nell’area dell’euro (4,49% nel mese precedente) e al 5,83%
negli Stati Uniti (5,68% nel mese precedente).
In calo ad aprile 2023 le emissioni nette di obbligazioni bancarie
(-4 miliardi di euro)
Nel mese di aprile 2023 le obbligazioni per categoria di emittente
hanno mostrato in Italia le seguenti dinamiche:
? per i titoli di Stato le emissioni lorde sono ammontate a 50,6
miliardi di euro (37 miliardi nello stesso mese dell’anno precedente;
182,6 miliardi nei primi 4 mesi del 2023 che si confrontano con 169,3
miliardi nei corrispondenti mesi del 2022), mentre le emissioni nette si
sono attestate a 28 miliardi (-11,2 miliardi nello stesso mese dell’anno
precedente; 71,4 miliardi nei primi 4 mesi del 2023 che si confrontano
con 56,8 miliardi nei corrispondenti mesi del 2022);
Spread tra i tassi benchmark su Titoli di Stato di Italia e
Germania sulle principali scadenze
(in punti percentuali)
In aumento a giugno 2023 i rendimenti dei financial bond
nell’area dell’euro e negli Usa
10 anni
? con riferimento ai corporate bonds, le emissioni lorde sono risultate
pari a 6,1 miliardi di euro (9 miliardi nello stesso mese dell’anno
precedente; 29,1 miliardi nei primi 4 mesi del 2023 che si confrontano
con 26,1 miliardi nei corrispondenti mesi del 2022), mentre le emissioni
nette sono ammontate a -5,9 miliardi (2,4 miliardi nello stesso mese
dello scorso anno; -2,4 miliardi nei primi 4 mesi del 2023 che si
confrontano con -2,7 miliardi nei corrispondenti mesi del 2022);
giu-23
apr-23
mag-23
mar-23
feb-23
gen-23
dic-22
nov-22
ott-22
set-22
ago-22
lug-22
giu-22
apr-22
mag-22
feb-22
mar-22
gen-22
dic-21
nov-21
ott-21
set-21
ago-21
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Refinitiv Datastream.
? per quanto riguarda, infine, le obbligazioni bancarie, le emissioni
lorde sono ammontate a 2,5 miliardi di euro (1,3 miliardi nello stesso
mese dell’anno precedente; 23,3 miliardi nei primi 4 mesi del 2023 che
si confrontano con 17,3 miliardi nei corrispondenti mesi del 2022),
mentre le emissioni nette sono risultate pari a -4 miliardi (-5,4 miliardi
base dell’indice dei prezzi al consumo). La componente cambio reale, a cui si assegna un
peso del 10%, è invece determinata calcolando la variazione percentuale, rispetto al
periodo base, del tasso di cambio effettivo.
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
lo stesso mese dell’anno precedente; -4,1 miliardi nei primi 4 mesi del
2023 che si confrontano con -16,6 miliardi nei corrispondenti mesi del
2022).
3.3 MERCATI AZIONARI
A giugno 2023 andamenti contrastanti dei principali indici di
Borsa.
Nel mese di giugno 2023 (cfr. Tabella 4) i corsi azionari
internazionali hanno mostrato le seguenti dinamiche: il Dow Jones
Euro Stoxx (indice dei 100 principali titoli dell’area dell’euro per
capitalizzazione) è sceso su media mensile dello 0,7% (+11,5% su base
annua), il Nikkei 225 (indice di riferimento per il Giappone) è salito del
9,1% (+21,5% a/a), lo Standard & Poor’s 500 (indice di riferimento
per gli Stati Uniti) è salito del 4,8% (+11,8% a/a). Il price/earning
relativo al Dow Jones Euro Stoxx, nello stesso mese, era pari in media
a 14,1 (14,7 nel mese precedente).
Tabella 4
Indici azionari – variazioni % (giu-23)
Borse internazionali
Dow Jones Euro Stoxx
Nikkei 225
Standard & Poor’s 500
Ftse Mib
Ftse100
Dax30
Cac40
Tecnologici
TecDax
CAC Tech
Nasdaq
Bancari
S&P 500 Banks
Dow Jones Euro Stoxx Banks
FTSE Banche
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Refinitiv Datastream.
I principali indici di Borsa europei hanno evidenziato, a giugno, le
seguenti variazioni medie mensili: il Cac40 (l’indice francese) è sceso,
rispetto al mese precedente, dell’1,5% (+18,2% a/a); il Ftse100 della
Borsa di Londra è sceso del 2% (+3,5% a/a), il Dax30 (l’indice tedesco)
è salito dello 0,7 % (+17,9% a/a), il Ftse Mib (l’indice della Borsa di
Milano) è salito dell’1,6% (+21% a/a).
Nello stesso mese, relativamente ai principali mercati della New
Economy, si sono rilevate le seguenti dinamiche: il TecDax (l’indice
tecnologico tedesco) è sceso dell’1,4% (+7,5% a/a), il CAC Tech
(indice tecnologico francese) è salito del 6,9% (+10,9% a/a) e il
Nasdaq è salito dell’8,1% (+18,3% a/a). Con riferimento ai principali
indici bancari internazionali si sono registrate le seguenti variazioni:
lo S&P 500 Banks (indice bancario degli Stati Uniti) è salito del 4,2%
(-10,5% su base annua), il Dow Jones Euro Stoxx Banks (indice
bancario dell’area dell’euro) è salito dell’1,5% (+21% a/a) e il FTSE
Banche (indice bancario dell’Italia) è salito del 1,5% (+44,8% a/a).
Capitalizzazione complessiva del mercato azionario europeo in
diminuzione a giugno 2023
A giugno 2023 la capitalizzazione del mercato azionario dell’area
dell’euro è scesa rispetto al mese precedente (-0,8%) mentre è salita
rispetto ad un anno prima (+11,4%). In valori assoluti la
capitalizzazione complessiva si è attestata a quota 8.252 miliardi di euro
rispetto agli 8.322 miliardi del mese precedente.
All’interno dell’Eurozona la capitalizzazione di borsa dell’Italia era pari
al 7,7% del totale, quella della Francia al 36% e quella della Germania
al 24,7% (a fine 2007 erano rispettivamente pari al 12%, 22,4% e
28,9%).
3.4 RISPARMIO AMMINISTRATO E GESTITO
Pari a 1.320 miliardi di euro i titoli a custodia presso le banche
italiane a maggio 2023, di cui il 24,7% detenuti direttamente
dalle famiglie consumatrici
Gli ultimi dati sulla consistenza del totale dei titoli a custodia
presso le banche italiane (sia in gestione sia detenuti direttamente
dalla clientela4) – pari a circa 1.319,7 miliardi di euro a maggio 2023
Residente e non residente.
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
(214,2 miliardi in più rispetto ad un anno prima; +19,4% a/a) mostrano come essa sia riconducibile per circa il 24,7% alle famiglie
consumatrici (+57,4% la variazione annua), per il 19,8% alle istituzioni
finanziarie (+18,7% a/a), per il 44,0% alle imprese di assicurazione
(+2,7% la variazione annua), per il 5,5% alle società non finanziarie
(+43,2% a/a), per circa il 3,1% alle Amministrazioni pubbliche e l’1,0%
alle famiglie produttrici. I titoli da non residenti, circa il 2,0% del totale,
hanno segnato nell’ultimo anno una variazione di +3,4%.
In calo nel primo trimestre del 2023 rispetto ad un anno prima
il totale delle gestioni patrimoniali delle banche, delle SIM e
delle S.G.R
Complessivamente il patrimonio delle gestioni patrimoniali
individuali delle banche, delle SIM e degli O.I.C.R. in Italia è
risultato a marzo 2023 pari a circa 908,4 miliardi di euro, segnando un
calo tendenziale del 7,8% (+1,3% rispetto al trimestre precedente). In
particolare, le gestioni patrimoniali bancarie nello stesso periodo si
collocano a 110,2 miliardi di euro, segnando una variazione tendenziale
pari a -3,0% (+2,1% rispetto a dicembre 2022). Le gestioni patrimoniali
delle SIM, pari a circa 10,8 miliardi, hanno segnato una variazione
annua di -26,8% mentre quelle delle S.G.R., pari a 783,4 miliardi di
euro, hanno manifestato una variazione annua di -8,9% (+1,9%
rispetto al trimestre precedente).
A maggio 2023 in lieve aumento rispetto al mese precedente il
patrimonio dei fondi aperti di diritto italiano ed estero
obbligazionari, 35,3 miliardi di fondi flessibili, 0,7 miliardi di fondi
azionari, 23,3 miliardi di fondi bilanciati, 570 milioni di fondi monetari
e 571 milioni di fondi hedge.
Riguardo
composizione
patrimonio
tipologia di fondi si
rileva come, nell’ultimo
anno, la quota dei fondi
azionari sia salita dal
29,8% al 32,1%, quella
dei fondi monetari dal
3,7% al 3,9% quella
dei fondi obbligazionari
al 33,8% dal 33,4%,
quella dei fondi flessibili
è scesa dal 19,3% al
17,6%, quella dei fondi
bilanciati dal 13,6% al
12,5% e quella dei
fondi hedge allo 0,1%
dallo 0,2% (cfr. Grafico
A maggio 2023 il patrimonio dei fondi aperti di diritto italiano ed
estero è salito dello 0,2% rispetto al mese precedente, collocandosi
intorno ai 1.103,8 miliardi di euro (+2,1 miliardi).
Tale patrimonio era composto per il 21,5% da fondi di diritto italiano e
per il restante da fondi di diritto estero5. Rispetto a maggio 2022, il
patrimonio è sceso del 7,2% in seguito al calo di: 25,1 miliardi di fondi
Fondi di diritto italiani: fondi armonizzati e non armonizzati domiciliati in Italia; Fondi di
diritto estero: fondi armonizzati e non armonizzati domiciliati all’estero, prevalentemente
in Lussemburgo, Irlanda e Francia.
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
3.5. ATTIVITA’ FINANZIARIE DELLE FAMIGLIE
Le attività finanziarie delle famiglie italiane a dicembre del 2022
risultavano inferiori del 5,2% rispetto ad un anno prima, ovvero
in calo da 5.417 a 5.138 miliardi: in crescita biglietti, monete,
depositi e le obbligazioni sia pubbliche che bancarie, in calo le quote di
fondi comuni, le assicurazioni ramo vita e fondi pensione e le azioni e
partecipazioni (cfr. Tabella 5).
Tabella 5
Attività finanziarie delle famiglie
Totale
mld €
5.138
Biglietti, monete e depositi
Obbligazioni
– pubbliche
– emesse da IFM
Azioni e partecipazioni
Quote di fondi comuni
Ass.vita, fondi pensione
1.633
1.321
1.039
IV trim 2022
var. % a/a quote %
100,0
-13,0
-12,1
mld €
5.417
1.618
1.418
1.182
IV trim 2021
var. % a/a quote %
100,0
-10,6
-22,2
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Banca d’Italia.
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
4. MERCATI BANCARI
Tabella 6
Depositi e obbligazioni da clientela delle banche in Italia
4.1 RACCOLTA BANCARIA
Raccolta
(depositi e obbligazioni)
In Italia a giugno 2023 in calo la raccolta bancaria dalla
clientela; positiva la variazione delle obbligazioni
Secondo le prime stime del SI-ABI a giugno 2023 la raccolta da
clientela del totale delle banche operanti in Italia – rappresentata
dai depositi a clientela residente (depositi in c/c, depositi con durata
prestabilita al netto di quelli connessi con operazioni di cessioni di
crediti, depositi rimborsabili con preavviso e pronti contro termine; i
depositi sono al netto delle operazioni con controparti centrali) e dalle
obbligazioni (al netto di quelle riacquistate da banche) – era pari a
1.995,4 miliardi di euro in calo del 2,3% rispetto ad un anno prima
(cfr. Tabella 6).
In dettaglio, i depositi da clientela residente (depositi in conto
corrente, depositi con durata prestabilita al netto di quelli connessi con
operazioni di cessioni di crediti, depositi rimborsabili con preavviso,
pronti contro termine al netto delle operazioni con controparti centrali)
hanno registrato, nello stesso mese, una variazione tendenziale pari a
-4,1%, con un calo in valore assoluto su base annua di 75,3 miliardi di
euro, portando l’ammontare dei depositi a 1.765,4 miliardi.
La variazione annua delle obbligazioni6 è stata positiva e pari a
+14,3% (+13,1% il mese precedente). L’ammontare delle obbligazioni
è risultato pari a 230 miliardi di euro.
mld €
var. % a/a
Depositi clientela residente1
mld €
var. % a/a
Obbligazioni2
mld €
var. % a/a
giu-18
giu-19
giu-20
giu-21
1.739,9
1.782,5
1.861,1
1.992,5
1.485,6
1.543,0
1.635,4
1.782,1
254,3
239,4
225,8
210,5
-18,6
giu-22
lug-22
ago-22
set-22
ott-22
nov-22
dic-22
gen-23
feb-23
mar-23
apr-23
mag-23
giu-23
2.041,8
2.073,3
2.053,7
2.045,0
2.042,0
2.020,9
2.059,5
2.006,0
2.001,3
1.998,9
2.018,4
2.003,5
1.995,4
1.840,7
1.873,1
1.853,1
1.840,5
1.835,6
1.812,9
1.850,4
1.798,6
1.787,7
1.781,1
1.802,4
1.780,2
1.765,4
201,2
200,2
200,6
204,5
206,4
208,0
209,1
207,4
213,5
217,8
216,0
223,3
230,0
Note: ultimo mese stime SI-ABI.
1 Depositi della clientela ordinaria residente privata, sono esclusi i depositi delle IFM e delle Amminstrazioni centrali.
Sono inclusi conti correnti, depositi rimborsabili con preavviso, depositi con durata prestabilita e pronti contro termine. I
dati sono nettati dalle operazioni con controparti centrali, dai depositi con durata prestabilita connessi con operazioni di
cessioni di crediti.
2 Registrate al valor nominale ed espresse in euro includono le passività subordinate e non includono le obbligazioni
acquistate da banche. Si riferiscono a clientela residente e non residente.
Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Banca d’Italia e SI-ABI.
Le obbligazioni (di residenti e non) sono al netto di quelle riacquistate da banche.
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
A maggio 2023, rispetto ad un anno prima, sono risultati in aumento i
depositi dall’estero7: in dettaglio, quelli delle banche operanti in Italia
risultavano pari a circa 3675,3 miliardi di euro, +17,0% rispetto ad un
anno prima. La quota dei depositi dall’estero sul totale della
raccolta era pari al 13,7% (11,7% un anno prima). Il flusso netto di
provvista dall’estero nel periodo compreso fra maggio 2022 e maggio
2023 è stato positivo per circa 54,4 miliardi di euro.
A maggio 2023 la raccolta netta dall’estero (depositi dall’estero
meno prestiti sull’estero) è stata pari a circa 116,2 miliardi di euro
(+73,4% la variazione tendenziale). Sul totale degli impieghi
sull’interno è risultata pari al 6,7% (3,8% un anno prima), mentre i
prestiti sull’estero – sempre alla stessa data – sono ammontati a circa
259,1 miliardi di euro. Il rapporto prestiti sull’estero/depositi
dall’estero è risultato pari a 69,0% (79,1% un anno prima).
In aumento i tassi di interesse sulla raccolta bancaria
2022). In particolare, il tasso sui depositi con durata prestabilita
in euro applicato alle famiglie e società non finanziarie è risultato
pari a 3,01% (0,29% a giugno 2022), mentre quello delle obbligazioni
al 3,63% (1,31% a giugno 2022) (cfr. Tabella 7).
In aumento i titoli pubblici, in lieve calo il Rendistato
Sul mercato secondario dei titoli di Stato, il Rendistato8 si è collocato,
a giungo 2023, al 3,82%, in lieve calo rispetto al mese precedente
(3,90%) e superiore di 103 punti base rispetto al valore di un anno
prima (2,79%). Nel mese di maggio 2023 il rendimento lordo sul
mercato secondario dei CCT è risultato pari a 4,20% (3,73% il mese
precedente e 0,28% un anno prima). Con riferimento ai BTP, il
rendimento medio è risultato pari a 3,89% (3,83% il mese precedente;
2,43% un anno prima). Il rendimento medio lordo annualizzato dei
BOT, infine, è passato nel periodo maggio 2022 – maggio 2023 da 0,27% a 3,35%.
Secondo le prime stime del SI-ABI il tasso medio della raccolta
bancaria da clientela (che comprende il rendimento dello stock di
depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro applicati al
comparto delle famiglie e società non finanziarie) si è collocato, a giugno
2023, a 0,93% (0,87% nel mese precedente). In particolare, il tasso
sui depositi in euro applicato alle famiglie e società non
finanziarie è risultato pari a 0,73% (0,67% nel mese precedente),
quello delle obbligazioni al 2,59% (2,49% nel mese precedente) e quello
sui pronti contro termine al 2,56% (2,37% il mese precedente).
Con riferimento alle nuove operazioni, le stime del SI-ABI indicano che
il tasso medio della raccolta bancaria da clientela (che comprende
il rendimento dei flussi di depositi in conto corrente, deposti a durata
prestabilita, depositi rimborsabili con preavviso, obbligazioni e pronti
contro termine in euro applicati al comparto delle famiglie e società non
finanziarie) si è collocato, a giugno 2023, a 3,27% (0,61% a giugno
Indebitamento verso non residenti: depositi delle IFM, Amministrazioni Centrali, altre
Amministrazioni pubbliche ed altri residenti in altri paesi dell’area dell’euro e del resto del
mondo.
Dato relativo al campione dei titoli con vita residua superiore all’anno scambiati alla
Borsa valori italiana (M.O.T.).
ABI – Ufficio Analisi Economiche
Luglio 2023
Tabella 7b
Italia: tassi d’interesse per gli investitori (medie mensili – valori %)
Tassi d’interesse bancari: famiglie e società non finanziarie
Rendimenti lordi dei titoli di Stato sul
mercato secondario
(statistiche armonizzate del SEBC)
Depositi in
Depositi in c/c Pronti contro
in euro
termine
Raccolta
Depositi con
durata
Obbligazioni (depositi, pct e
prestabilita
obbligazioni)
(consistenze)
Tassi d’interesse raccolta postale
Buoni serie ordinaria
Obbligazioni
Raccolta
(nuove operazioni)
Depositi in c/c
Rend. medio
Rend. Medio
in euro
lordo annuo al 1° lordo annuo al 5°
giu-18
giu-19
giu-20
giu-21
-0,09
-0,11
-0,55
-0,22
giu-22
lug-22
ago-22
set-22
ott-22
nov-22
dic-22
gen-23
feb-23
mar-23
apr-23
mag-23
giu-23
Nota: per i tassi bancari ultimo mese disponibile stime SI-ABI.
1 Tasso medio ponderato. 2 include i depositi in c/c, depositi a durata prestabilita, depositi rimborsabili con preavviso, pct, obbligazioni