
(AGENPARL) – ven 14 luglio 2023 Prot. n.______ Federico Marini
GIOVANI E IMPRESE – La Sardegna non è terra per giovani imprese.
L’Isola penultima in Italia per condizioni per lavorare e creare attività
economiche. Oltre 14mila imprese giovanili, ma solo 1 su 5 è artigiana.
Riccardo Porta (Giovani Imprenditori Confartigianato Sardegna): “La
Sardegna non è amica delle giovani menti: problemi cristallizzati da tempo e
irrisolti. E il 21,4% di NEET sardi è uno spreco assurdo”.
Associazioni La Sardegna non è “amica delle giovani imprese”.
Territoriali L’Isola è, infatti, penultima tra le regioni italiane che offrono alle “nuove idee
Sud Sardegna
imprenditoriali” le migliori condizioni per lavorare e creare attività economiche.
Cagliari Il territorio ideale è quello della Lombardia (indice pari a 798 punti ovvero elevata
Via Riva Villasanta 241
(376 punti) e penultima la Sardegna (384 ovvero “bassa performance”), con una media
Oristano
Via Campanelli, 41 nazionale di 627 punti. Tra le province sarde, tutte classificate a “bassa performance”
Nuoro indice di 476. Seguono Oristano, 83esimo posto con indice 458, Cagliari, 87esimo posto
Via Brig.Sassari, 37 con indice 437, Sud Sardegna, 87esimo posto con indice di 437 e Sassari-Gallura,
104esimo posto con indice di 386. Nel resto dell’Italia, il terreno più fertile è a Cuneo,
Sassari seguita da Bergamo e Vicenza. All’altro capo della classifica le condizioni più difficili
Via Alghero, 30
Taranto.
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 La classifica delle regioni e delle province “amiche” delle nuove generazioni è stata
UnionCamere-Infocamere del 2023, e contiene l’indice dei territori a misura di giovane
per impresa e lavoro che monitora le condizioni dell’habitat sulla base di tredici indicatori
che comprendono, tra gli altri, il tasso di occupazione under 35, la presenza di giovani
imprenditori, la collaborazione scuola-impresa, la diffusione dell’apprendistato, il saldo
migratorio dei giovani all’estero o altre regioni.
Gli ultimi dati dicono anche come in Sardegna siano attive 14.553 imprese
giovanili ovvero l’8,5% di tutte le imprese sarde. Quelle femminili giovanili sono 4.267 e
quelle gestite da giovani stranieri sono 1.435. Le under 35 artigiane sono 2.616, di cui
686 femminili e 153 gestite da stranieri.
“Questa Italia a velocità diverse per l’ambiente che circonda i giovani – Riccardo
Porta, giovane artigiano sardo e componente della Giunta Nazionale di
Confartigianato Giovani Imprenditori – da un lato favorisce l’attività di 522.086
imprese guidate da under 35 in tutta Italia, dall’altro è all’origine del nostro record
negativo in Europa”. “Nell’Isola preoccupa anche il fatto che meno di 1 impresa
giovanile su 5 sia artigiana (il 17,98%) – continua Porta – significa che il tessuto
artigiano invecchia e fatica a rinascere: questo ci deve far riflettere sulle evidenti
Confartigianato Imprese Sardegna
criticità sulla vocazione imprenditoriale artigiana dei giovani. E l’andamento
demografico negativo, giustifica solo una parte di questa flessione”. “Nel breve periodo –
prosegue il giovane imprenditore – sono altre le cause da considerare: la tradizionale
difficoltà italiana sul passaggio generazionale, i costi e i maxi rincari che, comprimendo
i margini di guadagno, hanno sconsigliato non pochi giovani ad aprire un’attività
imprenditoriale, anche se artigiana. Sono convinto che la propensione imprenditoriale
dei giovani dipenda anche dalla qualità dei servizi di supporto, come il tutoraggio, gli
incentivi e l’accompagnamento manageriali che vengono offerti. E la Sardegna,
dobbiamo dirlo, da questo di vista, ha carenze gravissime, cristallizzate da tempo”. “I
giovani sono il futuro del made in Sardegna e Made in Italy – rimarca Porta – ma il
21,4% dei giovani tra i 15 e 29 anni che non cerca lavoro e non studia, i cosiddetti
NEET, soprattutto in Sardegna, rappresenta un assurdo “spreco”, una vera e propria
emergenza da affrontare rapidamente. L’Anno Europeo delle Competenze sia l’occasione
per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra
scuola e imprese per trasmettere il “saper fare”, su misure per sostenere la creazione
d’impresa e il passaggio generazionale in azienda”. “Il futuro – conclude – si crea con le
competenze, fondamentali sia per creare un’impresa che per portare avanti l’impresa di
famiglia. La formazione continua è la vera ricetta per stare al passo con le grandi
trasformazioni del mondo e del modo di fare impresa».
Analisi nazionale.
Questa ‘Italia a diverse velocità’ per l’ambiente che circonda i giovani da un lato
favorisce l’attività di 522.086 aziende guidate da under 35, dall’altro è all’origine di un
nostro record negativo in Europa. Secondo il rapporto di Confartigianato, infatti, nel 2022
siamo stati il Paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono
15% della media europea. La Germania registra il 13,9%, la Spagna il 13,7% e la Francia
il 12,7%. Il fenomeno è peggiorato visto che il tasso di inattività dei giovani italiani è
aumentato di 3,4 punti rispetto al 21,9% registrato nel 2004. Tra gli under 35 che non
535.000 uomini. Il 55,6% dei giovani inattivi si concentra nel Mezzogiorno, dove il tasso
sale al 37,7%, più che doppio rispetto al 16,8% del Centro Nord. Tra gli inattivi tra 25 e
39 anni, ve ne sono 468.100 in possesso di una laurea. Di questi, due terzi sono donne.
Confartigianato Imprese Sardegna
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