
(AGENPARL) – sab 08 luglio 2023 Centri estivi, che “passione”!
I risultati di una ricerca di mercato in cinque grandi
comuni italiani
Giugno 2023
Eures Ricerche Economiche e Sociali
ADOC Associazione Difesa Orientamento dei Consumatori
Introduzione
Realtà oramai consolidate nel Paese, i centri estivi rappresentano uno strumento
talvolta indispensabile per gestire i figli minori (fino all’età dell’adolescenza) durante il
periodo estivo, soprattutto per quei nuclei in cui entrambi i genitori lavorano e/o per
quelli privi di una adeguata rete di sostegno familiare.
Negli anni questo tipo di servizio è divenuto sempre più vasto e differenziato,
interessando diverse tipologie di strutture (dalle scuole ai centri per l’apprendimento
delle lingue, ai centri sportivi) e prevedendo attività che promuovano, oltre alla
componente ricreativa (ludica o sportiva), anche la sfera cognitiva,
fornendo/incrementando una serie di conoscenze e abilità (dalla musica, al teatro, alle
lingue straniere…).
A fronte di un’offerta variegata e ampia, il costo dei centri estivi costituisce tuttavia
per molte famiglie un problema. Il costo medio in Italia1 per una famiglia che decida di
portare il proprio figlio in un centro estivo privato per una settimana ad orario pieno è
infatti pari a 140,50 euro, mentre il prezzo scende a 95,80 euro per mezza giornata.
Considerando che il periodo di chiusura delle scuole è di circa 12 settimane, e
immaginando che una coppia genitoriale, andando in ferie anche parzialmente sfalsate,
riesca a coprire soltanto una parte di questo tempo, il costo medio che dovrebbe
sostenere per il restante periodo sarebbe pari a 1.124 euro (nel caso di 8 settimane).
Occorre a tale riguardo ricordare quanto in Italia la durata della “pausa estiva” delle
scuole – in assenza di altri servizi – rappresenti un problema per le famiglie, mentre in
altri Paesi la chiusura estiva delle scuole si attesta su periodi più brevi (6-8 settimane
consecutive in Germania, Francia o Regno unito).
I costi quasi raddoppiano per un eventuale secondo figlio, considerando che lo sconto
medio per i fratelli, qualora applicato (nel 42% dei casi non è infatti previsto) raramente
supera il 10%. Nell’ipotesi in cui una famiglia abbia quindi due o più bambini, ai 1.124 €
di costo per il centro estivo privato del primo figlio, occorrerà aggiungere ulteriori 1.073
€ per figlio (tenendo conto della riduzione media del 4,5% applicata sul secondo figlio),
arrivando a circa 2.200 € la spesa totale per una famiglia italiana con due figli.
Nell’ipotesi – più realistica – in cui la famiglia riesca ad iscrivere i propri bambini ad un
centro estivo “soltanto” per 5 settimane, il costo totale da sostenere scenderebbe a 702
€ per il primo figlio, a cui occorrerebbe aggiungere altri 671 € circa per ogni eventuale
figlio “aggiuntivo”, per un totale di 1.373 euro per una famiglia con due figli e di 2040
per una famiglia con tre figli.
Ricordando che, sulla base delle indicazioni dell’Istat, il reddito netto medio familiare
risulta pari a 32.812 euro annui, ovvero 2.734 euro al mese, ciò significa che soltanto per
la gestione di una “porzione” del periodo di chiusura delle scuole (al di là di tutti gli altri
Calcolato come costo medio dei centri estivi delle cinque città prese in considerazione nell’analisi.
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costi che, comunque, continuerebbero a correre), una famiglia “media” si troverebbe a
dover impegnare oltre la metà del proprio reddito mensile.
Differente è il caso dei centri estivi convenzionati che, grazie ai fondi stanziati dai
Comuni, possono offrire prezzi calmierati. In questo caso i costi per le poche famiglie
che riescono ad accedere ai bandi pubblici risultano significativamente inferiori:
considerando infatti un costo medio settimanale di un centro estivo convenzionato pari
a 50 € (calcolato attraverso l’analisi dei bandi disponibili, in relazione ad un valore medio
dell’ISEE, dove previsto) una famiglia con due bambini si troverebbe a sostenere una
spesa di 782 euro per 8 settimane (400€ per il primo figlio e 382€ per il secondo,
applicando il medesimo sconto del 4,5% dei centri privati) e di 490 euro per 5 settimane.
Costi medi dei centri estivi pubblice e privati per una famiglia con 2
bambini (per 8 settimane o per 5 settimane)
2.197
Scarto:
824€
1.373
Scarto:
292€
8 SETTIMANE
5 SETTIMANE
Centro estivo PUBBLICO (2 bambini)
Centro estivo PRIVATO (2 BAMBINI)
La differenza di prezzo tra offerta pubblica e privata si attesterebbe dunque a 824
euro nella prima ipotesi (8 settimane) ed a circa 300 euro nell’ipotesi di 5 settimane. La
limitata disponibilità dei posti, l’assenza di bandi pubblici e/o il ritardo con cui questi
vengono pubblicati, rende tuttavia davvero difficile (soprattutto in alcune città) poter
accedere all’offerta pubblica.
I centri estivi non convenzionati
Approfondendo l’analisi del costo medio di un centro estivo in Italia, attraverso la
raccolta dati da fonti aperte accompagnata da una mistery client realizzata tra oltre 100
centri estivi in 5 grandi città del Nord, del Centro e del Sud, come precedentemente
indicato, si registra un importo medio di 140,50 € per settimana (5 giorni) laddove il
programma preveda un orario pieno, che scende a 95,80 € settimanali per l’orario
ridotto.
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Disaggregando i dati in base all’area geografica di riferimento, si rilevano importanti
scarti, correlati non tanto all’offerta dei servizi, quanto al differente costo della vita nelle
diverse aree del Paese. Infatti, se al Nord, in media, il costo di una settimana in un centro
estivo privato, che garantisce un orario pieno, è di 159€, al Centro tale valore scende a
123€, mentre al Sud si riduce ulteriormente a 105€. I prezzi risultano ovviamente
inferiori nel caso in cui il bambino frequenti il centro estivo soltanto per mezza giornata,
attestandosi a 114€ al Nord, a 87€ al Centro e a 69€ nel Mezzogiorno.
Costo settimanale di un centro estivo (orario pieno e orario ridotto) in
base all’area geografica
€ 158,60
€ 140,50
€ 114,30
€ 123,10
€ 105,00
€ 95,80
€ 87,50
€ 69,20
Centro
Costo orario pieno
Italia
Costo orario ridotto
Fonte: Elaborazioni e stime Eures 2023
Tabella 1 – Costo settimanale di un centro estivo (orario pieno e ridotto) in base all’area geografica
Centro
Italia
Costo orario pieno
€ 158,60
€ 123,10
€ 105,00
€ 140,50
Costo orario ridotto
€ 114,30
€ 87,50
€ 69,20
€ 95,80
Fonte: Elaborazioni e stime Eures 2023
Disaggregando i dati in base ai comuni in cui è stata realizzata la rilevazione (Milano
e Bologna per il Nord, Roma per il Centro e Napoli e Bari per il Sud) le differenze sopra
osservate risultano ancora più evidenti.
Se ad esempio una famiglia di Milano decidesse di mandare il proprio figlio presso un
centro estivo non convenzionato, dovrebbe sostenere un costo pari in media a 207,70€
a settimana, nel caso in cui optasse per un orario pieno, e a 163,10€ a settimana nel caso
di orario ridotto (nella maggior parte dei casi senza pranzo incluso). Nettamente
inferiore risulta invece il costo medio di un centro estivo a Bologna, che scende a 109,60
€ settimanali per l’orario pieno, e a 86,50 € per l’orario ridotto (con il pranzo incluso).
Il caso bolognese rappresenta tuttavia una positiva eccezione, in quanto una quota
importante dei centri estivi, pur essendo strutture private, risultano convenzionati con
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il Comune, che garantisce alle famiglie beneficiarie un contributo sul costo sostenuto
per il centro estivo. Sempre in base al panel di centri estivi osservato, nella città di Roma
il costo medio settimanale di un centro estivo privato con un orario pieno risulta pari a
123,10 € a settimana, mentre scende a 87,50 € per l’orario ridotto.
La situazione dei centri estivi nel Mezzogiorno, coerentemente al costo della vita
inferiore, è più vantaggiosa almeno dal punto di vista economico (risultando invece
decisamente più carente sul fronte dell’offerta). A Napoli il costo medio per un centro
estivo con orario pieno risulta infatti pari a 105,30 € a settimana, mentre il costo scende
a 76 € per l’orario ridotto. A Bari, infine, il costo per i centri estivi con orario pieno è di
100 € a settimana, mentre è di 65,40€ per quelli che prevedono anche l’orario ridotto.
All’interno del campione analizzato, Bari presenta una specificità legata al fatto che il
90% dei centri estivi contattati prevedevano soltanto orario ridotto, fattore certamente
problematico per le famiglie nelle quali entrambi i genitori lavorano invece a tempo
pieno. Tale caratterizzazione dell’“offerta” da una parte potrebbe essere legata alla
presenza di una rete familiare più ampia e capace di sostenere i nuclei con figli e,
dall’altra, alla bassa percentuale di donne lavoratrici (il tasso di occupazione femminile
a Bari è pari infatti pari al 37,7% contro il 51,1% in Italia – Istat 2022) che quindi possono
direttamente gestire i figli anche nei periodi di chiusura della scuola.
Tabella 2 – Costo settimanale di un centro estivo (orario pieno e orario ridotto) in base alla città
Costo orario pieno
€ 207,70
€ 109,60
€ 123,10
€ 105,30
€ 100,00
€ 140,50
Milano
Bologna
Napoli
Italia
Costo orario ridotto
€ 163,10
€ 86,50
€ 87,50
€ 76,00
€ 65,40
€ 95,80
Fonte: Elaborazioni e stime Eures 2023
Costo settimanale di un centro estivo (orario pieno e orario ridotto) in
base alla città
€ 207,70
163,10
86,50
Milano
€ 140,50
€ 123,10
€ 109,60
Bologna
€ 105,30
87,…
€ 100,00
76,00
Napoli
Costo orario pieno
Costo orario ridotto
95,80
65,40
Italia
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Disaggregando i dati in base alle fasce di prezzo per l’orario pieno, la prevalenza dei
centri estivi (il 45,6%) applica un costo settimanale compreso tra 100 e 150 €; il 16,2%
tra i 150 e i 200€ e un significativo 11,8% supera i 200 €. Soltanto un centro estivo privato
su 4 (il 26,5%) colloca invece la propria richiesta settimanale sotto la fascia dei 100 €.
Infine il 10,5% del campione (localizzato per la quasi totalità dei casi a Bari) non prevede
l’orario pieno.
Costo medio settimanale dei centri estivi in Italia – Orario pieno – V.%
10%
Riduzione
totale: 4,5%
Riduzione
tra i centri
applicano lo
Nessuna
riduzione: 42,1
Prevista una
riduzione
Riduzione 6-10%
Riduzione < 6%
Un ulteriore approfondimento riguarda la presenza del servizio di refezione, in
quanto l’assenza del pranzo all’interno del centro estivo rappresenta per i genitori non
soltanto un ulteriore costo economico, ma anche un impegno in termini di tempo.
All’interno del panel analizzato, ben il 42,1% dei centri estivi non include il pranzo nel
costo settimanale (rappresentando quindi un onere aggiuntivo per il genitore, che lo
deve portare da casa o deve pagare una quota extra). Il 57,9% dei centri intervistati che
prevede l’orario pieno garantisce invece il pranzo.
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La merenda (della mattina e/o del pomeriggio) viene infine inclusa soltanto nel 36,8%
dei casi mentre nel restante 63,2% del campione la merenda non è inserita come
opzione (frequentemente è stato suggerito di portare la merenda direttamente da casa),
non registrando significative differenze in termini di costi per quanto riguarda l’orario pieno
(140,20 euro risulta il costo dei centri estivi che includono la merenda a fronte di 140,66
euro per quelli che non la includono).
Centri estivi in base alla presenza del pranzo incluso (valori %)
Pranzo escluso
Pranzo incluso
Tabella 4 – Costo settimanale di un centro estivo che garantisce la merenda
Merenda
Italia
Costo orario pieno
€ 140,20
€ 140,66
€ 140,50
Costo orario ridotto
€ 104,50
€ 91,23
€ 95,80
Fonte: Elaborazioni e stime Eures 2023
I centri estivi convenzionati
Per quanto riguarda i centri estivi convenzionati, l’analisi diventa più complessa in
quanto ciascuna città analizzata presenta un bando con modalità di contribuzione
differente.
Il comune di Milano prevede infatti quote fissate in base alla fascia Isee a cui
appartiene il nucleo familiare. Sono previste 22 fasce Isee, e il costo addebitato alle
famiglie – a partire dalla fascia Isee superiore ai 3.000 € – è di 4,35 € ogni settimana, per
arrivare fino ad un massimo 105,85 € a settimana per le famiglie con un Isee superiore
ai 40.000 €. Comparando il costo medio di un centro estivo non convenzionato nella
stessa città (207,70 € a settimana), a quello sostenuto da una famiglia con un Isee
compreso tra i 26 e i 28.000 euro (ovvero la fascia in cui ricade il maggior numero di
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nuclei), pari a 67,50 euro a settimana, è possibile rilevare uno scarto di circa 150 euro,
che certamente rende più “sostenibile” la spesa. Anche in questo caso il problema
principale riguarda il numero di posti disponibili (i centri estivi accreditati dal comune di
Milano sono 32 nel 2023), che limita notevolmente la possibilità di accesso, sulla base di
un punteggio che attribuisce il massimo dei punti (pari a 10) alle famiglie in cui entrambi
i genitori lavorano.
Nel caso del comune di Bologna, invece, i centri estivi sono per la quasi totalità
convenzionati con il comune, ma rimangono centri privati, che fissano la loro fascia di
prezzo e i loro servizi autonomamente. Il comune di Bologna assicura un contributo pari
al massimo a 100,00 euro a settimana alle famiglie con un Isee inferiore ai 35.000 €, nel
caso in cui il bambino sia iscritto ad un centro estivo il cui costo è uguale o superiore a
100,00 €. Il contributo è uguale al costo dell’iscrizione nel caso in cui questo sia inferiore
a 100,00 €. Tale contributo è cumulabile fino ad un importo massimo di 300,00 €
(equivalenti ai costi per 3 settimane di centro estivo, comprendo quindi solo in parte il
fabbisogno delle famiglie).
Il comune di Roma prevede l’assegnazione dell’appalto a diversi centri estivi
distribuiti per municipi, che in diversi casi prevedono anche un servizio di navetta, il cui
prezzo medio è pari a 50,00 euro (a fronte dei 123,10 € mediamente rilevati nei centri
non convenzionati). Il numero esiguo dei centri estivi convenzionati e dei posti
disponibili rende tuttavia tale opzione appannaggio di poche famiglie.
Per quanto riguarda il Mezzogiorno, al di là della difficoltà nel reperire informazioni,
i centri estivi non risultano ancora operativi, né nel comune di Napoli (dove sul sito
istituzionale non risulta alcun riferimento a bandi pubblici) né nel comune di Bari, dove
il 22 giugno è stata pubblicata la Manifestazione di interesse all'iscrizione nel catalogo
comunale dei Centri Estivi della Città (con scadenza il 7 luglio), e dove pertanto si
presume che i centri estivi convenzionati saranno “operativi” non prima di metà luglio.
Sulla base del bando di Bari il contributo del comune sarà pari a € 75,00 a settimana per
ciascun posto bambino/adolescente convenzionato, fino ad un massimo di 8 settimane
e la soglia limite di € 600,00 per minore.
Dichiarazione di Anna Rea, Presidente Adoc Nazionale
I costi da sostenere per i centri estivi sono troppo alti e spesso
inaccessibili per la maggioranza dei genitori, così come troppo lungo è il
periodo di chiusura estiva delle scuole. Quella della chiusura scolastica e
di dove lasciare i propri figli è una problematica che ricade
esclusivamente sui genitori, ancora più grave per quei nuclei in cui
entrambi lavorano o sono senza la famiglia di origine, o dove il carico
pesa solo sulle madri. Non è possibile ipotizzare un sostegno a carico dei
nonni o per mancanza di una rete familiare o perché ancora legati al
mercato del lavoro a causa dell’allungamento della speranza di vita.
Le agevolazioni per le spese di iscrizione ai centri estivi sono poche e
insufficienti a coprire i costi da sostenere e il contributo riconosciuto si
basa sull’ISEE del nucleo familiare. Per ottenere le agevolazioni bisogna
avere un ISEE basso e per averlo o sei povero o sei un evasore. I limiti
della situazione economica sono eccessivamente rigidi, ci sono
moltissime famiglie in difficoltà, anche quelle con un reddito medio.
Un’altra problematica riguarda poi la mancanza di una continuità
formativa per bambini e ragazzi. Per l’Adoc bisognerebbe incentivare
servizi di quartiere, o a livello condominiale, soprattutto nei piccoli centri
sprovvisti di centri estivi, anche attraverso una sburocratizzazione che
però non sia a scapito della salute e della sicurezza dei bambini.
Se vogliamo incidere positivamente sulla natalità del nostro Paese
dobbiamo cominciare a mettere in campo misure a sostegno dei figli.
Misure economiche e sociali che siano strutturali e non episodiche. Una
di queste è sicuramente il sostegno per il periodo di chiusura estiva delle
scuole. Noi pensiamo che i costi non possano ricadere solo sulle famiglie
già gravate dall’inflazione che colpisce in particolar modo il carrello della
spesa, arrivato ora al 10,7%. Non dobbiamo avere una visione miope, ma
concretizzare misure a sostegno dei figli, servizi efficienti e investimenti
che siano a beneficio delle famiglie e dell’intera collettività.
Per il Presidente di Eures, Fabio Piacenti, bisogna ripensare alla città con
spazi dedicati ai minori, recuperando aree dismesse e inutilizzate per
creare servizi permanenti per i bambini e i ragazzi con aspetti positivi per
le famiglie e per le conseguenti prospettive occupazionali che si
verrebbero a creare.