
(AGENPARL) – gio 29 giugno 2023 OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
TUTTO COME PREVISTO:
TORNA L’ALLERTA SICCITA’ CHE STA INFIAMMANDO
PENISOLA IBERICA E NORDAFRICA
SE NE PARLERA’ ANCHE ALLA PROSSIMA ASSEMBLEA ANBI
FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI
“L’OBIETTIVO È L’EUROPA DELL’ACQUA”
Le riserve idriche dovrebbero essere sufficienti a soddisfare i fabbisogni idrici estivi, ma la fine delle
piogge ha visto, in soli 7 giorni, i livelli dei grandi laghi tornare sotto media e la portata del fiume Po
praticamente dimezzata: a dirlo è il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che
richiama l’attenzione su come, secondo il Joint Research Center, il 37,3% dei territori europei sia classificato
“arancione” (warning) ed il 10,2% sia addirittura in “zona rossa” (alert). La stragrande maggioranza di tali
aree si trova nella Penisola Iberica, che nei primi 6 mesi del 2023, per via del caldo anomalo e della scarsità
di piogge, ha subito un netto calo nei raccolti delle colture invernali ed ha visto ridursi drasticamente le aree
deputate alle colture estive. In Spagna, nel bacino del fiume Guadalquivir c’è il 23,8% dell’acqua
generalmente registrata, in quello della Guadiana si è al 31,9%, nel Guadalete-Barbate si tocca il 25,3%,
mentre in Catalogna si arriva al 25,6% (fonte: CNR Drought Observatory). L’ odierna situazione di Spagna e
Portogallo è nettamente peggiore del già drammatico 2022 ed anche nel nordafricano Maghreb, dove le
temperature sono di 2 gradi e mezzo più alte della norma, si sta affrontando la peggiore siccità stagionale
dei recenti decenni.
“Sarà proprio la necessità di far nascere un’Europa dell’acqua, il tema di uno dei panel di discussione,
previsti nella prima giornata dell’annuale Assemblea ANBI, in calendario a Roma per il 4 e 5 Luglio –
anticipa Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la
Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue – Per quanto riguarda l’Italia, i dati evidenziano un quadro di
sostanziale decrescita per la maggior parte dei corpi idrici; le piogge di Maggio ed inizio Giugno hanno
migliorato la condizione complessiva, ma non è certo il caso di lasciarsi andare ad un facile ottimismo
poichè, ancora una volta, solo una minima parte degli apporti d’acqua è stata immagazzinata.”
“Come prevedibile, andando verso i mesi più caldi, rischiamo di rimpiangere la grande massa d’acqua,
lasciata terminare inutilizzata in mare, senza considerare i gravi danni causati in molti territori – aggiunge
Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Di fronte alle conseguenze della crisi climatica non
possiamo che ribadire l’urgente necessità di avviare una strategia per dotare il Paese di infrastrutture
multifunzionali atte a gestire l’acqua, stoccandola quando arriva per utilizzarla nei momenti di bisogno. Il
Piano Laghetti proposto da ANBI e Coldiretti è a disposizione.”
Come detto, calano repentinamente i livelli dei principali bacini del Nord: lago Maggiore, -cm. 17; lago di
Como, -cm.28,3 e solo 51,8% di riempimento; lago di Garda, -cm. 4,5; lago d’Iseo, -cm. 24,5.
In Valle d’Aosta, a causa dello scioglimento delle ultime nevi, la portata della Dora Baltea torna a crescere,
favorita dal deciso innalzamento delle temperature (a 1500 metri le massime superano i 25 gradi e le
minime non scendono al di sotto dei 10°).
Un improvviso calo di portata si registra invece per tutti i fiumi piemontesi con Tanaro e Pesio addirittura
dimezzati. Va evidenziato che, pur decrescendo, l’Orco mantiene un flusso di oltre 18 metri cubi al secondo
quando, un anno fa, la portata di questo periodo era pari a mc/s 1,6!
In Lombardia torna a crescere il fiume Adda, così come il Mincio; in calo Oglio e Serio. Lo stato delle riserve
idriche nella regione, nonostante il deficit nivale (restano in altitudine 269 milioni di metri cubi di neve a
fronte di una media del periodo di Mmc. 441,6), si attesta a -13,3% sulla media ma, rispetto all’anno
scorso, il surplus è attorno al 235%.
La Liguria, indicata tra le zone di maggiore insufficienza idrica, i fiumi Argentina e Vara hanno portate in
calo, mentre Entella e Magra crescono.
In Veneto, il fiume Adige cala di quasi mezzo metro, attestandosi su una portata di circa 15 metri cubi al
secondo; si registrano decrescite anche per Livenza, Piave e Brenta, mentre stabile resta il Bacchiglione.
Tra i fiumi appenninici emiliani, l’Enza scende al di sotto dei minimi livelli di portata del periodo, mentre
la Secchia perde, in una settimana, ben il 46 % circa dell’acqua in alveo e torna nuovamente al di sotto
della media di Giugno; stabile è il Reno mentre la Trebbia, in controtendenza, risale al di sopra di livelli
medi. Migliora la condizione idrica degli invasi piacentini, pur rimanendo inferiore agli anni scorsi (ad
eccezione del 2022).
Un netto ridimensionamento si registra nelle portate del fiume Po, che si allontana dai livelli medi del
periodo fino ad arrivare, a Pontelagoscuro, al 36% della portata, facendo riaffiorare le “isole”, pur
presentando una condizione leggermente migliore del più recente biennio.
In Toscana a crescere sono i fiumi Serchio ed Arno, mentre calano Sieve ed Ombrone: tutti, comunque, sono
sotto media.
Anche nelle Marche i livelli dei fiumi sono decrescenti, ma nel complesso restano superiori a quelli del
recente passato; nei bacini delle dighe, nonostante la stagione irrigua sia in pieno svolgimento, i volumi
d’acqua stoccati sono abbondanti e poco al di sotto della capacità massima.
In Umbria il livello del lago Trasimeno è quasi 70 centimetri sotto la media storica ed è a soli 6 centimetri
dai valori registrati lo scorso anno; calano i fiumi Tevere e Chiascio, mentre la Nera è in crescita.
Nel Lazio torna ad abbassarsi il lago di Nemi (-3 centimetri); si riducono anche le portate dei fiumi Tevere
(sotto media), Fiora, Aniene, Liri e Sacco.
Seppur con livelli in calo, i fiumi della Campania godono di buona salute: su tutti spicca il Garigliano con
un’altezza idrometrica, superiore di oltre 60 centimetri alla media dell’ultimo quadriennio.
In Basilicata, nonostante il prelievo irriguo di quasi 9 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua in una settimana,
lo scarto idrico positivo sul 2022 si allarga ulteriormente fino a sfiorare gli 80 milioni di metri cubi.
Infine, un surplus ancora maggiore si continua a registrare in Puglia, dove i bacini a servizio del Tavoliere
trattengono oltre 85 milioni di metri cubi d’acqua in più rispetto all’anno scorso.