
(AGENPARL) – mar 27 giugno 2023 Giuseppe Galderisi, allenatore ed ex attaccante, è intervenuto a Radio Marte nel corso di Forza Napoli Sempre condotto da Gianluca Gifuni: “Spero che non mi tocchino Osimhen che nel campionato italiano mi diverte. Hojlund mi piace tantissimo. Certo il Napoli con De Laurentiis si muove benissimo, regali non ce ne sono, è uno di quei presidenti che si fa rispettare in tutto e per tutto e credo che Osimhen andrà via per una cifra alla quale non puoi dire di no. Secondo me De Laurentiis si sta guardando intorno e Hojlund è un giocatore dalla prospettiva incredibile, veramente forte. Il Napoli il prossimo anno ha un compito arduo. Vincere lo scudetto è difficile ma l’anno dopo è quello più difficile di tutti perché devi riconfermarti e consolidare quello che hai costruito. Quindi, anche se perde grandi campioni, il Napoli deve rinforzarsi e bene visto che il presidente ha detto di voler arrivare almeno in finale di Champions. Alzando non di poco l’asticella. Il Napoli del futuro potrebbe essere quello di Kvaratskhelia se andasse via Osimhen. Il georgiano ha fatto cose strepitose, ha cambiato tante partite, ha dato sempre un’altissima continuità nella qualità del gioco, nella dinamicità ma alla fine ci vuole chi fa i 25-30 gol per vincere. Al di là dei gol che ha segnato, Osimhen fa reparto da solo, è devastante. Infatti, nel periodo in cui il Napoli lo ha perso è venuto meno il suo peso lì davanti, dove si era fatto sentire. 14 gol e 17 assist sono cifre importanti per Kvara. Sono numeri che mettono in mostra oltre la concretezza anche la bellezza. Il Napoli lo scorso anno lo guardavi perché ti divertivi, giocava un bel calcio. Ha divertito nel modo di esprimersi, nel palleggio, con i singoli giocatori. Devastanti e divertenti. Credo che Garcia si sia preso una bella gatta da pelare perché sostituire Spalletti ora non è facile e dunque chiunque avrebbe avuto gli stessi problemi. Garcia ha già avuto a che fare con il calcio italiano, sa gestire ambienti come Roma, sicuramente non facile. Credo che all’inizio non cambierà tutto. Pian piano sicuramente ci metterà del suo. Insomma, non saprei fare un paragone tra i due ma il 4-3-3 è quello. Quando ho allenato in Portogallo tutti giocavano col 4-3-3 ma era finto. Perché secondo me le catene esterne sono fondamentali nell’attaccare gli spazi, nel trovare l’ampiezza, nel creare la superiorità numerica sugli esterni. Secondo me, però, i giocatori che possono fare la differenza sono gli interni di centrocampo. Perché se hai giocatori dinamici e aggressivi è una cosa, ma se li hai dinamici e di qualità è diverso. Perché mettendo uno o due giocatori sotto la punta hai 5 giocatori davanti che a loro volta hanno la possibilità di giocare tra le linee, di giocare sulla profondità dell’attaccante – che anche nello spazio limitato riesce a trovare quei 10 m per attaccare la palla – e sugli esterni hai l’ampiezza che serve. Poi devi avere un giocatore davanti ai due centrali che sappia girare con qualità e velocità di pensiero la palla. E allora ti trovi sempre una superiorità numerica. Io credo che i due giocatori in mezzo al campo che sanno attaccare l’area o giocare tra le linee in base alle loro qualità danno i tempi di gioco col centrocampista basso per arrivare dove vogliono, o ampiezza o profondità tra le linee. Oltre i rigori bisogna avere in squadra chi tira punizioni, calci d’angolo, punizioni laterali, che possono diventare devastanti non tanto se prepari gli schemi ma se gli schemi vengono esaltati da chi calcia”
Enzo Bucchioni, giornalista, è intervenuto a Radio Marte nel corso di Forza Napoli Sempre condotto da Gianluca Gifuni: “Pur perdendo Kim e Osimhen il Napoli potrebbe rimanere competitivo perché c’è un telaio di gioco collaudato. Bisogna considerare anche il cambio dell’allenatore. Quindi ci sono cose che ti fanno dire che il Napoli potrebbe restare competitivo e però qualche dubbio rimane. Non a caso Osimhen è forse il secondo in Europa, non a caso si parla di 150-180 mln, o alla pari con Haaland. Un altro di quelli di cui si parla è Hojlund dell’Atalanta, un ragazzo che ha stoffa, qualità. David costa moltissimo, Beto forse assomiglia di più a Osimhen, come movenze, come modo di attaccare la porta ma c’è una bella differenza. Magari a Napoli, in un contesto di gioco si esalta come successe a Osimhen che poi è migliorato tantissimo. Scalvini piace a tutti però Kim ha fatto un campionato devastante. Su Lopez dico che è troppo simile a Lobotka, quindi, potrebbe essere meglio Koopmeiners, più duttile, più fisico. Dunque, gli interrogativi su che Napoli sarà ce li dobbiamo portare dietro. Primo perché ha raggiunto livelli di calcio altissimi, ha vinto lo scudetto dopo 33 anni e quindi il gruppo potrebbe avere “la pancia piena”; combatterebbe per la Champions, ha ancora voglia dentro? Dovremmo anche mettere in conto che questo stesso gruppo potrebbe attraversare un momento di rilassatezza. I dubbi ci sono anche perché quando da un meccanismo così perfetto ci togli l’allenatore o altre pedine fondamentali non sai se il meccanismo funzionerà lo stesso. Nel mio libro (“LucianoSpallettiil vincente. Storie, segreti e colpidigeniodiun allenatore controcorrente”)ho descritto Spalletti come personaggio che ha fatto il calcio negli ultimi 30 anni. In certi momenti anche sottovalutato. Sintetizzando posso dire che ha vissuto una vita per il calcio, da quando era bambino, da quando giocava negli allievi della Fiorentina, poi ha fatto una trafila lunghissima, l’allenatore delle giovanili, l’allenatore dell’Empoli dalla serie C alla serie A con una galoppata straordinaria, poi l’Udinese. Spalletti, forse anche per colpa sua, non si è mai posto, dal punto di vista mediatico, nel modo giusto. Ha raggiunto l’apice con il Napoli, il suo capolavoro, a 64 anni. Tante le situazioni favorevoli anche in Russia dove ha vinto 4 titoli e non è mai facile per gli allenatori italiani. L’ho descritto anche come persona dai grandi valori, la terra, gli amici d’infanzia che ancora sono quelli di oggi. Tutti valori di un uomo che si definisce contadino, cioè attaccato alla terra, alle origini, alle radici che ha sviluppato tutta la sua vita attorno a un campo di calcio, all’idea di fare calcio che si è esaltata a Napoli”.
Il giornalistaAntonio Giordano, firma del Corriere dello Sport, è intervenuto nel corso della trasmissioneMarte Sport Live, condotta da Dario Sarnataro, in onda suRadio Marte:“Nuovi arrivi per il centrocampo azzurro? Credo arriveranno due acquisti in mediana, considerando l’addio di Ndombele e Demme. Il Napoli in quella zona del campo ha tanta qualità, serve un po’ di fisicità. Lucas Tousart, di cui si sta parlando in queste ore, potrebbe fare al caso del Napoli ma il mercato quest’anno è difficilmente prevedibile, ancor più rispetto alle scorse stagioni: Resistono i dubbi per Lozano e Zielinski, si è alla ricerca del sostituto di Kim; insomma, ci sono diverse situazioni da definire.Demme vorrebbe trovare spazio, e con Lobotka davanti è difficilissimo. Rodri Sanchez è un giocatore di qualità, si avvicina a Zielinski: giocatore di posizione e di piede, anche se il polacco ha una duttilità enorme, che lo ha portato a coprire diversi ruoli.Credo che gli sviluppi concreti in relazione alla trattativa per il rinnovo del contratto del polacco si avranno a partire dal ritiro di Dimaro. Koopmeiners può ricoprire diversi ruoli, sarebbe un giocatore utile alla causa del Napoli.Futuro Osimhen? Non sarei così sicuro del suo addio, ma in caso di cessione, De Laurentiis comprerà un sostituto: non resterà con i soli Raspadori e Simeone. Credo il prezzo giusto per il nigeriano sia 150 milioni.Giuntoli? Credo la risposta arriverà entro il 30 giugno, giorno in cui scadrà la penultima annualità del contratto che lo lega al Napoli.
L’Arabia minaccia per il calcio europeo? L’affare Koulibaly dimostra che dispongono di cifre impressionanti, certo si potrebbero aprire nuovi scenari”
Alessandro Monfrecola,intermediario esperto di calcio sudamericano, è intervenutonel corso della trasmissioneMarte Sport Live,condotta da Dario Sarnataro, in onda suRadio Marte:“Futuro Lozano? Ci sono ampie possibilità che vada via da Napoli. La pista messicana non mi sembra percorribile in quanto i club, il Chivas ad esempio ma anche altri, non possono garantire il pagamento dei 25 milioni circa del cartellino. Anche l’Arabia non mi pare ipotesi concreta, perché Lozano non vuole uscire dai radar della Nazionale messicana, visto che il Messico ospiterà i Mondiali tra tre anni. Credo andrà in altri mercati, come la Spagna o la Premier se arriveranno offerte. Più difficile trovare erede di Kim o riuscire a trattenere Osimhen? De Laurentiis ha dichiarato l’incredibilità del nigeriano, a patto che non arrivi un’offerta irrinunciabile. È una situazione invidiabile per il presidente azzurro, che può gestire al meglio la situazione.Eredi di Kim dal calcio messicano? Al momento no, oggi ci sono buoni difensori in Messico ma non al livello del sudcoreano. Gli ultimi forti sono stati Rafa Marquez e Moreno”.
Beppe Incocciati, allenatore ed ex calciatore del Napoli, è intervenuto nel corso della trasmissioneMarte Sport Live, condotta da Dario Sarnataro, in onda suRadio Marte:
“La forza contrattuale di un calciatore dipende molto dalle richieste e dagli sviluppi che ne conseguono. Osimhen è al centro dell’attenzione delle big, e non deve stupire date le sue qualità. Il Napoli, per mantenersi in alto in Italia ed Europa, non dovrebbe smantellare la squadra. Futuro Giuntoli? Ha assicurato una grande crescita al Napoli, offrendo la sua corposa esperienza al club. Ora ci sono diversi nodi da sciogliere: l’erede di Kim, il DS, la questione Osimhen. Il Napoli vuole restare competitivo anche in Champions, come ha dichiarato più volte De Laurentiis: occorre mantenere una struttura forte e all’altezza degli obiettivi azzurri.L’ingresso di nuovi mercati nel calcio europeo? Occorre una strategia per evitare il deflusso di talenti dal calcio italiano: l’Arabia sta prendendo anche dalla Premier numerosi talenti – vedi Chelsea – e il calcio italiano in particolare ed europeo in generale dovrebbe trovare una soluzione per blindare i talenti ed arginare il fenomeno. Garcia? È un allenatore di carisma ed esperienza, soprattutto internazionale, conosce il nostro calcio. Eredita una squadra che da un lato lo favorisce, perché i calciatori hanno conoscenze solide e si conoscono già bene e dall’altro avrà il dovere di migliorarli e non sarà facile. In quanto a carisma e conoscenza calcistica ci siamo, il campo dirà se le cose andranno bene, Io me lo auguro, naturalmente”.