
[lid] – La Tunisia respinge la dichiarazione del capo dei diritti delle Nazioni Unite.
Il capo dei diritti umani delle Nazioni Unite Volker Turk ha espresso preoccupazione per la regressione della Tunisia nel campo dei diritti umani.
“È preoccupante vedere la Tunisia, un paese che un tempo nutriva così tante speranze, regredire e perdere le conquiste in materia di diritti umani dell’ultimo decennio”, ha affermato Turk in una nota.
“Si sta usando una legislazione vaga per criminalizzare il giornalismo indipendente e soffocare le critiche alle autorità”, ha detto, invitando il Paese nordafricano a “cambiare rotta”.
Il capo dei diritti delle Nazioni Unite ha affermato che le autorità tunisine hanno utilizzato la legislazione sulla sicurezza e l’antiterrorismo e un decreto presidenziale sui crimini informatici per arrestare e condannare sei giornalisti per aver diffuso notizie false.
“La repressione all’inizio di quest’anno contro giudici, politici, leader sindacali, uomini d’affari e attori della società civile si è ora estesa ai giornalisti indipendenti, che vengono sempre più molestati e impediti di svolgere il proprio lavoro”, ha affermato Turk.
“Mettere a tacere le voci dei giornalisti, in uno sforzo concertato, mina il ruolo cruciale dei media indipendenti, con un effetto corrosivo sulla società nel suo insieme”, ha avvertito.
Turk ha poi invitato le autorità tunisine a “rispettare gli standard del giusto processo e del processo equo in tutti i procedimenti giudiziari, cessare di processare i civili davanti ai tribunali militari e rilasciare tutti coloro che sono stati arbitrariamente detenuti”.
Il ministero degli Esteri tunisino, da parte sua, ha respinto la dichiarazione del capo dei diritti delle Nazioni Unite e ha chiesto obiettività prima di assumere “posizioni irrealistiche”.
“La Tunisia ribadisce che la libertà di opinione e di espressione è garantita dalla costituzione e sancita dalla realtà”, si legge in una nota del ministero.
Il ministero ha affermato che gli arresti citati dal capo dei diritti delle Nazioni Unite “si basavano su atti criminalizzati dalla legge tunisina e non hanno nulla a che fare con l’esercizio della libertà di opinione e di espressione”.
Il ministero ha invitato i partner tunisini e tutte le parti “a rispettare la volontà e le scelte del popolo tunisino e le sue aspirazioni alla riforma e alla giustizia”.
Giovedì, un tribunale tunisino ha ordinato il rilascio del giornalista Ziad El-Hani, due giorni dopo il suo arresto in attesa di indagini sulle accuse di crimini informatici.
A febbraio, le autorità tunisine hanno lanciato un’ampia campagna di arresti contro i critici del presidente Kais Saied, accusandoli di far parte di una cospirazione contro la sicurezza dello Stato.
La Tunisia è alle prese con una profonda crisi politica che ha aggravato le condizioni economiche del Paese dal 2021, quando Saied ha estromesso il governo e sciolto il parlamento. Da allora, Saied ha indetto un referendum per redigere una nuova costituzione lo scorso luglio e le elezioni parlamentari a dicembre.
Mentre il leader tunisino insiste sul fatto che le sue misure avevano lo scopo di “salvare” il Paese, i critici lo hanno accusato di aver orchestrato un colpo di stato.