
(AGENPARL) – gio 22 giugno 2023 SINODO PISTOIA, SABATO 24 TERMINA LA PRIMA SESSIONE
CON LA MESSA NELLA CATTEDRALE DI SAN ZENO
RACCOLTE LE PROPOSIZIONI DEI 400 SINODALI
Si conclude dopo 3 mesi la prima sessione di lavoro delle assemblee
Inserite nel testo consegnato al Vescovo Tardelli
le proposizioni approvate nell’assemblea generale conclusiva del 15 e 20 giugno
Con la concelebrazione eucaristica del 24 giugno – alle ore 21 nella Cattedrale di San Zeno, che vedrà la partecipazione dei 400 sinodali e delle istituzioni locali – termina una prima fase intensa del XX Sinodo della Chiesa di Pistoia, il primo dopo oltre 85 anni, caratterizzato dai lavori delle assemblee sinodali che hanno generato le proposizioni raccolte nell’Instrumentum Laboris consegnato al Vescovo di Pistoia, Monsignor Fausto Tardelli.
Sabato prossimo si vedrà, come da Regolamento, «esaurito il compito consultivo dell’Assemblea nella prima sessione del Sinodo, questa, tramite la Segreteria, consegna al Vescovo le ‘proposizioni’ approvate dall’Assemblea unitamente al verbale delle votazioni. Il Vescovo accoglierà quanto gli è consegnato e, in quanto unico legislatore, redigerà le conclusioni sinodali che saranno poi la base dei lavori della seconda sessione del Sinodo».
Il testo consegnato è stato approvato negli scorsi giorni – il 15 e 20 giugno – dall’assemblea generale, celebrate nell’aula liturgica di Valdibrana. «Il Sinodo non è un luogo dove si difendono le proprie idee o iniziative, né il luogo in cui si viene a far prevalere il proprio pensiero, ma l’assise in cui ci si propone di ricercare la volontà di Dio – sottolinea il Vicario Generale della Diocesi di Pistoia, don Cristiano D’Angelo – In coscienza, ognuno è stato chiamato a scegliere quella che gli sembra l’indicazione dello Spirito; “sembra” perché da solo nessuno è depositario della verità. Abbiamo avuto degli argini precisi per orientarci nella votazione: la Tradizione e il Vangelo, punti fermi imprescindibili che ci fanno essere più di una “democrazia”, una “super” democrazia».
«Non produciamo infatti un trattato di teologia – sottolinea il Vicario – un documento dogmatico, una summa pastorale e teologica, né una legge, ma un orientamento con degli orizzonti di fondo per aiutare il Vescovo nel suo lavoro di discernimento. Il testo è importante, proprio perché frutto del lavoro comune; ma non dobbiamo aspettarci che esso rifletta tutte le questioni della vita della Chiesa, né che sia espressione dell'opinione di uno o di un altro».
Soltanto al termine della seconda sessione, prevista nel 2024, il Vescovo redigerà il libro del Sinodo (Liber sinodalis).