
[lid] ARCANGELO PRETE, Presidente AIEOP – Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica, Direttore SSD Oncoematologia Pediatrica IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S. Orsola Malpighi.
I tumori ematologi pediatrici sono numerosi. Può fare un inquadramento di quali sono e quanti sono i pazienti coinvolti?
Nel programma delle patologie onco-ematologiche pediatriche sono circa 60 gli istotipi e di questi circa il 41% sono ematologici, questo spiega la complessità diagnostica e anche prognostica. I più frequenti sono le leucemie acute, linfoidi e mieloidi, i linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin e nell’ambito dei tumori solidi quelli cerebrali e i sarcomi. In Italia i bambini colpiti nella fascia 0-14 anni sono circa 1.400 all’anno a cui si aggiungono circa 900 casi nella fascia 15-19 anni.
La ricerca ha fatto passi da gigante e sempre più spesso la malattia è curabile e guaribile, ci può spiegare quali sono le terapie maggiormente efficaci e per quale tipo di tumore. Inoltre, quali sono le terapie in arrivo che mostrano di essere più promettenti?
I risultati clinici migliori in questi pazienti si verificano nella patologia linfomatosa, linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin. Per i linfomi di Hodgkin arriviamo a percentuali di guarigione che superano il 90% e per alcuni istotipi si avvicinano al 100%, questo soprattutto per i linfomi di Hodgkin stadio 1 gruppo 1, la cui possibilità di guarigione, secondo gli ultimi protocolli, arriva al 98%. Seguono le leucemie linfoidi, la cui percentuale di guarigione supera ormai l’80%. I maggiori risultati si ottengono con l’immunoterapia sia liquida sia cellulare grazie a nuove molecole target verso antigeni tumore associati di superficie della cellula neoplastica, e con l’immunoterapia cellulare, le Car-T cells, di cui si stanno producendo diverse varianti rispetto a quelle di partenza. In un lasso di tempo piuttosto breve sono stati fatti grandi passi avanti. In pediatria, ad oggi, le Car-T cells sono indicate per la leucemia linfoblastica acuta dopo il fallimento della terapia di prima linea. Nei protocolli di ricerca clinica vengono utilizzate anche in bambini piccoli. In linea generale, l’immunoterapia si sta mostrando essere il percorso più virtuoso perché offre la possibilità di trattare bambini che prima non avevano altre opzioni terapeutiche o ne avevano molto poche. Inoltre, poiché sono terapie target, gli effetti collaterali sono molto ridotti e questo a molto importante visto che davanti a loro ci possono essere anche molti anni di vita.
AIEOP opera da quasi 50 anni e promuove la collaborazione scientifica e clinica tra chi è impegnato in ematologia ed oncologia pediatrica. Ci può spiegare come si sviluppa e in come opera il sodalizio con AIL in Italia?
Il sodalizio tra AIEOP e AIL è di lunghissima data e si è sviluppato nel tempo. In questo momento storico la concertazione, il consorzio e la centralizzazione sono dei percorsi virtuosi e più efficienti. Oggi, non è più possibile che un centro, per quanto grande, organizzato e che dispone di finanziamenti adeguati possa occuparsi di tutto quello che riguarda i modelli di sviluppo in oncologia sia pediatrica sia nell’adulto. La ragione è semplice: non riesce ad averne la forza. Al contrario, potrebbe essere vincente il modello centralizzato che abbiamo messo in atto, già da alcuni anni, in AIEOP. Questo consiste nell’ individuare un determinato numero di centri sul territorio nazionale e ognuno di questi si occupa di sviluppare una ricerca clinica nel contesto di una singola patologia e condividere i risultati con tutti gli altri centri aderenti. Questo modello consente di risparmiare e di gestire meglio i fondi per la ricerca e di avere un coordinamento maggiore e migliore a beneficio dei pazienti. In questo modo il bambino che si ammala a Palermo può vedere applicati gli stessi protocolli usati a Milano, Verona, Roma ecc. Sono 49 i centri AIEOP, almeno uno per regione tranne che Val D’Aosta e Molise che afferiscono rispettivamente ai centri di Torino e San Giovanni Rotondo. Inoltre, abbiamo una rete di laboratori centralizzati per i campionamenti e per le analisi molecolari per le diverse patologie, ad esempio Padova e Monza per le leucemie acute e Genova per il neuroblastoma. Per l’assistenza e il supporto alle famiglie ogni centro AIEOP, attraverso le reti locali, può mettere a disposizione case alloggio e altri servizi. Con AIL collaboriamo perché parliamo delle stesse patologie e condividiamo i risultati della ricerca scientifica che possono essere utili all’adulto e in età pediatrica, tenendo sempre presente che il bambino non è un piccolo adulto.