
(AGENPARL) – lun 19 giugno 2023 **Acqua, prima conferenza regionale, la Toscana programma il futuro**
/Scritto da Lorenza Berengo, lunedì 19 giugno 2023 alle 13:55/
Tutelare l'acqua e tutelarci dall'acqua. E' il tema dei temi, più attuale
che mai, una priorità a cui la Regione ha dedicato al Teatro de La
Compagnia la 1 Conferenza toscana: l'avvio di una stagione di
pianificazione che consegnerà ai cittadini il nuovo Piano di tutela
dell'acqua e quello della Transizione ecologica.
I mille volti ed usi della risorsa idrica sono al centro della giornata
organizzata dalla Regione Toscana in collaborazione con Fondazione Ewa –
Earth and Water Agenda, Autorità di bacino distrettuale Appennino
centrale, Autorità di bacino distrettuale Appenino settentrionale,
Autorità di bacino distrettuale fiume Po, Autorità idrica toscana (Ait),
Associazione nazionale bonifiche irrigazione (Anbi), Associazione nazionale
Comuni italiani (Anci), Agenzia per la protezione ambientale Toscana
(Arpat), Confservizi Cispel Toscana, Consorzio Lamma e Unione Province
d'Italia (Upi) che si è svolta oggi a Firenze. Un parterre in grado di
offrire un quadro ragionato e autorevole su come migliorare la gestione
dell'oro blu in Toscana. I lavori a sono stati aperti dal presidente della
regione Eugenio Giani seguito dal presidente del Consiglio regionale
Antonio Mazzeo e dalla vice presidente e assessora all'agricoltura Stefania
Saccardi.
A moderare l'evento Erasmo d'Angelis, che ha condotto i lavori articolati
in tavoli tematici e introdotto il video messaggio del ministro Pichetto
Fratin. Sono intervenuti il presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni,
Gianni Lorenzetti, presidente di Upi Toscana, il direttore del Dipartimento
nazionale di Protezione Civile Fabrizio Curcio, l'assessora all'ambiente
Monia Monni promotrice dell'iniziativa la Direttrice generale di Ispra
Maria Siclari e Alessandra Petrucci Rettrice dell'Università di Firenze,
la Coordinatrice del World Water Assessment Programme (Wwap) dell'Unesco,
Michela Miletto.
“I cambiamenti climatici- ha dichiarato il presidente Giani in apertura
dei lavori- sono sotto gli occhi di tutti e in Toscana li abbiamo
affrontati con forza e determinazione, mettendo in campo una serie di
proposte che oggi sono confermate”. Il presidente ricorda gli episodi
dell'estate scorsa: “I primi giorni di agosto dichiaro lo stato di
emergenza per siccità e incendi – a Massarosa, Camaiore, Maremma, con
ettari di bosco andati distrutti -, con la necessità di attingere acqua
dai laghetti per far fronte agli incendi con i canadaier; dopo ferragosto
dichiaro lo stato di emergenza per la bomba d'acqua che ha colpito tutta la
costa e devastato il territorio al di qua e al di là delle Apuane. La
situazione è questa, da un giorno all'altro si passa dalla siccità alla
bomba d'acqua”. E', appunto, il segno dei cambiamenti climatici: “I
fiumi debbono avere casse di espansione e in Toscana siamo al primo posto
in Italia: dal lago di Bilanciano, al Roffia, con 5 milioni di metri cubi
d'acqua; poi c'è quello che stiamo facendo a Pizziconi e Restoni nell'area
di Figline Incisa, e contemporaneamente quello che stiamo pensando nella
Val di Cecina e studiando con piano di fattibilità a San Piero In
Campo”.
Durante la mattinata sono sono stati presentati anche i risultati dei
tavoli tematici (svolti fra il 12 e il 15 giugno): tra i temi trattati
l'agricoltura, il ruolo dei Consorzi di bonifica, il servizio idrico
integrato, la tutela della risorsa, i cambiamenti climatici e i corpi
idrici in Toscana, la prevenzione e il sistema regionale di Protezione
civile.
“Dopo due anni molto impegnativi in cui le emergenze si sono succedute
l'una all'altra, ho voluto fortemente organizzare un momento di confronto
sull'acqua con enti, istituzioni, cittadine e cittadini – ha detto Monni -.
I tavoli tematici che si sono svolti nelle scorse settimane sono stati
molto partecipati e hanno offerto spunti importanti per la redazione del
Piano della transizione ecologica e del Piano per la tutela dell'acqua.
L'obiettivo è una pianificazione moderna, contemporanea che tenga conto
del tempo che viviamo caratterizzato dalla crisi climatica. Oggi
affrontiamo fenomeni che sono facce della stessa medaglia: piogge forti,
localizzate, sempre più intense, meno prevedibili che si alternano a
periodi di grande siccità. Il tema è quello di tutelare l'acqua e
tutelarci dall'acqua; lavorare alla resilienza dei nostri territori.
Investiamo ogni anno 100 milioni in manutenzione e altrettanti in nuove
opere. Abbiamo cantieri aperti per quasi 500milioni contro il dissesto
idrogeologico. Ma bisogna lavorare anche sulla causa dei cambiamenti
climatici e quindi fare una campagna di lotta e di riduzione delle
emissioni climalteranti che passa soprattutto dalla conversione verso le
energie rinnovabili.
Sul tema della siccità la Toscana, con un lavoro corale, ha presentato al
governo un piano da 800 milioni di opere pronte ad essere cantierabili e
che ci permetterebbero di mettere ancora più in salvaguardia una risorsa
fondamentale per la nostra comunità toscana. Confidiamo che il Governo dia
seguito agli annunci con un impegno altrettanto concerto”.
Gestire acqua non significa solo difendere il territorio dal dissesto
idrogeologico e idraulico. L'agricoltura lo scorso anno, precisa
l'assessora al ramo Stefania Saccardi “ha scontato moltissimi problemi e
conseguenze anche sotto il profilo della concorrenza che c'è da altre
parti del mondo. Un tempo sarebbe stato inimmaginabile irrigare colture
come vite e ulivo, oggi invece, se non pensiamo a un'irrigazione anche di
queste colture, rischiamo di non avere una produzione che di qualità che
normalmente questa regione e che della Toscana è il punto di forza”.
“E oggi lo scopo è ritrovare e recuperare i tanti laghetti esistenti e
lavorare sulla semplificazione amministrativa per realizzarne altri”.
“In assenza di grandi infrastrutture dobbiamo spingere per la
realizzazione di piccoli invasi anche aziendali che consentano fare tesoro
dell'acqua – continua l'assessora -; ma senza una forte semplificazione di
tipo amministrativo, molte delle risorse che abbiamo messo nel Psr
sull'idrico aziendale, quasi 8 milioni, rischiano di rimanere sulla
carta”. Operativamente si tratta di “riaprire i termini per denunciare
i laghetti esistenti, il Lamma anni fa ne aveva censiti circa 16mila; fare
un accordo con i consorzi di bonifica per capire se il pubblico si può far
carico anche della gestione dei piccoli laghetti privati e soprattutto
introdurre norme che consentano alle imprese agricole di realizzarli, così
da non andare ad attingere all'acqua delle falde del sottosuolo attraverso
i pozzi”. Il problema, conclude Saccardi, sono “una quantità di lacci
e lacciuoli, e di autorizzazioni – e non penso solo da parte della Regione
– che rendono complicato fare gli invasi anche avendo risorse e la volontà
di farli”.
Piano di tutela dell'acqua e Piano della transizione ecologica
La Regione Toscana ha investito e tuttora investe nello studio e nella
rilevazione dei dati relativi ai vari segmenti del ciclo idrologico: le
piogge, le portate dei fiumi e delle sorgenti, i livelli delle falde, la
chimica e la biologia delle acque e degli ambienti acquatici, fabbisogni
per i vari usi dell'acqua, attuali e futuri.
La costituzione di grandi riserve e di infrastrutture per il trasporto e la
distribuzione di acqua sul territorio sicuramente costituiscono la
soluzione più definitiva, ma realizzabile nel lungo periodo.
Nel breve e nel medio periodo invece le strategie vincenti sono
rappresentate dall'introduzione nel ciclo idrologico di risorse non
convenzionali, come le acque reflue affinate e le acque marine trattate (in
parziale alternativa dell'acqua prelevata da falde e sorgenti) e dalla
messa in campo di soluzioni progettuali tecnologicamente avanzate. In
Toscana abbiamo centri di eccellenza, sia universitari che aziendali, e
questo è un dato di fatto che interessa anche il sistema della ricerca
scientifica.
Piano di Tutela dell'Acqua (PTA)
Il PTA è un piano regionale che parte dall'Europa, è disciplinato dal
D.Lgs.152/2006 e rappresenta lo strumento per il raggiungimento degli
obiettivi di qualità dei corpi idrici fissati nei Piani di Gestione delle
Acque (PGA) dei tre distretti idrografici dell'Appenino Settentrionale,
Centrale e del Fiume Po in cui la Toscana è ricompresa; i PGA sono
previsti dalla direttiva 2000/60 che istituisce il "Quadro per l'azione
comunitaria in materia di acque “, attualmente siamo al III ciclo di
pianificazione 2021-2027.
Il PTA tra le altre misure in tema di depurazione approvvigionamento e
stoccaggio, incentiva gli interventi di ricarica delle falde, il riuso, il
riciclo, gli interventi di riqualificazione fluviale, la realizzazione di
ecosistemi filtro e altri sistemi di depurazione naturale, gli stoccaggi e
drenaggi urbani, considerandoli parte importante di una strategia vincente
per migliorare la qualità e la quantità delle acque, e quindi il
raggiungimento degli obiettivi prefissati, promuovendo la collaborazione
dei vari enti che amministrano le comunità e che operano sul territorio.
Più in generale, il PTA promuove la tutela delle acque e la corretta
gestione delle risorse idriche toscane collegando e rendendo tra loro
coerenti le politiche, le pianificazioni e le programmazioni regionali e
fornendo un quadro conoscitivo coordinato essenziale per facilitare
l'azione amministrativa regionale in materia di autorizzazioni, concessioni
e pareri sul tema acqua.
Il piano è la cornice dove costruire le strategie per affrontare i
cambiamenti climatici in atto incluse le periodiche e ricorrenti crisi
idriche, tendenti a divenire strutturali e che investono tutte le
componenti sociali e produttive della nostra regione.
Gli strumenti che il PTA può mettere in campo per raggiungere tali
obiettivi sono:
a) le disposizioni attuative, rivolte ai singoli soggetti competenti,
misure di tutela quali-quantitativa e gestione dei prelievi, di risparmio
idrico, riciclo e riuso della risorsa, misure di adattamento agli effetti
del cambiamento climatico;
b) l'adeguamento alle previsioni del PTA, da parte dell'AIT, del piano dei
gestori del SII;
c) il coordinamento operativo con le azioni del Piano di Sviluppo Rurale
(PSR), specialmente riguardo all'irrigazione ed all'uso sostenibile di
fitofarmaci e fertilizzanti;
d) il coordinamento con la programmazione regionale in materia di bonifiche
con particolare riferimento al ripristino ambientale delle aree ad
inquinamento diffuso;
e) l'adeguamento alle previsioni del PTA degli strumenti urbanistici degli
Enti locali.
f) le procedure negoziate come gli accordi di programma;
g) le direttive e gli indirizzi tecnici, della Giunta Regionale, per
materie e/o settori o per ambiti territoriali riguardo la tutela delle
acque e la corretta gestione delle risorse idriche;
h) la promozione e il sostegno ai Contratti di Fiume, di lago e di falda,
che si configurano come la fabbrica ideale per i territori di proposte
strutturate e condivise che perseguono l'approccio integrato “difesa
delle acque e difesa dalle acque”.
Piano della Transizione Ecologica (PRTE)
La sfida dei cambiamenti climatici e della transizione ecologica richiede
una Pubblica Amministrazione che sia in grado di dare risposte complessive,
non più settoriali, ma integrate e convergenti verso un unico obiettivo
comune. Con questo scopo è stata recentemente approvata in Consiglio
Regionale la legge n.35/20222 che ha istituito il Piano regionale per la
transizione ecologica (PRTE).
La finalità è proprio quella di definire un unico quadro programmatico
aggiornato agli obiettivi di livello internazionale e proporre politiche
volte sia alla riduzione delle emissioni e all'incremento delle energie
rinnovabili che alla promozione di azioni di adattamento ai cambiamenti
climatici già (palesemente) in atto (come ad esempio la tutela della
biodiversità e della risorsa idrica).
Il PRTE intende divenire uno strumento programmatico strategico coordinato
con Agenda 2030, con il Piano Nazionale della Transizione Ecologica e con
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La redazione del Piano è già stata avviata ed a breve sarà presentata
l'Informativa preliminare, il primo momento formale che aprirà una fase di
partecipazione con tutti i cittadini toscani, poiché il cambiamento passa
anche e soprattutto dalla loro condivisione degli obiettivi.
Allo stesso tempo la legge ha istituito un “Comitato Scientifico per la
transizione ecologica della regione Toscana” che svolgerà una funzione
propulsiva e consultiva rispetto alle fasi di programmazione, attuazione, e
monitoraggio del Piano.
Sarà l'occasione per associare all'azione amministrativa la competenza del
mondo della ricerca e dello sviluppo tecnologico, con il coinvolgimento
delle nostre Università e dei Centri di ricerca toscani.
La Toscana si è data l'obiettivo di trasformarsi in una regione circolare,
carbon neutral, resiliente ai cambiamenti climatici, il PRTE e il PTA
potranno rappresentare gli strumenti principali in cui veicolare questo
cambiamento.