
[lid] Collage foto rovo di libri, Amburgo 1933 (fonte hamburger Staatsarchiv con copertine dei due libri).
Mercoledì 28 giugno 2023, alle ore 19:00, l’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo in collaborazione con la Biblioteca di Stato e la Fondazione Pietro Nenni, organizza una serata di letture di alcuni dei brani più significativi tratti dai due libri “20 anni di fascismo” di Pietro Nenni e “Memorie di un barbiere” di Giovanni Germanetto, bruciati nel rogo del 1933.
Le letture in lingua tedesca saranno lette dall’attrice Annalena Schmidt, mentre quelle in lingua italiana, dalla direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo, Francesca Fazion. L’incontro si svolgerà in lingua italiana con una traduzione consecutiva in tedesco curata dal dott. Tommaso Speccher, Socio fondatore di “Berlincolor”, insegnante di filosofia, storia e letteratura , guida ufficiale di importanti istituzioni della città di Berlino come il Museo Ebraico, la Casa della Conferenza di Wannsee o la Topografia del Terrore.
Dopo il fragoroso successo nazista alle elezioni di marzo 1933, in cui Adolf Hitler venne nominato Cancelliere, in tutta la Germania si verificarono i “Bücherverbrennungen” (“roghi di libri”), promossi dall’Associazione Nazionalsocialista degli Studenti Tedeschi e coordinati dal ministero della propaganda. Nei roghi furono bruciati tutti i libri non corrispondenti all’ideologia del Terzo Reich: gli episodi avviarono di fatto la censura di Stato. Il primo si tenne a Dresda l’8 marzo. Seguirono poi Braunschweig, Würzburg, Kaiserslautern, Lipsia, Düsseldorf, Monaco di Baviera, Coburgo.

Il più grande rogo fu quello di Berlino, in data 10 maggio 1933. Si svolse nella Opernplatz (oggi Bebelplatz), antistante l’università: furono 25 mila i volumi dati alle fiamme e circa 40 mila persone si riunirono per assistere al grande falò. In Opernplatz parlò il ministro Goebbels, che pronunciò un discorso carico di odio verso «l’intellettualismo ebraico», sottolineando la necessità dei roghi «per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato».
Durante i roghi vennero bruciati libri di autori socialisti, come Bertold Brecht, Rosa Luxemburg, August Bebel (a cui oggi è dedicata la vecchia Opernplatz di Berlino) e ovviamente Karl Marx, coautore del “Manifesto del partito comunista” insieme a Friedrich Engels. Finirono tra le fiamme poi libri di scrittori tedeschi avversi al nazismo come Thomas Mann e Hermann Hesse, così come quelli di autori ebrei: Franz Kafka, Arthur Schnitzler, Franz Werfel, Max Brod e Stefan Zweig. Nei Bücherverbrennungen andarono in fiamme anche le «influenze straniere corrotte» di Ernst Hemingway, Jack London, Helen Keller, Herbert Georg Wells, Marcel Proust.
Vennero inoltre bruciate le pubblicazioni dei Testimoni di Geova, la biblioteca e gli archivi dell’Istituto per la Scienza della Sessualità, colpevole agli occhi dei nazisti di eccessiva apertura nei confronti dell’omosessualità. Oggi in Bebelplatz i roghi del 1933 sono ricordati da un’opera di Micha Ullman, consistente in un pannello luminoso inserito sulla superficie della strada, che lascia intravedere una camera piena di scaffali vuoti. Accanto una targa con la citazione del poeta Heinrich Heine, vissuto nell’Ottocento: «Quando i libri vengono bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone».
Durante i roghi dei libri del 1933 non furono bruciati solo libri tedeschi. Tra i libri bruciati c’erano anche alcuni libri italiani, come “Todeskampf der Freiheit” (titolo italiano: sei anni di Guerra Civile in Italia) di Pietro Nenni e “Genosse Kupferbart” (Memorie di un barbiere) di Giovanni Germanetto.
Perché all’epoca questi libri furono ritenuti pericolosi? Cosa raccontavano? Il primo libro fu scritto per far conoscere agli europei il vero Mussolini e raccontare fuori dall’Italia cosa stesse accadendo davvero nel Belpaese: è una testimonianza unica sul giovane Mussolini, con cui l’autore condivise diverse esperienze durante la giovinezza. Il secondo libro, tradotto in 24 lingue durante gli anni ’30 con oltre un milione di copie vendute, è un’autobiografia che traccia la storia del suo autore, dal lavoro giovanile come barbiere di Deputati e Ministri del Regno d’Italia al carcere come oppositore politico insieme ai maggiori esponenti del partito socialista italiano. Questo libro racconta in modo esemplare una storia di lotta per i diritti dei lavoratori e contro il fascismo che si stava progressivamente affermando.
Per introdurre gli autori delle opere e le loro storie di vita, divise tra impegno politico e letterario, mercoledì 28 giugno si terrà un collegamento online con uno storico ella Fondazione Pietro Nenni, studioso del periodo e dei due scrittori.
L’evento è stato organizzato nell’ambito del Festival “Hamburg liest verbrannte Bücher“ (Amburgo legge i libri bruciati). Tale iniziativa è dedicata alla commemorazione del 90° anniversario dei “Bücherverbrennungen”, i roghi dei libri da parte dei Nazionalsocialisti, e alla commemorazione degli autori i cui libri furono bruciati nel 1933. Nell’ambito di questo Festival durante questo mese di commemorazioni nella Città Libera e Anseatica di Amburgo viene proposto un programma di eventi e mostre varie.

L’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo partecipa al Festival con un manifestazione dedicata ai due libri sopra citati: “Six ans de guerre civile en Italie”/“Todeskampf der Freiheit” di Pietro Nenni e “Memorie di un barbiere”/“Genosse Kupferbart” di Giovanni Germanetto, che furono bruciati nei roghi nazionalsocialisti.
La partecipazione all’evento è gratuita, ma è richiesta la registrazione tramite il portale Eventbrite.
