
(AGENPARL) – gio 15 giugno 2023 *CoSviG, intervengono i Sindaci: "E' il momento della chiarezza"*
*In un lungo comunicato i** Sindaci dei Comuni dell'area geotermica
tradizionale ripercorrono il passato e il presente del Consorzio *
*e tracciano la strada per un futuro sostenibile *
delle istituzioni rappresentate, è costume dei Sindaci sottoscrittori
tentare di parlare con atti, fatti e con soluzioni concrete alle quali ogni
giorno lavoriamo, con pochissimi strumenti e mezzi ridotti, dinanzi ai
molti problemi amministrativi ed economico-sociali di questo momento
storico.
Sulla vicenda Cosvig, però, è giunto il momento di fare una “operazione
verità” di fronte alle tante inesattezze, superficialismi e speculazioni
anche di chi, pur avendo preso parte attiva alla vita pubblica di
quest'area negli ultimi trent'anni, vorrebbe far credere che i problemi
siano venuti alla luce stamattina, magari “scoperti sotto ad un cavolo”.
Un’operazione di verità e trasparenza basata sull'oggettività di atti
amministrativi e dati contabili riscontrabili e consultabili in ogni
momento, poiché pubblici.
La trasformazione di Cosvig in società “*in house providing”* (ossia in
società che presta quasi esclusivamente servizi istituzionali per i soci
secondo norme speciali valide al livello europeo) avvenuta nel 2018,
descritta mediaticamente in maniera distorta se non palesemente falsa, ed
additata come l'origine di tutti i mali attuali, in realtà giunse a valle
di uno straordinario lavoro fatto dalla maggior parte dei Comuni soci, con
il duplice obiettivo di tutelare la struttura ed i dipendenti della società
attraverso la possibilità di affidamenti di servizi che "sfuggissero" alle
regole ordinarie degli appalti pur dovendo essere in linea con i costi sul
mercato (di fondamentale importanza per una Società come Cosvig
cronicamente non strutturata per competere sul mercato, come era
anteriormente alla trasformazione del 2018 e come si presenta anche
attualmente) ma anche di intensificare i poteri di verifica sulla gestione
e sul management aziendale attraverso l’esercizio di un controllo analogo
di tutti i soci sulla Società quasi come fosse una loro articolazione,
altro aspetto esiziale in una società che spesso ha operato con una
“amplissima autonomia”. Più semplicemente e per essere ancora più chiari si
può dire che senza questa trasformazione i Comuni sarebbero stati obbligati
a liquidare la società entro un margine strettissimo di tempo ossia in
pochi mesi.
A supporto di questa considerazione si possono ricordare le sei sedi (per
20 dipendenti circa senza l’impianto industriale di Sesta) che i Comuni
soci hanno ridotto in pochi anni a due soltanto; i costi del personale con
una dirigenza quotabile in oltre 400.000 Euro annui e con tre figure di
Dirigenti (oggi ridotti a due) il costo del personale mediamente superiore
del 30-40% a quello pari funzione degli Enti Locali soci ed in alcuni casi
perfino più alto del doppio; le modalità di reclutamento del personale
stesso, spesso non ancorate a logiche operative e di servizio, di cui
paghiamo oggi tragicamente le conseguenze e l'aumento dei dipendenti fino a
raggiungere un numero non proporzionato all’aumento delle attività e dei
ricavi; gli investimenti di risorse finanziarie, appartenenti ai Comuni
soci, attraverso logiche speculative che hanno messo a rischio oltre 10
milioni di Euro dei Comuni soci ed obbligato gli Enti Locali ed il nuovo
Consiglio di amministrazione ad operare azioni incessanti e costose in sedi
giudiziali e stragiudiziali per recuperare quell'importo.
Quelli sopra citati sono esempi, verificabili in ogni momento grazie alle
carte, di una tendenza societaria alla quale i Comuni soci, unitamente al
nuovo consiglio di amministrazione, dopo la trasformazione della Società in
*in-house*, hanno cercato di lavorare per ridurre drasticamente i costi ed
ottimizzarne l'agire soprattutto per la sostenibilità dell'organismo
societario nel lungo periodo.
I Comuni soci, in proporzione alle quote di produzione geotermica, hanno
rinunciato, dalla firma dell'accordo volontario del 2007 al 2020, a poco
meno di 10 Milioni di Euro a favore di Cosvig, risorse funzionali quasi per
intero al semplice mantenimento della struttura societaria. Una mole di
risorse, della quale, obiettivamente non se ne percepisce, ad oggi, un
ritorno in termini di servizi resi a favore degli Enti Locali soci né in
termini di progettualità a favore di una crescita socio-economica. Non ci
pare il caso, in questa sede, di aprire il libro dei ricordi ma le
testimonianze di progettualità dagli elevati costi di gestazione e dagli
scarsi, se non nulli, impatti territoriali sono molteplici e ben note a
tutti quelli che qui vivono da qualche anno.
L'acquisizione della struttura industriale di Sesta, fortemente voluta
dalla Regione ma sostenuta economicamente in maniera rilevante anche dagli
Enti Locali che hanno di conseguenza rinunciato a risorse che avrebbero
potuto essere loro direttamente assegnate dalla Regione, e l'entrata nella
compagine sociale della Regione Toscana, plaudita perlopiù dall'opinione
pubblica territoriale, sono stati fatti rilevanti di cui probabilmente non
ne è stata compresa appieno la portata e i potenziali effetti.
La circostanza che all'interno di una Società pubblica (peraltro *in house*)
vi fosse un'attività di mercato (ossia puramente commerciale come Sesta) ha
dato il via alla sequenza di eventi i cui effetti si stanno manifestando
pienamente in queste settimane e mesi: in Cosvig è venuto immediatamente
meno il rapporto 80% – 20% previsto per Legge Madia sulla Società
Partecipate (oltre l’80% del fatturato delle attività della società
partecipata deve essere svolto esclusivamente nei confronti dei propri Soci
pubblici, cioè degli Enti Pubblici controllanti la società stessa) che è un
obbligo strutturale non superabile nelle società *in house* proprio per le
loro caratteristiche di legge. La parte rilevante dei ricavi in questa
situazione derivava chiaramente dai proventi della struttura di Sesta cui
fa fronte l'estrema esiguità di quelli invece prodotti dell'asset
"istituzionale". Ciò ha posto come obbligatoria e non rinviabile la
necessità di ristabilire il rapporto percentuale richiesto dalla legge,
oppure mettere in atto le azioni previste dalla normativa vigente (D.Lgs.
175/2016 e D.Lgs. 50/2016), come la dismissione dell’attività industriale
di Sesta. Senza queste azioni la Legge impone di procedere a processi di
razionalizzazione e quindi di dismissione delle partecipazioni degli Enti
Locali in Cosvig o la sua liquidazione integrale.
In assenza del requisito di *in house* e con la presenza di Sesta, per
dirla in parole povere, le Amministrazioni Pubbliche non avrebbero avuto
alcun titolo né finalità istituzionale per rimanere all'interno di Cosvig.
A fronte di ciò la Regione Toscana ha sospeso i trasferimenti delle risorse
finanziarie che fino al 2020 avevano caratterizzato la principale fonte di
sostentamento di Cosvig, ossia la cosiddetta “gestione del Fondo
Geotermico” e del correlato parco progetti presentati dai Comuni
geotermici. Il Consiglio Regionale nel 2021 ha legiferato allo scopo ed è
con apposita Legge Regionale, in virtù delle condizioni createsi, che si
sono sospesi i trasferimenti delle risorse a Cosvig e la stessa Regione si
è conseguentemente trattenuta la gestione del Fondo Geotermico, affidando
le attività specifiche ad una sua partecipata che, peraltro, svolge il
servizio a meno della metà del costo che veniva riconosciuto a Cosvig nel
passato ponendo, dunque, seri ed insuperabili questioni di congruità
economica in relazione ad un eventuale futuro ritorno, alle condizioni
pregresse, di quelle stesse attività all'interno di Cosvig.
Immediatamente si è avviata quindi un'operazione societaria per la
divisione dei due rami aziendali presenti all’interno di Cosvig (quello
“istituzionale” e quello industriale di Sesta) al fine di ripristinare i
parametri di Legge e riportare il Cosvig nelle condizioni di fatto e di
diritto per poter essere destinatario delle attività e delle risorse legate
alla gestione del Fondo Geotermico.
Il progetto di scorporo mediante la costituzione di una nuova Società
pubblica partecipata direttamente da Cosvig ed indirettamente quindi dai
suoi Soci pubblici, predisposto dal Consiglio di Amministrazione, ed
approvato dall'Assemblea della Società nel luglio del 2022, è stato
bocciato dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Autorità
Antitrust) in quanto alterante il mercato ed il regime di concorrenza, ed
ha ricevuto parere parzialmente negativo dalla Corte dei Conti della
Toscana, obbligando la compagine sociale pubblica ad individuare altre
strade per trovare una soluzione al problema. Condizione che ha determinato
un aggravarsi della situazione finanziaria della Società.
Il fallimento dell'operazione di scorporo di Sesta ha comportato
l'inattività della Società sino al ripristino delle condizioni richieste
dalla Legge per operare per conto degli Enti Locali soci.
Il resto della vicenda è la storia delle ultime settimane con un progetto
in corso, attraverso il ricorso all'istituto giuridico del trust che, ci si
augura, possa consentire di separare funzionalmente i due rami aziendali
(istituzionale e commerciale) e che dovrebbe potersi concretizzare nei mesi
a venire richiedendo una serie di complessi passaggi anche presso autorità
terze.
In questa condizione ogni iniezione di liquidità nella Società da parte dei
Soci, esclusivamente funzionale al mero sostegno, sarebbe inammissibile in
quanto vietata in mancanza di un adeguato piano di ristrutturazione e
risanamento della Società. Le norme in materia infatti obbligano le Società
partecipate, siano esse *in house* o meno, a rendersi patrimonialmente e
finanziariamente autonome ed a mantenersi in una condizione di
“autosostenibilità”.
Le vicende degli ultimi anni hanno fatto emergere la stringente necessità
di ridurre i costi aziendali, eliminare le inefficienze gestionali,
ottimizzare la gestione e soprattutto congegnare un piano adeguato per
permettere a Cosvig, in seguito alla separazione di Sesta, di avere una
prospettiva di lungo periodo. Cosvig dovrà avere una nuova missione
aziendale chiaramente definita dai Soci e raggiungere un equilibrio
economico-finanziario tra servizi resi ai Soci e costi di mantenimento
della struttura.
Fino ad oggi il saldo tra costi e ricavi è stato negativo con i Soci che
hanno pesantemente sostenuto la struttura ben oltre alle attività che
questa è stata nelle condizioni di erogare.
In assenza di un piano, serio e strutturato, che assicuri la sostenibilità
economico-finanziaria della Società e offra garanzie di lunga durata nel
tempo, anche in relazione alla prossima scadenza dell'Accordo volontario
sulla geotermia, gli scenari appaiono ineluttabilmente apocalittici.
L'unica via è quindi aprire un nuovo capitolo nella storia di Cosvig per
adeguarlo al momento storico e anche alle nuove necessità.
Questi Sindaci lo chiedono con forza da tempo ed in tutte le sedi ed
occasioni, pronti, nel caso, a sostenere con ogni mezzo, anche finanziario,
la fase di transizione ed il successivo rilancio della Società e
chiaramente chi in Cosvig lavora.
La cassa integrazione attivata non costituisce, come riportato da alcuni in
questi giorni, il viatico per licenziamenti di massa, ma uno strumento,
peraltro utilizzato, ahinoi, frequentemente ed in moltissimi contesti, per
tutelare la Società ed i suoi dipendenti in questa delicata fase e per
affrontare i prossimi mesi che, forzatamente, saranno di difficoltà ma
anche di ricostruzione.
Mesi che dovranno servire per ripensare radicalmente la Società, il suo
ruolo nel territorio ed i suoi costi di gestione che attualmente non
consentono e non consentirebbero la sua tenuta nel presente e nel futuro.
L'impegno economico-finanziario di questi anni dimostra, con i fatti, il
sostegno dei Soci alla società e ai dipendenti di Cosvig. Un impegno che
chiaramente non mancherà in futuro, unitamente alla vicinanza per il
momento che la Società sta attraversando, e che ci vedrà in prima linea per
tutelare i dipendenti di Cosvig da un sistema che, senza strutturali
riforme, si ripiegherà su se stesso travolgendo gli stessi dipendenti.
Siamo certi che nessuno, Regione Toscana *in primis*, si sottrarrà
all'impegno di garantire il lavoro e l'avvenire dei dipendenti di Cosvig.
La sfida quindi non è quella di mantenere lo *status quo*, ma al contrario
rigenerare la Società su basi nuove e davvero solide per rilanciare il
Cosvig nel suo ruolo di supporto ai Comuni e tutelare i dipendenti che sono
parte integrante della struttura. Il nostro impegno è stato e sarà
quotidiano per costruire, insieme alla Regione, la vera soluzione ai
problemi presenti, affinché si guardi realisticamente ad un futuro in cui
la Società possa servire da supporto, impulso e sviluppo di progetti di
crescita economica e sociale.
*I Sindaci di Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Radicondoli, Chiusdino,
Montieri, Monteverdi e Monterotondo Marittimo*