(AGENPARL) – gio 15 giugno 2023 *COMUNICATO STAMPA*
*15 GIUGNO 2023*
*TONFO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE IN ITALIA*
*MA PADOVA E IL VENETO SONO IN CONTROTENDENZA*
*CONFAPI: «LA FLESSIBILITÀ CI PREMIA, *
*MA LA SITUAZIONE NON VA SOTTOVALUTATA»*
*Crollo nella produzione industriale a livello nazionale (-7,2%), ma il
Veneto (+2,2%) e Padova (+2,3, secondo le stime di Fabbrica Padova) restano
in territorio positivo, pur segnando una contrazione che potrebbe farsi più
marcata nei prossimi mesi. Il** presidente Carlo Valerio: «Pesano la crisi
del modello tedesco e l’inflazione ingiustificata, che impatta sulla
domanda e sul costo del denaro». A Padova prezzi aumentati dell’8% in un
mese.*
Un’ombra negativa sulle prospettive dell’economia italiana. L’hanno gettata
i dati della produzione industriale relativi ad aprile, che segnano il
peggior calo da quasi tre anni. La contrazione è stata dell’1,9% rispetto a
marzo – ed è il quarto decremento consecutivo – e del 7,2% su base annua,
la più marcata a partire da luglio 2020, quando la pandemia cominciò a far
sentire pesantemente i suoi effetti anche sull’economia nazionale.
L’andamento negativo è esteso a tutti i principali comparti, a partire
dall’energia (-12,6% in un anno, ma questa è davvero una buona notizia!) e
dai beni intermedi (-11%). In questo quadro generale, la situazione del
Veneto è parzialmente in controtendenza, come attestano le elaborazioni di
Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, a partire dai dati di Istat e
Veneto Congiuntura.
In Veneto nel primo trimestre del 2023 la produzione industriale ha
registrato infatti una variazione congiunturale destagionalizzata positiva
pari a +1,1%. Il confronto su base tendenziale in regione è pari al +2,2%
rispetto al 2022, mentre il centro studi di Confapi stima un + 2,3% per la
provincia di Padova: si rimane in territorio positivo, ma si resta
ampiamente al di sotto rispetto al +4,5% della media del 2022. Va precisato
che a livello locale le elaborazioni Istat si fermano a marzo, ma
testimoniano comunque che l’andamento a livello regionale è diverso da
quello generale dell’Italia, dove già nel terzo mese si era registrato un
-3,2% rispetto all’anno precedente, ribadendo quel segno “meno” che, a
livello nazionale, perdura da gennaio 2023.
«Non stupisce che le imprese venete reagiscano in modo diverso da quelle
del resto della nazione, grazie alla flessibilità che ha sempre
contraddistinto il nostro modello territoriale. Una struttura che non ha
eguali in Italia e in Europa e che sta consentendo alle nostre aziende di
“regolarsi” meglio di altre. Di sicuro a essere in crisi è il modello
tedesco, che ha guidato l’economia europea negli ultimi tre decenni»,
commenta i dati il presidente di Confapi Padova *Carlo Valerio*. «Quello
della Germania è un modello che si basava sull’energia a basso costo, e
quindi su accordi strategici con la Russia che oggi sono, per forza di
cose, saltati a causa della guerra in Ucraina. Ed è chiaro che in un
contesto economico e produttivo molto integrato questo rallentamento non va
sottovalutato. In numerosi settori, tantissime aziende italiane,
soprattutto al Nord, sono terziste, interagendo in prevalenze proprio con
quelle tedesche. Insomma, a differenza di quanto accadeva alla fine del
secolo scorso, la crisi del modello della Germania non può che avere
effetti nefasti sulla produzione industriale italiana, con ricadute anche
per il Veneto».
«C’è poi la questione diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, per
l’alta inflazione che frena la domanda interna, ripercuotendosi sulla
produzione industriale. Con la diminuzione dei costi delle materie
energetiche ci si attendeva un calo dei prezzi generale, che non c’è stato:
una distorsione esagerata e non giustificabile dopo il provvidenziale
crollo dell’energia e di parte delle materie, dovuta in parte alla paura
per i prossimi mesi, in parte alla speculazione», prosegue Valerio. A
riguardo Fabbrica Padova, su base Istat, evidenzia che mese di aprile
(l’ultimo “radiografato”), in Veneto l’indice medio dei prezzi è aumentato
del 7,7% rispetto a marzo. Venezia risulta la provincia che ha li visti
salire di più (+8,1%), seguita da Padova con un +8% e Verona con un +7,4%.
«Tutti si aspettano una riduzione dei prezzi, e io sono convinto che ci
sarà, ma in questa fase le imprese stanno aspettando che a fare la prima
mossa siano gli altri. Certo, se permane un’inflazione alta c’è il rischio
di una prosecuzione della stretta sul costo del denaro, che potrebbe
impattare ulteriormente sulla nostra economia. E sono elementi, lo
ribadisco, che impongono attenzione anche in un territorio come il nostro,
che pure sta rispondendo meglio di altri».
Tornando ai dati relativi alla produzione industriale in Veneto, a livello
settoriale le attività economiche più in salute rispetto ai primi tre mesi
di un anno fa sono quelli delle macchine elettriche ed elettroniche (+9,4%)
e di macchine e apparecchi meccanici (+7,5%). Permangono in zona positiva
ma meno marcata i settori delle altre imprese manifatturiere (+2,6%), per
effetto della risalita nel settore dei prodotti farmaceutici,
dell’alimentare e delle bevande (+1,3%) e dei metalli e prodotti in metallo
(+0,6%). Il calo più netto si riscontra nei comparti del tessile e
abbigliamento (-3,3%) e del marmo, vetro e ceramica (-3%).
[image: tabella_PRODUZIONE-INDUSTRIALE.jpg]
*Nella foto Carlo Valerio*
Diego Zilio
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