
(AGENPARL) – ven 09 giugno 2023 **Crpm, Giani chiude i lavori del bureau: “Continuare a fortificare le
politiche di coesione Ue”**
/Scritto da Antonio Cannata, Camilla Marotti venerdì 9 giugno 2023 alle
18:12/
Riguardo al futuro delle politiche di coesione dell'Unione Europea occorre
sgombrare il campo dalle ipotesi di una riduzione del budget complessivo e
rendere più semplici regolamenti e procedure. Sono questi i principali
punti al centro della giornata conclusiva dei lavori dell'ufficio politico
della Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime (Crpm) ospitato ieri
e oggi in Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. I temi oggetto della
discussione odierna – a cui ha preso parte anche Nicola De Michelis,
direttore alla Commissione europea presso l'unità responsabile di crescita
intelligente e sostenibile, e responsabile della politica di coesione per
il Sud Europa – sono stati fissati nella bozza di Manifesto che il bureau
politico sottoporrà il prossimo novembre per l'approvazione definitiva
all'Assemblea generale di questa storica rete di oltre 150 regioni europee,
di cui la Toscana attraverso Eugenio Giani ricopre la vicepresidenza con
delega proprio alla cohesion policy.
Giani, tirando le fila del confronto che ha impegnato i delegati del
bureau, ha sottolineato che “Le Regioni devono continuare a lavorare
molto sulle politiche di coesione e fortificarle, perché sono lo strumento
mediante il quale l'Europa si concretizza in ogni Stato membro
dell'Unione”. Per il presidente della Toscana, “conta il pragmatismo
che deriva dalla ricchezza dei contenuti delle Regioni: così ad esempio
nel caso dei fondi europei si vede come i bandi nazionali non colgano le
priorità quanto invece riescono a fare le Regioni stesse”.
“I rischi di una diminuzione delle risorse nel nuovo periodo di
programmazione ci preoccupano e la Crpm sta lavorando per evitarli”, ha
spiegato Cees Loggen, presidente della Conferenza e assessore della
provincia olandese del Nord-Holland. Per Loggen, che ha ringraziato la
Regione per l'ospitalità, occorre rinnovare e migliorare questa policy
così importante per le regioni e per i cittadini, soprattutto perché è
una delle policy europee, se non l'unica, realmente visibile ai
cittadini”. Inoltre, ha aggiunto il presidente della Conferenza,
“bisogna garantire una politica di coesione più semplice”, perché la
semplificazione “è un elemento chiave da migliorare per il futuro”.
Altro punto chiave affrontato durante il confronto è il futuro della
politica comune sul settore ittico, tema molto caro alla Toscana e a tante
altre regioni della Crpm. Nei mesi scorsi la Commissione europea ha
presentato un pacchetto di norme per la pesca sostenibile, la protezione
degli ecosistemi marini e la sicurezza alimentare.
Sul punto, il bureau ha dedicato uno specifico panel nella mattina di oggi
durante il quale la vicepresidente della giunta Stefania Saccardi ha
portato le osservazioni della Toscana. “La pesca è un'attività che può
essere svolta in maniera assolutamente sostenibile rispetto all'ambiente e
in Toscana coinvolge un numero importante di piccole e medie imprese,
spesso riunite in cooperative” ha precisato Saccardi. “La nostra
marineria ha circa 560 imbarcazioni, il 90 per cento delle quali esercita
una pesca di tipo artigianale, solo una piccola parte esercita la pesca a
strascico ed è costituita da motopesca di dimensioni piuttosto contenute,
che utilizzano attrezzature non particolarmente impattanti sul nostro
fondale”.
Di qui la prima delle questioni portate in evidenza dinanzi al bureau:
“La Toscana ha davanti alle sue coste una grande quantità aree protette,
circa 450 mila ettari su 1 milione e mezzo di ettari: nel nostro mare
l'obiettivo del 30 per cento di tutela delle aree è sostanzialmente già
raggiunto e un'ulteriore limitazione sarebbe davvero devastante”. Perciò
la raccomandazione dalla Toscana è di “fare attenzione alle diverse
situazioni, il raggiungimento degli obiettivi è nazionale, ma non dovrebbe
essere declinato in modo generalizzato sulle diverse regioni”.
C'è poi “necessità di maggiori investimenti sulla flotta: la tecnologia
mette a disposizione motori e strumenti meno impattanti sull'ambiente e che
consentono un risparmio economico alle imprese, alle prese con gli alti
costi energetici”. E ancora, continua Saccardi, c'è la questione della
sicurezza sul lavoro: “Investire sul rinnovamento consentirebbe di
introdurre elementi di maggiore sicurezza per i lavoratori e sostenere
anche il ricambio generazionale, che è un'altra delle criticità con cui
si misura la pesca nella nostra regione, malgrado molte siano imprese a
carattere familiare”.