
(AGENPARL) – mer 07 giugno 2023 INFORMAZIONE ISTITUZIONALE
E OPEN GOVERNMENT
Ufficio Stampa
7/6/2023
PRESENTATA “SOT GLAS”, INSTALLAZIONE DI LUCI E SUONI PER RIFLETTERE SUL CONCETTO DI CONFINE OPERA DELLE ARTISTE ANA
SHAMETAJ E GIUDITTA VENDRAME. IL “LABIRINTO FISICO, LINGUISTICO E MUSICALE” ALLESTITO PRESSO LA KLEINE BERLIN DI VIA
FABIO SEVERO A TRIESTE SARÀ VISITABILE DALL’8 ALL’11 GIUGNO
Le vicende di un confine tormentato come quello orientale racchiuse in un bunker della Seconda guerra mondiale e raccontate attraverso suoni, silenzi, luci e ombre.
E’ la filosofia alla base dell’installazione denominata “Sot Glas” (unione del termine friulano sot, sotto, con la parola slovena glas, voce), che sarà visitabile dall’8
all’11 giugno nelle gallerie sotterranee di Kleine Berlin, di fronte al civico 11 di via
Fabio Severo a Trieste gratuitamente, ma su prenotazione per – è stato spiegato – poter
garantire al pubblico una migliore e più intima esperienza.
L’iniziativa “SOT GLAS” Stazione Trieste | Padiglione Italia della Biennale di
Architettura di Venezia 2023, installazione multimediale allestita presso la Kleine Berlin e il Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia 2023 in coorganizzazione con il Comune di Trieste, è stata presentata oggi presso la Kleine Berlin nel
corso di una conferenza stampa introdotta dall’Assessore alle Politiche della Cultura e
del Turismo, Giorgio Rossi alla presenza di Nicoletta Romeo, direttrice del Trieste
Film Festival, di Ana Shametaj e Giuditta Vendrame, artiste dell’Associazione Culturale Kokoschka Revival e ideatrici dell’installazione “Sot Glas” e, tra gli altri, della
consigliera comunale Manuela Declich.
Il progetto è stato commissionato da Fosbury Architecture per il Padiglione Italia
della diciottesima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia,
dove le due ideatrici, la filmmaker e regista teatrale triestina Ana Shametaj e l’artista
friulana con studio a Rotterdam Giuditta Vendrame, ne hanno presentato un estratto
sonoro fruibile fino a novembre 2023.
“Ognuno appartiene a tutti gli altri: una frase meravigliosa – ha esordito l’Assessore Giorgio Rossi, prendendo spunto dal titolo della mostra allestita nel Padiglione
Italia della Biennale di Architettura di Venezia 2023 – specie se relativa a un contesto
storico e territoriale complesso come il nostro. Quando all’Assessorato alla Cultura è
stato proposto questo progetto, l’ho subito accolto positivamente per tre motivi: in
primo luogo per il collegamento con la Biennale di Venezia, città rispetto alla quale
Trieste deve giocare di sponda; secondariamente perché l’iniziativa si deve a dei giovani, su cui puntare per il futuro della città e infine per l’originalità della proposta”.
“Questo – ha concluso Rossi – è il percorso che deve seguire Trieste: la città infatti ha
davanti un’occasione unica nel nuovo contesto geografico rappresentato dall’apertura
dei confini. Un’opportunità da cogliere assolutamente, ricomponendo, anche grazie
alle giovani generazioni, le fratture che hanno segnato nel secolo passato queste terre”.
“Sono felicissima di poter presentare quest’opera – ha commentato Nicoletta
Romeo, direttrice del Trieste Film Festival – perché le autrici sono due artiste che hanno
saputo raccontare, grazie alla loro sensibilità e capacità, un mondo difficile come quello
del confine che attraversa queste terre, perché i luoghi di confine hanno sempre una
storia molto complicata e drammatica da raccontare. E l’hanno fatto andando oltre agli
stereotipi e in maniera altamente innovativa, a partire dalla scelta di un luogo iconico
come la Kleine Berlin e sapendolo trasformare in un prodotto artistico. Attraverso questa installazione sonora e visiva, le due artiste raccontano la storia della nostra città e
della nostra regione andando oltre le ideologie e le divisioni. Il loro messaggio è quello
di poter vivere felici e insieme in una terra dove ci sia posto per tutti. Ringraziamo per
il sostegno le Amministrazioni che hanno capito l’importanza di questo progetto”.
“Sot Glas” è stato ambientato nei cinquecento metri di tunnel delle Kleine Berlin
con un significato ben preciso: quello di richiamare le atmosfere e le caratteristiche di
un luogo oscuro come l’inconscio della storia collettiva delle comunità che hanno vissuto in questa regione di confine. Un confine doloroso – hanno spiegato le due artiste
Shametaj e Vendrame – che allo stesso tempo divide ed è punto di contatto e di contaminazione con altre culture”.
“Siamo piene di gratitudine – ha dichiarato Ana Shametaj – per l’apprezzamento
ricevuto: è stata una grandissima sfida che abbiamo affrontato con tutta la nostra sensibilità nel trattare un tema come quello del confine, che presenta molteplici livelli di
complessità. E per approcciarne tutta la complessità abbiamo studiato molto. La chiave
che abbiamo trovato è stata quella di vedere il dolore che il confine ha portato dietro di
sé attraverso la lente della musica e dei canti popolari transfrontalieri, guardando questa
terra attraverso la sua pluralità linguistica inserita all’interno di un’opera che si presenta
come un labirinto fisico e linguistico mutevole, astrazione della grandissima ricchezza
culturale di questo territorio. Il canto ci ha permesso di tornare nel passato, ma al contempo di guardare al presente con un confine che oggi si manifesta, per chi lo attraversa
a piedi, come l’ultima tappa della Rotta balcanica”.
“Abbiamo interpretato i canti e la musica – ha concluso Giuditta Vendrame come uno sconfinamento attraverso un grande lavoro in team per reinterpretare e riregistrare questi canti. Ne è scaturito questo labirinto di luci e suoni che vi invitiamo a
visitare, sperando che vi possiate immergere completamente in questo progetto”.
“Sot Glas” affronta e interroga la nozione di confine politico guardando alla musica come a uno sconfinamento e a un paesaggio. La drammaturgia sonora reinterpreta
i canti popolari transfrontalieri in chiave anti filologica, spaziando da canti di migrazione e abbandono a canti “maccheronici” (in due o più lingue).
Chi avrà modo di visitare l’installazione, quindi, potrà immergersi in tutta una
serie di richiami storici, sociologici, emotivi, lasciandosi trasportare dalle sensazioni
che i suoni e le luci di “Sot Glas” rievocheranno. Un vero e proprio “labirinto fisico,
linguistico e musicale”.
L’installazione sarà visitabile da giovedì 8 a domenica 11 giugno, dalle 17 alle
Nelle giornate di sabato e domenica, inoltre, il coreografo Piero Ramella proporrà un intervento performativo in cammino, da piazza della Libertà a Bottazzo, fino
o camminateperformativesotglas.eventbrite.it).