
(AGENPARL) – mer 07 giugno 2023 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 07/06/2023, ore 18:30
Consiglio
Lavori Consiglio: Abitazioni per chi vive da solo, inquinamento acustico
**Mozioni di Team K e Gruppo verde. La seduta di oggi è terminata: domani il plenum si riunisce alle 9.30 per assistere alla presentazione della Relazione sull’attività 2022 del presidente del Comitato provinciale per le Comunicazioni Roland Turk.**
<p><strong>Maria Elisabeth Rieder</strong> (Team K) ha proposto oggi in Consiglio provinciale la mozione n.<a href="https://www.consiglio-bz.org/it/atti-politici/692181?&legislatura=XVI&numattodal=718&numattoal=718&action=search&page=1"> 718/23</a>, <strong>Abitazioni per chi vive da solo in Alto Adige</strong> (EMENDATA), con la quale, evidenziando l’aumento dei nuclei familiari molto piccoli anche in Alto Adige – negli ultimi tre decenni la percentuale di coppie sposate con figli è scesa dal 46% al 25%, mentre la percentuale delle persone che vivono da sole è aumentata dal 26% al 37% – e che la struttura della famiglia cambia nel corso della vita, perché i figli se ne vanno, il compagno o la compagna muore e improvvisamente ci si ritrova a vivere da soli in un appartamento troppo grande, aggiungeva che il contesto sociale è tanto più importante in questa fase della vita. Riferiva poi che nel settembre 2022, l'IPES ha già indetto una gara d'appalto per un vasto programma edilizio e di manutenzione che sarà realizzato nel corso di quest'anno: in tutto verranno investiti circa 35 milioni per nuove costruzioni nonché per la ristrutturazione di interi edifici e abitazioni. Quando si pianificano nuovi edifici residenziali, occorre però tenere conto dell’evoluzione della struttura dei nuclei familiari e del conseguente fabbisogno di abitazioni sempre più piccole: pertanto, in futuro sarà necessaria una certa "flessibilità planimetrica nell’edilizia abitativa". Dal punto di vista architettonico, sarebbe importante progettare le planimetrie delle abitazioni in modo tale che le stanze possano essere modificate senza grandi interventi edilizi e adattate a specifiche esigenze, dato che nelle abitazioni convenzionali gli adeguamenti a posteriori di solito non sono realizzabili o sono molto costosi. Questo permetterebbe di unire o separare delle aree o delle stanze in un secondo momento; famiglie e persone sole, in particolare anziane, potranno così rimanere nel proprio ambiente. Concludendo che nell’edilizia sociale è anche fondamentale l’assenza di barriere architettoniche, in quanto le persone hanno bisogno di abitazioni configurate in modo diverso a seconda della fase della vita in cui si trovano, la consigliere <strong>proponeva di impegnare la Giunta provinciale</strong> (1) a effettuare una verifica dell'attuale fabbisogno in Alto Adige di abitazioni per le persone che vivono da sole e di come tale fabbisogno si svilupperà nei prossimi anni; (2) a prevedere in futuro, in fase di realizzazione di nuove abitazioni IPES, una flessibilità tale da poter ricavare da abitazioni grandi delle abitazioni più piccole e viceversa, in modo da essere preparati ai cambiamenti della struttura dei nuclei familiari; (3) a progettare, in fase di ristrutturazione e nuova costruzione di abitazioni, servizi igienici a misura delle persone con deficit visivi e/o bisognose di assistenza.<br>
Il cofirmatario <strong>Alex Ploner</strong> (Team K) ha evidenziato la necessità di reagire al cambiamento demografico, e che ora molte persone vivono in case sovradimensionate, dove un tempo stava un’intera famiglia, mentre basterebbe una stanza e un bagno sufficientemente grande per accogliere una persona con difficoltà di deambulazione, senza barriere; questo è particolarmente importante. Anche l’IPES aveva prestato poca attenzione a questo tema negli ultimi decenni.<br>
<strong>Brigitte Foppa</strong> (Gruppo verde) ha riferito che la società era molto cambiata, e che i nuclei di una sola persona, per lo più donne, avevano esigenze nuove. Il tema era stato da lei approfondito durante l'approvazione della legge sull’edilizia abitativa. Importante era immaginare una modalità di costruzione flessibile e modulare, ma anche non portare via le persone anziane dall’ambiente dove avevano vissuto.<br>
A Bolzano c’era circa un 43% di famiglie unipersonali e un 58% di famiglie senza figli, ha detto <strong>Sandro Repetto</strong> (Partito Democratico – Liste civiche), invitando a riflettere su questi dati. I nuclei monofamiliari erano per lo più a Gries, mentre in quartieri come Don Bosco c’erano più famiglie con tanti figli. Andare a verificare il fabbisogno in prospettiva era un’operazione opportuna, ben sapendo che l’IPES non avrebbe fatto nuove costruzioni, ma utilizzato i 35 milioni per lo più per ristrutturazioni e lavori. Andava considerata anche la forte richiesta di manodopera, che portava in Alto Adige persone che poi non trovavano un’abitazione.<br>
<strong>Sven Knoll</strong> (Süd-Tiroler Freiheit) ha affermato che la mozione contiene alcuni aspetti importanti. Era importante ricordare cosa significa aver vissuto in un appartamento con persone che poi se ne vanno, rimanendo soli: a chi piace separarsi da un appartamento che contiene tutti i ricordi della propria vita? Inoltre, per molti la stanza dei figli poteva servire por la badante. Una soluzione potevano essere le case multigenerazionali, con spazi abitativi vicini,ma indipendenti. Egli avrebbe sostenuto la mozione.<br>
<strong>Gerhard Lanz </strong>(SVP) ha ritenuto fosse difficile suddividere gli alloggi esistenti per più inquilini, ha ammesso però che effettivamente in futuro saranno necessari appartamenti piccoli. Tutti avevano un legame emotivo con gli alloggi in cui crescevano, ma egli stesso aveva visto in molti casi che, anche se il cambio era difficile, successivamente le persone erano rimaste contente. Bisognava attivarsi creando incentivi in questo senso, ma era difficile intervenire sulla proprietà privata. Se ne era discusso in ambito di urbanistica, anche relativamente a standard minimi: c’era molto potenziale che le persone stesse potevano sfruttare. Positiva era l'ipotesi di scambio di alloggi. <br>
<strong>Andreas Leiter Reber</strong> (Die Freiheitlichen) ha fatto riferimento al punto (2) e all’ipotesi di superfici flessibili, ritenendo utili strutture che si adeguavano alle esigenze delle famiglie e sociali. Si è detto quindi assolutamente favorevole. C’era bisogno di una svolta, perché se non moli anni fa tutti desideravano una casetta col giardino, oggi si comprendeva che non si doveva vivere sempre nella stessa casa, bensì in un’abitazione adeguata alla fase della vita.<br>
<strong>Magdalena Amhof</strong> (SVP) ha chiarito che una tale flessibilità nelle zone abitative esiste già, ma non è sempre attuabile, e trasformare un’abitazione grande in una più piccola richiede una pianificazione diversa. La flessibilità comporta un certo sforzo, in quanto tra il resto vanno considerati anche i sanitari. La mozione sarebbe stata respinta.<br>
L'abitare è il tema del futuro, ha detto l’ass. <strong>Waltraud Deeg,</strong> ritenendo necessario fare il possibile perché tutte le persone che lavorano in Alto Adige avessero il diritto alla casa. Vero era che era molto difficile portare via delle persone dal proprio contesto, e anche per questo l’IPES cercava soluzioni alternative, ma molti davvero non volevano trasferirsi: era necessario produrre degli incentivi a questo scopo, per esempio alloggi con assistenza e senza barriere architettoniche. Secondo l’ASTAT, nel 2022 erano stati censiti 89.00 nuclei monofamiliari, che stavano aumentando; questo però non diceva nulla di qualità e fabbisogno, la situazione andava verificata nei singoli Comuni. Deeg ha annunciato un prossimo incontro con l’ASTAT in merito. In quanto allo scambio di alloggi, una borsa immobiliare di abitazioni per anziani era una buona cosa: aveva invitato il KVW a riflettere in merito, così come l’associazione deli consumatori: L’assessora ha aggiunto che quando l’IPES ristruttura, lo fa senza barriere. La tendenza europea era di abitazioni sempre più piccole, tra il resto sempre più costose, ma la casa è la base per creare una famiglia, “per questo dobbiamo fornire alloggi per le famiglie del futuro”. <strong>Maria Elisabeth Rieder </strong>ha evidenziato che dalla discussione era emerso accordo sul fatto che le situazioni di vita cambiano e che i bisogni cambieranno in futuro. Era necessario indagare a livello comunale, in quanto le esigenze di Bolzano erano diverse, per esempio, di quelle di Valle Aurina; la sua proposta considerava l’IPES perché su esso la Provincia poteva intervenire, mentre sul mercato privato poteva solo sensibilizzare. In futuro non tutti si sarebbero potuti permettere una casa a schiera, per questione di costi e di spazi, bisognava valutare bene il settore, e promuovere anche gli affitti. Difficile era lasciare un appartamento in cui si era vissuti con la famiglia, ma questo valeva sia per le proprietà che per gli affitti; ora che c’era il quadro giuridico, ora bisognava cominciare ad agire: i privati avrebbero seguito. <strong>La mozione è stata respinta con 13 sì e 14 no</strong>.<br>
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<p><strong>Brigitte Foppa</strong> (Gruppo verde) ha quindi presentato la mozione 719/23, <strong>Ora basta!</strong>, con la quale, evidenziando che le Dolomiti sono tra i paesaggi naturali più belli del mondo, e che per questo sono oggetto di turismo di massa, soprattutto motorizzato, agiungeva che la popolazione comincia a dire “Ora basta!”, e che secondo una ricerca del settimanale ff, nel 2023 si potrebbero raggiungere i 9 milioni di visitatori, a fronte del record assoluto del 2022 di 7,9 milioni di arrivi. Questo comportava un aumento dell'inquinamento acustico lungo le strade, provocato soprattutto dalle moto e gravoso soprattutto per i confinanti. La problematica è annosa e descritta, tuttavia anche la prossima sarà un’estate rumorosa, mentre bisognerebbe tutelare la salute dei cittadini. Anche allo scopo di rispettare il Piano clima, la consigliera evidenziava anche era inopportuno attirare con pubblicità mirate i motociclisti. Ha quindi proposto di incaricare la Giunta provinciale (1) di istituire immediatamente il gruppo di lavoro “Passi”, previsto dal progetto Dolomiti Low Emission Zone, con le amministrazioni locali di Arabba, Selva Gardena, Corvara, Canazei, Badia, San Martino in Badia e Funes, affinché le misure possano avere effetto il prima possibile, (2) di vietare nei mesi estivi l'accesso di moto particolarmente rumorose (da 95 dB di rumore da ferme) a tutte le strade dolomitiche e di valico,(3) di rinunciare a campagne incentrate sull’attrarre motocicliste e motociclisti e di non concedere finanziamenti a queste campagne, (4) di potenziare fortemente i controlli della velocità e del rumore sulle strade di valico nei mesi estivi, (5) di elaborare un programma per il contingentamento del turismo (giornaliero) che prevedesse che solo un certo numero di veicoli a motore potesse entrare nelle località di maggiore interesse turistico, precisamente definite (esentando residenti e lavoratori), e (6) di elaborare un programma per contenere il turismo giornaliero con veicolo proprio, coinvolgendo il settore turistico, il marketing, il trasporto pubblico, i Comuni e le associazioni ambientaliste.<br>
<strong>Helmut Tauber </strong>(SVP) ha ringraziato l’ass. Daniel Alfreider per essersi confrontato in maniera intensiva con il tema negli ultimi 4 anni e mezzo, elaborando anche un monitoraggio ricco di dati, già presentato a Roma. Egli aveva riferito che si trattava di confrontarsi anche con altre autorità e province. In quest'ambito andavano considerati tutti i piani di mobilità, il Piano clima, la struttura pubblica che era stata potenziata enormemente; si trattava anche di sostenere le aziende. Non conosceva nessuna campagna specifica per motociclisti; in merito al traffico era importante una strategia globale, considerando anche il potenziale degli impianti di risalita.<br>
Il problema era che in parte si doveva lavorare con leggi e regolamenti del passato, introdotti a fronte di an situazione non più attuale, ha detto <strong>Gerhard Lanz </strong>(SVP), facendo l’esempio dei camper. In quanto ai motociclisti, non erano identificabili in un’unica categoria. La sensibilità tuttavia era aumentata, e bisognava vedere in quali ambiti era possibile adottare iniziative precise, con controlli più intensi. Spesso ci si confrontava con situazioni che andavano chiarite fin dall’inizio: veicoli con un certo decibel non sarebbero dovuti nemmeno apparire sul mercato. Un problema e punto di forza dell’Alto Adige, era il bellissimo paesaggio, che attirava molti. In passato, gli alberghi venivano costruiti sulla strada, ora dovevano essere lontani: anche questa era una contraddizione.<br>
<strong>Riccardo Dello Sbarba</strong> (Gruppo verde), co-firmatario, ha riferito che dove vive lui, in viale Venezia a Bolzano, passano spesso, soprattutto nei fine settimana, decine di moto che fanno tremare l’appartamento: ricordava che un tempo c’era il terrore del vigile che misurava il rumore delle moto, mentre ora tali limiti erano stati aboliti in Italia, sulla base del fatto che uscendo dalla fabbrica le moto avevano già un limite intrinseco: lui però non poteva credere che le moto che passavano sotto casa sua fossero così come uscite dalla fabbrica. Si trattava di un attentato alla salute e all’equilibrio psichico. Ci voleva una campagna di rigorosi controlli, perché il codice della strada vietava la manomissione dell’apparato di silenziamento, con multe fino a 1.734 €. <br>
<strong>Peter Faistnauer</strong> (Perspektiven Für Südtirol) ha detto di aver verificato in internet che esistono tantissime tratte in Europa vietati per le moto: il problema non è quindi specifico delle Dolomiti. Egli ha quindi appoggiato pienamente la mozione, chiedendo ai Verdi come intendessero procedere in merito alle moto elettriche.<br>
<strong>Franz Ploner </strong>(Team K) ha parlato di danni alla salute causati dal rumore, se si superavano gli 80 decibel. Le moto citate da Dello Sbarba uscivano dalla fabbrica in regola, ma poi venivano truccate: erano necessari controlli, e limiti di velocità sui valichi.<br>
<strong>Hanspeter Staffler</strong> (Gruppo verde) ha confermato che il rumore era un danno alla salute, aggiungendo che da un lato i passi Dolomitici richiamavano un numero crescente di motociclisti, che li vedevano come tratte di allenamento, dall’altro il numero di moto vendute era in continua crescita, per esempio in Germania. Spesso i turisti arrivavano con il camper e la moto a rimorchio. In generale, nelle località le moto si comportano abbastanza bene, ma quando vanno verso i passi accelerano, e qui non c’è nessun limite riguardo ai decibel al di là degli 80 dB della normativa comunitaria. Ci sono motociclisti che apprezzano il rumore e truccano appositamente le moto. L’unico provvedimento risultato utile finora è stata la chiusura del Passo Sella nel 2017.<br>
<strong>Marco Galateo</strong> (Fratelli d’Italia) ha condiviso l’idea di un turismo rispettoso dell’ambiente, ma si è detto perplesso su divieti e rinunce previste nella parte dispositiva, ritenuta un po’ aggressiva, meglio sarebbe stato “coinvolgere, sensibilizzare, premiare”. Si è chiesto cosa significasse a livello pratico controllare la rumorosità – si trattava di bloccare le moto con cui erano arrivati i turisti? – o contingentare gli arrivi giornalieri. Più che vietare, era opportuno promuovere campagne positive per il rispetto dell’ambiente. A Bolzano, dove i Verdi governano, l'approccio ideologico era di vietare e chiudere, ma l'uso dei mezzi propri rientrava nella libertà; più opportuna era la promozione di mezzi alternativi. la proposta in esame rischiava solo di fare cattiva pubblicità.<br>
<strong>Sven Knoll</strong> (Süd-Tiroler Freiheit) ha invitato a riflettere sul fatto che l'inquinamento acustico non era causato solo dalle motociclette, ma anche sul fatto che non era vero che i motociclisti portassero soldi. Ha poi fatto riferimento a un raduno annuale di auto d’epoca nel suo paese (Scena), che obbligava a scappare: il problema, quindi, non riguardava le moto, che diventavano capro espiatorio. In ogni caso, le leggi andavano rispettate, anche in merito alle emissioni acustiche. La situazione era critica un po’ ovunque: la rumorosità andava ridotta ovunque.</p>
<p>La discussione della mozione prosegue domani. Il plenum si riunirà <strong>già alle 9.30 per l’audizione del presidente del Comitato provinciale per le Comunicazioni Roland Turk, che presenterà la Relazione sull’attività 2022</strong>.</p>
**(MC)**
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