
(AGENPARL) – gio 01 giugno 2023 OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
COME DOPO IL TERREMOTO:
UNO SCIAME ALLUVIONALE ATTRAVERSA L’ITALIA
FRANCESCO VINCENZI
Presidente ANBI
(Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue)
“SENZA UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ COLLETTIVA
VERSO LA FRAGILITA’ DEL NOSTRO TERRITORIO
NUOVE EMERGENZE SONO DIETRO L’ANGOLO”
Se al Nord, all’inondazione della Romagna si affianca la violenza meteo su Brescia (145 millimetri di pioggia in un giorno con una punta di mm. 50 in un’ora), è al CentroSud, che si registra un autentico “sciame alluvionale” a conferma della fragilità idrogeologica dell’Italia: in Campania, Forino è stata allagata in poche ore da mm. 78,4 di pioggia; grande apprensione, ma solo danni e disagi a Lucera in Puglia per circa 60 millimetri d’acqua caduti in un’ora ; in Sardegna, mm. 61,4 sono scesi in un’ora su Ottana, mentre è bastata un’ora e mezza per vedere cadere 64 millimetri d’acqua su Carbonia, mentre 27 violentissimi millimetri di pioggia in un’ora sono stati sufficienti per provocare allagamenti, frane e crolli a Bonnanaro; infine in Sicilia si registrano 62 millimetri di pioggia in 2 giorni su Sclafani Bagni (mm. 46 in 24 ore) e mm. 50 su Aidone.
A registrarlo è il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.
“E’ la conferma di una crisi climatica, che vede il nostro Paese particolarmente esposto, colpito da una tropicalizzazione di eventi, la cui violenza si scarica su aree circoscritte, moltiplicando la pressione sul reticolo idraulico – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – L’immagine più appropriata è quella di un secchio improvvisamente rovesciato sulle testa delle comunità: o adeguiamo il territorio a contenere le acque di pioggia, trasformando il problema in opportunità, grazie all’efficientamento della rete idraulica, alla realizzazione di nuove infrastrutture ed assumendo un atteggiamento nuovo e diverso riguardo il consumo del suolo oppure nuove emergenze anche drammatiche possono purtroppo ripetersi un po’ ovunque su un territorio fortemente urbanizzato.”
“Il timore adesso è l’immobilismo post emozionale, non acquisendo intrinsecamente che alluvioni e siccità sono facce di una stessa medaglia, chiamata gestione idraulica, messa in crisi dai cambiamenti climatici e da un inarrestabile abbandono, nonché cementificazione del territorio. Per questo, le soluzioni da noi proposte, dai piani invasi agli interventi di efficientamento sulle opere esistenti, sono multifunzionali, rispondendo perlopiù ad entrambe le esigenze – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – E’ tempo di dimostrare di essere un Paese maturo che, accanto all’eccezionale capacità di intervento in caso d’emergenza, sa ora farlo anche in prevenzione, utilizzando al meglio le risorse disponibili e cui si potrà accedere.”
Per il resto, la Penisola, dopo mesi caratterizzati da insufficienza idrica, si presenta ancora con un aspetto “umido”.
Al Nord, i livelli dei grandi bacini naturali sono tornati a quote confortanti: i laghi Maggiore e di Como sono sopra media, così come quello d’Iseo che, con il 98,6% di riempimento sfiora il massimo storico; bene anche il Benaco, che cresce di quasi 10 centimetri, indirizzandosi ad uscire dallo stato di sofferenza, che lo caratterizza da molte settimane.
In Valle d’Aosta, complice lo scioglimento della neve in quota e le abbondanti precipitazioni, la portata della Dora Baltea cresce notevolmente (alla stazione di Nus, da mc/s 5,10 della scorsa settimana agli attuali mc/s 73,10); anche il torrente Lys mantiene una notevole portata (mc/s 7,10).
In Piemonte, le eccezionali portate dei fiumi in piena sono in larga parte solo un ricordo: restano importanti i volumi d’acqua negli alvei di Varaita (oltre 35 metri cubi al secondo) ed Orco (oltre mc/s 50), mentre tornano sotto media la Sesia, il Tanaro, la Toce.