
(AGENPARL) – mar 30 maggio 2023 Ravenna 30 maggio 2023
Discorso del sindaco Michele de Pascale al cospetto del presidente della Repubblica
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ora proviamo a descrivere quello che è stato questo evento per il territorio del Comune di Ravenna.
Abbiamo anche alcune immagini video che raccontano con riprese dall’alto il danno e la violenza con cui questa alluvione si è abbattuta sulla nostra comunità: circa 60 chilometri quadrati, il 10% della superficie comunale.
Ma il Comune di Ravenna è il secondo comune più grande d’Italia, quindi sarebbe un terzo del Comune di Bologna e di quello di Milano.
Gli allagamenti hanno coinvolto 3000 edifici, 900 imprese, 4200 cittadini, 37 allevamenti e complessivamente, avendo attuato un meccanismo di evacuazione preventiva, cioè non avendo aspettato che arrivasse l’acqua per evacuare, sono state evacuate 32.000 persone nel nostro Comune, in centri creati ad hoc. Abbiamo trasformato cinema, musei, ogni luogo che era possibile, per accogliere in maniera dignitosa le persone che dovevano abbandonare il proprio domicilio, con una rete di solidarietà veramente straordinaria.
La dinamica di questa alluvione è stata abbastanza chiara: ci sono state piogge mai conosciute e mai viste prima nelle nostre colline che hanno prodotto – credo che lo abbia potuto vedere nel comune di Modigliana questa mattina – frane e disastri incredibili per quelle comunità, che già vivono il fenomeno dello spopolamento.
Quest’acqua è scesa a grandissima velocità, ha distrutto gli argini di quasi tutti i fiumi della Romagna nelle città vicine alla via Emilia, quindi Faenza, Cesena, Forlì. Ma nel nostro territorio anche Sant’Agata e Castel Bolognese. E in quei territori le città sono cosparse di fango. Sono stati distrutti i beni più cari delle persone, con una difficoltà in questi giorni a rimettere in funzione quelle comunità molto, molto alta.
Poi quest’acqua ha iniziato a scendere, a scendere con grande velocità. C’erano state le piogge del 3 maggio, il terreno non assorbiva quasi niente e questa enorme quantità d’acqua ha allagato tutta la pianura della provincia di Ravenna.
Ci sono interi comuni che sono stati attraversati completamente dall’acqua e quest’acqua marciava sulla città. Una città che soffre di subsidenza da migliaia di anni, quindi è molto più bassa rispetto al livello del piano di campagna e quindi sarebbe stata completamente allagata dall’acqua. E quindi questi numeri drammatici: si poteva arrivare a coinvolgere 100/150.000 persone, la quasi totalità era a rischio. Nel nostro piano di Protezione civile il 100% del territorio è potenzialmente alluvionabile.
E allora avevamo una giornata presidente, avevamo una giornata di tempo.
C’era già qui la Protezione civile regionale, è arrivata anche la Protezione civile nazionale.
Ringrazio l’ingegner D’Angelo che è stato con noi in un momento molto difficile, anche dal punto di vista psicologico. Abbiamo messo in campo tutte le azioni possibili e immaginabili per evitare che la città finisse completamente sott’acqua. C’è stato un lavoro di squadra incredibile. Si sono ricostruiti argini con operai e ditte che sono andati a lavorare in contesti difficilissimi. I dipendenti dei consorzi di bonifica che sono riusciti a regimentare i canali e a farli circolare con flussi d’acqua che erano impensabili. L’acqua è tornata a poter circolare sui fiumi che avevano rotto.
Sono arrivate quindi pompe idrovore, prima da tutta Italia e poi da tutta Europa.
Abbiamo nella sala consiliare le bandiere del Canada e del Regno Unito, per il sacrificio che fecero durante la seconda guerra mondiale. Dopo tanti anni abbiamo di nuovo avuto bisogno in maniera molto diversa e in questo comune e in questa provincia ci saranno anche le bandiere della Slovenia, della Slovacchia, del Belgio e della Francia. Perché noi non dimentichiamo chi ci aiuta.
E grazie a questo sforzo e all’inversione del Cavo napoleonico in provincia di Ferrara noi siamo riusciti a deviare le acque con un lavoro veramente straordinario.
L’acqua è corsa per i canali. Purtroppo ha colpito molte zone ma è stata deviata fuori dalla città dopo aver fatto danni veramente immensi.
Le persone che sono qui in quelle ore, chi azionando un canale, chi facendo evacuare una persona fragile, chi aprendo un centro di accoglienza, chi pattugliando una strada, hanno lavorato giorno e notte e non hanno dormito per cinque giorni.
Fossero funzionari dello Stato, fossero dipendenti del Comune, fossero volontari, hanno dato tutto quello che avevano.