
(AGENPARL) – lun 29 maggio 2023 Insieme per la Costituzione
Ambiente Diritti Lavoro Salute Pace. Difendiamo la Costituzione che va attuata e non stravolta
La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica
il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale
unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente rimuovendo “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per questo rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi
concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle periferie, dai centri urbani alle aree interne),
a partire da:
• il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità – fulcro di un modello di sviluppo sostenibile – superando la precarietà dilagante,
contrastando il lavoro povero e sfruttato, aumentando i salari e le pensioni.
• il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario – pubblico, solidale e universale – a cui garantire
le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica,
recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e valorizzare il lavoro di cura;
investimento sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover,
superi la precarietà e valorizzi le professionalità; sostegno alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul
lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione.
• il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento
sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita.
• il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e un reddito per
una vita dignitosa.
• il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi.
• una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione
civile e nonviolenta.
Questi diritti possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più
a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico che protegga e liberi dai bisogni, a
cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività che sono oggi negati tanto da interventi
regressivi – come, ad esempio, la flat tax – quanto da una evasione fiscale sempre più insostenibile. Inoltre, giustizia sociale e giustizia
ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future
generazioni”, come recita l’art. 9 della nostra Costituzione.
Questo modello sociale – fondato su uguaglianza, solidarietà e partecipazione – costituisce l’antitesi del modello che vuole realizzare
l’attuale maggioranza di Governo con le prime scelte che ha già compiuto e, soprattutto, con le misure che si appresta a varare, a
partire da quelle che – se non fermate – sono destinate a scardinare le fondamenta stesse dell’impianto della Repubblica, come:
• l’autonomia differenziata, rilanciata con il DDL Calderoli, che porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di
diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori;
il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo,
semi-presidenzialismo o premierato che sia) che ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione
istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità.
La Costituzione antifascista nata dalla Resistenza – nel riconoscere il lavoro come elemento fondativo, la sovranità del popolo, la
responsabilità delle istituzioni pubbliche di garantire l’uguaglianza sostanziale delle persone, i diritti delle donne, il dovere della
solidarietà, la centralità della tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle
controversie internazionali – ha delineato un assetto istituzionale che, attraverso la centralità del Parlamento, fosse il più idoneo ad
assicurare questi principi costitutivi e a realizzare un rapporto tra cittadini/e e istituzioni che non si esaurisce nel solo esercizio
periodico del voto ma si sviluppa quotidianamente nella dialettica democratica e nella costante partecipazione collettiva della
rappresentanza in tutte le sue declinazioni politiche, sociali e civili.
Per contrastare la deriva in corso e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della
Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che – a
partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno – rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e
in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata
sull’uomo o sulla donna soli al comando.
Per queste ragioni, ci impegniamo a realizzare:
• il 24 giugno una grande manifestazione nazionale a Roma in difesa del diritto alla salute delle
persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e
universale.
• Il 30 settembre una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la
precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo
stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.