
(AGENPARL) – gio 18 maggio 2023 Lettura di libri e fruizione
delle biblioteche
NEL 2022 SI RIDUCONO
I LETTORI DI LIBRI,
LE DONNE LEGGONO
PIÙ DEGLI UOMINI
Nel 2022 è pari al 39,3% la quota di persone di 6 anni e più che hanno letto nell’ultimo anno almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali (erano il 40,8% nel 2021).
Rilevante la differenza di genere: la percentuale delle lettrici è del 44%, quella dei lettori del 34,3%. PREVALE
IL PROFILO
DEL LETTORE “DEBOLE”
Il 17,4% delle persone di 6 anni e più sono lettori “deboli” (leggono al massimo 3 libri in un anno), il 15,4% lettori “medi” (3-11 libri in un anno). Solo il 6,4% sono, infine, lettori “forti” (almeno 12 libri nell’ultimo anno). GIOVANI E GIOVANISSIMI
I LETTORI
PIÙ AFFEZIONATI, SPECIALMENTE
LE RAGAZZE
La quota maggiore di lettori si osserva tra i giovani fino a 24 anni, con punte più elevate tra gli 11 e i 14 (57,1%).
In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze di 11-14 anni, tra le quali più di 6 su 10 hanno letto almeno un libro nell’anno.
FORTE DIVARIO TERRITORIALE
E PER TITOLO DI STUDIO NELL’ABITUDINE
ALLA LETTURA
L’abitudine alla lettura è più diffusa nelle regioni del Centro-nord: nel 2022 ha letto almeno un libro il 46,1% delle persone residenti nel Nord, il 42,4% di chi vive nel Centro e il 27,9% di chi vive nel Mezzogiorno.
Ampio il differenziale per titolo di studio: il rapporto tra chi è laureato e chi possiede al massimo la licenza media è di 4 lettori su 1. CRESCE NEL 2022 L’ABITUDINE A RECARSI IN BIBLIOTECA,
MA ANCORA INFERIORE AL PERIODO PRE-PANDEMICO
Nel 2022 il 10,2% della popolazione di 3 anni e più si è recata almeno una volta in biblioteca nel corso dell’anno, dato in aumento rispetto al 7,4% del 2021, ma ancora distante dal 15,5% del 2019. AUMENTANO GLI ACCESSI IN PRESENZA
ALLE BIBLIOTECHE, STABILI GLI ACCESSI ON LINE.
È del 13,5% la quota di persone di 6 anni e più che si sono recate in biblioteca o si sono collegate al sito web di una biblioteca (era dell’11,7% nel 2021). In particolare, aumenta la quota di accessi in presenza, dal 4,8% del 2021 al 7,2% del 2022, mentre rimane pressoché stabile quella di accessi on line, pari al 6,4%.
Nel 2022 i lettori di libri si riducono rispetto al biennio 2020-2021
Nel 2022 il 39,3% di persone di 6 anni e più hanno letto nell’ultimo anno almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali. Il valore si è ridotto rispetto a quanto rilevato nei due anni precedenti, quando i lettori erano rispettivamente il 41,4% (2020) e il 40,8% (2021) (Figura 1) dei residenti di quell’età.
Dal 2000, quando la quota di lettori risultò pari al 39,1%, l’andamento è stato crescente fino a raggiungere il picco massimo nel 2010 (46,8%), per poi ridiscendere progressivamente fino ad arrivare nel 2016 allo stesso livello del 2001 (40,5%). Successivamente la percentuale di lettori si è mantenuta stabile fino al 2019, per poi crescere nel 2020 e mantenersi a un valore analogo nel 2021. La lieve crescita registrata nel biennio pandemico 2020-2021 non è stata però sufficiente per recuperare le perdite registrate negli anni precedenti. In questo quadro, la contrazione registrata nel 2022 porta la quota di lettori al livello più basso mai registrato in quasi venticinque anni.
Anche nel 2022 si evidenzia una rilevante differenza di genere in favore delle donne: la percentuale delle lettrici è del 44% (-1,7 punti percentuali sul 2021), quella dei lettori del 34,3% (-1,6). La distanza di genere in favore delle donne iniziò a manifestarsi nel 1988, anno in cui si dichiaravano lettrici il 39,3% delle donne e lettori il 33,7% degli uomini, mentre in precedenza si osservava una situazione opposta, con valori più elevati tra gli uomini. Negli anni seguenti il divario ha manifestato una costante crescita fino al biennio 2015-2016, quando lo scarto uomo/donna raggiunse il suo valore più elevato (quasi 14 punti percentuali). Solo negli anni successivi la differenza di genere ha iniziato a ridursi, attestandosi a 9,7 punti percentuali nel 2022.
“Debole” il profilo del lettore
La quota più rilevante delle persone di 6 anni e più (il 17,4% considerando tutti gli individui, ben il 44,4% tenendo conto dei soli lettori) sono lettori “deboli”, dichiarano cioè di aver letto al massimo tre libri nei 12 mesi precedenti l’intervista. Il 15,4% (pari al 39,3% dei lettori) possono, invece, essere considerati “lettori medi”, avendo letto da 4 a 11 libri nell’ultimo anno. Infine, soltanto il 6,4% dei residenti (pari al 16,3% dei lettori) hanno letto almeno 12 libri nell’ultimo anno e possono essere considerati lettori “forti”.
La quota di lettori forti è più alta tra le lettrici che non tra i lettori (il 17,5% contro il 14,7%). Inoltre, valori più elevati di lettori forti si osservano tra le persone di 60 anni e più, dove si raggiunge il 22% dei lettori. Al contrario, sono gli uomini a presentare più spesso un profilo di lettore debole (il 48% contro il 41,8% delle donne) e anche i ragazzi di 11-14 anni, dove circa un lettore su 2 legge al massimo 3 libri in un anno.
A fronte di un profilo di lettore polarizzato prevalentemente sulla lettura di pochi libri, c’è comunque da osservare come nell’arco di 22 anni si sia registrato un lieve aumento del numero di libri letti in un anno: questo numero passa, infatti, da 6,3 del 2000 a 7,4 del 2022. Parallelamente, la quota di lettori forti aumenta di 4,3 punti percentuali. Tale andamento si è registrato principalmente tra le lettrici (che leggevano in media 6,3 libri in un anno nel 2000 e arrivano a 7,9 nel 2022) e tra i lettori di 60 anni e più, passati da 7,2 libri nel 2000 a 9 nel 2022.
FIGURA1. PERSONE DI 6 ANNI E PIÙ PER ABITUDINE ALLA LETTURA DI LIBRI PER MOTIVI NON STRETTAMENTE SCOLASTICI O PROFESSIONALI NEI 12 MESI PRECEDENTI L’INTERVISTA E NUMERO DI LIBRI LETTI. Anni 2000-2022, per 100 persone di 6 anni e più
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
Quote più elevate di lettori tra i giovanissimi di 11-14 anni
L’analisi per fasce di età mette in evidenza nel 2022 una quota maggiore di lettori tra i più giovani (fino a 24 anni), con punte più elevate specialmente tra gli 11 e i 14 anni (57,1%), per quanto tra i giovanissimi la lettura complessiva non superi i tre libri l’anno per un lettore su due. A partire dai 25 anni di età l’abitudine alla lettura diminuisce, sebbene tra la popolazione di 55-59 anni si osservi un andamento nuovamente crescente, che regredisce però tra la popolazione ultra-sessantaquattrenne. Tale andamento è comune a uomini e donne, ma con livelli di lettura sempre più elevati per queste ultime. In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze di 11-24 anni, tra le quali circa 6 su 10 hanno letto almeno un libro nell’anno (con un picco tra gli 11 e i 14 anni, 64,4%). La quota di lettrici scende sotto la media nazionale tra i 45-54 anni e dopo i 60, mentre per gli uomini è sempre inferiore al valor medio nazionale a partire dai 35 anni (Figura 2).
A partire dal 2010 l’analisi evidenzia, per quasi tutte le fasce di età, una diminuzione della quota di lettori negli anni successivi. Puntando l’attenzione sui giovani, si assiste a una decisa contrazione di lettori tra il 2010 e il 2016. In particolare, tra gli 11 e i 14 anni vi è una diminuzione di 14,3 punti percentuali in tale periodo, che viene riassorbita dal 2020 in avanti.
Dopo il 2010 si assiste a una diminuzione importante di lettori anche tra gli adulti di 45 anni e più. La contrazione risulta più consistente tra il 2010 e il 2016, ma risulta significativa anche tra 2020 e 2022.
Gli anziani dai 65anni in su mostrano una crescita di lettori tra il 2010 e il 2016 e una sostanziale stabilità negli anni a seguire. Su tale componente della popolazione pesa progressivamente la presenza di generazioni sempre più istruite e in migliore condizione di salute di un tempo.
FIGURA 2. PERSONE DI 6 ANNI E PIÙ CHE HANNO LETTO ALMENO UN LIBRO PER MOTIVI NON STRETTAMENTE SCOLASTICI O PROFESSIONALI NEI 12 MESI PRECEDENTI L’INTERVISTA PER GENERE E CLASSE DI ETÀ. Anni 2010, 2016, 2020, 2022, per 100 persone di 6 anni e più
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
Si legge più nel Centro-nord e tra chi ha un titolo di studio elevato
L’abitudine alla lettura è più diffusa nelle regioni del Centro-nord: nel 2022 ha letto almeno un libro il 46,3% delle persone residenti nel Nord-ovest, il 45,8% di quelle del Nord-est e il 42,4% di chi vive nel Centro (Figura 3). Al Sud la quota di lettori è del 27,9% mentre nelle Isole la realtà è molto differenziata tra la Sicilia (24,0%) e la Sardegna (40,0%): quest’ultima si caratterizza per quote di lettori sovrapponibili a quelle delle regioni del Centro.
Nel tempo i rapporti tra i livelli di lettura osservati nelle diverse ripartizioni del Paese si mantengono abbastanza costanti, con un rapporto Nord-Mezzogiorno di quasi 2 lettori su 1.
Considerando l’ampiezza demografica dei comuni, l’abitudine alla lettura è molto più diffusa nei Comuni centro delle aree metropolitane, dove nel 2022 si dichiara lettore quasi la metà degli abitanti (47,8%). La quota scende al 36,3% nei Comuni con meno di 2mila abitanti. Tale divario potrebbe spiegarsi con una maggiore presenza di librerie e biblioteche nei centri di grandi dimensioni.
FIGURA 3. PERSONE DI 6 ANNI E PIÙ CHE HANNO LETTO ALMENO UN LIBRO PER MOTIVI NON STRETTAMENTE SCOLASTICI O PROFESSIONALI NEI 12 MESI PRECEDENTI L’INTERVISTA PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni 2010, 2016, 2020, 2022, per 100 persone di 6 anni e più
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
Anche il livello di istruzione rappresenta un elemento discriminante per le abitudini di lettura: tra le persone con un’età pari o superiore ai 25 anni, legge libri il 68,9% dei laureati, il 43,2% dei diplomati e solo il 17,1% di chi possiede al massimo la licenza media (con un rapporto tra titoli di studio alti e titolo di studio bassi pari a 4 lettori su 1) (Figura 4).
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
Le diseguaglianze per titolo di studio nell’abitudine alla lettura sono aumentate nel tempo: il rapporto tra titoli bassi e titoli alti era pari a 3 a 1 nel 2010, arriva a 3,5 a 1 nel 2016 e si mantiene su circa 4 a 1 sia nel 2020 sia nel 2022.
Cresce l’abitudine a recarsi in biblioteca
Nel 2022 il 10,2% della popolazione di 3 anni e più si è recata in biblioteca almeno una volta nel corso dell’anno, dato in aumento rispetto al 7,4% del 2021, ma ancora distante dal 15,3% del 2019.
Più elevata la quota di donne (11,7% a fronte dell’8,6% degli uomini), con differenze di genere particolarmente marcate tra i giovani di 15-24 anni (in questa fascia di età si sono recate in biblioteca il 28,9% delle ragazze a fronte del 16,8% dei ragazzi).
I giovani e i giovanissimi tra 6 e 24 anni sono i frequentatori più assidui, con una quota più che doppia rispetto al resto della popolazione (23,5% a fronte del 10,2% della media generale) (Figura 5).
FIGURA 5. PERSONE DI 3 ANNI E PIU’ CHE SI SONO RECATE IN BIBLIOTECA PER CLASSE DI ETÀ. Anni 2019, 2021 e 2022, per 100 persone di 3 anni e più
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
Rispetto al crollo registrato nel 2021 dovuto alle restrizioni nell’accesso alle biblioteche, la ripresa del 2022 ha interessato tutta la popolazione. Tuttavia, nel 2022 i bambini di 3-5 anni e i giovani e giovanissimi tra i 6 e i 24 anni mostrano i livelli più distanti rispetto al periodo pre-pandemico, con riduzioni sul 2019 di -9,8 per i primi e di -13,5 punti percentuali per i secondi.
La fruizione delle biblioteche è più elevata nelle regioni del Nord (13,9%) rispetto a quelle del Centro (9,2%) e soprattutto del Mezzogiorno (5,7%), con l’unica eccezione della Sardegna, che si attesta all’11,5%. Le differenze tra le ripartizioni rimangono relativamente stabili nel tempo.
Tra le persone di 25 anni e più si riscontrano forti differenze rispetto al livello di istruzione Nel 2022 la quota di persone laureate che si è recata in biblioteca è di oltre 6 volte superiore rispetto a quella di chi possiede al massimo la licenza media (16,8% contro 2,6%) ed è più di due volte superiore rispetto a quella di chi ha conseguito il diploma superiore (7,5%).
Nel complesso, le attività più diffuse tra gli utenti delle biblioteche sono “prendere libri in prestito” (57,6%), “leggere o studiare” (37,2%) e “raccogliere informazioni” (22,2%). Tuttavia, i motivi della fruizione si diversificano ampiamente in base all’età. L’attività del prendere libri in prestito è svolta con prevalenza più alta dai giovani utenti fino a 14 anni e dagli anziani di 65-74 anni (circa 7 su 10). Al contrario, si recano in biblioteca per leggere o studiare prevalentemente i giovani tra 15 e 34 anni, con picchi che superano l’80% tra i 20-24enni. Tra i motivi meno diffusi troviamo, invece, “incontrare gli amici” (7,7%; 20,5% tra i giovani utenti di 20-24 anni), “partecipare a conferenze, dibattiti, lezioni, ecc.” e “consultare quotidiani/riviste” (entrambi circa il 7% degli utenti).
L’accesso on-line compensa in parte la bassa fruizione in presenza
Durante il periodo di emergenza sanitaria l’accesso on-line alle biblioteche ha in parte mitigato le difficoltà di fruizione e partecipazione in presenza. Nel 2021 la quota di persone di 6 anni e più che ha effettuato un accesso “in presenza” o “virtuale” alle biblioteche è stata dell’11,7%. Di questi, il 6,8% ha effettuato almeno un accesso on-line collegandosi ad un sito internet per consultare cataloghi, libri, prenotare prestiti o altro, mentre il restante 4,8% ha usufruito dei servizi bibliotecari recandosi fisicamente nella struttura. Nel 2022, con il più ampio ripristino della possibilità di accedere fisicamente alle biblioteche, l’accesso complessivo ha registrato un aumento di 1,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente, attestandosi al 13,5%. Ad aumentare nel 2022 sono stati gli accessi non virtuali, passati dal 4,8% del 2021 al 7,2% del 2022. È rimasta pressoché stabile, invece, la quota di coloro che hanno usufruito di servizi bibliotecari on-line, pari al 6,4%.
L’accesso on-line è più diffuso tra i giovani di 15-24 anni (11,4%) e tra i giovani adulti di 25-34 anni (10,2%). Le differenze di genere sono in linea con quelle riscontrate per la fruizione in presenza, con una quota di utenti on-line pari al 5,6% tra gli uomini e al 7,1% tra le donne (Figura 6).
FIGURA 6. PERSONE DI 6 ANNI E PIU’ CHE SI SONO RECATE IN BIBLIOTECA O CHE HANNO EFFETTUATO L’ACCESSO ON LINE AL SITO DI UNA BIBLIOTECA. Anni 2021-2022, per 100 persone di 6 anni e più
Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
Nota metodologica
L’analisi presentata si basa su dati provenienti dall’Indagine Aspetti della vita quotidiana. L’Indagine fa parte del sistema integrato di Indagini Multiscopo sulle famiglie avviato nel 1993 e costituisce la principale fonte statistica sulla struttura familiare e sulle caratteristiche sociali delle famiglie. Le informazioni statistiche raccolte, integrate con quelle desumibili da fonte amministrativa e dalle imprese, contribuiscono a determinare la base informativa del quadro sociale del Paese.
L’indagine è eseguita su un campione di circa 25mila famiglie distribuite in circa 800 comuni italiani di diversa ampiezza demografica. Le famiglie vengono estratte casualmente dall’elenco dei nominativi coinvolti nelle rilevazioni censuarie, secondo una strategia di campionamento volta a costruire un campione statisticamente rappresentativo della popolazione residente in Italia. In questa edizione di indagine hanno risposto 19.829 famiglie e oltre 45.000 individui.
Le informazioni vengono raccolte attraverso una tecnica mista, che si avvale di un questionario online che viene autocompilato dai rispondenti (tecnica CAWI, Computer-Assisted Web Interviewing) oppure di una intervista diretta con questionario elettronico (somministrato da un intervistatore con tecnica CAPI, Computer-Assisted Personal Interviewing) e di un questionario cartaceo autosomministrato.
Disegno di campionamento
Il disegno di campionamento ha una struttura generale che ricalca quella degli schemi campionari della maggior parte delle indagini sulle famiglie, ossia un disegno a due stadi comuni-famiglie, con stratificazione dei comuni. Dal 2019 il campione è stato integrato con il disegno campionario del Master Sample del Censimento permanente.
I domini di studio (gli ambiti di riferimento per i parametri di popolazione oggetto di stima) sono:
l’intero territorio nazionale; le cinque ripartizioni geografiche (Italia nord-occidentale, Italia nord-orientale, Italia centrale, Italia meridionale, Italia insulare); le regioni geografiche (a eccezione del Trentino-Alto Adige le cui stime sono prodotte separatamente per le province di Bolzano/Bozen e Trento); la tipologia comunale ottenuta suddividendo i comuni italiani in sei classi formate in base a caratteristiche socio-economiche e demografiche: A) comuni appartenenti all’area metropolitana suddivisi in: comuni centro dell’area metropolitana (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Cagliari) e comuni che gravitano intorno ai comuni centro dell’area metropolitana; B) comuni non appartenenti all’area metropolitana suddivisi in comuni aventi fino a 2.000 abitanti, comuni con 2.001-10.000 abitanti, comuni con 10.001-50.000 abitanti, comuni con oltre 50.000 abitanti.
I principali risultati dell’Indagine vengono resi disponibili sul sito dell’Istat attraverso il data warehouse I.Stat e le “Statistiche report” su vari argomenti. Ogni anno, inoltre, i dati raccolti vengono analizzati e pubblicati anche su volumi a carattere generale (Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile, Rapporto annuale, Annuario statistico italiano, Noi Italia, Italia in cifre) e, occasionalmente, nelle collane di approfondimento o analisi dell’Istat.