(AGENPARL) – mar 16 maggio 2023 COMUNICATO STAMPA
SABATO 20 E DOMENICA 21 MAGGIO TEATROLTRE A PESARO E JESI
CON FRANCESCA GAROLLA, PREMIO VALERIA MORICONI. FUTURO DELLA SCENA 2022
E IL SUO PER LA VITA CON VIOLA GRAZIOSI
Scritto e diretto da Francesca Garolla, vincitrice Premio Valeria Moriconi. Futuro della Scena 2022, e interpretato da Viola Graziosi, Per la vita è un lavoro che nasce all’interno di una trilogia che indaga il tema della libertà e arriva in scena in forma di “cantiere aperto” al termine di una residenza di allestimento alla Chiesa dell’Annunziata di Pesaro sabato 20 maggio e in forma di “primo studio” al Teatro Pergolesi di Jesi domenica 21 maggio.
I due appuntamenti sono proposti nel cartellone di TeatrOltre, festival regionale ideato e realizzato all’insegna della multidisciplinarietà dall’AMAT con, tra gli altri, i Comuni di Pesaro e Jesi e la Fondazione Pergolesi Spontini, un palcoscenico ampio per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei.
“Per la vita, testo di cui presento oggi una prima tappa di lavoro e di studio, nasce all’interno di una trilogia sulla quale sto lavorando da diversi anni. Una trilogia – racconta Francesca Garolla – che indaga il tema della libertà in tre declinazioni: una libertà “assoluta” che non si interroga da un punto di vista etico o morale sulle conseguenze delle proprie azioni (Tu es libre), una libertà che invece tocca il tema della responsabilità, individuale, collettiva e storica, nella sua eredità generazionale (Se ci fosse luce) e, in Per la vita, una libertà “rifiutata”, evitata, negata a se stessi consapevolmente. Per la vita riflette su come si possa accettare, se non desiderare, una condizione di prigionia, reale o mentale che sia. In scena una donna, sola, sembra obbedire alla volontà di qualcun altro, ad una madre-maman che “a fin di bene” l’ha relegata nella sua stanza, rendendola terrorizzata e disgustata dalla vita che accade fuori dalle sue finestre, costretta, imprigionata in affermazioni, regole e limiti. Ma è quando la madre scompare – è poi mai davvero esistita? – che comprendiamo come la protagonista stessa non voglia davvero liberarsi. È nella sua prigione – che ha voluto, immaginato, abitato – che trova la sua libertà”.
Testo e cura della mise en espace sono di Francesca Garolla, aiuto regia Alan Alpenfelt, ricerca sonora Emanuele Pontecorvo, l’abito di scena è una creazione di Tina Sondergaard, produzione 369Gradi, in collaborazione con AMAT & Teatri di Pesaro, testo realizzato con il sostegno di La Chartreuse – Centre National des écritures du spectacle, Istituto Italiano di Cultura di Parigi.
La residenza di allestimento a Pesaro è realizzata nell’ambito di RAM Residenze Artistiche Marchigiane finanziate da MiC e Regione Marche.
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