
(AGENPARL) – gio 11 maggio 2023 OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
SIAMO COME NEL 2022
LE PIOGGE MIGLIORANO LA SITUAZIONE IDRICA
MA SENZA NUOVI INVASI
LA CRISI È SEMPRE DIETRO L’ANGOLO
“Ciò che sta meteorologicamente accadendo sul Paese è l’evidente dimostrazione di quanto
ripetutamente previsto e cioè di come, su ampie zone del Nord, ad un lungo periodo di siccità stiano
seguendo abbondanti piogge, il cui apporto non però è tesaurizzabile per la mancanza di adeguate
infrastrutture di stoccaggio. E’ una potenziale ricchezza d’acqua, che rischiamo di rimpiangere da qui a
qualche settimana con l’arrivo del grande caldo. Per questo è necessario programmare un futuro idrico
che, avviando concretamente un piano di invasi medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, eviti il
ripetersi delle litanie degli stati d’emergenza; i progetti ci sono”: a dirlo è Francesco Vincenzi, Presidente
dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue
(ANBI).
In generale, l’apporto pluviale di queste settimane e le temperature di un Aprile mediamente più fresco
della norma hanno contribuito sia a ritardare lo scioglimento del manto nevoso che a rivitalizzare i corpi
idrici che, come i Grandi Laghi, hanno sofferto durante un’annata 2022 ed un inverno 2023 estremamente
secchi.
“Quanto queste piogge contribuiscano a risolvere l’insufficienza idrica, lo si potrà vedere solo nelle prossime
settimane – precisa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Si sta infatti riproponendo la
situazione del 2022, allorchè uno sprazzo di primavera piovosa fece sperare in un’inversione di tendenza
dopo l’inverno più arido da 70 anni; quando le piogge esaurirono i benefici sul clima, le anomalie di
temperatura si acuirono con le conseguenze, che ancora si riverberano sulla scarsità di risorsa idrica.”
Dal settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche risalta l’importante dato di
accrescimento nei bacini lacustri: il Maggiore sale di quasi 49 centimetri, superando il dato medio storico
(95,1% di riempimento) così come i laghi di Como, che cresce di 36 centimetri (riempimento: 72,9%) e
d’Iseo (+ cm.33,8 e 90,0% di riempimento). Tardano invece le buone notizie per il più grande bacino
italiano: il lago di Garda raggiunge il 51,4% di riempimento, ma resta abbondantemente sotto media (cm.
67 invece di cm. 108,2).
Analizzando le regioni, in Valle d’Aosta, a seguito di un aumento delle temperature (sulle Grand Murailles in
Valtournenche, a 2600 metri d’altezza, nella scorsa settimana le temperature non sono scese sotto lo zero),
il manto nevoso si è assottigliato con conseguente incremento delle portate in alveo dei corsi d’acqua,
innanzitutto la Dora Baltea, che supera la media storica di Maggio (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle
d’Aosta).
Cresce anche il fiume Po, che però, pur nel miglioramento, evidenzia tutta la sua fase di crisi: dopo la
piena “morbida” dei giorni scorsi non riesce a mantenere un livello di portata in linea con le medie e
addirittura al rilevamento di Cremona ridiscende sotto il minimo storico. A Pontelagoscuro, la piena del 3
Maggio ha toccato il picco di 1055 metri cubi al secondo per poi ridiscendere agli attuali mc/s 675,88, ma
è sconcertante pensare che la portata media mensile, in quella stazione, è pari a mc/s 1999!
In Piemonte, piogge sparse stanno ristorando il territorio dopo un mese di aprile deficitario per quanto
riguarda le precipitazioni (-47% e addirittura -70% sui bacini di Bormida e Residuo Tanaro; fonte: Arpa
Piemonte); sulla regione il bilancio nivale dice -38%, ma arriva a -89% sul Piemonte meridionale. Permane
grave la situazione dei corpi idrici sotterranei, i cui valori sono generalmente inferiori di oltre il 75% al
consueto; crescono, invece, le portate dei fiumi, seppur minori dello scorso anno.
In Lombardia migliora sensibilmente la situazione del fiume Adda, la cui portata sale in una settimana da
mc/s 68 a mc/s 117; un tale incremento non riguarda, però, Serio e Mincio, mentre il livello dell’Oglio cresce
di circa mezzo metro. Le riserve idriche nella regione sono superiori di quasi il 30% al 2022, ma
praticamente dimezzate rispetto alla norma (-50,5%).
I fiumi della Liguria non sembrano aver beneficiato da piogge poco consistenti, rimanendo stabili su bassi
livelli.
In Emilia Romagna, dopo l’emergenza alluvionale, le portate di molti fiumi appenninici sono ridiscese al
di sotto dei valori medi mensili a dimostrazione dell’accentuazione del carattere torrentizio assunto.
Interessante è notare come la parte occidentale della regione sia stata quasi completamente esclusa dalle
piogge primaverili, confinando fiumi come il Taro ad un soffio dal livello minimo storico.
Anche sul Nord Est d’Italia, un freddo mese d’aprile non è stato generoso di piogge: in Veneto gli apporti
meteorici sono stati inferiori del 24% alla norma (bacino della Livenza: -48%); la risorsa nivale è simile
all’inverno scorso mentre, per quanto riguarda le acque sotterranee, permane la condizione di scarsità
idrica con livelli di falda, in alta pianura, prossimi od inferiori ai minimi assoluti, registrati in questo periodo
nei recenti 20 anni, con punte fino ad oltre -120% (fonte: ARPAV).
In Toscana tornano a ridursi le portate fluviali, dove spicca la performance negativa del Serchio, i cui flussi
sono ben al di sotto delle medie storiche (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
Restano sostanzialmente stabili, invece, i livelli dei fiumi nelle Marche, dove i bacini artificiali, nonostante
gli attingimenti, continuano a mantenere un quantitativo di risorsa superiore agli anni scorsi.
In Umbria, nonostante un mese di aprile ed un inizio di Maggio piuttosto generosi in termini di piogge,
non migliorano le condizioni del lago Trasimeno, cala il livello del fiume Nera mentre resta stabile quello
del Chiascio.
Nel Lazio crescono le portate dei fiumi Aniene, Liri ed anche del Tevere, che mantiene una portata media di
mc/s 92 in centro a Roma; aumentano i livelli dei laghi di Nemi (+ cm.4) e di Bracciano (+cm.3).
In Abruzzo, Aprile è stato più fresco della media e buono è il bilancio idrico in tutta la regione con anomalie
positive, più marcate nella provincia di Pescara.
In Molise, il livello dell’acqua nella diga del Liscione è m. 3,64 più alto rispetto al 2022.
In Campania, i livelli dei fiumi Volturno e Sele sono superiori a quelli dello scorso quinquennio (fonte:
Centro Funzionale Multirischi Protezione Civile Campania).
In Basilicata, le piogge della settimana scorsa hanno regalato circa 18 milioni di metri cubi d’acqua in più nei
bacini della regione (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale); nella vicina Puglia, la
crescita è stata solo di un paio di milioni di metri cubi.