
(AGENPARL) – mer 10 maggio 2023 [Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano]
Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
Comunicato del 10/05/2023, ore 18:28
Consiglio
Lavori Consiglio: Iter condiviso per una legge sulle concessioni, ospedali a impatto zero, sanzioni per le famiglie di bulli
Mozioni di Freiheitlichen, Team K, Fratelli d’Italia/SVP/Lega Salvini Alto Adige Südtirol/Forza Italia Alto Adige Südtirol. La seduta di oggi è terminata. Domani il Consiglio si riunirà dalle 9.00 per assistere alla presentazione delle Relazioni di Garante per l’infanzia e Centro Antidiscriminazioni.
Con la mozione [654/22](https://egjaabf.r.af.d.sendibt2.com/tr/cl/4KcSGBI3m1R4IfV8xRytZfFByoUchJMM7Ig0-jELU-HXz1vYU_z_pBbnAfdPt3p1t4JZCUxszaKyVa59af6tF0tPOCmixv3KYA6BvhBlcNyGEddR_cy9dP6Oc13_13b-41LIpxz09Onn25hxAN7Tz6PdKRtzHpsTBCuE3cadWb3viG753Tk7b5_1ZI9j5ghDFerun7I5mO-0IrSlJzMEoIBlL1JGGKmfY7ycIBJRN1amvb0fPyGZmJAOcr-oONAtHumvoxYc5MKr9Cmb2RBV8g1EqmcJrXztcfP9haayfdzIlSq2uR6NjOjQyhENzgiL9UYbNvzRLdeW9lR9ln3KnwiXJnvyAWSKO6dj0GR7WUxC6BkNAS7LrGZB8BkkJwMidZgF): #Avviare assieme l’iter di una legge provinciale, Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen), evidenziando che l’aumento dei prezzi dell’energia aveva ripercussioni rapide e di ampia portata sul rincaro generale, dalla produzione alimentare allo stoccaggio e alla trasformazione fino alla produzione di beni di consumo tecnici ma anche di carta e di imballaggi, e che per ora non sembrava che le aspettative di inflazione si stessero scostando dall’obiettivo della Banca centrale europea, sosteneva che, anche se gli esperti economico-finanziari stimavano che l’attuale tasso d’inflazione e il rincaro generale si sarebbero arrestati nel giro di alcuni mesi, ciò sarebbe accaduto a un livello molto elevato. Il tasso d’inflazione italiano, che si attestava al 6,2%, si trovava nella media dell’eurozona, e non era ben chiaro come lo Stato sarebbe riuscito a far fronte agli attuali rincari senza i 235 miliardi che l’UE aveva concesso negli ultimi 20 mesi; da un lato, gli aiuti finanziari avevano permesso di sostenere i cittadini, dall’altro le misure congiunturali come l’ecobonus 110 avevano creato falsi stimoli e contribuito a un rincaro aggiuntivo. Da anni, aggiungeva, l’Alto Adige era tra le regioni e province autonome italiane con il più elevato costo della vita: essendo meta turistica e centro residenziale ed economico molto ambito, i prezzi degli immobili e il costo della vita nelle città e nelle roccaforti turistiche delle Dolomiti o intorno a Merano erano diventati inaccessibili alla popolazione locale; se si voleva rafforzare il potere d’acquisto dei cittadini, bisognava quindi sfruttare gli strumenti a disposizione tramite lo Statuto di autonomia, e far partecipare la cittadinanza alla produzione energetica tramite un sostegno indiretto delle famiglie è uno di questi. Il consigliere chiedeva quindi di impegnare la Giunta (1) a predisporre insieme alla commissione legislativa competente, e coinvolgendo i principali soggetti e gruppi di interesse, un disegno di legge provinciale ai sensi dell’articolo 13 dello Statuto di autonomia per la “Disciplina delle modalità e delle procedure per l’affidamento delle concessioni di grandi derivazioni idriche a scopo idroelettrico e delle disposizioni procedurali per l’espletamento delle procedure di affidamento, nonché per la definizione dei termini e dei criteri di ammissione e di affidamento così come dei requisiti finanziari, organizzativi e tecnici”, e a sottoporlo al Consiglio provinciale, (2) a orientare il più possibile i criteri e gli obiettivi della legge alle esigenze legate alle diverse forme di partecipazione dei cittadini quali le cooperative energetiche e le comunità energetiche nonché i Comuni.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha evidenziato che la legislatura ormai era finita, e criticato che Vettorato non avesse prodotto l’attesa legge, ricordando che non si era voluto procedere per evitare di rimettere in gara concessioni che la SEL rischiava di perdere. In Italia c’erano le regioni che volevano le gare, ed erano regioni con grandi colossi dell’energia dove si puntava a vincere con società elettriche locali, e poi regioni come l’Alto Adige e il Trentino dove le gare non si volevano, perché la gestione era già di una società elettrica regionale e si temeva di perdere le concessioni. Sia Trentino che Sudtirolo si erano allineati all’ENEL, che pure non voleva le gare, puntando sulle proroghe. Il Trentino aveva fatto più di una legge, ma l’ultima era stata annullata dalla Corte costituzionale con motivazioni pericolosissime, che mettevano in discussione acquisizioni dello Statuto di Autonomia. Bisognava chiedersi se mettere in gara le concessioni scadute era cosa buona per il Sudtirolo o no: egli pensava che sarebbe stata matura una certa redistribuzione della produzione elettrica tra vari soggetti. Lo stesso gruppo di cooperative SEF aveva bisogno di una centrale propria, magari ceduta da Alperia.
Paul Köllensperger (Team K) ha dato ragione a Dello Sbarba, evidenziando però che i vantaggi della gestione Alperia non erano per i cittadini, ma per le casse provinciali: Anche il fatto di aver preso il controvalore invece che la corrente gratis probabilmente aveva delle ragioni, non era stato un caso. In quanto all’articolo 13 dello Statuto, nel 2018 era stato completamente rielaborato, e la versione originaria era più vantaggiosa, perché prevedeva anche la possibilità di stabilire le tariffe, mentre ora esso iniziava con riferimento alla legislazione statale, cosa strana per la SVP, prescriveva che ci si attenesse al PUN e prevedeva la proroga di diritto alle concessioni scadute: quest’ultimo punto era la ricompensa per aver accettato il resto, compresa all’adesione ad Arera.
Gerhard Lanz (SVP) ha chiarito a Dello Sbarba che il mercato dell’energia era liberalizzato e le concessioni dovevano essere appaltate, con il rischio o la chance che un’azienda le ricevesse tutte o nessuna. Inoltre, non era detto che avere le concessioni volesse dire stabilire i prezzi, c’erano diversi aspetti da rispettare. Si trattava di una grande sfida, anche a fronte dei cambiamenti o di tecnologie arenate per il prezzo delle materie prime, come i pellets. Sulla proposta di discutere un disegno di legge comune non aveva obiezioni, bisognava però identificare l’obiettivo. Alperia deteneva gran parte delle concessioni, c’erano margini di miglioramento, ma l’obiettivo di mantenere il valore aggiunto in provincia era stato raggiunto.
Josef Unterholzner (Enzian) ha chiarito che parlando di Alperia bisognava considerare anche quanti soldi dei contribuenti avesse avuto e il fatto che le tariffe erano alte e i suoi investimenti costavano tre volte tanto quelli fatti dai privati. Bisognava lasciare spazio anche ad altre idee e proposte migliorative.
Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha criticato la “narrativa da bar” contenuta nella mozione relativamente al Bonus 110%, che non aveva creato falsi stimoli, anzi: aveva allacciato direttamente 1 gigawatt di potenza, che era pari a una centrale nucleare. Ha condiviso invece la proposta di andare incontro alle comunità energetiche, direzione giusta per perseguire uno sviluppo della politica energetica in Italia e in Alto Adige.
Riccardo Dello Sbarba ha ricordato a Lanz che il suo gruppo si era battuto per la regolarità delle gare del 2010, e che se la strada era quella delle gare esse dovevano arrivare, ma la stessa maggioranza di Lanz ne aveva paura.
L’ass. Giuliano vettorato ha ricordato la legge del Trentino dichiarata illegittima dalla Consulta; erano state verificate le motivazioni della sentenza e di conseguenza adattata la proposta di legge altoatesina, che era pronta e sarebbe arrivata in Giunta tra due settimane, e da lì in commissione e in Consiglio tra giugno e luglio. In quanto a un’autorità energetica locale, ci sarebbe stato un confronto in merito in Consiglio. Ha quindi ringraziato i Freiheitlichen per aver portato il tema in aula, garantendo l’impegno della Giunta per una gara più trasparente possibile, e chiesto il ritiro del documento. Leiter Reber ha ringraziato per la risposta e gli interventi, evidenziando poi che la Provincia aveva i migliori requisiti per sfruttare le energie rinnovabili e tutte le tecnologie possibili, ma non sfruttava l’intero suo potenziale. Anche se fosse arrivata la legge annunciata da Vettorato, essa non avrebbe riguardato il sistema nel suo complesso, anche guardando alle prossime generazioni; la sua proposta riprendeva quanto scritto nell’accordo di coalizione di 10 anni fa, che su questo non era stato rispettato; inoltre, la legge annunciata non sarebbe stata frutto di un processo partecipativo. La mozione è stata messa in votazione per parti separate e respinta: le premesse con 10 sì, 18 no e 3 astensioni, la parte deliberante con 14 sì e 18 no.
Franz Ploner (Team K) ha quindi presentato la mozione n. [706/23](https://egjaabf.r.af.d.sendibt2.com/tr/cl/Mw2R_VELVvAwq0C4xxTN5n_KOQgmy9-uMc23o4mZIThjp17X70ic5ueTeuZiDVOT__IUBLDSZSOowsSvJ2G2ufxw6AKut-BcBpk0_SoIAg9qlnx0lEDkwTGVEa9pI1VAh-HwfFS1sE4v9A6guig06iGD5esTID-8paOdZzdDvNAFwXYlBi7J8I2KSV4QL4xTDlZCbiHmogJtmB9MACaeDPQCbySZgvOklhJ5_b7YDPGEvD9ah52XEtEXAqzICDJeHTgMXckSq_KrP3UgRM5MevRySH2Z7aA7gBolAiMZDGwMowSIZIbal3W0b8qfOSkYsDEUZanjkZvmol6Ca0m0xDp2Di6AFeANZfuzaJvZKxKloUswZxRmjLn-_-WZDNTJ5rE9): Ospedali a impatto climatico zero – Più tutela del clima negli ospedali, con cui, ricordando che con il Piano Clima Alto Adige 2040 la Giunta si era posta l’obiettivo di raggiungere entro il 2040 la neutralità climatica della provincia, evidenziava che le istituzioni pubbliche in primis avrebbero dovuto dare il buon esempio e svolgere un ruolo di primo piano nella sua attuazione, e tuttavia presso gli ospedali pubblici gestiti dalla Provincia questo principio ancora non veniva pienamente applicato. Anche l’Azienda sanitaria, in qualità di gestore delle strutture medico-ospedaliere, che emettevano una quantità elevata di gas a effetto serra, non aveva ancora redatto un piano in cui descriveva il proprio contributo al raggiungimento della neutralità climatica della provincia e definiva gli obiettivi da raggiungere al fine di ridurre le emissioni a zero nei prossimi anni: un piano di questo tipo sarebbe stato molto utile per ottenere fondi dallo Stato nell’ambito del PNRR. Paradossalmente, proprio le conseguenze del cambiamento climatico avevano un enorme impatto sulla salute della popolazione. Dal rapporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), ha informato il consigliere, emergeva che nel 2022 l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige aveva speso 33,05 mio. € per l’approvvigionamento energetico nel settore sanitario – circa 20 milioni di euro in più rispetto al 2019 e quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Secondo questo rapporto, l’Alto Adige figurava tra le 10 regioni con la spesa energetica pro capite più alta nel settore sanitario, e circa l’80% della spesa totale per l’energia era riconducibile al costo dell’elettricità; l’anno scorso erano stati spesi 26,5 milioni di euro per l’elettricità (80,5%) e 4,1 milioni di euro (12,4%) per il riscaldamento, con questo costo quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente. I dati statistici mostravano inoltre che il fabbisogno energetico annuo per ogni posto letto ospedaliero era equivalente al consumo energetico annuo di due utenze domestiche: occorreva riorganizzare il settore sanitario in modo da renderlo sostenibile e a impatto climatico zero. Il consigliere chiedeva quindi di impegnare la Giunta provinciale (1) a elaborare un catalogo di interventi edili e nel campo dell’organizzazione aziendale, finalizzati al risparmio di energia e di altre risorse nei singoli ospedali e nelle strutture sanitarie; (2) a incaricare l’Azienda sanitaria di provvedere, nell’ambito dei futuri progetti di ristrutturazione generale o parziale degli ospedali, alla realizzazione di adeguati interventi strutturali volti alla salvaguardia del clima, quali la ristrutturazione dell’involucro degli edifici, l’installazione di impianti fotovoltaici, sistemi di ventilazione, eccetera, in modo da raggiungere entro il 2040 la neutralità climatica della gestione ospedaliera; (3) in fase di realizzazione di nuovi edifici ospedalieri o di loro parziale rifacimento o ampliamento, a predisporre un calcolo dei costi del ciclo di vita con relativa “contabilità verde” e a sottoporlo alla commissione di valutazione; (4) ad adoperarsi al fine di prevedere ulteriori fondi da destinare agli interventi di adattamento finalizzati alla salvaguardia del clima negli ospedali; (5) ad adoperarsi al fine di rimuovere gli ostacoli giuridici e amministrativi che impediscono di investire in interventi di salvaguardia del clima negli ospedali; (6) a integrare nella strategia dell’Azienda sanitaria il modello del “green hospital”, al fine di ridurre l’impatto degli ospedali sull’ambiente e di migliorare il grado di soddisfazione dei/delle pazienti e dei/delle dipendenti attraverso interventi idonei; (7) a modificare la legge sugli appalti pubblici al fine di facilitare l’acquisto di prodotti locali, riducendo così l’impronta di CO2; (8) a istituire all’interno dell’Azienda sanitaria una struttura di staff responsabile della salvaguardia del clima, con il compito di perseguire l’obiettivo della neutralità climatica attraverso tutti gli interventi e i programmi di sostegno a tal fine necessari.
Gerhard Lanz (SVP) ha criticato che nella mozione venissero screditate intere categorie, aggiungendo che già da 25 anni si lavorava nella direzione proposta, che era già standard. Si parlava inoltre di prodotti locali senza considerare che tutti i materiali di costruzione, anche per isolare gli edifici, venivano importati. Non bisognava fare finta che fino a oggi non si fosse fatto nulla: sarebbe stato un fallimento per tutta l’economia altoatesina se già oggi si fosse costruito secondo i metodi più moderni.
Anche Josef Unterholzner (Enzian) ha ritenuto che si esagerasse, in particolare sul valore dell’impronta di CO2, che era una parte minima dell’inquinamento atmosferico. Molte cose venivano fatte per ragioni economiche, e non ambientali.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha ritenuto che bisognasse stabilire le priorità: ospedali ed edifici sanitari erano ovviamente ad alto consumo energetico, ma il fatto era che in quanto al risanamento degli edifici, in Alto Adige, si era indietro, e non era stato raggiunto l’obiettivo previsto che la Giunta aveva definito ex post “troppo ambizioso”. Tuttavia, il Piano clima ora prevedeva che la neutralità climatica nel 2040: a questo scopo, Ploner proponeva di intervenire sull’ospedale, egli invece chiedeva di promuovere la compensazione idraulica degli edifici, che si poteva realizzare in pochi mesi e avrebbe permesso di risparmiare tra il 320 e il 30% dell’energia.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che Ploner, avendo lavorato in ospedale, sapeva bene dove era possibile la compensazione energetica. Ha poi ricordato che sei anni fa sua nonna era stata ricoverata in una struttura dove il sistema di condizionamento permetteva solo temperature altissime o bassissime; strutture come queste avrebbero dovuto essere adeguate, mentre le nuove andavano realizzate in modo da non disperdere energia: egli era comunque scettico sul prevedere un incaricato per l’energia e il coinvolgimento del personale, che già doveva sottoporsi ogni lunedì a pasti esclusivamente vegani, per una sorta di “feticismo climatico”.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha annunciato che non avrebbe appoggiato la mozione. Leggendo le premesse si aveva l’impressione che nelle strutture sanitarie ci fosse un maggiore consumo energetico che in altre strutture, ma così non era, anzi: il consumo era diminuito, anche se le cifre pagate erano più alte per via dell’aumento dei costi. Nei singoli ospedali erano già state attuate iniziative, come la predisposizione di illuminazione a led e altre. Già ora era necessario rispettare una serie di standard ecologici minimi, come anticipato da Lanz, ed era già praticata la contabilità verde. Le misure di salvaguardia del cima venivano varate sulla base di singole valutazioni, anche a copertura degli interventi di salvaguardia del clima negli ospedali, e anche quanto previsto al punto (5) faceva già parte della strategia della provincia; per la strategia del green hospital era già stato avviato confronto con il Ministero ed era attivo un gruppo di lavoro, così come nella legge sugli appalti era già prevista attenzione ai prodotti locali – restava il problema del calcolo, che però l’approvazione di questa mozione non avrebbe risolto. “Regionale” non significava di per sé “con impronta minore di CO2”. Infine, anche lo staff responsabile era già previsto. Franz Ploner replicato a Lanz che non aveva inteso offendere nessuno, ma solo far presente che gli ospedali, essendo tra i più grandi consumatori di energia, dovevano riflettere su come contribuire all’obiettivo della neutralità climatica nel 2040; anche in Germania si procedeva in questo senso. Solo gli ospedali erano responsabili, in Germania, del 5% delle emissioni di CO2, che era un elemento responsabile dell’aumento della temperatura. Ai privati si chiedeva di fare il cappotto degli edifici, mentre per gli edifici pubblici come quelli dell’Azienda sanitaria non si provvedeva: questo era un compito della Provincia, non di Roma. Messa in votazione per parti separate, la mozione è stata respinta: le premesse con 11 sì, 17 no e 5 astensioni, il punto (1) con 15 sì, 17 no e 1 astensione, il (2) con 16 sì e 17 no, il (3) con 14 sì e 17 no, il (4) con 16 sì e 17 no, il (5) con 14 sì, 17 no e 2 astensioni, il (6) con 13 sì, 17 no e 2 astensioni, il (7) con 13 sì e 17 no, l’(8) con 9 sì, 18 no e 4 astensioni.
Marco Galateo (Fratelli d’Italia) ha quindi presentato la mozione n. [702/23](https://egjaabf.r.af.d.sendibt2.com/tr/cl/749dhCPGrE2w-LEJQuv07FUv7GtXLzu1rZWWyshS2t8_7x20beB3cjFAAllEaFD_wX8ZRQpUfoqyEQM3mJWEJExbdBK9tHW4HcWNOitrwoxntJfSuivm77K5ZvTtVz8IgBrSkvG9alEOMw1lESMzhrnmkaEvp9rwOyb7KzwOfIo_8MGXrHGWlmS-wUv0dIFSFDnV1Ay5RN0ooondXRl3fwxZ0nvzEbt0qeOHCkpjb9X9bwK44-RxrfNRXMPnuMbm3vh-P1xNJLvCdqRDUu4VJY9bc-1gsMJW4tJWTSYZmwF-X_gVI_9dX-GBUKpWRObgv2loXo4ouJ6j0jp6BXun_k0RrdJ3rKhbvu–H4EFlUv0be1P-154VcuVtzqNsqYfAT4L): Siano introdotte sanzioni per le famiglie dei bulli, con la quale, ricordando che il Comune di Cento, in provincia di Ferrara, intendeva aggiungere nel nuovo regolamento di polizia urbana del Comune l’amministrazione comunale l’articolo 7 bis, suddiviso in sei commi, che sostanzialmente introduceva la possibilità per l’Amministrazione di contestare una sanzione amministrativa da 100 a 300 euro a chi ha la patria potestà dei ragazzini che dovessero tenere in ambito scolastico e fuori atteggiamenti che possono “costituire pregiudizio per la sicurezza urbana e nocumento per la civile convivenza”, considerato che gli atti di bullismo erano sovente rivolti ai ragazzi più deboli, e potevano sfociare in atti di violenza fisica e psicologica anche gravi, dei quali le vittime potevano portare a lungo le conseguenze sia a livello fisico che psicologico, e preso atto della grave situazione emergenziale in atto nel territorio altoatesino soprattutto nei maggiori centri abitati, proponeva (VERSIONE EMENDATA con le firme di Magdalena Amhof – SVP, Rita Mattei, Massimo Bessone, Giuliano Vettorato – Lega Salvini Alto Adige Südtirol, Carlo Vettori – Forza Italia Alto Adige Südtirol) di impegnare la Giunta a valutare, nell’ambito dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica, l’adozione di misure efficaci a livello comunale in collaborazione con il Consorzio dei comuni, inclusa, se del caso, l’applicazione di sanzioni a carico di chi esercita la potestà genito-riale sui minori responsabili di episodi di bullismo, danneggiamenti della proprietà pubblica e atti di vandalismo.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha condiviso la ragione di fondo della mozione, auspicando però misure più intense, nonché chiarezza e coerenza da parte della politica. Bisognava chiamare le cose come stavano, considerando che c’erano minori con fascicoli che prevedevano una lunghissima serie di reati e ciononostante si prevedono sconti e attenuanti. Già al primo reato bisognava dire ai giovani che la società non accettava un comportamento di questo tipo. Agenti di polizia riferivano che, ha detto la consigliera, “se in passato erano albanesi che picchiavano i nostri ragazzi, ora sono i loro figli”. I Freiheitlichen avrebbero sostento la mozione, ma se si aveva le mani legate, Galateo sarebbe dovuto intervenire a Roma perché procedesse con una riforma delle norme.
Sandro Repetto (Partito Democratico – Liste civiche) si è stupito della firma della collega Amhof, perché si sapeva che le misure da adottare sugli autori di atti di bullismo spettavano alla magistratura, tanto che La strada – Der Weg aveva un’apposita sezione per assistere i minori inviati in seguito a questi atti, come la SVP ben sapeva in quanto l’aveva presieduto Saurer. Il Consorzio dei Comuni non avrebbe potuto fare nulla, c’erano già delle strutture deputate allo streetworking e al recupero. La proposta era demagogica, per questo si stupiva della firma SVP. Egli avrebbe votato contro.
Il cofirmatario Carlo Vettori (Forza Italia Alto Adige Südtirol) ha detto che il documento era un piccolo mattone rispetto a un lavoro che spettava al legislatore romano. egli non era favorevole all’abbassamento e l’età imputabile a 14 anni, perché questo avrebbe dovuto comportare anche il diritto al voto, ma poteva condividere un ripensamento sui riformatori: “se la carota non funziona più, bisogna operare col bastone”. Sulle pagine dei giornali si vedeva quotidianamente il problema delle baby gang, anche composte da locali: erano andati persi certi valori, e bisognava andare a toccare il portafoglio. Spesso, se erano coinvolti i minori, non si arrivava a sentenza, ma ad accordi con una pacca sulle spalle, che favorivano nuovi atti di delinquenza. Sanzioni pecuniarie verso genitori che evidentemente avevano fallito poteva aiutare a ricondurre sulla retta via questi ragazzi.
Anche Helmut Tauber (SVP) ha detto che si trattava di un mattone nell’ambito di una serie di misure da adottare e già adottate, come la collaborazione con forze di polizia e streetworker. Si trattava di vedere cosa potevano fare anche i Comuni per dare un contributo, insieme alle famiglie e agli altri attori.
Condividendo la posizione di Repetto, Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha definito la proposta “non un sasso ma una sassata, oppure una stupidaggine”. Secondo la Costituzione, la responsabilità penale era personale, e spettava a chi commetteva il reato. L’art. 2048 del CC definiva i genitori responsabili per gli illeciti civili e penali dei figli minorenni, ad esempio un atto di bullismo: ma chi decideva in merito non erano i Comuni, bensì il Tribunale die Minori. Quanto proposto era “un po’ di propaganda populista”, con un corteggiamento a fronte della futura maggioranza o per dare segnali non conflittuali a Roma. solo per questo continuava “il teatrino tra Galateo e la SVP”.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha risposto a Dello Sbarba che si trattava magari di una sassata, ma verso gli autori di certi fatti, e si è chiesto cosa si sarebbe dovuto fare per difendere concretamente chi era stato bullizzato o minacciato: non bastava certo un corso di pittura. La responsabilità penale era personale, ma c’era anche la responsabilità di educare bene i propri figli, altrimenti si abusava della patria potestà: i genitori andavano resi responsabili. Se una persona doveva riflettere su restituzione di contributi pubblici o rimpatrio, forse avrebbe riflettuto meglio. Non si poteva accettare che bambini venissero minacciati davanti alle scuole o alle fermate dell’autobus, il fenomeno era da contrastare.