(AGENPARL) – mar 02 maggio 2023 COMUNICATO STAMPA
Salviamo il grano italiano. Partita la petizione nazionale di Cia
Speculazioni, calo dei prezzi e import fuori controllo, su change.org l’appello alla mobilitazione e
le richieste al governo
Roma, 2 mag – Partita la petizione di Cia-Agricoltori Italiani per salvare il grano nazionale. Una
raccolta firme, su change.org (https://chng.it/zVC8sWyT75), a tutela e valorizzazione del cereale e
della pasta Made in Italy, per dire no alle speculazioni commerciali messe in atto sulla pelle dei
produttori e dei consumatori, come alle importazioni incontrollate dall’estero e al falso grano
straniero spacciato per italiano. Un’azione necessaria, a contrasto delle principali cause della crisi
che sta investendo le aziende del settore, tra crollo vertiginoso del valore riconosciuto al grano duro
italiano e insostenibili costi di produzione.
Ѐ, dunque, per porre fine a tutto ciò che Cia lancia il suo appello alla mobilitazione nazionale. Il
grano duro è, di gran lunga, la prima coltura tricolore. L’Italia è in cima alla classifica europea per
produzione e un podio sotto a livello mondiale. Eppure, nonostante la sua vocazione, resta anche il
secondo Paese importatore al mondo, dove i grani esteri, a differenza di quelli italiani, seguono standard
qualitativi, di salubrità e costi di produzione molto più bassi, fino a determinare, cosa ancora peggiore, il
prezzo del cereale simbolo del Made in Italy.
Oggi, lungo la penisola, per coltivare grano duro ci vogliono circa 1.400 euro per ettaro. Con i
prezzi attuali, i produttori non riescono nemmeno a coprire le spese perché sono costretti a vendere a
1.100 euro per ettaro (-300 euro). Quanto al prezzo, è sceso del 40% nelle ultime settimane, mentre
quello della pasta sullo scaffale è aumentato in media del 30%. Senza interventi immediati, gli agricoltori
italiani saranno costretti ad abbandonare la produzione per scarsa redditività.
Ecco perché, attraverso la petizione, Cia chiede al governo: il riconoscimento dei costi medi di
produzione ai cerealicoltori e maggiori controlli sull’etichettatura, l’istituzione della CUN
(Commissione Unica Nazionale) del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi, il
potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria, oltre all’avvio immediato del
Registro Telematico dei Cereali.
Per Cia, la situazione è sempre più inaccettabile e uno schiaffo sonoro all’agricoltura italiana.
Serve da parte delle istituzioni ogni azione possibile per il monitoraggio, la trasparenza e la tutela della
qualità e delle quantità di grano nazionale, utilizzato per la pasta e il pane che gli italiani consumano ogni
giorno. Ma occorre anche dare forza, come agricoltori e cittadini, all’azione del governo per difendere il
cibo italiano e salvaguardare la sovranità alimentare, affinché una pasta 100% Made in Italy sia
veramente tale, senza possibilità di inganno per i consumatori.
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