(AGENPARL) – mar 02 maggio 2023 CONSIGLIO COMUNALE/ APPROVATE LE TARIFFE TARI
Approvate in Consiglio comunale, con 19 voti a favore e 9 contrari, le tariffe della tassa sui rifiuti (Tari) per il 2023.
La proposta di deliberazione è stata illustrata dall’assessore al bilancio Cristina Bertinelli.
Le tariffe, domestiche e non domestiche, destinate alla copertura totale dei costi di gestione del servizio di gestione dei rifiuti urbani, sono approvate sulla base del piano economico finanziario (Pef) predisposto dal gestore Gest srl, validato dall’Auri con delibera dell’11 aprile 2023.
Alla somma di 49,9 milioni sopra indicata vanno comunque sottratti: 65mila euro per riduzioni per conferimenti al centro di raccolta, riduzioni per riciclo autonomo rifiuti imprese per circa 40mila euro, contributo Miur per le scuole circa 183mila euro, recupero evasione 1,3 milioni, avanzo contributo Miur anni precedenti circa 70mila euro, avanzo Tari circa 243mila euro, quota costo utenze comunali circa 392mila euro.
Si determina così un totale gettito Tari a copertura del Pef pari a circa 47,8 milioni e un totale gettito Tari al netto delle riduzioni tecniche pari a circa 47,7 milioni.
La ripartizione dei costi tra utenze domestiche e non domestiche è la seguente: utenze domestiche 57%; utenze non domestiche 43%.
L’assessore Bertinelli ha ricordato anche le scadenze per il versamento della tassa. In base al regolamento comunale per la disciplina della Tari, come modificato dal Consiglio comunale a marzo, esse risultano: 31 maggio (prima rata); 31 luglio (seconda rata); 30 settembre (terza rata); 2 dicembre (quarta rata); rata unica entro il 16 giugno.
Sono confermate le percentuali di riduzione della quota variabile della tariffa (da un minimo del 4% a un massimo del 20) per le utenze non domestiche in funzione dei quantitativi di rifiuti urbani effettivamente avviati al riciclo e le riduzioni per le utenze non domestiche che conferiscono i rifiuti in forma differenziata presso i centri di raccolta con incentivi fino a 35 euro (in diminuzione del tributo dovuto per l’anno successivo).
Più in dettaglio, la percentuale di riduzione della quota variabile da applicare in funzione dei quantitativi di rifiuti urbani effettivamente avviati al riciclo da parte delle singole utenze non domestiche interessate è così determinata:
-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 90 al 100%=riduzione 20%;
-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 80 al 89,9%=riduzione 16%;
-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 70 al 79,9%=riduzione 12%;
-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 60 al 69,9%=riduzione 8%;
-fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 50,01 al 59,9%=riduzione 4%.
Quanto alle utenze domestiche che conferiscono rifiuti in forma differenziata ai centri di raccolta comunali, l’ammontare della riduzione spettante viene calcolato con il massimale di 35 euro sulla base del criterio indicato di seguito: da 0 a 99,99 kg incentivo uguale a zero; da 100 a 500 incentivo 0,07al kg; oltre 500 incentivo 35 euro.
Come da regolamento in vigore, sono poi previste riduzioni per il disagio ambientale e la somma disponibile per il 2023, in significativo aumento rispetto al 2022, è pari a 220mila euro:
Ponte Rio: utenze in fascia rossa 80%, fascia arancione 40%;
Pietramelina: utenze in fascia rossa 75%, fascia arancione 40%;
Borgo Giglione: utenze in fascia rossa 60%, fascia arancione 30%.
In commissione il dirigente dell’Unità operativa Servizio finanziario aveva specificato che, attestandosi sui 49 milioni, il Pef presenta un incremento del 2% rispetto al 2022. A fronte di ciò l’aumento delle tariffe non è esattamente in linea con tale crescita perché si attesta, per quelle domestiche, sulla media complessiva di circa 3,5%. Per le utenze non domestiche la variazione media complessiva è del 4,7% tenendo conto però del fatto che, rispetto al 2022, non vi è più la riduzione del 5% finanziata con fondi Covid stante l’emergenza sanitaria venuta meno.
In ragione di tutti i parametri indicati le tariffe per il 2023 sono le seguenti:
Utenze domestiche:
Componenti nucleo familiare 1: tariffa fissa 1,45 euro al mq, variabile (in base al numero componenti) 96,1;
Componenti 2: fissa 1,58, variabile 179,9
Componenti 3: fissa 1,71, variabile 199,89
Componenti 4: fissa 1,85, variabile 219,88
Componenti 5: fissa 1,97, variabile 246,02;
Componenti oltre 6: fissa 2,07, variabile 270,62
Si ricorda che le tariffe delle singole utenze risultano dalla combinazione delle due parti: fissa (graduata in funzione della superficie e del numero dei componenti il nucleo familiare), espressa in euro/mq anno e variabile (graduata in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare), espressa in euro/anno.
Utenze non domestiche
– musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto fissa 2,92, variabile 2,46
– scuole di ogni ordine e grado, università fissa 2, variabile 1,06;
– sedi di enti e associazioni impegnate in attività di interesse culturale, sociale ed assistenziale: fissa 1,26, variabile 1,05;
-cinema e teatri fissa 3,95, variabile 3,3;
– autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta, fissa 2,4, variabile 2,03;
– campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi fissa 2,23, variabile 2,08;
-esposizioni, autosaloni fissa 4,8, variabile 3,98;
-alberghi con ristorante fissa 5,6, variabile 4,95;
-alberghi senza ristorante fissa 5,49, variabile 4,75;
-case di cura e riposo fissa 9,61, variabile 7,68;
-ospedali fissa 9,55, variabile 7,96;
-uffici ed agenzie fissa 7,55, variabile 6,34;
– banche, istituti di credito e studi professionali: fissa 7,38, variabile 6,13;
– negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartolerie, ferramenta, altri beni durevoli: fissa 6,86, variabile 5,71;
– edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze: fissa 7,03, variabile 5,84;
negozi particolari quali filatelia, tende, tessuti, tappeti, cappelli, ombrelli, antiquari: fissa 6,86, variabile 5,71;
– banchi di mercato beni durevoli: fissa 9,09, variabile 7,58;
– attività artigianali tipo botteghe: fissa 3,6, variabile 4,02;
-altre attività artigianali fissa 3,66, variabile 3,09;
– carrozzeria, autofficina, elettrauto: fissa 3,83, variabile 3,15;
– attività industriali con capannoni di produzione: fissa 3,09, variabile 2,55;
– attività artigianali di produzione beni specifici: fissa 3,09, variabile 2,55;
– ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub: fissa 9,66, variabile 9,73;
– mense, birrerie, amburgherie: fissa 9,66, variabile 9,73;
-bar, caffè, pasticcerie: fissa 8,92, variabile 8,79;
– supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi: fissa 8,35, variabile 6,97;
– plurilicenze alimentari e/o miste: fissa 8,35, variabile 6,97;
– ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio: fissa 12,12, variabile 10,07;
– ipermercati di generi misti: fissa 9,26; variabile 8.86;
– banchi di mercato generi alimentari: fissa 14,29, variabile 12,95;
-discoteche, night club: fissa 4,92, variabile 3,55.
Le tariffe delle singole utenze sono determinate in euro a metro quadro.
INTERVENTI
Francesca Tizi, annunciando il voto contrario del M5s, ha notato che, tra aumenti di luce e gas, con la Tari arriva l’ennesima stangata. Con le nuove tariffe – sostiene la consigliera – si profila un incremento medio del 4,2% per le utenze domestiche e del 4,7% per quelle non domestiche. Il costo del servizio di igiene urbana passerà dai circa 48,9 milioni del 2022 ai circa 49,9 milioni del 2023: un aumento di circa un milione che andrà a incidere sulle tasche dei perugini. Ci si chiede – ha proseguito – come mai aumenti la Tari nonostante l’incremento della differenziata fatta con tanto sacrificio dai cittadini. A incidere sarebbe il recupero dell’evasione, diminuito, e il bilancio demografico, con un calo di 800 abitanti che significa diminuzione delle utenze e un costo fisso da pagare nella bolletta complessiva. Spiegazioni, però, non sufficienti secondo Tizi perché gli aumenti non trovano giustificazioni nella qualità del servizio. La consigliera ha ricordato di avere già segnalato i pessimi risultati del progetto di Gesenu che dal primo gennaio ha portato alla riduzione del servizio di raccolta relativo alla carta e multimateriale leggero nelle zone servite dal Tris. Aumentare la Tari è sconsiderato – ha concluso – specie dopo la pubblicazione di dati in base a cui l’Umbria è l’unica regione in cui il reddito delle persone fisiche è in diminuzione: non si possono chiedere altri sacrifici ai cittadini, per non parlare delle difficoltà delle attività economiche, che vedranno aumentare le loro spese.
Sarah Bistocchi (Pd), spiegando le ragioni del voto contrario del suo gruppo, ha sostenuto che se si offre un servizio migliore si può chiedere ai cittadini di pagare di più, altrimenti non si può imporre un incremento della Tari. Da tre anni la Tari è in aumento specie per le fasce più deboli, cioè per chi vive da solo: non si tratta solo di single nel fiore degli anni, ma anche di anziani e persone rimaste sole e in difficoltà. Anche i nuclei più numerosi che hanno beneficiato nel 2022 di una leggera riduzione conosceranno – dice la consigliera – aumenti di circa il doppio delle riduzioni dell’anno scorso. Anche a fronte della diminuzione, attuata in via sperimentale, degli svuotamenti dei contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta, non crediamo che i cittadini saranno contenti quando, a breve, arriveranno le bollette.
Michele Nannarone (Fratelli d’Italia), anche alla luce degli approfondimenti condotti in commissione, ha respinto al mittente le critiche relative al servizio erogato sottolineando anche che un aumento della Tari del 4% appare contenuto, nei limiti dell’aumento del costo della vita. Non va dimenticato, peraltro, che nel 2021 e 2022 c’erano stati aiuti statali per il Covid oggi venuti meno. E’ comunque ingiustificato parlare di un servizio allo stremo: se fosse stato così sarebbero pervenute numerose critiche, foto e segnalazioni. In commissione, invece, sono state portate 9 fotografie relative a tre siti, e neppure relative alla sperimentazione in atto, a fronte di oltre 44mila siti gestiti da Gesenu.
Con ciò il consigliere ha espresso la piena convinzione di FdI nel sostenere la pratica in esame.
Alessio Fioroni (Forza Italia), nell’annunciare a sua volta il voto positivo del gruppo, ha notato che, riguardo all’aumento delle bollette per il non residenziale, è al di sotto di quanto ci si attendeva (almeno del 5%), ciò perché negli anni dell’emergenza pandemica gli aiuti statali hanno portato a uno sgravio del 5% ora venuto meno. L’incremento è stato inferiore anche per le riduzioni legate ai comportamenti virtuosi. Quanto all’aumento per le utenze domestiche, come spiegato in commissione, va considerata la diminuzione delle utenze stesse in virtù del maggior numero dei decessi (+800) rispetto ai nuovi nati. Fioroni ha quindi parlato di aumenti strutturali e non certo dovuti alla volontà dell’amministrazione.
Nella dichiarazione di voto, la consigliera Cristiana Casaioli ha affermato che il principio a cui si ispira il metodo Arera, “chi più inquina paga”, è condivisibile e il gestore sta operando in tal senso. Ha poi convenuto che l’aumento del 4,7% per le utenze non domestiche è risultato comunque contenuto rispetto a quello che si ipotizzava (7%). La consigliera ha anche ricordato alcuni numeri forniti da Gesenu in commissione: per l’utenza media la tariffa è passata dai 358 euro del 2014 ai 389 di oggi, circa 38 euro che appaiono contenuti se parametrati al corrispondente aumento del costo della vita. Per queste motivazioni, auspicando che sempre più Gesenu ponga in essere azioni che portino all’obiettivo della tariffa puntuale, ha confermato il voto favorevole del gruppo Progetto Perugia.
Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia), motivando invece il voto contrario, ha detto che da diversi anni si assiste a un aumento costante di qualche punto percentuale della tariffa, non si intravede una tendenza al riequilibrio delle tariffe perché le persone che vivono sole continuano a essere più colpite delle altre, né si vede come oggi si possa davvero applicare il principio “chi più inquina paga”.
CONSIGLIO COMUNALE/ APPROVATE MODIFICHE ALLO STATUTO DEL TEATRO STABILE
Nella seduta del 2 maggio del Consiglio comunale, con 29 voti a favore, sono state approvate le modifiche allo statuto della Fondazione Teatro Stabile dell’Umbria. La Fondazione – come spiegato dall’assessore al bilancio Bertinelli – ha segnalato la necessità di adeguare gli articoli 10 (rubricato “Assemblea – Compiti”) e 12 (rubricato “Consiglio di Amministrazione – Composizione – Durata – Funzionamento”) dello statuto vigente alle prescrizioni dell’art. 6, comma 5, del D. L. n. 78/2010, convertito con legge n. 122/2010, in base al quale il numero dei componenti degli organi di amministrazione degli enti pubblici, anche economici, e degli organismi pubblici, anche con personalità giuridica di diritto privato sia non superiore a cinque (in base allo statuto vigente il numero dei membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione è pari a sei).
La modifica dell’articolo 10 prevede quindi di stabilire al punto a):
nominare i cinque membri (prima erano sei) del Consiglio di Amministrazione, di cui quattro (prima erano cinque) su designazione congiunta degli Enti fondatori e assimilati ed uno su designazione della Regione.
Questa la modifica dell’articolo 12, comma 2:
“2. Il Consiglio di Amministrazione è composto di cinque membri (prima sei), di cui quattro (prima cinque) nominati dall’Assemblea su designazione congiunta degli Enti fondatori e assimilati ed uno su designazione della Regione”.
CONSIGLIO COMUNALE/ APPROVATE LE MODIFICHE AL REGOLAMENTO PER L’ASSEGNAZIONE DEGLI ALLOGGI DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA
Il Consiglio ha approvato, con 28 voti a favore e un voto di astensione, le modifiche al regolamento comunale sulle procedure per l’assegnazione di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica.
La revisione – come spiegato il presidente della prima commissione Michele Nannarone – si è resa necessaria a seguito della legge regionale n. 15/2021 (“Ulteriori modificazioni e integrazioni alla legge regionale n. 23/2003 (Norme di riordino in materia di edilizia residenziale sociale)”, che ha introdotto importanti modifiche e integrazioni che riguardano, in particolare, i requisiti dei beneficiari e ha attribuito ulteriori competenze ai Comuni in materia di decadenza dall’assegnazione.
In particolare la citata legge regionale ha introdotto la disposizione al comma 2 dell’articolo 31 della legge regionale n. 23/2003 che recita: “I Comuni individuano eventuali ulteriori criteri e determinano i relativi punteggi da attribuire, complessivamente fino ad un massimo di punti sei, anche tenendo conto del periodo di residenza anagrafica storica o di attività lavorativa nel territorio regionale. In quest’ultimo caso, però, il punteggio non può superare i punti due”.
In ragione di ciò, si propone di modificare il regolamento comunale all’art. 5 come segue (in grassetto le modifiche):
Art. 5 Punteggi per la selezione delle domande
1. Ai fini della formazione della graduatoria degli aspiranti assegnatari, sono attribuiti, sulla base delle condizioni soggettive ed oggettive dichiarate nella domanda, i punteggi previsti dall’art. 31 della L.R. 23/2003 e ss.mm.ii e specificati dall’art. 5 del Regolamento Regionale di attuazione 2 Dicembre 2022, n. 1.
2. Ulteriori condizioni di punteggio sono individuate dal Comune, ai sensi di quanto stabilito dall’art. 31, comma 2, della L.R. n. 23/2003 e ss.mm.ii, così come di seguito elencati:
A) famiglie con figli di età compresa tra dieci e i ventisei anni, studenti o fiscalmente a carico.
Punti 1 (tale punteggio non è cumulabile con quello regionale attribuito a famiglie monoparentali con figli minori)
B) nucleo familiare il cui richiedente abbia la residenza nel Comune di Perugia da:
10 anni continuativi alla data di pubblicazione del bando di concorso (Punti 2)
15 anni continuativi alla data di pubblicazione del bando di concorso (Punti 4)
C) nucleo familiare che nei 24 mesi antecedenti la data di pubblicazione del bando abbia perduto l’unica fonte di reddito, condizione perdurante alla data di pubblicazione del bando, per una delle seguenti cause:
licenziamento per causa non imputabile al lavoratore;
mancato rinnovo dei contratti a termine (purché di durata non inferiore a sei mesi);
cessazione di attività professionale o di impresa (risultante dalla C.C.I.A.);
decesso dell’unico percettore di reddito;
Punti 2
(tale punteggio non è cumulabile con quello della lettera D)
D) nucleo familiare nel quale sia presente un componente di età compresa tra 55 anni e l’età pensionabile, che nei 24 mesi antecedenti la data di pubblicazione del bando abbia perduto la propria fonte di reddito, condizione perdurante alla data di pubblicazione del bando, per una delle seguenti cause:
licenziamento per causa non imputabile al lavoratore;
mancato rinnovo dei contratti a termine (purché di durata non inferiore a sei mesi);
cessazione di attività professionale o di impresa (risultante dalla C.C.I.A.);
Punti 1
(tale punteggio non è cumulabile con quello della lettera C)
E) nucleo familiare nel quale sia presente un componente con un’invalidità compresa tra il 65% e 74%;
Punti 1
F) soggetto la cui casa coniugale sia stata assegnata all’altro coniuge in conseguenza di separazione con omologa del tribunale ovvero con sentenza, ovvero con annotazione sui registri di stato civile, ovvero per sentenza di rilascio dell’immobile nei confronti di uno dei conviventi more uxorio;
Punti 2
G) nucleo familiare il cui richiedente svolga la propria attività lavorativa stabile ed esclusiva da almeno 12 mesi alla data di pubblicazione del bando nella Regione Umbria, condizione perdurante alla data di pubblicazione del bando;
Punti 1
I punti riportati al comma 2 sono cumulabili fino al raggiungimento del punteggio massimo di 6, salvo quanto specificato sulla non cumulabilità.
Inoltre si è provveduto ad adeguare il testo degli artt. 3 “Emanazione del Bando di concorso”, 4 “Contenuti e presentazione delle domande” e comma 3 del’art.6 “Formazione della graduatoria” alle normative sopravvenute nel tempo come il Codice dell’Amministrazione digitale ed il Regolamento europeo 2016/679 sul trattamento dati personali.
CONSIGLIO COMUNALE/ APPROVATO L’ATTO DI INDIRIZZO FINALIZZATO AL TRASFERIMENTO DEL CONTRATTO DI SERVIZIO DEL TPL A UMBRIA TPL E MOBILITÀ
Nella seduta del 2 maggio il Consiglio comunale ha approvato con 19 voti favorevoli e 10 astensioni l’atto di indirizzo per il trasferimento del vigente contratto di servizio del trasporto pubblico locale con Ishtar Scarl all’Agenzia unica per la mobilità e il trasporto pubblico locale, individuata in Umbria TPL e Mobilità S.p.A.
La pratica è stata illustrata dalla presidente della III commissione Cristiana Casaioli.
Gli indirizzi a cui si dovrà attenere l’Agenzia unica si articolano in “Disciplina dei rapporti derivanti dalla cessione del contratto Tpl” (parte A) e “Aspetti finanziari” (parte B). In particolare, nella parte A si dispone tra l’altro che “i servizi di TPL oggetto di affidamento dovranno continuare a svolgersi in conformità al programma di esercizio adottato dal Comune”; “l’Agenzia dovrà presentare semestralmente al Comune di Perugia prospetti con il dettaglio dei servizi, dei corrispettivi pagati all’affidataria, dei ricavi e dei valori economici introitati dalla predetta società in relazione alla gestione del trasporto urbano. La documentazione richiesta dovrà essere dettagliata ed esaustiva, al fine di consentire al Comune di poter dare gli indirizzi necessari ed utili per correggere e migliorare le prestazioni dei servizi”; “nel lasso di tempo necessario alla nomina dei componenti del Comitato di controllo e monitoraggio, previsto da Protocollo di intesa e quindi nella fase antecedente l’attivazione del predetto organo, tutte le funzioni di indirizzo e di controllo sull’Agenzia verranno svolte esclusivamente dal Comune di Perugia”.
Tra i principi guida relativi agli aspetti finanziari, si prevede tra l’altro che il gestore del servizio fatturerà periodicamente direttamente all’Agenzia i corrispettivi riferiti ai servizi effettuati nel rispetto delle previsioni contrattuali; l’ente locale trasferirà all’Agenzia tempestivamente, ma comunque dopo l’attestazione bimestrale da parte dell’Agenzia della regolarità del servizio, le risorse (al netto dell’IVA) per il pagamento dei corrispettivi di cui alle fatture, con riferimento ai servizi aggiuntivi; per i servizi minimi il trasferimento avverrà direttamente da parte della Regione Umbria.
Secondo Casaioli, l’atto di indirizzo rappresenta un importante passo avanti perché con il trasferimento del contratto di servizio all’Agenzia regionale si risparmierà circa un 10% legato all’Iva. Ci si aspetta quindi che siano liberate risorse che potranno essere destinate al miglioramento del servizio. L’operazione che ha portato all’Agenzia unica negli anni ha visto l’amministrazione sempre partecipe e ora si attende che i trasporti siano messi nuovamente a gara a livello regionale.
“NUOVA STANGATA 2023: LA TARI AUMENTA MA IL SERVIZIO DIMINUISCE”/ COMUNICATO DELLA CONSIGLIERA TIZI (M5S)
Di seguito il comunicato trasmesso da Francesca Tizi, capogruppo del M5S al Comune di Perugia. “Continua l’aumento delle tasse a Perugia”. È la denuncia della consigliera Francesca Tizi, capogruppo del M5S, in riferimento alle nuove tariffe della tassa sui rifiuti oggetto della votazione di oggi in Consiglio comunale.
“Tra aumenti di gas e luce – afferma la Consigliera – arriva l’ennesima stangata per i cittadini del capoluogo. Stamattina alla seduta del Consiglio Comunale è stata votata la proposta di deliberazione della Giunta, che prevede per l’anno in corso un aumento della Tari di media del 4,2% per le utenze domestiche e del 4,7% per le utenze non domestiche. Secondo il documento presentato, il costo del servizio di igiene urbana per i cittadini di Perugia, passerà dai circa 48,9 milioni di euro del 2022 ai circa 49,9 milioni di euro del 2023. Un aumento di circa 1 milione di euro che andrà a incidere sulle tasche dei perugini. Solo per fare un esempio, il costo della Tari per un single che abita in un appartamento di circa 50 mq passerà da 177 euro circa del 2022 a oltre 184 euro del 2023, mentre per un nucleo familiare di 2 persone in un appartamento di 80 mq circa, sarà di 322 euro rispetto ai 308 euro del 2022”.
La consigliera si domanda: “Come può aumentare la Tari, nonostante l’incremento della raccolta differenziata, fatta con tanto sacrificio da parte dei cittadini e che al contrario dovrebbe produrre dei risparmi?”. Sul costo delle bollette incidono sia il recupero dell’evasione fiscale che il bilancio demografico: il primo diminuito da 1,5 milioni del 2022 a 1,3 milioni di quest’anno, il secondo, con un calo di circa 800 abitanti all’anno comporta una diminuzione delle utenze e un costo fisso da pagare nella bolletta complessiva. Spiegazioni che non sono però sufficienti alla consigliera, la quale nota come “gli aumenti, rilevanti e generalizzati, non trovano giustificazioni nella qualità del servizio”. “Neanche un mese fa – sottolinea Tizi – avevo segnalato, infatti, i pessimi risultati del progetto presentato dalla Gesenu s.p.a. e approvato dalla Giunta comunale che ha visto, proprio a partire dal 1° gennaio di quest’anno, la riduzione del servizio relativo alla raccolta di carta e multimateriale leggero nelle zone servite dal Tris, dove la frequenza di raccolta di carta, cartone, plastica e metalli è passata da una volta ogni tre settimane a una volta al mese. I cittadini, che avevano già segnalato disservizi a causa di questa diminuzione della frequenza del servizio, come accumuli di cartone e plastica in prossimità dei raccoglitori e che vedranno l’aumento delle problematiche nel periodo estivo con l’incremento della produzione di rifiuti, si troveranno a pagare una tassa ancora più cara per un servizio di nettezza urbana e raccolta rifiuti sempre più inefficiente”.
“Aumentare la Tari – prosegue la capogruppo – è una decisione sconsiderata, soprattutto dopo la pubblicazione da parte del Dipartimento delle Finanze, dei numeri delle dichiarazioni dei redditi 2022 e riferiti al 2021, dai quali si evince che l’unica regione in cui il reddito delle persone fisiche è in diminuzione è proprio l’Umbria. Da quanto si apprende dai giornali, infatti, con una media di 20.810 euro lordi, dichiarati da oltre 645 mila contribuenti, l’Umbria è la penultima regione del Centro Italia, e fa registrare un calo a differenza del trend positivo delle altre regioni. Per non parlare di Perugia, dove la diminuzione si attesta intorno allo 0,6%. Dati che dovrebbero far riflettere e dovrebbero far comprendere che non si possono chiedere altri sacrifici ai cittadini già portati allo stremo dai rincari dovuti alla pandemia e alla guerra in Ucraina. Per non parlare delle difficoltà che hanno dovuto affrontare le attività economiche, come ristoranti, bar, artigiani, commercianti, strutture turistiche e che vedranno aumentare le loro spese”.
“È per tutti questi motivi – conclude Tizi – che ho espresso il voto contrario del M5S all’approvazione delle nuove tariffe della tassa sui rifiuti, ricordando ai colleghi di maggioranza che i cittadini vorranno sicuramente risposte per questo ennesimo ingiustificato aumento del costo della Tari, risposte che sarà molto difficile dare”.
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