
[lid] – Mercoledì un tribunale di Teheran ha stabilito che gli Stati Uniti devono pagare 312,9 milioni di dollari di danni alle famiglie delle vittime degli attacchi di Daesh/ISIS nel 2017 che hanno ucciso almeno 17 persone.
In una dichiarazione, il dipartimento per gli affari internazionali e i diritti umani della magistratura iraniana ha affermato che la sentenza è stata emessa in risposta alle denunce presentate dalle famiglie delle tre vittime.
Gli attacchi gemelli del 7 giugno 2017 hanno preso di mira l’edificio del parlamento iraniano nel centro di Teheran e il mausoleo dell’ex leader supremo Ayatollah Khomeini a sud di Teheran.
Squadre separate di assalitori armati hanno usato colpi di arma da fuoco ed esplosivi per prendere di mira i due edifici iconici della capitale iraniana, provocando almeno 17 morti e altri 50 feriti.
Il gruppo terroristico Daesh/ISIS ha rivendicato la responsabilità del doppio attentato, uno dei più letali in Iran dalla rivoluzione del 1979.
La dichiarazione iraniana nomina nove funzionari e istituzioni americane che devono risarcire le famiglie delle vittime.
Secondo la sentenza, $ 9,95 milioni dovrebbero essere pagati per danni finanziari e $ 104 milioni e $ 199 milioni rispettivamente per danni morali e punitivi, per un totale di $ 312,9 milioni.
Quelli nominati nel verdetto includono il governo degli Stati Uniti, gli ex presidenti Barack Obama e George W. Bush, il comando centrale degli Stati Uniti (CENTCOM), l’ex comandante del CENTCOM Tommy Franks, la Central Intelligence Agency (CIA), Lockheed Martin e l’American Airlines Group.
La sentenza ha accusato gli Stati Uniti per il “ruolo fondamentale” svolto nell'”organizzazione e guida di gruppi terroristici”, notizie pubblicate sui media americani così come libri e discorsi di funzionari americani, riferendosi al ruolo della CIA nella “creazione di gruppi terroristici”, tra cui Daesh/ISIS.
Secondo la dichiarazione, il verdetto è arrivato in risposta a diversi ordini emessi dai tribunali statunitensi che accusano Teheran di attacchi “terroristici” e sequestro di beni iraniani.
Il verdetto del tribunale arriva tra le crescenti tensioni tra Teheran e Washington per la situazione di stallo dell’accordo nucleare, nonché i crescenti legami dell’Iran con Russia e Cina.