(AGENPARL) – mer 26 aprile 2023 METALLICA A RADIOFRECCIA: “IL TOUR NON È FINITO. TORNEREMO PRESTO IN ITALIA”
Lars Ulrich e Robert Trujillo hanno parlato a Radiofreccia di “72 Seasons” e del tour, rassicurando i fan sul ritorno dal vivo della band in Italia
I Metallica hanno da pochi giorni pubblicato il nuovo album “72 Seasons”, il disco rock più atteso dell’anno, quando Cecile B è atterrata ad Amsterdam per intervistare la leggendaria band americana.
Una scelta non casuale, quella della capitale dei Paesi Bassi, perché è proprio lì che il weekend del 27 aprile, i Metallica daranno il via alla leg europea del tour in supporto all’album. Nelle giornate di allestimento che precedono la partenza del tour, James Hetfield, Kirk Hammett, Lars Ulrich e Robert Trujillo, hanno incontrato la stampa internazionale per parlare dell’attesissimo ritorno con “72 Seasons”.
Il nuovo album dei Metallica è un disco che sembra essere un ritorno alle origini nel sound ma con l’esperienza di oggi ed un disco dal concetto molto interessante, che indaga i primi 18 anni di vita di un individuo, quelli in cui si forma la personalità dell’adulto che sarà.
Questi sono solo alcuni degli argomenti affrontati da Cecile B nell’intervista a Lars Ulrich e Robert Trujillo che parlano anche di vinili, della loro adolescenza e del tour che, avvertono, arriverà in futuro anche in Italia.
Vai [QUI](https://play.rtl.it/interviste/17/metallica-radiofreccia-lars-ulrich-e-robert-trujillo-dei-metallica-intervistati-da-cecile-b-per-parlare-del-nuovo-album-72-seasons-e-del-tour-m72/)per l’intervista integrale di Radiofreccia ai Metallica.
I Metallica sono sempre i Metallica
E’ Lars Ulrich, che non si lascia pregare per parlare, a commentare il sound di “72 Seasons”. Un disco che rispecchia sì i Metallica del 2023 ma, allo stesso tempo, sembra una sorta di ‘get back’ del metal con sonorità (e riferimenti) che rimandano ai primi album della band.
“Penso che per noi sia impossibile fare musica che non suoni sia come il luogo in cui siamo stati, che come quello in cui ci stiamo dirigendo ma quando scriviamo in studio non siamo super consapevoli di molte di queste cose”, spiega il batterista dei Metallica. Ogni giorno si cerca di fare del proprio meglio, di rendere migliore quella giornata rispetto a quella precedente. Ovviamente, una cosa di cui siamo abbastanza certi è che per noi è molto difficile fare qualcosa che non suoni come i Metallica”.
Un sound, quello dei Metallica, che nel corso degli anni è stato in continua evoluzione e che getta le basi sempre sui lavori precedenti: “Si tratta piuttosto di chiedersi a quale livello di sperimentazione, a quale livello di suonare all’interno dei confini del nostro sound ci troviamo. Questa cosa può variare un po’ nel corso della nostra carriera: ci sono stati momenti in cui siamo stati più curiosi di provare a fare cose diverse rispetto ed altri meno. Però penso che ogni volta in cui fai un disco, il tuo punto di riferimento è l’album precedente, almeno per me. Ma credo che sia lostesso per gli altri membri della band e per il nostro produttore Greg. “Hardwired…To Self Destruct” è stato un disco di cui siamo molto soddisfatti ancora oggi, ed è da lì che siamo partiti quando abbiamo iniziato a lavorare a quello che poi è diventato72 Seasons.Però posso dirti che nel corso della nostra carriera ci sono stati momenti in cui, quando stavamo preparando il disco successivo, non farò nomi di album specifici, ci siamo detti ‘Bleah! Cosa avevamo in testa due anni fa quando abbiamo fatto quell’album?'”
Le canzoni di “72 Seasons” preferite da Lars e Robert
Ma quale, tra le canzoni contenute in “72 Seasons”, è la canzone preferita da chi quelle canzoni le ha scritte?
Se per Trujillo non ci sono dubbi in merito, più vaga è la risposta di Ulrich.
“Le amo tutte ma dico ‘Inamorata’. Personalmente mi ha messo in una posizione speciale all’interno della band, naturalmente per l’assolo di basso”, ha detto Trujillo. “Ho la sensazione che ci sia una sorta di momento spoglio, crudo, e ricordo che avevo gli occhi chiusi mentre la registravo e mi limitavo a guardarmi dentro ed esprimermi. Si tratta di qualcosa che non so se mi è mai successo prima da quando sono nei Metallica, il fatto di avere un’esperienza del genere a quel livello, qualcosa che venga fuori dal cuore in quel modo. Per me è stato molto intenso”.
“Non voglio fare quello che non risponde ma ho bisogno di una certa distanza da un disco e non ne ho ancora una sufficiente. Parliamone fra cinque anni”, si schermisce Lars, che avanza un’interessante teoria. “Di solito ho quello che definisco il periodo ‘luna di miele’, cioè quello che va da quando finiscono le registrazioni a quando il disco viene condiviso con il mondo. In quel lasso di tempo speciale ha il disco tutto per te, un momento fantastico. Posso dire che ascolto molto la musica quando sono in auto e penso che “72 Seasons” si un viaggio che inizia con l’apertura della titletrack e finisce con la chiusura di Inamorata. E’un discorso complessivo, per ora non me la sento di scegliere una singola canzone ma sono sicuro che quando cominceremo a suonarle dal vivo e capirò cosa connette meglio con il pubblico, avrò una visione più ampia”.
E sull’influenza dei live sulla scrittura delle canzoni in studio, Lars aggiunge: “E’ diverso per ogni band e, addirittura, per ogni musicista all’interno della stessa band. Per quanto mi riguarda non credo che ci sia alcuna influenza. Anche perché quando sei in uno studio puoi utilizzare tutte le tecniche e le strumentazioni per ottenere il sound migliore e penso che sia giusto che ci siano per far accadere qualcosa di speciale. Durante il live ci sono molti fattori in gioco e mi piace che siano esperienze diverse. Se guardi alle prime canzoni che abbiamo fatto, andando avanti nel corso degli anni le cambiamo, le abbelliamo, dal vivo aggiungiamo degli elementi, cambiamo le parti trasformandole. Ci sono tanti fattori, quindi quando sono in studio tendo a non pensare a come diventeranno dal vivo”.
I Metallica e gli errori del passato
Il concept dietro “72 Seasons” riguarda le prime 72 stagioni della vita di una persona, i primi 18 anni in cui un individuo forma il proprio Io che determinerà la sua vita adulta. Un concetto che porta a chiedersi: con il senno di poi, Lars e Trujillo avrebbero qualche consiglio da dare ai loro stessi diciottenni?
La sezione ritmica dei Metallica sembra essere assolutamente a proprio agio con il passato, anche se il batterista non nasconde qualche logico timore nei confronti dei suoi figli, ora che è padre.
“Passo più tempo nel futuro e nel presente che nel passato, sono cose che affronto principalmente durante le interviste. In generale, sono abbastanza a mio agio con il passato, con gli alti e i bassi, accetto tutto. Per ogni disco posso guardare te o chiunque altro negli occhi e dire che abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo fatto ciò che ci sembrava giusto in quel momento. Ora, 20 anni dopo, penso che magari qualcosa sia invecchiato ma all’epoca mi sembrava la cosa giusta da fare, anche qualche look o taglio di capelli. Nel complesso mi va bene quasi tutto di questi 40 anni”, ha detto Lars.
Trujillo, invece, è contento del suo passato ma non consiglierebbe ai suoi figli di ripetere alcuni suoi errori del passato: “So che non permetterei mai ai miei figli, ora che sono padre, di fare ciò che ho fatto io. Ho capito che è giusto imparare dagli insegnamenti dei nostri genitori. Mi rendo conto che noi avevamo un sacco di libertà . So che ci sono state alcune cose che ho fatto da adolescente che mi hanno fatto pensare ‘Amico, non andrei mai a giocare sui binari della ferrovia, sul ponte sopra il fiume’, non vorrei che i miei figli lo facessero. Quindi ci sono alcune cose che, guardando al passato, mi fa piacere evitare che ora accadano a loro. Figurarsi farle io stesso! Ma sono felice delle mie esperienze, belle o brutte, perché sono quelle che mi hanno reso la persona che sono oggi.”
Scavando a fondo, però, Lars Ulrich riconosce una cosa che gli manca del passato rispetto ad oggi. Quell’impulsività che ha caratterizzato i primi dischi dei Metallica e che oggi è impossibile da replicare quando si lavora a nuova musica: “Penso che da giovani molte delle decisioni e delle scelte sono state fatte d’impulso, senza pensarci troppo. Però, per quanto apparentemente impulsive e avventate, direi che l’unica cosa che mi dico, ora che sono vecchio, è che oggi mi manca il poter prendere decisioni così velocemente. Quando lavoravamo ai primi album non ci siamo mai seduti a decidere se rendere un pezzo più veloce o lento, rumoroso, con una tonalità diversa, più lungo, più breve. Oggi per ogni canzone mi sembra di avere 500 opzioni tra cui scegliere mentre, se penso alla scrittura dei primi dischi, che si tratti di “Ride The Lightning”, “Master Of Puppets” o “…And Justice For All”, non avevamo opzioni. Li abbiamo fatti e basta, abbiamo solo scritto delle canzoni. A volte mi manca un po’ di quell’impulsività, di quell’istinto che ci ha spinto ad agire in quel momento. Ma questo è anche ciò che ha portato ad alcune delle situazioni più avventate in cui ci siamo trovati, quindi accetto la mia età e la presunta saggezza e quel che comporta”.
La vita parallela di Lars Ulrich e Robert Trujillo
Ma chi sarebbero oggi Lars Ulrich e Robert Trujillo se non fossero diventati dei musicisti, trovandosi dopo 40 anni ad essere ancora parte di una delle band più famose del pianeta?
Se il batterista è fedele al suo viversi il qui e ora, Trujillo rivela di pensare spesso ai suoi trascorsi da ragazzo della working class: “A volte me lo chiedo ma la realtà è che lo sono. Quindi si tratta di uno sguardo molto profondo e breve in me stesso, non passo molto tempo a pensare a queste cose”, dice Lars Ulrich.
Diverso il punto di vista del bassista che, dopo una carriera in band come Sucidial Tendencies ed Ozzy Osbourne, ha compiuto a febbraio io sui primi 20 anni con i Metallica: “Penso a quello che facevo prima. Avrei potuto fare solo tour ed essere un musicista e invece facevo di tutto. Lavori di costruzione, cartongesso, pavimenti in legno. La gente ci dice che lavoriamo tanto, che il nostro è un lavoro complicato, sempre in tour e io rispondo che fare i pavimenti in legno è un duro lavoro. Dai quei tempi mi porto ancora dietro il mal di schiena e quindi sono grato di essere un musicista che può dedicarsi a qualcosa di creativo”.
I Metallica e il ritorno del vinile
Tra le novità che hanno circondato l’arrivo di “72 Seasons”, c’è anche quella dell’acquisto, da parte dei Metallica, dell’impianto per stampare vinili Furnace Records. Una scelta che porterà la band a stampare in autonomia i nuovi lavori, le uscite di catalogo e anche i dischi di altri artisti che lo richiederanno.
Ma cosa ne pensano i Metallica del ritorno del vinile?
“Se 10 o 15 anni fa mi avessero detto che oggi, nel 2023, saremmo stati qui seduti a parlare dell’esplosione del vinile non ci avrei creduto. Credo che il vinile sia stato una parte importante della nostra giovinezza, e sicuramente per i Metallica oggi c’è un livello folle di energia intorno a questo formato e noi vogliamo fare di tutto per offrirlo ai nostri fan. Che si tratti di una moda o meno credo che il vinile resterà in circolazione ancora per un bel po’, lo vediamo anche con i nostri figli”, spiega Lars Ulrich.
Anche Trujillo, regalando uno spaccato della sua vita privata, racconta di quanto ami ascoltare la musica in vinile: “Tornando al discorso dei nostri primi 18 anni, ovviamente il vinile era molto diffuso ed è stato importante per la nostra esperienza, per poter entrare in contatto con la musica. Poter guardare la copertina, l’artwork, i crediti. Stiamo tornando a quell’intrigo e mistero che prende vita con il vinile. Ancora oggi celebro le nuove e vecchie release ascoltandole in vinile seduto in poltrona davanti alle casse. Mi piace vivere la musica in questo modo e trovo sia bello che anche i giovani inizino a farlo”.
I Metallica in tour in Italia? Un appuntamento solo rimandato
Il #M72WorldTour dei Metallica prenderà il via in Europa proprio il 27 aprile con il doppio show previsto alla Johan Cruijff Arena ma la prima reazione dei fan italiani all’annuncio delle date è stata di delusione nel non vedere alcuno show previsto nel nostro Paese.
Per fortuna, come rivelato ai microfoni di Radiofreccia dagli stessi Lars Ulrich e Robert Trujillo, i Metallica annunceranno in futuro altri show e passeranno anche dall’Italia.
“Torneremo, torneremo sempre”, ha rassicurato Lars Ulrich. “A volte guardo ancora le immagini del grande spettacolo fatto a Milano sotto la pioggia. E’stato grandioso, c’era uno spirito incredibile ed un’energia nel non arrendersi. Abbiamo fatto dei grandi spettacoli di recente anche a Bologna e Torino. Torneremo di sicuro. Cominciamo con le date annunciate ma il tour non è finito e verremo a trovare tutti i nostri amici italiani”. Al di là della musica, ovviamente, il motivo è anche legato ai tutte le grandi attrattive che può offrire l’Italia, come sottolineato da Trujillo: “Ci faremo le nostre sessioni di pasta, di pizza, di vino. Fa tutto parte dell’esperienza e non vediamo l’ora di suonare lì, è sempre divertente”.
Vai in basso e guarda l’intervista integrale di Radiofreccia ai Metallica.
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