[lid] – 78° Anniversario della Liberazione: il messaggio del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
Presidente della Sezione 7 Martiri dell’A.N.P.I Enrica Berti
Presidente della Comunità Ebraica di Venezia, Dario Calimani,
Autorità civili, militari e religiose,
Rappresentanti delle associazioni dei combattenti e dei reduci di guerra,
Associazioni partigiane,
Cari concittadini e concittadine,
buon 25 aprile! Oggi per Venezia è una giornata di festa, una giornata in cui siamo chiamati a
meditare e a ricordare quel 25 aprile di 78 anni fa quando si mise fine a una delle pagine più
vergognose della storia italiana. Oggi però siamo anche chiamati a celebrare il nostro Santo
Patrono San Marco al quale, devotamente, affidiamo la nostra Città.
Da Sindaco, ma ancor più da uomo e da padre, ho sempre considerato il 25 Aprile il giorno
simbolo della riconquistata libertà e democrazia . Essere qui oggi, così come ho sempre fatto fin
dal primo anno della mia elezione, è la testimonianza concreta di quanto consideri questo
momento tra i più solenni e significativi per ribadire la mia ferma condanna a ciò che la tragedia del
nazi-fascismo rappresentò per il nostro Paese.
Essere in questo Campo, avere al mio fianco il Presidente Dario Calimani a rappresentanza della
Comunità ebraica veneziana e la Presidente Enrica Berti con tutti i partigiani, non è, per me, un
semplice atto dovuto ma è un voler ribadire con forza, assieme a voi, i valori scritti in modo
indelebile nella nostra Carta Costituzionale, e soprattutto difendere quel bene supremo e che mai
più deve essere limitato che è la libertà. Questo dobbiamo insegnare alle future generazioni e
soprattutto questo lo dobbiamo alla nostra amata Venezia che per più di 1600 anni ha dimostrato
di essere baluardo della difesa della libertà di chiunque venisse a viverla rispettandone le leggi e le
regole. Città dove culture eterogenee e religioni diverse hanno saputo convivere e prosperare nel
reciproco rispetto.
In questo luogo vive una Comunità che ha pagato sulla propria pelle gli orrori della perdita della
libertà, persone che hanno sofferto l‘essere strappati dai propri affetti, dalla propria casa e dai
propri fratelli a causa dell’odio dell’uomo nei confronti di un altro uomo. Oggi, da questo Campo,
abbiamo l‘obbligo di gridare al mondo, tutti assieme, che Venezia ripudia la guerra, che Venezia
ripudia la violenza, che Venezia sarà sempre dalla parte di coloro che lottano e resistono per
difendere la propria terra.
Quella bandiera gialla e blu che convintamente ho voluto issare sulla facciata del Comune nel
marzo dello scorso anno è ancora saldamente esposta e la mia visita di appena 10 giorni fa ad
Odessa è la dimostrazione concreta che Venezia è dalla parte dell‘Ucraina e di un popolo che sta
pagando con il sangue la difesa della propria terra e della propria libertà.
Carlo Azeglio Ciampi, uno dei presidenti della Repubblica tra i più amati, in occasione del 60°
anniversario della Liberazione, esattamente 18 anni fa, tenne, a Milano, un discorso molto
significativo. In un passaggio disse: “Per l’Italia fu il giorno della ricomposizione dell’unità
nazionale, nel nome della libertà. Il popolo scese nelle strade e nelle piazze, in festa. Iniziammo
allora a vivere l’esperienza esaltante della nostra rinascita di popolo libero e unito. Si dischiuse,
quel giorno, il luminoso orizzonte della democrazia. Si aprì un’epoca nuova della nostra storia.
Ancora la stiamo vivendo. Un filo ininterrotto lega gli ideali e le gesta del Risorgimento alle imprese
della Lotta di Liberazione e alla rinascita dell’Italia: repubblicana, per libera scelta del popolo
italiano”.
Parole che devono ancora oggi riverberare dentro di noi, smuovere quell’entusiasmo di Rinascita
che sembra essersi sopito, ma soprattutto dobbiamo ritrovare il coraggio di metterci la faccia
e lavorare uniti e compatti per ridare agli italiani e soprattutto alle nuove generazioni quella fiducia
verso le Istituzioni e verso chi è chiamato a rappresentarle. È un nostro dovere altrimenti rischiamo
di lasciare ai bambini del futuro una società ancora legata a divisioni e rancori del passato e
impregnata di odio e rivalsa.
Mi è piaciuto molto un passaggio del discorso che proprio la presidente Enrica Berti ha fatto lo
scorso anno nell’accettare l’incarico alla guida della Sezione ANPI di Venezia.
Diceva: “Le partigiane ed i partigiani che ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere in questi 15
anni, mi hanno sempre ribadito il loro dolore nel dover imbracciare le armi e uccidere propri simili.
Violenza chiama violenza. Ma è anche vero che gentilezza chiama gentilezza. Il bene è più
contagioso del male, pensateci. Io ci credo fermamente”
Presidente Berti, sottoscrivo pienamente queste sue parole, stringiamoci la mano e lavoriamo
assieme affinché la gentilezza domini. Condanniamo, oggi e sempre, lo scempio del nazifascismo,
ed è giusto continuare a ricordare, perché quella tragedia non debba accadere mai più.
Facciamolo e contestualmente consegniamo veramente alla storia quelle pagine nefaste.
Promuoviamo gli ideali democratici e di libertà che i nostri nonni e i nostri genitori hanno
conquistato con la loro stessa vita e ci hanno lasciato in eredità. Portiamo avanti uniti questo
progetto perché, le giovani generazioni non le convinciamo solo paventando il pericolo di un ritorno
al passato, ma anche se dimostriamo con i fatti, con il rispetto delle regole e con il bene, che il
male non può e non deve tornare.
Sventoliamo assieme il nostro Tricolore, usiamo questa occasione per guardare al futuro di
Venezia e del nostro Paese, facciamolo con gentilezza e scopriremo magari che quello che
pensavamo essere nostro nemico magari la pensa solamente in modo diverso.
Questo apprezzeranno di noi i giovani e così facendo, dopo 78 anni, saremo capaci di dare un
vero significato a questo 25 aprile e alla riconquistata Libertà!
Viva il 25 aprile, Viva San Marco e Viva Venezia
Luigi Brugnaro
Sindaco di Venezia
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