(AGENPARL) – mar 18 aprile 2023 COMUNICATO STAMPA
FIRENZE, 18 APRILE 2023
GIUSTI FRA LE NAZIONI: L’AMBASCIATA D’ISRAELE IN ITALIA CONFERISCE LA PIÙ ALTA ONORIFICENZA CIVILE ALLA MEMORIA DI BISTA E STELLA NEPI
La cerimonia per l’attribuzione della più alta onorificenza civile dello Stato d’Israele si è svolta stamattina presso la Sinagoga di Firenze davanti alle autorità e alla cittadinanza.
I membri della famiglia Tayar vivevano tranquillamente a Firenze, fino a quando la città venne occupata dai tedeschi l’11 settembre 1943. La loro normale vita venne stravolta in un attimo e dovettero prendere una difficile decisione: fuggire dalla città per cercare un rifugio sicuro. Così i genitori con la figlia si recarono a Casentino, mentre il figlio Franco partì per Malta, il paese di origine del padre. Enzo, il figlio minore, decise di cercare rifugio in una cascina, e per ben otto mesi vagò per la zona di Montevarchi e intorno alla città di Arezzo.
Il primo podere in cui Enzo trovò riparo si trovava nel Chianti, apparteneva a un suo amico di Radda ed era gestito dalla famiglia Gatti. Qui, per ripagare la sua permanenza, Enzo iniziò a lavorare per la struttura. Quando la notizia del fuggitivo si diffuse nei dintorni, Enzo decise di spostarsi in un’altra abitazione, stavolta gestita dalla famiglia Casini, nella località di Poggiarso. Qui, lavorò nei campi e pagò per il suo soggiorno.
Tuttavia, l’intensa attività dei fascisti spinse Enzo a cercare rifugio in un altra cascina, stavolta a Enzoli, gestita dalla famiglia Giunti. Purtroppo, le cose non andarono bene e le relazioni con un abitante del luogo si deteriorarono presto, costringendo Enzo a partire.
Per alcuni giorni Enzo vagò nei boschi, finché bussò alla porta di una piccola casa di campagna, in cui viveva una famiglia composta da Bista e Stella Nepi insieme alle loro due figlie e la nonna. Qui, Enzo raccontò la sua storia di perseguitato ebreo e chiese riparo. Senza esitazione, la famiglia Nepi lo accolse a braccia aperte, rifiutando il denaro che Enzo offrì loro per il suo soggiorno.
La famiglia Nepi divenne il rifugio di Enzo fino al 1944. Durante il suo soggiorno, Enzo conobbe un comunista ricercato per l’omicidio di un fascista, un prigioniero di guerra britannico fuggito dal campo di prigionia e una famiglia che era fuggita dai bombardamenti di Montevarchi. Nonostante le difficoltà, la famiglia Nepi seppe offrire un ambiente sicuro e confortevole, diventando un’ancora di salvezza per tutti coloro che cercavano rifugio.
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