(AGENPARL) – mer 12 aprile 2023 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Edilizia agevolata, bilinguismo diffuso 2, stipendi più alti, alloggi per le forze dell’ordine](https://r.news.siag.it/tr/cl/TR81_jeDQUr1oIxuNxR2H22nLxCwrjX3RN9NY8nyaj_aVvFM-xCdJYlO46byI61TaOHIfTimBZKlY2-PUAwFQoskj7nyhEjYGBIf5CJk9uxPBVi6LQqQJfqRvORtoPiDto5OjEP6UpmWIqzfR7QgRrHN_bCn5mzwTDwByaq-OY2EzPKFvxQCp7MOzEz84KAYl878H_K_ad8Y7UtKHbmX2UgL3f8OniBlvg9PUjQC7eaHKOjYirIIGcUgLhxZnLRhrFAqAl_TSAZY8BOE6JaeyXMmMJoka2hcejz5gucIDj4)
Consiglio -Mozioni di Team K, Partito Democratico – Liste civiche, Die Freiheitlichen, Fratelli d’Italia. La seduta di oggi è terminata.
Con la [mozione n. 697/23:](https://r.news.siag.it/tr/cl/gt8eLL88OEi1KCIgFmLKh541jIexWj0t7WfZ7UYAlh6JxMGuWazuGbCvng7L_UoQJkJ5AyaXUUF4dhwnpZbws_XGsXa6eEiOxUzvyTIVTh5a_1pYpRl6GVgXDacKe9QRYqNFyZeZ_WeXHy1YEeRmDSjVL6UjPPw1crxEKonFOpW1Jpg8RYhhFZU3USvY5RU33z1aQrDhQMhFDO_lUkBBcmGrfgxRFaEnPxCcvSAHYJ3q8kfUxuda7FL9v9lu8xAxcJuMDT4tMOORzZZCj4dF7BEqF5WHrDJenU1uSA7Wcyg03xogoWqOw3bPYizKU_8tjo66qZyQ0Wo8LTGdidSeuVFIldNCRKeRT3u1eulCjm4G5hDbc8gYL_TSE0mQ3djAOJ0AbI0hp48) Edilizia abitativa agevolata – eliminare i costi aggiuntivi a carico dei/delle richiedenti, presentata oggi in Consiglio provinciale, Maria Elisabeth Rieder (Team K), evidenziando che le domande di contributo per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione continuavano a essere complicate e non si era in grado di completarle senza il sostegno di qualche esperto, e aggiungendo che l’aumento dei prezzi nel settore delle materie prime e dei materiali edili negli ultimi mesi e anni aveva mandato in fumo molti progetti edilizi, aggiungeva che, come se non fosse bastato, chi richiedeva un’agevolazione edilizia doveva aspettare anche fino a tre anni prima che venisse erogato il relativo contributo. I lunghi tempi di attesa non solo mettevano a dura prova la pazienza di chi si costruiva la casa, ma causavano anche spese aggiuntive e mettevano molti in difficoltà finanziarie. A tutto ciò si aggiungeva l’aumento dei prezzi per via dell’enorme incremento dei costi dei materiali e dei tassi di interesse in rialzo. Probabilmente negli ultimi anni la situazione era sfuggita di mano, se oggi una casa a schiera nel Comune di Brunico con l’agevolazione edilizia veniva a costare più di 800.000 euro. La consigliera segnalava inoltre che, secondo una risposta a un’interrogazione del luglio 2022, nel 2021 erano in attesa di approvazione 1.444 domande e di queste solo 97 erano già in fase di evasione; alla fine di maggio 2022, si trovavano in fase di elaborazione “0” delle 649 domande presentate: questo, per via della carenza di personale negli uffici competenti e delle complicate procedure per la liquidazione dei contributi. Ricordando che nel dicembre scorso era stata approvata dal Consiglio provinciale la nuova legge sull’edilizia abitativa agevolata, e che già allora erano sorti molti interrogativi sulla giustizia sociale delle politiche abitative, sosteneva che il tema della casa era e rimaneva una grande sfida e spesso un sogno, soprattutto per i giovani, perché da tempo i soldi per realizzarlo non bastavano. I lunghi tempi di esame delle domande, inoltre, facevano aumentare i costi per i richiedenti, in quanto nella maggior parte dei casi il contributo provinciale veniva prefinanziato da una banca con una cosiddetta fideiussione, e questa garanzia bancaria aveva un costo: calcolando un tasso di interesse di circa il 6%, i/le richiedenti nell’arco di tre anni perdevano almeno il 18% del contributo provinciale – ciò significa, ad esempio, che una persona singola che aveva diritto al contributo massimo di 29.250 euro per l’acquisto e la costruzione perdeva più di 5.000 euro. Stava generando costi aggiuntivi anche la nuova disciplina per l’annotazione del vincolo sociale nel libro fondiario, poiché con la nuova legge sull’edilizia abitativa essa veniva effettuata da un notaio a fronte di un contratto di mutuo ipotecario autenticato o di un atto unilaterale d’obbligo autenticato da un notaio: la relativa spesa ammontava a circa 1.000 euro. Tutto questo accadeva in un periodo di stagnazione dei salari, di aumento dei prezzi e del costo della vita e con un’inflazione che supera il 10%; se si guardava all’entità dei contributi per l’edilizia agevolata, gli importi erano fermi da oltre dieci anni. La consigliera ha quindi chiesto di impegnare la Giunta (1) ad adottare misure per ridurre i lunghi tempi di attesa per l’elaborazione delle domande di contributo per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione della prima casa; (2) a coprire le spese aggiuntive sostenute dai/dalle richiedenti a causa dei lunghi tempi di attesa per la liquidazione dei contributi della Provincia; (3) ad adeguare il contributo della Provincia all’inflazione e all’aumento dei costi di costruzione.
Paul Köllensperger (Team K), co-firmatario, evidenziando che la situazione era difficile giá prima, ha aggiunto che essa era diventata insostenibile con l’aumento dei tassi dÄ’intersse. I 36 mesi che si dovevano attendere comportavano enormi spese, che non facevano dormire tranquilli. Bisognava ridurre i tempi d’attesa oppure coprire tali costi aggiuntivi.
Ringraziando Rieder per la proposta, Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha ricordato che pIú volte era stata fatta presente la necessitá di adeguare i vari contributi al tasso di inflazione, anche quando essa non era così pesante. Altrimenti, il valore di queste misure diminuiva costantemente. Procedere con piccoli aiuti singoli non cambiava la situazione.
Franz Ploner (Team K) co-firmatario, ha ribadito che per 10 anni i contributi erano rimasti invariati, ma läinflazione era al 10%, con stipendi invariati: questo rendeva impossibile l’acquisto di un alloggio, perché non si era in grado di fare risparmi. Le banche pretendevano garanzie. In questa situazione, le persone scivolavano in una situazione di povertà, oppure si trovavano costrette a vendere la casa acquistata. le domande dovevano essere elaborate in 6 mesi.
Gerhard Lanz (SVP) ha ritenuto comprensibile quanto richiesto al punto (1), aggiungendo però che i problemi riguardavano l’aumento di prezzi e materiali, difficilmente assorbibili dai contributi, quello dei tassi d’interesse, che però negli ultimi anni erano a un livello non normale per il sistema. qui andavano coinvolte anche le banche, che dovevano contribuire a trovare soluzioni per non far perdere la casa alle persone, anche perché nei prossimi anni probabilmente i tassi si sarebbero ridotti. Un problema era la trasmissione corretta dei dati da parte di progettisti e Comuni, ci voleva una digitalizzazione più efficiente. Problematico era il punto (2): l’approccio non era attuabile, si sarebbe poi stati obbligati ad attuarlo in tutti i settori.
La vicepres. Waltraud Deeg ha condiviso molto di quanto detto, ricordando poi che la provincia di Bolzano era portata spesso ad esempio, anche per quanto riguarda l’abitare. ha ricordato le due leggi su edilizia abitativa e IPES e il viaggio studio a Vienna, sottolineando che il 70% di case di proprietà dimostra la bontà della politica di edilizia abitativa fatta finora. I contributi per l’edilizia abitativa erano rimasti invariati per molti anni. Le persone speravano di avere i contributi in tempi brevi, ma dal 2014 c’erano state alcune novità che avevano fatto aumentare il numero delle domande, il che dimostrava anche che i contributi avevano un certo valore. C’erano, poi, quali misure di promozione del settore, contributi per le infrastrutture e la messa a disposizione di superfici per l’edilizia abitativa.Una sovvenzione media di base e per le infrastrutture potrebbe ammontare a 170.000 euro per richiedente, più 68.000 euro per un contributo di costruzione. In quanto ai tempi d’attesa, si era provveduto con alcune misure, ta cui l’abolizione di alcuni controlli, per esmepi quelli sul patrimonio immobiliare di genitori e suoceri; il vincolo sociale non veniva più registrato nella Ripartizione e questo comportava costi aggiuntivi di circa 600 €, ma c’erano ancora 700 vincoli da inserire prima di passare al nuovo sistema – questo avrebbe però contribuito a ridurre i tempi. Si è detta quindi d’accordo con il punto (1), con l’aggiunta della parola “ulteriori” prima di “misure”, ha poi fatto riferimento alla digitalizzazione ricordando che con soli due collaboratori erano state elaborate 55.000 domande di aiuti Covid. Se ci si voleva impegnare per costi accettabili per la casa, bisognava sostenere l’edilizia abitativa agevolata. Maria Elisabeth Rieder ha apprezzato che la consapevolezza condivisa della problematica, e ribadito la necessità di interventi per ridurre i tempi di attesa, per esempio con più personale. Bisognava poi eliminare gli errori citati da Lanz; in quanto al punto (2), era da vedere come un incentivo. Quando si trattava di trovare soldi per la popolazione, era sempre un problema, ha aggiunto la consigliera, meravigliandosi del silenzio degli Arbeitnehmer. La mozione è stata votata per parti separate, e ne è stato approvato il punto (2) con 13 sì, 17 no e 1 astensione; respinte le premesse (12 sí, 16 no e 2 astensioni), il punto (1) (30 sì e 1 no) e il punto (3) (15 sí e 17 no).
È ripresa quindi la trattazione della [mozione n. 689/23:](https://r.news.siag.it/tr/cl/EhT8MwhUrXldWt-fdSFJVRc5gKj-b9m29L4gJ7S7rT9uPHzI_wsOVCnfHVecRqhYH9eOQi9_OlVZV4uvfMJ7Nqxv2byxxM3-EprcOrtTxtPztg2Wnrn60GOkTOsMd3I_Y3Ie52l2hGGYQFsAv45pmEcXvNnMMZ0ZdmL0s-srtpTrc48zx0dNd_7OnPemBkX7YaxAQxkwC-tIQAbKFTG6G4oPQRLE7DLHgQ0Vg2X22MaUcWIc5xIU3A-WrShTR9odt1yTAQkDfftBAuA4dBO9_WWXlDRn3n5MrTtAG0O0P9-QkMq6LB1lqTmzlny5_R3EdI-_cnwdbYw5ixIOSekrzE15ZhGXA49th19ydCTnaB7p3KWnEmYPsdbva1sXc6VeFJHZdGwiIYQ) Bilinguismo diffuso, con la quale Sandro Repetto (Partito Democratico — Liste civiche) chiedeva, tenendo presente l’obiettivo del bilinguismo diffuso e chiedendosi se il partito di maggioranza di lingua tedesca davvero lo voleva, il che richiedeva di costruire insieme una strategia di bilinguismo di lungo periodo, di impegnare la Giunta provinciale a: a) costituire un tavolo di lavoro permanente e paritetico sulla politica linguistica dell’Alto Adige Südtirol; b) definire le linee guida del lavoro di tale tavolo, partendo da un accurato e costante monitoraggio dei dati, da affidare all’Eurac; c) analizzare la possibilità di sperimentazione alla scuola dell’infanzia, nelle realtà urbane, staccandola dalla madrelingua, pur rispettando e rimanendo all’interno della cornice dell’articolo 19 dello Statuto di Autonomia.
La mozione era stata discussa già [questa mattina](https://r.news.siag.it/tr/cl/mZtY7UCUNFH2qAhE8lo63rbZzuxrTrWuwJ-AIkjxqK6xqxmNloWSaEELGtHoipvmr2R0B6hR8B6B5hRf0n_gs1NQcb-3CgmkBYVfub5QdL3BZyYGNfYyXH9QzkYqI-eOuI2E-jhVJuckCOXuzoumxMvMX9fG1yk4p9RXmIPkyVCZcqq8o4JVjlGl4cYEtSIr83OTjAjPT6U_W8eEX-0Y9VtjJtuMbzp80xQ2vfGBl80dWOAIULscx-0bj8kN-hc8P7dTHYwydmOEMYMCIsTv8KhWBK67YbJCGnKfEUITy9_vGvuQ1ojcBhCF759Ij_wF8y2qadf9lg–KBeoY-IXflTvh5jCQLE), mancava la replica della Giunta. L’ass. Giuliano Vettorato ha chiarito che compito della scuola era istruire a 360 gradi, non solo per quanto riguarda il plurilinguismo; un compito era anche mantenere viva la cultura dei tre gruppi etnici, il che giustificava l’esistenza delle tre Intendenze, che lavoravano ovviamente in collaborazione. I progetti richiesti si stavano già facendo, e in quanto alle certificazioni linguistiche, i dati della scuola italiana relativi ad elementari e medie dimostravano un tasso di superamento dell’87%. L’assessore ha respinto le illazioni di scuola di serie A e serie B, e si è dispiaciuto che la mozione non fosse stata modificata come richiesto. L’ass. Philipp Achammer ha detto che non avrebbe dato voto favorevole, segnalando la problematica delle sperimentazioni, e si è detto molto meravigliato di certi interventi, come quello di Nicolini, relativamente a proposte quale quella dell’accompagnamento obbligatorio dei genitori. Non sempre ciò che volevano i genitori era la via migliore per gli alunni, questo andava detto. Un ulteriore tavolo di lavoro come previsto al punto (1) non era assolutamente necessario; c’erano già progetti in corso, per esempio relativi alla didattica delle lingue straniere, ma la scuola non doveva essere un campo di sperimentazione. Sandro Repetto ha replicato che la mozione chiedeva semplicemente di individuare un percorso costruito insieme, al di lá che si parlasse di sperimentazione o progetti, egli era disponibile a modificare il punto 8c), ma poi gli era stato chiesto di specificare “nella scuola italiana”, ma nella scuola italiana giá si agiva: ci voleva un percorso comune. Il problema della ma ncanza di bilinguismo diffuso riguardava anche la popolazione di lingua tedesca. La discussione di questa mattina l’aveva riproiettato nel passato, togliendogli prospettiva: “Tanto che mi sono domandato cosa ci faccio ancora qui”. Il mondo andava avanti e bisognava trovare una soluzione, pur rispettando l’articolo 19. Egli ha quindi chiesto votazione nominale della mozione, che è stata respinta con 10 sì e 21 no.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha quindi presentato la [mozione n. 84/19:](https://r.news.siag.it/tr/cl/rcUEmcoUN_rhs7G9lIAYPkanFVL3H7cNsIx8YY28jzk_plKOAVP2QakocyV_4jPYTrjZz795onuwObkuK1UNlwh0mbF82FiK0yNI0LmGUk2S5xO1AwVbYaCLxPyTXPtt9teAAQqIIL5MZNcbVZpWJk5t_f_mfpIfr1OzLdpxZiRL5SyVEA10mVk0tP945T3Irq3i8XiJXQ9GLFBh9gWKjAvKEU1EmspvdforuuF3AK36O7fluRaaR4SrEjW_D3b8_FDZgzAi3TS86XU8wZmnFy1UpleBhS4y1vNIikmFGgWpnB13umH_wvj6BSv3XXZ_iVLNhetBSSzjm2NuNbWfbtsyKZaql1WiEIzI07pslk3_jBIRp4Ro9cajD0FrGrlx0GXKWjT5g50) Stipendi più alti per gli altoatesini, premettendo che il testo originario del 2019 era stato emendato. Con essa, evidenziando che rispetto al resto del territorio statale, ma anche ai vicini del nord, in Alto Adige da anni c’era un evidente squilibrio tra il costo della vita e i salari, e che gli enormi rincari degli ultimi mesi, tra l’altro nei settori dell’energia, dei carburanti e dei generi alimentari, avevano rafforzato questa discrepanza, sosteneva che per sempre più famiglie e persone singole era molto difficile arrivare a fine mese, anche a fronte di un’’inflazione di quasi il 10% che accompagnava l’aumento dei prezzi e riduceva il potere d’acquisto, mentre le retribuzioni rimanevano invariate. Il rischio di cadere in povertà, specialmente per gli anziani con una pensione bassa, non rappresentava purtroppo una visione pessimistica, bensì un’amara realtà. Non da ultimo a causa degli alti prezzi delle abitazioni e degli affitti, l’Alto Adige era una provincia cara: questo valeva anche per i territori vicini (Austria, sud della Germania, Svizzera), ma lì il divario tra salari e costo della vita non era lì così ampio e ciò causava anche la cosiddetta “fuga di cervelli”, ovvero l’esodo di lavoratori qualificati all’estero. Mair ricordava poi che dopo anni di immobilismo, ora la Giunta provinciale aveva deciso di adeguare, ma solo in misura ridotta, gli stipendi dei dipendenti pubblici, ma le promesse non sono riuscite a soddisfare nemmeno lontanamente le aspettative, e in assenza di miglioramenti immediati si rischiava; inoltre, nel dibattito sulle retribuzioni occorreva tenere presente anche il settore privato e, nel fare ciò, non andava più evitato il confronto internazionale. invitava poi a dare maggiore considerazione e valorizzazione al personale medico, sanitario e insegnante, e segnalando che le competenze della provincia in ambito lavorativo e fiscale erano limitate, invitava a intervenire laddove possibile, per esempio abolendo l’addizionale regionale IRPEF, concentrandosi maggiormente sui possibili contratti collettivi territoriali negoziando concretamente con le parti sociali a questo fine, prendendo in considerazione anche i nuovi modelli di lavoro e di orario (“worklife balance”). Invitando a evitare un inutile dibattito sulla distinzione tra settore pubblico e settore privato, avendo entrambi la loro importanza, la consigliera chiedeva quindi di invitare la Giunta a deliberare le seguenti misure: 1. avviare immediatamente i negoziati con le sedi competenti a livello statale per ottenere nuovi margini di manovra per i contratti collettivi territoriali; 2. negoziare con le parti sociali un elemento retributivo provinciale e intersettoriale di almeno 100 euro al mese per tutti i settori dell’economia privata. Tale elemento retributivo aggiuntivo andrà adeguato annualmente all’inflazione e costituirà un criterio obbligatorio per la partecipazione delle imprese agli appalti pubblici, nonché un presupposto per avere diritto ai contributi pubblici e a un’aliquota IRAP ridotta; 3. creare le condizioni affinché i settori che richiedono al personale un attestato di bilinguismo siano tenuti a remunerare adeguatamente tale attestato; 4. stanziare risorse adeguate per il rinnovo dei contratti di comparto ormai obsoleti; 5. disporre entro tre anni la graduale abolizione dell’addizionale regionale IRPEF; 6. corrispondere entro le scadenze stabilite gli stipendi concordati per il settore pubblico; 7. pagare il trattamento di fine rapporto ai dipendenti che hanno già lasciato il servizio pubblico e che non sono più iscritti alla “Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali” entro tre mesi dalla cessazione dal servizio; 8. effettuare una comparazione costante, attraverso l’Istituto provinciale di statistica, tra le retribuzioni del settore pubblico e privato e quelle del Trentino, della Baviera, dell’Austria e della Svizzera, e pubblicare una relazione annuale al riguardo; 9. comparare tutte le prestazioni sociali (ad esempio, incentivi alle famiglie, assistenza sanitaria, maternità, congedi per i padri, ecc.) e l’andamento dei prezzi immobiliari con quelli del Trentino, della Baviera, dell’Austria e della Svizzera, e pubblicare annualmente un rapporto sociale.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha condiviso la necessità di un aumento degli stipendi in Alto Adige, come considerato da tutti i sindacati e le categorie economiche. ha riportato poi una dichiarazione dell’assessore all’Economia sul WiKu, secondo il quale se non si riusciva a sbarcare il lunario con uno stipendio ottenuto lavorando bene, qualcosa non quadrava. aumenti o contributi una tantum non bastavano, tanto più che non avevano effetto sulle pensioni. Per arrivare a fine mese, le persone risparmiavano ovunque, e non riuscivano a mettere da parte soldi; molte non riuscivano a guadagnare abbastanza nonostante questo, bastava pensare a chi riceveva una pensione minima di 600 €/mese.
Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha evidenziato che la mozione risaliva al 2019, e ora la situazione si era ancora aggravata. Il lavoro era povero. La parte dispositiva della mozione aveva un accento popuölista, ma in linea di principio il problema era noto a tutti e bisognava sforzarsi per risolverli. Ha quindi sostenuto il punto (1) riguardo i contratti collettivi, aggingendo che, in quanto al privato, sarebbe stato piú opportuno un salario minimo orario dignitoso: aveva visto la busta paga di una signora delle pulizie che lavorava in consiglio, e nonostante iniziasse all’alba riceveva meno di 1.000 €. Il rinnovo dei contratti pubblici avrebbe dovuto essere ovvio, non richiesto con mozione. GLi unici ad avere uno stipendio automaticamente collegato all’inflazione erano i consiglieri: “la settimana prossima avremo l#occasione di risolvere questa anomalia, anche per dare il buon esempio”.
Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol) ha rilevato che il problema esisteva da anni, e che riguardava non solo l’aumento degli stipendi, ma anche l’inflazione: si intendeva solo adeguarsi all’inflazione o dare effettivi aumenti? La forza lavoro era sempre meno, e quella che c’era doveva essere retribuita in modo adeguato.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha condiviso l’analisi fatta da Mair. Da anni si era consapevoli el disequilibrio esistente, e la preoccupazione maggiore era la fuga dei cervelli: anno dopo anno si perdevano moltissime persone che non rientravano dopo gli studi. I singoli punti dispositivi però erano di difficile attuazione, eperchßé non rientravano nelle competenze della Provincia, egli ne ha chiesto la votazione separata. era importante una valutazione complessiva della situazione, considerando che fino a 10 anni fa il servizio pubblico faceva da traino agli altri, ma questo contratto era stato rotto dall’attuale Giunta. Nell’ambito del servizio pubblico deve essere considerata la tutela del potere d’acquisto e la partecipazione alla prosperitá della provincia, ma questo negli ultimi 10 anni non era avvenuto.
Josef Unterholzner (Enzian) ha ritenuto molto valida la mozione, aggiungendo però che alcuni punti dispositivi erano problematici, per esempio il (6), che sarebbe dovuto essere un’ovvietá come lo era nel settore privato, o il (7). Il fatto che l’importo netto dello stipendio fosse minore rispetto ad alti paesi era uno dei motivi della fuga dei cervelli.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha evidenziato lo stupore rispetto al punto (6), stupendosi a sua volta di come i sindacati non avessero osteggiato a questa politica degli stipendi e dei salari. Ha quindi ricordato le tante proposte fatte dai Freiheitlichen negli ultimi 5 anni, relative alla riduzione dei costi dell’energia, dei carburanti, all’aumento della pensione minima, a interventi sul costo della casa. Ha ricordato che gli stipendi dei dipendenti pubblici facevano da traino a quelli del privato, e che stipendi attraenti contribuivano a far rientrare i cervelli.
Gerhard Lanz (SVP) ha evidenziato che in merito al brain drain bisognava anche considerare che in Alto Adige non si poteva offrire un certo tipo di formazione, e che i giovani allä#estero si creavano anche un ambiente sociale e amicale. In Alto Adige c’erano anche imprese hidden champion con posti di lavoro e formazione interessanti, inoltre gli altoatesini erano pur sempre ancora 500.000. E se si divceva sempre che era utile fare esperienze all’estero, ora questo non poteva essere cosí negativo. La retribuzione era anche un’occasione per vedere i risultati che un’azienda poteva raggiungere. Inoltre, c’erano elementi che non si vedevano sulla busta paga, come l’auto aziendale o il telefono cellulare. Le aziende pagavano bene, altrimenti non avrebbero avuto dipendenti, ma cerano settori in cui il livello salariale non era più adeguato e in cui era necessario un adeguamento. Si è quindi espresso per il partenariato sociale.
Magdalena Amhof (SVP) ha condiviso quest’ulima affermazione, evidenziando che le contrattazioni spettavano a i partner sociali, e ha poi segnalato che per la contrattazione 2022 erano disponibili 254 milioni per l’adeguamento all’inflazione. Ora la palla passava alle contrattazioni sociali. In quanto all’IRPEF, era un’imposta che rientrava nelle competenze dei Comuni, e solo 8 non l’avevano abolita; in merito al trattamento di fine rapporto, si era accolta una mozione del Team K questo scopo, ai fini di ridurre i tempi d’attesa; anche Amhof ha fatto riferimento a certi benefit aggiuntivi agli stipendi, che impediscono un confronto dettagliato con le retribuzioni di altri Paesi.
Il presidente Arno Kompatscher si è detto convinto che il tema dell’equitá salariale costituisse uno dei temi principali dei prossimi anni, e consapevole delle difficoltà di molti cittadini rispetto a spese impreviste o a problemi di salute. Uno degli obiettivi della Giunta era non abbandonare nessuno. L’inflazione straordinaria non era quella attuale, bensí quella a zero. Attualmente nel pubblico la situazione era questa: lui stesso si era incontrato con i sindacati per il contratto di intercomparto, per quello 2019-21 si poteva concludere l’ultima parte, senza aumenti salariali né adeguamento all’inflazione, ma aumento degli stipendi iniziali e meno progressione; dopodiché ci si impegnava concludere la prima parte del contratto fino al 2024, con la compensazione dell’inflazione per il 2021, il cui tasso non era piú solo simato. In quanto al privato, non si poteva intervenire, ma era stata proposta una riduzione IRAP combinata a un effettivo aumento degli stipendi, ma era stato risposto che la politica non doveva interferire. Erano poi stati evitati aumenti dell’acqua potabile, delle tariffe di trasporto pubblico. In quanto ai punti dispositivi, li riteneva o non adeguati a raggiungere l’obiettivo, o non attuabili; i contratti collettivi non erano nella competenza del legislatore, ma delle parti sociali, inoltre i contratti collettivi statali spesso non permettevano un’ulteriore disciplina a livello territoriale, ma dei contratti territoriali c’era bisogno. Sul contratto collettivo intercomparto erano stati fatti passi avanti. I sistemi salariali di Italia, Svizzera e Austria erano molto diversi, cosí come i relativi sistemi contributivi e previdenziali, e questo impediva un confronto; alcuni studi dicono che si è più avanti, altri che si è sotto la media, ma lo stipendio base dei medici è tendenzialmente più alto. Ulli Mair ha ringraziato per gli interventi e l’eventuale appoggio alla mozione, aggiungendo che essa non mirava a risolvere tutti i problemi, bensì anche a sollevare controproposte, per procedere insieme verso l’obiettivo. Il presidente della Provincia aveva ragione quando diceva che la questione della giustizia sociale sarebbe stata predominante anche nei prossimi anni. I politici non potevano certo aumentare gli stipendi inoltre mancavano le competenze fiscali e finanziarie per sgravare le aziende, e Kompatscher aveva segnalato che la politica non doveva intervenire nelle questioni aziendali, ma questo non interessava ai cittadini: la Giunta avrebbe potuto prestare la propria voce a questo scopo. I confronti, se si voleva, erano possibili; la pandemia aveva insegnato che tutto era possibile se si voleva. Mair si è quindi detta delusa dall’atteggiamento riscontrato, ribadendo la necessità di trovare soluzioni per tematiche note, per evitare che lavoratori qualificate andassero altrove. Non la preoccupava solo che si fosse una provincia dagli stipendi bassi, ma anche che i servizi che i sudtirolesi avevano apprezzato fino ad ora avrebbero sofferto. Messa in votazione, la mozione emendata è stata respinta con 15 sì e 17 no.
Marco Galateo (Fratelli d’Italia) ha quindi presentato la [mozione n. 680/23:](https://r.news.siag.it/tr/cl/RUKIpJIWSitUtK7QUTF8vfZF2I2NbxxWI-9g-PlH31mfbikRcQk1h8DUsVmDGeOVshlbe6XHANDX5v5VE3ZMoyUIsyok5-MPVmfu2wH9Z8EZLu6njaoci2Qj_ll6ay_Mw-jByITHTsGiIYDNZFlT5WQakRy8cyd5ozl23WTGduvhx_6BIR5U9vftVvRPdjXUetjtReqE9oNDWENp3o3xSd_OSCEYMoQeZoGGuoCjXyiIShJ9FPOL7sUdnQ95QWybbfGXFiIfvpQYJQl0v1vkewUdAmt4ODHR4miRwu8Lgbwefg2JICpOUjVy_6zp4f8547C4vXgkr6P5S_ZVTY2CYqdmxHam9uOUQFSXlDs2JCGKPjmgI_QCuTXyJl7jTDrG5djKRZAoEaA) Alloggi Ipes ceto medio da destinare al personale delle Forze dell’Ordine, della Difesa e del corpo permanente dei Vigili del Fuoco (EMENDATA), con la quale, evidenziando che per garantire maggiore sicurezza ai cittadini negli ultimi mesi era stato previsto un incremento del personale delle forze di sicurezza operative in Alto Adige, e che era importante riuscire a mantenere il più a lungo possibile personale di sicurezza competente e adeguatamente addestrato, per assicurare continuità alle attività di contrasto all’illegalità, evidenziava che l’alto costo della vita e l’alto tasso d’inflazione esistenti in provincia di Bolzano erano disincentivanti per il personale proveniente da fuori provincia, che vedeva il proprio stipendio parametrato ai costi medi e che quindi non riusciva a sostenere una permanenza di lungo periodo, e spesso chiedeva di essere trasferito fuori provincia. Un problema importante era il costo degli alloggi e la relativa carenza. Segnalando che qualche giorno fa l’amministrazione provinciale aveva tolto alle Forze Armate la possibilità di viaggiare sui trasporti pubblici gratuitamente in divisa da casa al lavoro e viceversa – un piccolo incentivo, dal costo limitato che però rappresentava pur sempre un contributo importante, egli chiedeva di invitare la Giunta (1) EMENDAMENTO COFIRMATO da Magdalena Amhof, SVP, ad impegnarsi a far sì che una parte degli appartamenti costruiti in cambio delle ex proprietá del demanio militare fosse temporaneamente messa a disposizione del personale delle forze di polizia, delle forze armate e della protezione civile e (2) (punto dispositivo originario, non compreso nell’emendamento) a ripristinare e, ove possibile estendere, la gratuità dei mezzi di trasporto sulla rete pubblica provinciale per gli appartenenti alle forze dell’Ordine, alle forze Armate e ai corpi di Protezione civile in particolare lungo il tragitto casa-lavoro-casa. Marco Galateo ha spiegato che c’era stato un aumento della presenza di forze dell’ordine, ai fini di garantire maggiore sicurezza, e questo era positivo, tuttavia il turn over era intenso, perché gli stipendi erano uguali al resto d’Italia ma le spese più elevate. Con la mozione proposta, mirava a trovare una soluzione a questo problema, anche per impiegare le aree che la Provincia avrebbe ottenuto dal demanio al fine di costruire alloggi a questo scopo. Con la mozione, la Provincia si prendeva in carico il compito di distribuirli, tenendone una parte per queste categorie.
Sandro Repetto (Partito Democratico – Liste civiche) ha evidenziato il problema degli alloggi per le forze di Polizia; ha chiesti poi, sottolineando che questa operazione era una contropartita terreni in cambio di alloggi, se era vero che l’Esercito era poco propenso a lasciare gli alloggi ad altre forze dell’ordine, e come avveniva la relativa assegnazione alle diverse forze. La parte dispositiva della mozione, ha aggiunto, rischiava di gettare fumo negli occhi di chi effettivamente cercava un alloggio: Galateo avrebbe dovuto chiedere chiarimenti al min. Crosetto.
Paul Köllensperger (Team K) ha apprezzato che si indicasse che le risorse dovevano andare anche a quelle forze dell’ordine in passato dimenticate, come forze di Polizia e Protezione civile: bisognava fare una distribuzione equa. C’era anche un’utilità sociale a farlo, per contrastare la scarsa propensione delle forze dell’ordine a farsi trasferire in Alto Adige. La loro presenza era importante, per esempio, anche per contrastare fenomeni come le baby gang e per accelerare le procedure dei passaporti. Si è quindi detto d’accordo anche sulla gratuità dei mezzi di trasporto per le forze dell’ordine, perché anche questo aveva un’utiliztá sociale: essa andava però limitata a chi era in divisa o a chi si faceva riconoscere dal capotreno.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha sottolineato che i dipendenti della Protezione civile ricadevano in una competenza primaria della Provincia, e si è stupito che l’emendamento fosse stato firmato anche da Amhof senza distinzioni tra le forze dell’ordine.
La discussione prosegue domani mattina.
(Autore: MC)
[Lista completa dei comunicati](https://r.news.siag.it/tr/cl/G7-QWghXgGolN0zZOsn0nhuUhQGoeSSN8nyFve-nSsb3PZZBBo1dH_lD5SOuGlsCL8zMXB2uypPfsjkvxWMWwGUIL8gPx7cVtfK3v3kwXu4cv35NALPM_-qn9fyJwMdQ4i5ZKJh-dUsIm6bG6W6U3sz_UGaIpXbpHOnTyxq-Pem0OpOkIsr-c8gMtSQvyiGgrNzb1S4V0aEgVUtVgr60fqj2HADspOyYI119fcEmbu21D8EgqRucH8JIU8Ylm3eG2XHZuMLwJz3Hez-c)
Realizzazione: [Informatica Alto Adige SPA](https://r.news.siag.it/tr/cl/scT216aFBnkKB0Nrn8_hHUsGfB97XMUNbZ62wIUcC-iepi7q3FvXonseZsgcD6bCas0frKLijV8_G2J25uT6dSCv0xugFLnfdUoqnCLFT2_SOwgz4XptmvecO09-SizzJx2DcWNNfLrWtAKJgease08DoVC4I-mcjIMRUSE0rUTeHhC65jTi7um3QaILGtRa73Jft8uXxg)
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