
(AGENPARL) – gio 06 aprile 2023 Coldiretti Calabria: consegnato il trattore all’azienda agricola “Doria” di Cassano all’Ionio. Il
male non può vincere sul bene, le parole forti e toccanti dell’imprenditrice Alessandra Paolini
Coldiretti Calabria ha consegnato un trattore all’azienda “Agricola Doria srl” di Cassano all’Ionio.
L’azienda era stata colpita da una serie di furti e danneggiamenti, il 26 febbraio u.s.. Il trattore – ha
commentato Coldiretti – è un aiuto, ma anche un simbolo di tenacia e voglia di ripartire, questo è il
messaggio che vogliamo lanciare. Per questo – aggiunge Coldiretti – occorre denunciare, fidarsi
delle forze dell’ordine e della magistratura per stroncare alla radice questi eventi delittuosi, reagire
con determinazione e non piegarsi ai soprusi.
L’imprenditrice Alessandra Paolini con parole piene di energia e toccanti ha così commentato: “La
solidarietà ancora esiste. L’ho toccata con mano. E’ solida, concreta, palpabile. Ha un nome:
Goldoni S80 e in questo caso anche un colore. Arancione. Simbolo di energia e realizzazione.
Accoglienza e incoraggiamento. A pensarci bene non poteva che avere questo colore. Il 26 febbraio
la nostra azienda è stata depauperata di tutto l’indispensabile per andare avanti. Uno scempio. Un
furto feroce. Un fortissimo shock e la voglia di reagire. Ma lo spettro di ricordi dolorosi è difficile
da tenere a bada. Non posso non dire che il primo sapore che mi è affiorato nell’anima è stato
quello acre della solitudine. Ancora più pervasivo della disperazione. La solitudine è stato il
lugubre fantasma che mi si è parato innanzi quella mattina in cui provavo a rimettere in ordine le
fila di un discorso di nessun senso e di un futuro di nessuna certezza. Ho avuto paura della
solitudine, più di ogni altra cosa, perché la solitudine di un imprenditore in un terreno arido è
l’agonia peggiore alla quale possa essere sottoposto, ed io personalmente la ho conosciuta a fondo.
Ma c’è spazio per un’altra storia, una storia fatta di condivisione, solidarietà, supporto, una storia
dove gli sguardi, le parole, le rassicurazioni anticipano che può esserci un’altra narrazione. Una
narrazione dove la nostra ferita è stata la ferita di altri che si sono attivati per volerla a tutti i costi
curare, sanare, lenire. Non ho ricevuto alcun telegramma formale e ostentato. Ho avuto sguardi,
strette di mano e toni di voce e qualcuno che mi ha detto che non sarei rimasta sola, per la prima
volta ho capito di poterci credere. Adesso è arrivato in azienda il trattore che ci consentirà di
ripartire, sarà comunque una strada in salita, ma con un cuore molto più leggero. Perché ho vinto
l’unica paura che avevo: quella di ritrovarmi di nuovo sola a interrogarmi che senso avesse
lavorare in un territorio e per un territorio indifferente, distante se non ostile. Il mio personale
