(AGENPARL) – mer 05 aprile 2023 Aderente a
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COMUNICATO STAMPA
Contratto medici, CIMO: «Improponibile testo Aran su orario di lavoro»
Quici: «L’orario di lavoro è il motivo principale della fuga dei medici dal SSN. Così si peggiora solo la
situazione»
Roma, 5 aprile 2023 – «Proseguono positivamente, in un clima di collaborazione, i confronti tra Aran e
organizzazioni sindacali per il rinnovo del Ccnl 2019-2021 della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria.
Tuttavia, non ritroviamo nei testi proposti dall’Aran i frutti di tale confronto: la maggior parte delle
richieste dei sindacati sulle relazioni sindacali non sono state, per il momento, recepite; mentre, in merito
al rapporto di lavoro, la discussione è stata ampia e produttiva, ma aspettiamo di ricevere il testo per
capire quante e quali proposte l’Aran sia disponibile ad accogliere», dichiara Guido Quici, Presidente della
CIMO, commentando l’andamento della trattativa per il rinnovo del contratto dei medici e dei dirigenti
sanitari.
«In ogni caso, l’ultima parte di testo ricevuta, dedicata tra le altre cose all’orario e all’organizzazione del
lavoro, è di gran lunga la peggiore – prosegue Quici -. Riteniamo improponibili le principali novità
introdotte dall’Aran, poiché peggiorative rispetto al contratto vigente, che la CIMO tra l’altro ha sempre
giudicato inaccettabile, tanto da non firmare il pre-accordo».
«Quello dell’orario di lavoro – spiega il Presidente CIMO – è il cuore dei motivi che spingono sempre più
medici e dirigenti sanitari ad abbandonare il Servizio sanitario nazionale. E allora non si può pensare di
risolvere la carenza di personale coprendo i turni con gli straordinari “programmati”, pagati dunque dai
fondi degli stessi medici e non dell’azienda, o di introdurre una formulazione pericolosissima in merito alla
pronta disponibilità, che potrebbe indurre le aziende a sentirsi autorizzate ad impiegare lo stesso medico
in sedi diverse di una stessa azienda, magari a decine di chilometri di distanza l’una dall’altra; né, d’altro
canto, è ipotizzabile vincolare le nuove agevolazioni previste per facilitare la conciliazione dei tempi
famiglia-lavoro alle “compatibilità organizzative” delle diverse aziende, quando sappiamo tutti benissimo
in quali condizioni di disorganizzazione versano oggi le stesse, a causa della mancata riorganizzazione del
lavoro post-pandemia, del mancato adeguamento della rete ospedaliera alle previsioni del DM 70 e alla
mancata riorganizzazione dei servizi territoriali».
«Solo il miglioramento delle condizioni di lavoro può frenare la fuga del personale dalla sanità pubblica e
rendere il SSN nuovamente attrattivo. E il contratto, in questo senso, rappresenta un’opportunità da non
sprecare. Ma se queste sono le premesse – conclude Quici – non arriveremo da nessuna parte».
Per informazioni:
Giulia Cavalcanti
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