(AGENPARL) – lun 03 aprile 2023 DESIDERI (D.C.): I RITARDI SUL P.N.R.R. E SULL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE FRENANO L’ITALIA, CON IL RISCHIO CHE ANCHE QUEST’ANNO LA CRESCITA DEL PIL SARA’ AL DI SOTTO DELL’1%.
Ormai da più parti si sottolinea il rischio che anche quest’anno la crescita del nostro P.I.L. sia nuovamente poco sopra lo zero virgola. Si aggiunga, inoltre, che il nostro debito pubblico, a giugno prossimo, arriverà a circa 2.800 miliardi, una cifra che solo pronunciarla è difficile. Tali due condizioni obbligheranno Meloni, Salvini e Tajani a rivedere molte delle loro promesse elettorali, e delle proprie tentazioni espansive, dovendo – per contro – procedere a tagli di spesa importanti per rimanere nei limiti che la Comunità Europea pone a salvaguardia dei nostri equilibri finanziari; è quanto a dichiarato Fabio Desideri, portavoce e coordinatore politico nazionale della Democrazia Cristiana.
A tale situazione sicuramente non giova l’incapacità di questo governo di “mettere a terra” sia le opere previste nel P.N.R.R., sia quanto necessario in termini di interventi finalizzati all’utilizzo dei Fondi di Coesione. Ad aggravare il quadro si aggiunge anche il fatto che l’anno prossimo – a maggio del quale si terranno le elezioni europee – nei computi di cassa delle nostre finanze si scaricheranno anche gli effetti dei crediti legati al Superbonus, tanto caro a Conte e al M5S.
Se alla ripresa settembrina, dopo le ferie estive, il quadro della capacità di sostenere la crescita del paese, da parte del Governo Meloni, non dovesse avere un “punto di svolta”, e quindi se al di là delle narrazioni dei media amici non si riuscisse a mettere a terra le opere previste sia dal P.N.R.R., sia dai Fondi di Coesione, ed inoltre se il conflitto bellico tra Russia ed Ucraina non dovesse avere termine, incidendo ancora sui costi degli approvvigionamenti energetici, la possibilità di recessione per il nostro paese forse non sarebbe soltanto un’ipotesi delle scienze economiche; ha aggiunto Desideri.
A questi aspetti vanno sommate sia la lentissima crescita dei consumi interni, la quale deriva dalla maggiori difficoltà cui sono state chiamate a fare fronte le famiglie italiane; sia il mancato aumento delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori italiani, i quali hanno stipendi con capacità di spesa sempre minore rispetto all’aumento del costo della vita.
Quest’insieme di cause, unite alle sempre maggiori difficoltà di un Governo molto attento alla comunicazione e meno ai fatti contingenti degli italiani, obbligheranno a scelte – difficilmente eludibili – di tagli della spesa pubblica, che gli italiani certo non apprezzeranno. Non abbiamo difficoltà a pensare che in autunno la manovra finanziaria governativa avrà un preludio di “rimpalli di responsabilità”, tra maggioranza ed opposizioni, che avranno come unico obiettivo quello di confondere gli italiani rispetto al reale stato delle cose; ha concluso Desideri.
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