[lid] A quanto risulta da fonti ben informate, giungono notizie su un non meglio precisato Gran Priorato delle Calabrie che sarebbe in contrapposizione con il Gran Priorato d’Italia.
Un’altra notizia che crea indubbiamente un gran fermento per le questioni tipicamente italiche che alimentano ampi dibattiti all’estero e quindi suscitando forti perplessità visto che non vengono capite.
Grandi strategie e piccole vendette di pianerottolo, manovre di corridoio, uso dei media, riunioni con passaggi di veline, questo è un po’ il quadro dell’Italia per quanto concerne la massoneria nostrana.
In ultimo la questione del riconoscimento dell’UGLE che non è così tanto pacifica ed a proposito ricordiamo che a Great Queen Street quando fu invitato a parlare l’allora Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, e il Gran Maestro Gran Loggia Regolare d’Italia, Fabio Venzi, si alzò e lasciò l’assemblea…
Per non parlare degli articoli che sono pubblicati su riviste nazionali e regionali che hanno ampia diffusione e che danno quel sapore piccante in salsa tipicamente italiana ad ambienti che prediligono il ‘sonno’.
È interessante leggere l’articolo pubblicato sul quotidiano La Nuova Sardegna dal titolo «Massoneria sarda in subbuglio, gli associati della Gran Loggia Regolare d’Italia si ribellano alla gestione del gran maestro Fabio Venzi»
Oramai non si contano più le lettere aperte che invitano al dibattito, alla democrazia, alla libertà di pensiero e di parola, all’uguaglianza che hanno sempre contraddistinto la Massoneria. Ricordiamoci che la parola è sempre concessa…. Ma in quest’ultimo periodo sembra non esserlo a quanto si legge nell’articolo sopra citato.
Gli scontri epistolari sono solo all’inizio e gli articoli pubblicati non rappresentano altro che l’aperitivo di un dibattito che dovrà prima o poi avvenire.
C’è molta voglia di chiarire, anche perché sono state rispolverate vecchie interviste con il solito stereotipo delle riunioni fatte con i cappucci neri e spada, una sorte di remake dei film di «cappa e spada», cioè le storie che narrano avventure e combattimenti cavallereschi che sono state battezzate in questo modo grazie alla diffusione di questo indumento lungo e con cappuccio tra i cavalieri e gli uomini d’arme.
Ma questa è un’altra storia. Oggi va fermato lo sporco gioco dell’equazione cappucci neri e trame.
L’Italia si sa è il Paese dei misteri ma non dei segreti.
L’unica cosa certa è che come al solito gli italiani sono sempre i numeri uno a fare casini
La Massoneria è Cultura.
E Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.
Bisogna mettere la parola fine a quell’Italia dove il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.
Credo di aver risposto in stile minigonna, cioè in modo abbastanza lungo da coprire l’argomento e abbastanza breve da renderlo interessante….