
(AGENPARL) – mer 29 marzo 2023 In scena al Teatro Belli “Ricordate che eravate violini”
La prima di opera di Francesco D’Alfonso
Andrà in scena al Teatro Belli di Roma, la prima opera assoluta di Francesco D’Alfonso, il 5 e 6 aprile con “Ricordate che eravate violini” una meditazione notturna per una voce sola.
«Ecco dove mi ha condotto questo sogno: aspettare in questo giardino una morte che mi fa paura». Nelle parole dello scrittore Eric-Emmanuel Schmitt, un dubbio terribile coglie Gesù la sera del suo arresto: è davvero colui che gli ebrei attendono e che i profeti hanno annunciato? La solitudine di Cristo, in una notte senza stelle, è paradigma dell’umanità intera, che di fronte a eventi terribili si sente abbandonata dal Padre: l’uomo è solo come Cristo nell’orto degli ulivi. Il Figlio dell’Uomo sa che dovrà morire e come in uno specchio, vede se stesso attraverso ciò che gli scrittori, i poeti e i musicisti diranno di lui. La solitudine di Cristo, in una notte senza stelle, si presenta allo spettatore come paradigma dell’umanità intera, che di fronte a eventi terribili si sente abbandonata.
Per la regia è stata scelta una scena spoglia, dove lo spazio e il tempo sono sospesi. Solo uno specchio sul fondo, e tutt’intorno, pagine, libri e spartiti. Perché il volto di Cristo è da cercare negli specchi ove si riflettono i visi umani. Da lì, è tutto un susseguirsi di testi, tra prosa e poesia, un caleidoscopico intreccio tra divino e umano, tra assoluto e contingente, tra eternità e temporalità. Una sorta di “autobiografia” del Verbo – che è passato, presente e futuro – scandita dalla musica, che, come ha scritto Borges, è «misteriosa forma del tempo». in cui si snodano gli ultimi momenti della vita di Gesù dalla solitudine del Getsemani, fino alla crocifissione e infine alla resurrezione.